La scuola svedese ha un metodo per invogliare i bambini alla lettura, utilizzando prima di tutto un programma di studi individuale, che rispetta i tempi di sviluppo e le potenzialità di ogni alunno.
Uno dei cambiamenti culturali ai quali non ho fatto fatica ad adattarmi dopo un piccolo sconcerto iniziale è stata l’impostazione nei confronti della lettura nella scuola. Se dovessi descrivere la mia esperienza della scuola svedese in una frase direi che è caratterizzata dal ritmo scandito dallo sviluppo individuale di ogni bambino. Come sia possibile riuscire ad insegnare in una classe di 24 bambini con abilità totalmente differenti, rispettando i ritmi individuali, resta per me un mistero, ma per quanto riguarda la lettura mi sembra che abbiano un sistema eccezionale di cui vorrei parlarvi. Il primo momento di sconcerto l’ho avuto quanto ho capito che non avevano un libro di lettura unico, o meglio il libro di lettura che avevano era in due versioni, di cui una semplificata con testi più brevi, e uno più complesso con vocabolario più difficile e testi un po’ più lunghi. I due libri raccontavano la stessa identica storia. Non mi era noto chi e quanti nella classe utilizzassero l’uno o l’altro libro, perché in Svezia è strettamente vietato fare confronti, e gli insegnanti non si lasciano scappare informazioni inutili. Sapevo solo quale libro usava mio figlio, e avevo informazioni di seconda mano da parte sua di alcuni suoi amichetti, informazioni che lui riteneva assolutamente irrilevanti e a cui quindi prestava pochissima attenzione. Ma a complicare le cose e a confondere il genitore italiano in terra straniera ci si mette il fatto che la maggior parte del lavoro non avviene nemmeno su questo libro di lettura comune.
La lettura parte da una scelta individuale
Ogni scuola è fornita di una piccola biblioteca interna in cui i bambini vengono introdotti a partire dall’anno zero e in cui sono invitati a recarsi ogni settimana per scegliere libri da leggere che facciano il caso loro. I libri che si leggono infatti sono sempre scelti dai bambini stessi, e ognuno sceglie il suo libro indipendentemente in base ai suoi interessi personali e al suo livello di difficoltà.
Leggere tutti i giorni
I bambini iniziano ogni giornata a scuola con la lettura. Man man che i bambini arrivano in classe la mattina, prendono il loro libro dal loro scaffale e si siedono al banco e si immergono nella lettura. E’ affascinante vederli all’opera, 24 bambini, seduti al banco a leggere. In silenzio.
Leggere a voce alta
Durante la giornata scolastica sono previsti momenti di lettura a voce alta. I bambini vengono divisi in coppie e invitati a leggere l’uno per l’altro. In questo modo si massimizza il tempo di lettura a voce alta quotidiano per ciascuno di loro. Ci sono anche momenti in cui un bambino è invitato a leggere davanti a tutta la classe, ma è fisicamente impossibile dare questa possibilità a tutti i bambini tutti i giorni e in questo modo riescono a leggere tutti di più.
Leggere con i genitori
I bambini devo leggere 15 minuti al giorno a voce alta insieme ai genitori. Per i primi 2 anni di scuola questo è praticamente l’unico compito a casa che hanno. Il fatto di dare un tempo invece che un numero di pagine permette di rispettare le capacità di ognuno e visto che ogni bambino sceglie il suo libro, permette di omogeneizzare i compiti in base anche al libro scelto. Quindi se un bambino ha un libro pieno di figure e poco testo in quei 15 minuti riuscirà a leggere più pagine rispetto ad un bambino che legge un testo più avanzato privo di figure.
Inoltre grazie a questo “compito a casa” si educano anche i genitori all’importanza di leggere insieme ai proprio figli, obbligandoli a trovare 15 minuti al giorno per farlo. Ora 15 minuti sembrano niente, eppure nel bilancio serale, dopo che si prendono a scuola, gli si prepara la cena, si affrontano capricci dei piccoli, discussioni per i video giochi, lavatrici da stendere o da piegare, capite che quei quindici minuti sembrano un’eternità, e se non fossero assegnati per compito probabilmente la maggior parte di noi non li prenderebbe nemmeno in considerazione.
Una sfida collettiva
Ogni anno l’intera scuola lancia una sfida di lettura. Ogni classe prende nota di ogni libro che viene letto da ogni allievo durante un intero mese, e ogni classe partecipa nel suo complesso. Spesso il numero di libri letti viene visualizzato in qualche maniera, ad esempio una pallina da ping pong inserita in una giara per ogni libro, o un dorso di libro disegnato sulla parete per ogni libro letto. La visualizzazione in questo modo fa molto effetto. E nella terra dell’uguaglianza in cui nessuno deve avere il primato, non vince chi legge più libri, ma chi indovina il numero totale di libri letti da tutta la scuola. Insomma l’importante è partecipare, e soprattutto leggere!
Leggere durante le vacanze
I bambini non hanno mai compiti per le vacanze, né per l’half-term, la settimana di vacanza autunnale o quella di vacanza invernale, né per le vacanze di Natale o di Pasqua. L’unica eccezione sono le 8 settimane di vacanze estive per le quali hanno da leggere dei libri. Ancora una volta si tratta di libri scelti dagli stessi bambini e non imposti dall’insegnante. Ognuno sceglie il suo libro, in base ai proprio interessi personali.
Questa estate ero un po’ preoccupata di riuscire a leggere i 5 libri assegnati, soprattutto perché eravamo nel mezzo di un trasloco e mio figlio non mostrava interesse per iniziare. Quando però siamo andati in biblioteca e ha scelto quello che voleva leggere e si è letto i primi due libri in una settimana, ho capito senza ombra di dubbio, che il metodo adottato dalla scuola aveva fatto centro.
Ora sono curiosa di sapere come funziona nella vostra scuola, come vengono invogliati i bambini a leggere? E secondo voi funziona?
(*)Foto ©Monica H
Nella scuola in cui vanno entrambi i miei figli funziona così.
Esiste una biblioteca interna, arredata in modo simpatico ed accogliente, in cui vengono portati regolarmente fin al primo anno di materna, con una bibliotecaria che li accoglie e legge per loro. Una figura che li segue negli anni e diventa “amica”.
Alle elementari vanno una volta alla settimana e scelgono da soli all’interno di una selezione di libri adatti alla loro età. Alla fine dell’anno scolastico ricevono un attestato tipo “Criceto di biblioteca”. Qualche volta, ma non sempre, al pomeriggio leggono a soli in classe.
Devo dire che il metodo, con gli opportuni rinforzi casalinghi, funziona proprio bene per tutta la classe.
Semmai il problema può essere se a 7 anni ti propongono Geronimo Stilton perchè rientra nella tua fascia d’età e tu sei stufo!
Grazie M di Ms! E’ un piacere sapere che è un sistema usato anche in Italia. Ma quindi fammi capire, ma davvero l’offerta per 7enni è limitata a Geronimo Stilton?
Volevo raccontare la mia esperienza. Mia figlia è in seconda elementare e fino ad ora di libri dati, letti, raccontati, scambiati o quanto altro non se ne era vista neanche l’ombra. La cosa mi impensieriva e mi rendeva triste. La lettura è per noi, da sempre, un modo meraviglioso di conoscere il mondo. Un modo leggero di viaggiare senza bagagli. E abbiamo sempre cercato di supportare le nostre figlie in questa scoperta. Così ho deciso di fare una lettura per le compagnette di mia figlia. La cosa non è semplice come sembra perché comunque sono già abbastanza grandi da avere interessi spesso (pre)costituiti e perché già si sono allontanate dal piacere della lettura. Cosa leggere? Una cosa “adatta” alla loro età? O un albo illustrato, grande, accattivante ancorché per bambini più piccoli? Come primo esperimento ho optato per questa seconda scelta. Loro, le bambine, devo dire che erano emozionatissime: un invito a casa per una merenda con lettura non gli era mai capitata. Così ho preparato un po’ di cuscini, candele e un po’ di libri e ho letto per loro. Stavano attente, ridevano, seguivano, facevano le “facce”, avevano gli occhioni attenti. La lettura è andata bene, tanto che mi hanno chiesto di leggere un libro in più rispetto a quello che avevo preventivato. Poi hanno fatto merenda e le ho lasciate libere di scatenarsi (funzionale al rendere la serata un po’ speciale). Quando dovevano andar via ho chiesto loro se le letture gli fossero piaciute e se volevano replicare. Naturalmente ho ottenuto consensi entusiasti (vai a sapere se per le letture, lo scatenamento finale o entrambe). Qualche giorno dopo la maestra di italiano ha portato in classe libri della biblioteca della scuola e li ha consegnati ai bambini (non glieli ha fatti scegliere, ahimè) e ha detto loro di portarli a casa, leggerli e scambiarseli poi. Tra qualche giorno abbiamo i colloqui e naturalmente io loderò la maestra per questa iniziativa, ma sicuramente anche dopo la lettura di questo post, le proporrò -per esempio-l’idea di far leggere i bambini a coppie in modo da condividere ed esercitarsi; le dirò che anche l’idea di lasciar leggere -in solitaria-i bambini a scuola per una decina di minuti è un rigenerante favoloso e sicuramente cercherò di incoraggiarla affinché continui su questa strada. Insomma, non è facile combattere contro una scuola pubblica che ha molte lacune, contro un sistema che la lettura più che altro la scoraggia, ma provo nel mio piccolo, giorno per giorno, a spargere semini che magari un giorno fioriranno da qualche parte….sono stata lunghissima, mi scuso!
Viviana grazie per questa testimonianze. L’idea di organizzare un incontro a casa per leggere è meravigliosa, e penso che te la ruberò. Il bello della rete poi è proprio questa possibilità di scambiarci esperienze e prendere spunto gli uni dagli altri. Grazie ancora.
Il metodo svedese mi sembra simile a quello britannico, con la differenza che qui non usano libri di lettura o antologie, piuttosto hanno libri differenziati per grado di difficoltà e i bambini si muovono da un livello all’altro seguendo un percorso, fino a diventare “lettori liberi”, in grado di affrontare qualsiasi testo. Di solito leggono 1-2 libri a settimana se brevi, uno ogni circa dieci giorni se si tratta di romanzi tipo Harry Potter, ecc. Per le attività in classe gli insegnanti usano fotocopie e i brani solitamente sono suddivisi in 3 livelli di difficoltà differenziata.
Rapenzolo ci avrei giurato che fosse molto simile in UK. Ma ho il sospetto che sia simile in parecchi altri posti nel mondo, speriamo di ricevere altre testimonianze in merito 🙂
Io leggo alle mie figlie (6 e 4 e 1/2) da quando avevano meno di un anno. La grande ha appena iniziato la prima, ha imparato da sola a leggere lo stampatello maiuscolo già lo scorso anno e ha voluto che le spiegassi l’alfabeto in stampatello minuscolo perché voleva capire quello che c’era nelle scritte. Morale: ora a scuola si annoia moltissimo. Certi suoi compagni non sapevano riconoscere nemmeno le lettere e la maestra ha giustamente iniziato da zero. In queste poche settimane di scuola la sua capacità di lettura è migliorata moltissimo, si prende i suoi libri e se li rilegge più volte. La seconda ha meno interesse per le lettere, ma adora che le legga delle storie. Quando mi chiede le coccole va a prendersi un libro perché glielo legga e si accuccia vicino a me ad ascoltare. Anche se ha un difetto di pronuncia, ha una notevole capacità di linguaggio.
Una scuola come quella descritta è un sogno…nella nostra hanno problemi a tenere la classe, far stare fermi i bambini, per non dire farli stare zitti. Le maestre non riescono a farsi ascoltare e una, pur di spiegare, urla. Mia figlia è delusa dalla scuola….non vi dico noi genitori. Fatico ancora adesso ad accettare la cosa. Credo che però molto sia anche dovuto ai genitori: bambini che non hanno il concetto di rispetto delle regole, non sono autonomi, non rispettano l’autorità della maestra sono così per grossi buchi educativi. E mi chiedo: come vengono gestiti i casi “difficili” in queste scuole svedesi?
Flavia non sono certa e non penso di poter parlare in assoluto su cosa succede in Svezia. Io racconto sempre soltanto la nostra esperienza nella nostra scuola e cerco di non generalizzare perché so che, anche in Svezia, non è tutto ora quel che luccica. Credo però nel fatto che il rispetto per l’autorità sia un concetto un pochino superato, e preferisco parlare del rispetto tra gli individui. Quando ci sono problemi di ordine in classe mi chiedo cosa fa l’insegnante, o in generale la scuola, per risolverli. La prassi in Svezia, e qui parlo in generale, è quella di prevedere parecchie interruzioni durante la mattinata. I bambini fanno almeno 2 pause in giardino dove possono correre liberamente (anche in inverno con la neve e una temperatura di 10 gradi sotto lo zero) e anche le lezioni in classe non sono statiche. Se costringi i bimbi a stare seduti al banco per molte ore è come avere una bomba ad orologeria, e non è più un problema di educazione ma di fisiologia 🙂
il mio Tommaso ha iniziato la 1 elementare quest’anno, e’ anticipatario di 1 mese, ma vedo che la scuola gli piace e ci va volentieri. La maestra, nonostante sia giovane, ha un metodo rigido di rapportarsi ai bambini. Appena e’ iniziata la scuola mi e’ venuto un moto di rabbia, la maestra premiava i piu’ bravi con una stellina!!! Le mie convinzioni sono l’esatto opposto, ma mi sono dovuta adeguare. L’apprendimento del singolo non viene stimolato, bisogna essere tutti bravi allo stesso livello!
Sono davvero scoraggiata, nel mio piccolo cerco di non dare troppo peso alle stelline o ai bei voti (nel 2014 ancora con i voti), ma mi rendo conto che cosi lui si sente sminuito degli sforzi che fa ogni giorno!!
La vita per chi e’ fuori dal coro e’ davvero dura qui a Roma, ci sono delle piccole oasi felici, ma o sono rare o sono a pagamento!
Cara Serena, come sai non vorremmo venire su ad abitare (per me sei stata preziosissima 2 anni fa con la lista di cose da fare con i bambini a Stoccolma), ma non e’ cosi facile!! Io pero’ continuo a sperare e fare del mio meglio
Barbara forse puoi combattere il sistema dall’interno, visto che vuole le stelline. Ad esempio usale per premiare il suo impegno invece che il risultato raggiunto.Anzi ancora meglio, lascia che sia lui a premiarsi, questo lo aiuterà a concentrarsi sul processo necessario per raggiungere un risultato invece che sul risultato stesso, che è dimostrato essere uno degli aspetti che porta a maggior autostima. Coraggio.
I miei figli frequentano la 1a e la 3a primaria e nella nostra scuola, eccetto per il libro di testo differenziato che in italia non ho ancora visto, utilizzano un modo molto simile. Anche loro hanno una biblioteca interna da cui ogni settimana possono prendere uno o più libri (soprattutto la bimba in 3a a seconda della difficoltà dei libri scelti ne prende uno o anche 2-3). Ognuno può scegliere quello che vuole ed è interessante anche il fatto che si consiglino tra loro (ad esempio ora sta facendo il giro della classe “la fabbrica di cioccolato”che di settimana in settimana si prenotano a vicenda). Parlando con la maestra mi diceva che è risultata una classe di ottimi lettori. Lei poi fa segnare ad ognuno su un quadernino titolo e autore del libro, la data di quando è stato letto e un commento “mi è piaciuto perchè o non mi è piaciuto perchè”.
Grazie Serena, sono contenta di leggere testimonianze così positive.
Noi siamo in prima e, per adesso, la lettura avviene a casa, con i brani assegnati dalla maestra e tratti dall’antologia. Non so se, in futuro, ci sarà qualcos’altro, ma trovo molto carino il metodo del doppio libro di lettura tarato sui bambini, soprattutto trovo molto efficace il fatto che non si facciano confronti. Purtroppo noto che mio figlio, che ha poca manualità, e che quindi ha avuto più difficoltà nel disegno e nella scrittura ordinata (cioè scrive, ma fatica a mantenersi sulla riga), si demoralizza nel vedere che i suoi compagni fanno meglio di lui. Avremmo proprio bisogno di un metodo simile!
sapessi come ti capisco, mio figlio per sentirsi all’altezza alcune volte copia il compagno di banco!
Dimmi come si puo’ potenziare la sua autostima?
Magari lo sapessi! Ognuno ha il suo carattere e, nel caso di mio figlio, devo ammettere che ha la tendenza a scoraggiarsi facilmente. L’unica cosa che posso fare è cercare di non sottolineare le sue mancanze, non fare confronti e usare un approccio costruttivo del tipo “guarda come sei migliorato” “so che sai fare meglio” piuttosto che dirgli “così non va, è sbagliato”. Ma è una gran fatica e a volte devo tapparmi la bocca.
Guardare sul foglio del compagno è normale, mio figlio si fa addirittura aiutare (leggi: si fa fare i lavori dai compagni) anche quando il suo lavoro non ha niente di sbagliato. Che dire, bisogna lavorare sulle loro insicurezze.
Hermione purtroppo quello del confronto è un problema molto diffuso, sono per primi i genitori a farlo. Io me ne sono accorta su me stessa, nel momento in cui non mi è stato possibile farlo perché non so come vanno gli altri bambini, ho capito che era meglio concentrarsi sui progressi di mio figlio, e godere di tutti i passi avanti fatti.