Con The Queen Father avevamo già parlato in un’intervista a proposito dell’omosessualità spiegata ai bambini. Oggi gli abbiamo chiesto un guestpost per raccontarci l’esperienza della sua famiglia omogenitoriale: due papà e un figlio di tre anni. Come è cambiato il sesso nella loro coppia dopo la paternità?
Il sesso dei genitori.
Ovvero, lasciamo pure la pagina in bianco.
Conosco un mini esercito di donne sessualmente insoddisfatte che, dopo aver dato alla luce con parto vaginale un pargolo di 6 kili si sentono sfiancate e logore, sia fisicamente che psicologicamente e non ci pensano neanche di intrattenere il compagno, dal momento che ‘lí sotto’ sembra Basra dopo i bombardamenti.
Preferiscono un contatto diverso, fatto di carezze ed di un’intimità che si ridefinisce intorno all’empatia ed al rispetto, piuttosto che nell’amplesso.
Almeno per un periodo. Vaglielo a spiegare all’uomo mediterraneo notoriamente focoso che lo vuole parcheggiare a tutti i costi.
Infatti conosco anche tantissimi uomini che, con la paternità, sono ritornati a praticare la masturbazione sotto la doccia con regolarità ogni mattina, come si faceva da pischelli, per ‘assicurarsi di non affogare nel proprio seme’ [cit.] e per non uscire di testa ogni volta che passa Belen in televisione (…e quella sta dappertutto, le manca giusto la pubblicità del Kinder Sorpresa, ma ci arriverà, come è arrivata a Sanremo, senza mutande…) e finire col tentare di infilare il pisello nella fessura per i DVD.
Cosa volete che vi dica?
Sono davvero le donne che iniziano a negarsi dopo il parto? È davvero un problema ormonale e biologico o c’è qualche altro meccanismo all’opera che ci fa raffreddare tra le lenzuola?
Secondo la teoria ‘ormonale’ per la quale appunto è tutta colpa della moglie se non si scopa più come una volta, potreste pensare che in una coppia gay il sesso non è un problema, dal momento che si tratta di due uomini e si sa, l’uomo è cacciatore e l’omo pure, solo che si veste meglio per l’occasione. Quindi molti meno ormoni con cui fare i conti quando la voglia impazza. Basta che ti strappi i vestiti di dosso e ti cospargi di olio da massaggio vero?
Ci immaginate sempre a far roba.
L’animaccia vostra quanto siete illusi.
Volete sapere quanto si tromba in casa Queen Father da quando il tappo è arrivato?
Sicuramente moooooolto meno che in passato.
Sinceramente non mi vergogno neanche a dirlo.
Mio marito è un direttore aziendale, io sono un casalingo disperato che si arrabatta come può tra parchi, merende e playdates ed un figlio che sembra programmato per distruggermi.
A volte la sera sono cosí annientato psicologicamente che mi dà pure fastidio se il marito è di buonumore.
Della serie ” ‘Azzo ridi? Sta’ zitto e lasciami sguazzare nella mia pozza di frustrazione, che se esce il sole mi abbronzo pure…”.
Poi, non dimenticate, uomini e donne sono fisicamente diversi, dove la donna è nettamente superiore, dal momento che anche quando non ha voglia di far sesso, armata solo dalla voglia di far contento il suo lui, riesce a fare la sua parte discretamente, magari buttando un ‘Mmmhhh sí’ ed un ‘Continua…’ qui e lí, per effetto.
Ecco, noi uomini siamo svantaggiati. Se non ci va, lí sotto è tutto una grinza. Avoglia a concentrarsi ed a prenderselo a sberle.
Quando non ti va, non ti va ed un cavallo morto non si frusta. Si sotterra.
Poi ovvio, il papà casalingo è quello che, pur senza pagare il dazio agli ormoni che vanno sulle macchinette a scontro, soffre comunque dell’amputazione mentale che crescere un figlio a tempo pieno comporta e, se poi considerate che il nostro organo sessuale principale è il cervello, tirate le somme.
“Tutto ok? Stai bene?”
Certo che sí, ma dopo quindici ore di cartoni animati, se chiudo gli occhi vedo solo Peppa Pig e l’unica cosa che mi si indurisce sono le arterie.
Mio limite. Divorziamo?
In sostanza però, il mondo del genitore che va al lavoro (come ci andava prima della nascita della prole), non è sconvolto tanto quanto quello di chi si ritrova di punto in bianco murato vivo con una macchinetta che produce pipí, pupú e vomito a rotta di collo.
Mi capite?
Siamo fatti di tante cose a parte la sessualità e solitamente il genitore che rimane a casa diventa più esigente sotto tanti punti di vista, perché deve sopravvivere alla mancanza di stimoli attraverso uno scambio più vasto con il partner, che va oltre la sfera del sessuale.
Io per esempio (serate storte a parte, quelle capitano a tutti…) ho riscoperto il dialogo con mio marito, il piacere di starlo a sentire mentre mi racconta la sua giornata, il bisogno di avere quel contatto col mondo esterno che a volte trascende anche quello di una carezza.
Giusto per farvi un esempio.
Quindi mi dispiace distruggere un mito, ma anche per noi coppie gay con prole, quello che godeva di un certo livello di spontaneità adesso deve trovar posto tra le cose ‘da fare’:
-Sveglia alle 6.30
-Colazione col marito
-Tornare a letto fino alle 7.30
-Colazione col pupo ( secondo caffè, che poi dice che sono schizzato….)
-Portare il pupo all’asilo
-Visita dei gatti dal veterinario/spesa al supermercato/altra roba da sbrigare.
-Pulire casa
-Ritirare il pupo dall’asilo
-Play date con l’amichetto del cuore (noi io, cretine, il pupo…)
-Preparare la cena
-Mettere il pupo a nanna
-Sesso col marito ( se mi resta qualcosa nelle vene e non bevo troppo a cena e il pupo non fa storie per addormentarsi e lui non ha le madonne per il lavoro e io non voglio suicidarmi per vedere se si sta meglio dall’altra parte o se pure lí mi aspettano con le spranghe….).
Insomma, ce ne è di che ammosciare pure la Tour Eiffel.
La soluzione?
Non c’è. La nostra vita per ora è passibile di ogni capriccio o cambiamento di routine del bambino, che è l’unica routine che conta.
Ovvio che le cose cambieranno, ma la fase del sesso una volta al mese non è facilmente evitabile. Niente escamotages, abbiate solo la fortuna di aver sposato qualcuno che preferisce restarvi al fianco durante i periodi di magra piuttosto che spezzarvi il cuore con uno studente di 24 anni. In fondo non scegliamo la monogamia per la grande varietà che offre, ma per la sicurezza che ci dà e, come ogni sicurezza, ha un suo prezzo.
Sta tutto lí.
E non è poco.
TQF xx
P.S.
Adesso vado che ho dieci minuti liberi….
(grazie a The Queen Father per averci regalato la possibilità di illustrare questo post con una delle più belle foto del suo blog)
Più o meno… sono box di annunci generalmente commerciali, testuali o a immagini, in qualche modo in tema con i contenuti della tua pagina ( per esempio in una pagina dove pubblichi una ricetta è probabile che nel box ci siano pubblicità di prodotti alimentari). A mettere a disposizione questo strumento è google, che fa da intermediario con gli inserzionisti (e si becca il 40% circa).
Il bello è che non hai alcun contatto con gli inserzionisti quindi puoi continuare semplicemente a curare la qualità dei contenuti ma in più l’incentivo economico proporzionale al traffico generato. La grafica dei box la decidi tu quindi è integrabile senza grossi sacrifici.
Marcello, sapevo che non ci avresti delusi se te la buttavo sul guanto di sfida, e da quello che avevi raccontato di te in commenti precedenti immaginavo anche che avresti capito perfettamente la situazione del padre che sta a casa.
Sugli adword ti posso rispondere per me: naaaaaah, sono troppo avanti per adword (com’ è l’ emoticon di: mettete giù la spranga?). Se devo proprio mettere dei banner sul mio blog per tirar su due lire, preferisco scegliermeli io, ed in effetti ho cambiato piattaforma blog e ci sto lavorando un pochino per darmi tempo di decidere se è quello che voglio. Però per esempio basta guardare il mio vecchio blog mammamsterdam.blogspot.com dove manco correggevo gli errori e raramente rileggevo. Il motivo è che finchè il blog è il mio centro di igiene mentale, come dice anche Marco di TQF, me lo suono e me lo canto per il benessere della mia psiche, non per far contento lo sponsor (che capisco che con adword il problema manco si pone, di far contento chicchessia tranne chi legge). Scusate l’ OT
Cos’è un adword? Intendi un banner?
@the queen father (e altri blogger qui) : scusate il completo off topic, ma per quale motivo non pubblicate gli adwords sui vostri blog? E’ un po’ che me lo chiedo (emoticon che si gratta la testa)
@Marcello, grazie del commento e dell’empatia… È sempre bello leggere l’opinione di un altro papà… Per rispondere alla tua domanda: mi lusinghi! Non sono né scrittore né giornalista, sono un papà a tempo pieno che per sopravvivere si è re-inventato come blogger… ;0)
@mammasterdam: padre polemico a rapporto… è che qui c’è poco da non essere d’accordo e far polemica, l’articolo è godibile da capo a coda, l’autore ha un modo di scrivere che vi stende tutte (:P), e leggendo “bang bang” sul suo blog ho riso di gusto… questa sera vado avanti nella lettura.
@queen father: viviamo condizioni abbastanza affini, mi piacerebbe avere la stessa spontaneità nell’esprimermi, provo grande invidia per questa tua capacità (non c’è l’emoticon dell’invidioso, azz). Conosco benissimo la sensazione di chiusura che ti porta la condizione prolungata di “casalingo” , ormai sono 7 anni che lavoro in casa, sto iniziando solo adesso a riavere relazioni sociali lontane da moglie, figli e internet… mi pare di capire che il bimbo è ancora piccolo, le cose cambieranno molto tra qualche anno, quando inizierà il can can della scuola e degli impegni comandati e passerà abbastanza tempo lontano da te da consentirti un organizzazione nuova. Gli equilibri cambieranno e poi ancora e ancora, insomma tieni duro, parte della tua personalità precedente riuscirai a recuperarla e probabilmente sarà la parte migliore.
Sei uno giornalista o scrittore?
Solo una parola BELLISSIMO.
Ma che ti devo dire? Non saprei… Magari se fossi tornato al lavoro adesso vivrei una situazione più equilibrata che non mi vede annientato nel ruolo di papà… Boh… Magari mi troverei allo stesso livello del maritone. Di sicuro però la condizione di chi rimane a casa a fare il genitore NON è una condizione di equilibrio, almeno non nei nostri tempi. Siamo più che mai creature che si nutrono di stimoli e di interazione sociale.
Io mi ritrovo ad essere molto più impacciato nei rapporti intpersonali di quanto fossi una volta.
Ho la diarrea verbale di chi ha poche occasioni di chiacchierare e fondamentalmente mi mancano argomentazioni che non gravitino attorno a spannolinamento e notti insonni. Insomma, sono cambiato. La mancanza di equilibrio ti condiziona ben oltre la sessualità.
…mi è piaciuto molto; davvero un’analisi vera..grazie 🙂
Bellissimo post cumpa’! Ma secondo te, se tu fossi tornato a lavorare subito dopo la nascita del pupo, sarebbe cambiato qualcosa a livello di desiderio reciproco? Cioè, è solo il fatto di stare a casa tutto il santo giorno a occuparti del nano che fa sbiellare gli equilibri di coppia?
Letto questo e letto il post su mammaamsterdam… Ecco, si, gli ormoni saranno anche ormoni, ma è tutto il contorno che pesa di più! E continuo a essere più convinta che mai: se l’altro/a è un appoggio, qualcuno su cui contare, che ti capisce, che non aspetta ordini (eh si, una volta mi è scappato, all’ennesimo “ma se non me lo dici io che ne so?” un acido “ma cavolo, io pensavo di aver sposato un uomo, non addestrato un pastore tedesco, possibile che non ti ricordi nemmeno di respirare se non te lo ordino? E’ ora di cena, non ci sono io, non c’è niente in tavola, quindi, forse, è il caso di cucinare no???” 😀 ), qualcuno che si, insomma, se anche non ci sei tu è uguale, e se arriva sai che puoi tirare un sospiro di sollievo, ecco, cose così riescono a mettere da parte anche gli ormoni.
Certo che poi dipende anche dal pupo, se è da manuale o da esaurimento. Dal lavoro, se è flessibile o se è da apnea. Dai conti, se vanno bene o male. Ma alla fine, se chi ti sta a fianco è una spalla sicura su cui contare e appoggiarsi, credo che tutto passi in secondo piano. Magari non subito, ma presto.
Ma sai che c’è, secondo me tanti uomini vedono che il post parla di gay e girano al largo… Forse mi illudo quando penso che anche gli uomini etero possano ritrovarsi nelle meccaniche di coppia dei gay… O forse, pur riconoscendosi nelle mie parole, gli uomini etero resteranno sempre quello che sono: meno aperti allo scambio emotivo delle donne.
Dai, vi ho insultato abbastanza… Adesso dovete commentare! (tecnica subdola… Che devo fa?)
Oh, ma sono solo io che mi sto chiedendo che fine hanno fatto tutti i padri polemici che hanno ravvivato il commentario nelle scorse settimane? E coraggio, ragazzi, mica volete farci tornare per sempre nel limbo delle madri da blog tutte supportive, coccolose e mai una voce fuori dal coro? Mica mi volete lasciare Lorenzo da solo a sbiomballarsi la situazione.
Sottoscrivo tutta supermambanana parola per parola.
ma che bel post marco! Io credo comunque che non e’ tanto il problema di sesso si o sesso no (o sesso meno) che impatta, quanto la sensazione, come spesso accade, di vivere due vite parallele che si incontrano/scontrano soltanto pochi minuti/ore al giorno. Per cui mentre prima stavi bello arzillo e potevi anche passare un’ora a raccontare le cose che avevi fatto nella giornata, un’ora a guardarsi un film, un’ora a cenare con un buon vino, e poi a letto e da cosa nasce cosa, e anche se si sta svegli fino alle ore antelucane che importa, ora di tutto questo tempo serale, che in teoria sarebbe lo stesso di prima se si fanno gli stessi lavori/incombenze, really, un buon 80% vorresti dedicarlo a dormire, quindi ti scegli l’attivita’ che piu’ ti va (cena, TV, oppure racconti sommariamente della giornata) e poi a nanna.