L’autostima misurata sul fratello gemello

Un bimbo vestito di rosso gioca con un leone, sorride, mi chiede di prendergli quel puzzle in alto, quello con gli elefanti colorati.
Un altro bimbo vestito di blu gioca con una rana, non si è accorto che suo fratello ha iniziato il puzzle. Guarda la sua rana, le parla, la fa combattere con un barbapapà, poi con un topino, poi con un gormita azzurro. Si diverte, ha inventato il suo gioco.
Ad un tratto si gira, vede il fratello con il puzzle, molla tutto e tira fuori un puzzle anche lui, con le api arancioni. “Mamma, quello con gli elefanti lo volevo io!“.

Pomeriggio successivo, al parco, il bimbo vestito di rosso sfreccia con la sua bici, il bimbo vestito di blu lo segue con il suo monopattino.
Il primo ha sete, si ferma alla fontanella, appoggia la bici e beve. Il bimbo vestito di blu lascia il monopattino e prende la bici gialla del fratello, che ovviamente finisce di bere e rivuole la sua bici. “Mamma“, dice il bambino vestito di blu, “io non volevo il monopattino, volevo la bici!“.

La sera, prima di cena, cucino un polpettone e una torta di mele, i bimbi sono in cucina con me a disegnare, seduti a tavola realizzano dei piccoli capolavori.
Il bimbo vestito di rosso prende l’astuccio di feltro e colora un mandala, quello vestito di blu colora i dinosauri disegnati da me.
Stanno in silenzio concentrati una buona mezz’ora, poi il bambino vestito di rosso mi mostra il suo mandala colorato, fiero della sua opera, e mi chiede di appenderla. Il bimbo vestito di blu guarda il suo disegno, abbassa gli occhi e lo mette via. “Mamma, io pero’ volevo i mandala, non i dinosauri!“.

Due gemelli, due sacche, due placente, uno più alto di una spanna, più robusto, più affamato dell’altro, il confronto fisico è dalla sua, la stima di sé lo vede soccombere al fratello, più minutino e più timido, eppure decisamente più sicuro.

Mamma, anche io volevo quella maglietta, questa mi fa schifo!
Ecco, il mio disegno e’ bruttissimo, il suo e’ più bello!
Ma lui ha le scarpe blu, anch’io volevo quelle lì, queste non le voglio!
Ma lui colora bene e io non so fare niente!
Vedi, le sue maestre gli dicono che è bravo e io invece sono monello!

Struggente, a volte, vedere uno specchiarsi nell’altro, percepire la sofferenza di chi non riesce a reggere il confronto, e aspira sempre e comunque a essere come il fratello, a possederne le qualità senza vedere le proprie. Soffrire in silenzio, osservare un’esplosione di vitalità ed energia rabbuiarsi per insicurezza. Tommaso ai suoi occhi riesce sempre meglio, sceglie con decisione i colori delle magliette da mettersi o indica senza esitazione la tazza scelta per la colazione. Riccardo aspetta, lo osserva, sta per dire una parola ma la trattiene, in attesa della scelta del fratello.
Mi avvicina un giorno una delle maestre di Tommaso, quella che conosce meglio la nostra famiglia e con cui sono in confidenza. Spesso, dopo pranzo, entra nella classe a fianco, quella di Riccardo, lo chiama, lo abbraccia e chiacchiera con lui, nei giorni in cui non dorme. Mi racconta un dialogo.
Dimmi una cosa Riccardo, lo sai dov’è andato il tuo nonno?
Non lo so, la mamma dice che è in cielo“.
Prova a dirmi dove secondo te si trova“.
Ma Tommaso che cosa ha risposto?

Già, Tommaso cos’ha risposto? E io cosa rispondo a un bambino che non si riconosce ancora nella sua unicità?

– di Valewanda

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12 thoughts on “L’autostima misurata sul fratello gemello”

  1. I miei sono piccoli ma già iniziano a fare così. Mi sono riconosciuto in ogni riga (anche quella sulle differenze fisiche). Se trovi una soluzione mandami una mail

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  2. @pezzodicuore, hai ragione, forse e’ un errore ingenuo di tutti quelli che hanno a che fare con i gemelli,e non e’ corretto perché anche chi ca a ruota ha un suo modo di essere…
    @Lastaccata… Grazie…
    @Ana, in bocca al lupo davvero, le dinamiche spesso sono difficili da decifrare e da scardinare…

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  3. Beh i miei (4 anni) hanno dinamiche simili pur essendo maschio (imitante) e femmina (imitata)- perció qui è tutto un fiorire di principesse e di rosa in tutte le versioni!
    E anche qui a primo acchito sembra lui “dominante” nella coppia…
    Basti dire che lei scrive il suo nome già da un po’ e lui che invece comincia ora a voler imparare a scrivere…vuole peró scrivere il nome…. della sorella…e qualcosa mi dice che non è perchè il proprio è più lungo e quindi più difficile…all’inizio ero impensierita dalla cosa poi mi hanno fatto riflettere che sono dinamiche normali tra fratelli e che spesso i maschi sentono moltissimo la competizione, quindi …. Che lavoraccio! Un grande in bocca al lupo a tutti noi!

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  4. Commento questa da volta da figlia e non da mamma visto che anche mia sorella ed io siamo gemelle.
    Diverse fisicamente, tanto che molti dicono che sembriamo a malapena sorelle, lo siamo sempre state anche come carattere attitudini desideri.
    Vedo che sia i genitori che gli altri tendono ad assegnare involontariamente i ruoli, a creare aspettative che magari tu come figlio non sai sempre colmare.
    Se sei quello più determinato, non è detto che lo sei sempre. Se sei quello più sognatore, non è detto che lo sei sempre.
    Però coi gemelli, più che con gli altri fratelli, si tende ad aver bisogno di diversificarli. Ad attribuire caratteristiche univoche.
    Mi fanno una tenerezza infinita i tuoi bimbi, entrambi.

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  5. Grazie a tutti per i commenti e le riflessioni.
    @Lanterna, non è’ affatto un’immagine stupida, anzi da riflettere. Il problema a volte e’ proprio valorizzare la sua diversità, credo che metterli in classi diverse, per quanto difficile, aiuti, perché lui ha modo di esprimersi a suo modo senza temere il confronto col fratello. Vedo che gli piace molto avere i suoi amici, solo suoi, e io cerco di fare qualcosa con le mamme dei suoi amici, anche se le conosco meno. Oggi andiamo in piscina con un suo compagno, lui si sente molto a suo agio ed è’ visibilmente contento che io dia importanza alle sue relazioni. Ma quanto è’ difficile?

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  6. Vale, che bello questo post. Oltre al tema dell’autostima mette bene in evidenza come ci sentiamo impotenti di fronte alle debolezze, alle inquietudini, alle incertezze dei nostri bambini.

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  7. È da stamattina presto che rimugino su questo post. E non riesco a togliermi dalla testa un’immagine che mi sembra stupida e fuori luogo: il momento in cui mi trucco gli occhi. Noi vorremmo che gli occhi fossero uguali e perfetti, e invece già di base non lo sono. Poi li trucchi e ce n’è sempre uno che ti viene meglio dell’altro, e magari quello che è venuto meglio dovresti “rovinarlo” per renderlo uguale all’altro, e allora che fai?
    Lo so, ti ripeto, forse è un’immagine stupida, ma oggi non riesco a togliermela dalla testa…

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  8. I miei ultimi due figli, gemelli ma diversi in tutto, hanno solo 10 mesi ma vedo già queste dinamiche. Uno ruba sempre il giocattolo dell’altro, piange quando non gli si presta attenzione mentre si cambia il pannolino al fratello. Il fratello nato un minuti prima invece è pacifico, prosegue nelle sue attività qualsiasi cosa stia facendo l’altro. E’ molto interessante osservarli e vedere come crescono e come certi particolari del carattere sono proprio innati.

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  9. che dolce questo post Vale 🙂 Mi tocca rispondere col classico commento (almeno sono la prima oggi!) del pure i miei sono cosi’!, solo che non sono gemelli, almeno il piccolo ha la “scusa” di essere piccolo, quei 20 mesi che non riesce ad accettare possano fare tutta questa differenza, lui che brucia le tappe, vuole fare tutto, non si sa godere i suoi 7 anni perche’ ne vuole 8 e mezzo, precisi precisi. Boy one non e’ soltanto sicuro, e’ anche rilassato, non gli interessa essere bravo, ne’ non bravo, va per la sua strada, osa, rischia, e riesce. Ci siamo impegnati tanto con boy two e credo che stiamo uscendo da quella fase, certo non sara’ mai laid back come suo fratello, ci sono cose che lo imbarazzano (e’ questo il suo punto debole, non si mena nelle cose perche’ teme il giudizio degli altri se non riesce) ma ora sa. Sa che sa fare delle cose bene, sa che legge bene, che scrive anche meglio di suo fratello. E’ un peccato che non si butti senza pensare, ma forse anche no, ma questo gli dona una sensibilita’ forse maggiore di suo fratello, che puo’ far male ma puo’ anche dargli molto. Vedremo.

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  10. A volte la maggior “prestanza” fisica può essere più un problema che un vantaggio, è stato così anche nella mia famiglia (senza gemelli).
    Grazie per la lacrimuccia e ovviamente ti odio per quella mezz’ora (MEZZ’ORA?? ma davvero???) di disegno concentrato…

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