Intervista a Natalia: cult-foodblogger a TempodiCottura

Natalia è l’anima di tempodicottura.it – cucina per bambini e ragazzi, un foodblog imperdibile, che è veramente un cult: un esempio di tecnica culinaria, buon senso materno e passione sfrenata.
Ma la formazione della nostra ospite è tanto ampia da riuscire fin troppo riduttivo riassumerla: sommelier, già titolare di una scuola di cucina a Roma e “maestra di cucina” nella trasmissione televisiva La Prova del Cuoco.
Ma Natalia è, prima di tutto, mamma di 4 figlie, due bimbe e due adolescenti, oltre che moglie di un medico cardiologo e nutrizionista. Cosa ne penserà del binomio gioco e cucina?

Giocare a cucinare: perchè, secondo te, i bambini devono entrare in cucina ed essere protagonisti?
Per capire, scoprire, toccare, annusare, imparare, divertirsi, insomma, essere amati, anche in cucina!!
[quote1]Attraverso il gioco di “cucinare”, il bambino diventa il protagonista di quello che si trasforma con lui e intorno a lui. Può vedere come sono fatti i cibi che vengono preparati e che poi dovrà mangiare, come sono prima, come diventano dopo, può decidere se preferisce mangiare una verdura cruda piuttosto che cotta, o in che modo preferisce cucinarla (fritta, lessata o al forno). Insomma diventa un protagonista attivo di un esperienza che lo accompagnerà tutta la vita.

Impastare, mescolare, arrotolare, farcire, decorare: qual’è l’attività che da maggior soddisfazione ai bambini e quale la più adatta per i piccini?
Per loro sono tutte interessanti, ma devo dire che l’attività che attira di più i piccoli rimane senz’altro quella della manipolazione dell’impasto. In questo modo trasformano gli ingredienti nelle loro mani e una volta ottenuto il pezzo di pasta ecco che questo diventa subito un compagno di divertimento. Partono così lunghi giochi con discorsi immaginari, storie fantasiose, a volte anche rocambolesche la pasta passa da una mano all’altra, ed è un vero piacere seguire queste avventure. Importante è coinvolgerli in attività che sono in grado di portare a termine e dalle quali possono ottenere soddisfazioni, quindi scegliere la difficoltà in base all’età. Poi dobbiamo ricordarci un’altra cosa, i bambini hanno una soglia bassissima di concentrazione, si stancano facilmente, quindi anche la durata di queste attività culinarie deve essere commisurata alla loro età. Ricordatevi che è importante vedere immediatamente il risultato e poterlo assaggiare subito, le paste che devono riposare e le pizze a lunga lievitazione le lasceremo per quando saranno più grandicelli e ormai pazienti di attendere tra un gioco e l’altro.

La presentazione dei tuoi piatti spesso è essa stessa un gioco: cibi che fingono di essere altri cibi, cibi mascherati da fiori, torte colorate, torte con la varicella. Finito il gioco del cucinare, inizia il gioco del mangiare: quanto pensi sia importante la fantasia per stimolare nei bambini l’amore per il buon cibo?
Fondamentale! Se dei fagiolini verdi diventano dei baffi del gatto volante che li ha persi durante il volo, oppure le orecchiette sono quelle che si mettono i folletti senza orecchie per diventare più belli, o ancora il purè di spinaci è la minestra bavosa preferita del mostro delle paludi…beh, chi riesce a resistere a non mangiare? La curiosità prevale sul desiderio che a volte in certi bambini è un po’ pigro e forse riusciamo a coinvolgerli a prendere parte di questo strano ma gustoso pasto matto. E per quei bambini-mangia-tutto non c’è problema, raccontare una storia sul cibo sarà sempre un momento condiviso con loro, una pausa presa insieme per volare con la fantasia. Le mie figlie grandi ancora si ricordano di certi nomignoli dati al cibo e a volte le loro richieste vengono fatte con quei nomi buffi usati da bambine.
Presentare poi cibi che sono diversi da quello che sembrano è a mio avviso sempre uno stimolo per avvicinare certi alimenti (a volte indesiderati) ai nostri bambini, la mela al posto delle patatine può essere una delusione ma perché no anche una piacevole scoperta, una risata , una bella sorpresa, potrebbero anche convincere di più.

Quali capaicità manuali ed intellettive vengono maggiormente sviluppate nel grande gioco del cucinare?
Non sono una psicologa, ma penso che ci siano parecchi vantaggi ad entrare in cucina con i nostri bambini. E’ un’attività gratificante, per il piccolo ci sono parecchie soddisfazioni ed ecco che è facile per lui acquistare maggior sicurezza , in se stesso e in quello che sta facendo. Lo scambio di conoscenze con l’adulto, la verifica di ciò che si è appreso, il confrontarsi, l’imitare, la manipolazione così importante e sempre cercata in tutte le sue attività e che qui può trovare il suo spazio e le sue sfumature.

Cucinare insieme, crea un rapporto speciale tra genitore e bambino?
Cucinare con il proprio bambino contribuisce a creare un legame indissolubile, ne sono sicura perché l’ho provato sulla mia pelle, come tante mamme. Mi ricordo benissimo del tempo che ho trascorso con mia nonna e con mia mamma in cucina, sul tagliere o vicino al lavandino ad aiutare a pulire le verdure. Durante questi momenti, così rilassanti e mai stressanti, tutti per noi, si parlava, si stava insieme, si rideva e si scherzava, quasi ci dimenticavamo della ricetta ma era bello così. La cucina, la realizzazione dei piatti sono importanti ma ancor di più è dedicare del tempo ai nostri figli, in qualunque modo e se la cucina ci aiuta, ben venga!!![quote]

Anche gli adolescenti si divertono in cucina?
Quando non è un dovere anche per gli adolescenti cucinare è un occasione per dare e ricevere parecchi stimoli. Intanto sono autonomi di mangiare e cucinare come e quando vogliono loro. Questo momento poi si può condividere con gli amici ed allora diventa anche un pretesto per creare incontri e conoscenze, per dimostrare le proprie attitudini, e ..per farsi notare!!! Le basi ormai sono già state date, le conoscenze apprese e quindi ora è veramente un “gioco da ragazzi”, forza è facile ce la potete fare anche voi!

Prova a leggere anche:

Previous

E’ Natale ed il giveaway è anche qui!

La Play Therapy applicata al Vikingo

Next

9 thoughts on “Intervista a Natalia: cult-foodblogger a TempodiCottura”

  1. Natalia, prometto di darti un po’ di tregua! Continua a cucinare e fotografare e noi continueremo a seguirti!
    Grazie ancora.

    Reply
  2. grazie a tutte voi e a Silvia che con le sue domande mi ha stimolato a scrivere quello che fino ad oggi pensavo ma non avevo mai “osato” dire in modo così esplicito, un po’ per timidezza, un po’ perchè credevo di annoiare, un po’ perchè temevo di dire sempre le stesse cose…. anche mia sorella quando ha letto l’intervista non credeva ai suoi occhi – “ma da dove hai tirato fuori quelle belle parole?”- semplice -le ho risposto (dopo aver fatto tutto)- è quello che penso! In confidenza però vi dico che preferisco cucinare e fotografare piuttosto che esternare i miei pensieri, come è difficile!!!! Caro e sincerI auguri di buone feste a tutte le mamme lettrici di genitori crescono, siete molto fortunate, ai miei tempi (beh, con le prime due figlie..) non ci si poteva confrontare e relazionarsi in questo modo, trovo che sia veramente d’aiuto a tutte noi, per diventare dei grandi genitori e dunque crescere con e per i nostri figli. ciao

    Reply
  3. Non sono mamma, ma figlia.
    Confermo che cucinare insieme ai genitori (e nonni) lascia il segno. Ricordo sempre con grande piacere le domeniche passate ad aiutare la mamma nel cucinotto per fare gli gnocchi o durante il Carnevale a fare le chiacchiere o le fritelle di mela. Era un vero piacere fare i rotolini di pasta, tagliarli e da “grande” gettarli in acqua bollente. E che divertimento stendere la pasta con la macchina a rulli.
    Gesti banali che però rimangono. (Anche se assaggiare la polenta durante la cottura col mestolo di legno e nascondermi, non era da meno 🙂 ). Rimane la senzazione tattile e rimangono certi aromi, che si riscopre da grandi di aver già sentito. Credo che da lì sia nata la mia voglia di fare dolci ed il piacere di sentire la pasta nascere dalle mie mani.
    Grazie mamma … e grazie mamme

    Reply
  4. Grazie Silvia di averci presentato Natalia e il suo tempo di cottura: lo inserirò nel mio blogroll assolutamente! Mi piace moltissimo cucinare e in effetti la cucina è sempre stato un posto magico per me e laPulce, ma l’idea di avere delle ricette da fare con lei e che verrà un momento magico in cui condividere questo spazio con lei mi riempie già di gioia e di attesa!
    ottimo lavoro!

    Reply
  5. Povera Natalia! Le ho dato il tormento per avere un suo contributo su genitoricrescono! Ci tenevo perchè mi piace proprio il suo stile, il suo modo di introdurre le ricette nella sua realtà familiare, raccontandoci non solo il come e il quanto, ma anche il quando, il perchè e il com’è andata…
    @Lety… io me ne guardo bene dal far vedere in famiglia le foto di tempodicottura: quello è il “come dovrebbe essere”, ed il mio risultato non sempre coincide!

    Reply
  6. Ho appena finito di leggere l’intervista che hai rilasciato a Silvia e ne sono rimasta felicemente colpita.
    Ti ringrazio ancora per stimolarci continuamente non solo sotto l’aspetto culinario/fotografico ma anche in quello più edificante e ampio di FAMILYFOOD, dove i bambini non solo sono amessi, ma addirittura divengono INDISPENSABILI!
    In più credo che l’apprendimento assorbito tramite il gioco sia quello più efficace e duraturo.

    P.S. ogni volta che mostro le foto delle tue ricette ai miei figli, loro mi dicono sempre la stessa cosa: “Mamma, ma esiste davvero una MAMMA così?????”….e io gli rispondo “Si….. ed esistono pure le mamme COPIONE aaahhhhhhh”…

    Ancora tanti auguroni di buone feste
    Lety da Firenze

    Reply
  7. Ricevo conferma da questa intervista che il buon rapporto con il cibo dei bambini non è solo istintivo, casuale o caratteriale ma va pazientemente costruito facendosi aiutare dalla comunicazione e dalla fantasia. Ho due figli che si relazionano in modo molto diverso con il mangiare: il primo un buon gustaio che cerca gli assaggi e la preparazione, la seconda diffidente verso ogni nuovo colore e poi sapore. Eppure, in famiglia, appassionati e curiosi di cibo, li coinvolgiamo entrambi alla preparazione e sebbene con gradi diversi siamo arrivati a un buon equilibrio. Complimenti a Natalia su tutti i fronti seguiti con tanta passione!

    Reply
  8. Ottimi consigli ! allora non resta altro che rimboccarsi le maniche e indossare….la parannanza (come si dice a Roma !).
    Ai miei due bimbi (Chiara – 8 – e Francesco -3) piace impastare la pizza cantando Funiculì Funiculà!!!
    Ciao
    Palmira

    Reply

Leave a Comment