Come ogni anno, a maggio, celebriamo in chiave moderna la Festa della Mamma: le pubblicità ti inseguono proponendoti cioccolatini, fiori, ma anche padelle, aspirapolveri, ferri da stiro … L’immaginario culturale della figura materna viene conteso tra due fazioni che si distaccano sempre più, polarizzandosi e sclerotizzandosi nelle reciproche roccaforti.
Equilibriste
Ma maggio è anche l’anno della pubblicazione del rapporto Equilibriste da parte di Save the Children che, con modalità narrativa molto efficace, riepiloga e racconta i dati di un paese – il nostro – imprigionato nel proprio passato e incapace di fare crescere la propria cultura al passo delle donne e delle mamme che qui vivono e cercano, al meglio, di immaginare e progettare un futuro in linea con i propri sogni e vocazioni.
Questi allora i regali che chiedo davvero e sinceramente a questo paese per la Festa della Mamma:
Ascoltami
L’attenzione del paese è concentrata sui rischi strutturali e i rimpianti nostalgico-culturali legati al calo della natalità in Italia, ma come regalo io vorrei si ascoltasse invece il verso sentimento di frustrazione, scoraggiamento e dolore delle donne che sono costrette a decidere di post-porre la maternità in attesa di condizioni economiche più favorevoli.
La maternità, la famiglia diviene allora un sogno, non un progetto (rapporto Save the Children, Le Equilibriste, 2019)
Vorrei che si ascoltasse il fatto che spesso non è una decisione, il numero ridotto dei figli, il fermarsi ad uno, ma un ripiego o una costrizione dopo aver visto che cosa succede quando si diventa genitori, in Italia.
Le madri si autolimitano ma non perché hanno realizzato il loro progetto di vita (Le Equilibriste, 2019)
Considerami una persona, sempre
Quando si diventa genitori, avviene un evidente divario tra quello che ti veniva richiesto – prima – per quanto oneroso, come donna e quello che ora devi cercare di fare. Non puoi permetterti più di seguire la tua agenda personale, ma rincorri i deficit della società in cui vivi.
Le madri, in quanto donne, subiscono una discriminazione in termini di diritti e pari opportunità e, allo svantaggio di genere, spesso si sommano ulteriori condizioni sfavorevoli, quali l’appartenenza socio economica, la provenienza geografica, la nazionalità o il livello di istruzione, da osservare dunque in un’ottica di intersezionalità” (interconnessioni che ci sono tra i divari sociali e i fenomeni sociali complessi a cui si riferiscono) (Le Equilibriste, 2019)
Da’ valore a ciò che so
Le donne sono dunque in media più istruite (più laureate, più dottori di ricerca, più dedicate ad attività culturali, per non parlare delle competenze matematiche e scientifiche) ma si trovano a gestire, da vere equilibriste in asimmetria, la cura di figli e familiari, una vera e propria attività lavorativa addizionale e gratuita.
Appaiono particolarmente rilevanti le motivazioni riconducibili alla difficoltà di conciliare il lavoro e le esigenze di cura della prole (Le Equilibriste, 2019)
Consentimi di organizzare il tempo
Non solo svalutate e caricate del peso della gestione familiare, ma spesso boicottate da rapporti professionali limitati, dall’assenza di strutture del welfare nella prima infanzia ma anche successivamente, da una scuola concepita per gli anni ’50 – con una fitta rete di relazioni familiari che vada a supporto della famiglia nella pausa estiva più lunga d’Europa (si, le vacanze in Italia sono più lunghe anche di quelle di Grecia e Spagna – con buona pace dei commentatori che parleranno del caldo e delle nostre aule scolastiche)
“dai dati appare evidente che una delle maggiori cause che contribuisce alla mancata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è la difficoltà di conciliazione tra vita professionale e familiare, che porta molte donne ad una condizione di inattività strutturale” (il tasso di inattività sale all’aumentare dal numero dei figli) (Le Equilibriste, 2019)
A soccorso delle mamme e delle famiglie troviamo le iniziative delle PMI, delle aziende illuminate, che progettano e sperimentano smartworking, asili nido aziendali, servizi di sostegno che possono andare dal medico in azienda alla spesa recapitata in ufficio al servizio di stireria. Ma quante sono, davvero? E quanto è culturalmente condiviso che organizzarsi il tempo non significa, giocoforza, barare sul lavoro e non adempiere ai propri obiettivi professionali?
Progettiamo un futuro assieme
Un regalo viene incontro a un desiderio, a un sogno, no?
Per questa Festa della Mamma 2019, non fatemi solo individuare una o più aree di miglioramento o pensare di combattere per questo o quel diritto o cercare di individuare le nicchie fortunate. Non fatemi parlare con rabbia, rimpianto o frustrazione.
Per la Festa della Mamma, assieme ai fiori, regaliamoci la capacità di pensare a un futuro, assieme. Diamoci una vision, europea, globale. Sogniamo il paese che vogliamo davvero – illuminato dal sole circondato dal mare: come vogliamo vivere, produrre, viaggiare, muoverci e far crescere i nostri figli?
Parlatemi di colture biologiche, di cultura, di trasporti efficienti, sicuri e sostenibili. Parlatemi di scuole aperte a tutte le ore. Ditemi che parleremo tutti italiano, si, ma perché lo insegneremo e parleremo a tutti, ad ogni ora. Parlatemi di sicurezza coniugata a un’evoluzione culturale dedicata a cambiare il linguaggio violento razzista e accusatorio che riempie i nostri media, le nostre strade. Sostenete le associazioni. Sostenete le aziende, i privati, che creano ambienti di lavoro favorevoli e adattabili anche ai genitori. Credete nel fatto che un genitore vuole garantire un futuro migliore.
Investire sul futuro significa garantire che i genitori – e in particolare le madri siano sostenuti da adeguate politiche che favoriscono la genitorialità e la conciliazione tra vita professionale e privata, a partire da forme di lavoro flessibile, congedi parentali e di paternità e una adeguata copertura di servizi educativi per l’infanzia
Le misure una tantum hanno un impatto limitato e dovrebbero essere complementari ad investimenti a sostegno di piani di lungo periodo che prevedono il miglioramento, l’ampliamento o la creazione di nuovi servizi (Le Equilibriste, 2019)
Sogniamo e diamo un piano di vita ai nostri progetti: per noi, per i nostri figli, per i figli dei nostri figli.
Questo è il regalo che voglio.
Grazie