Il mio bambino amplificato

“Allora come va con Pollicino?” mi chiede una mia cara amica. Dopo due mesi mi sento tranquillamente di dire che non c’è paragone: Pollicino è una passeggiata in confronto al Vikingo. Dorme, mangia e piange quel poco che basta per ricordarmi di dargli da mangiare. E anche quando piange lo fa con discrezione.
“Beh, dai, si sa che il secondo è più facile. Te sei più rilassata e lui lo sente”.
Ecco ci siamo di nuovo. Se il bambino è tranquillo è merito della mamma. Se il bambino è vivace è colpa della mamma. Se è il primogenito ad essere vivace è perchè è viziato, se è il secondogenito è perchè si sa che con il secondo si è meno severi. Luoghi comuni.
Io sono più rilassata perchè Pollicino è più tranquillo del Vikingo, e non il contrario. Il suo temperamento è completamente diverso, è nato diverso, e non potrebbe essere altrimenti.

Bambini amplificati ovvero bambini estremamente vivaci

Il Vikingo appartiene alla tipologia di bambini che in inglese si chiama “spirited” e che spesso viene tradotto, a mio parere in modo improprio, come bambini vivaci. Mary Sheedy Kurcinka, la donna che ha coniato questo termine per sostituirlo a quelli normalmente utilizzati con accezione negativa (bambini difficili, terribili, iperattivi) descrive questo tipo di bambini in questo modo (tradotto liberamente da me):

Sono normalmente bambini che sono PIU’ intensi, persistenti, sensibili, percettivi, e si sentono PIU’ a disagio con cambiamenti rispetto agli altri bambini. Tutti i bambini possiedono queste caratteristiche, ma i bambini spirited le possiedono ad un livello così profondo e diffuso che non è disponibile agli altri bambini. I bambini spirited sono la SuperPalla in una stanza piena di palle matte. Gli altri bambini saltano 3 metri dal terreno. Ad ogni salto uno spirited colpisce il soffito.

Da qui il termine che abbiamo adottato noi, di bambini amplificati (e voglio dare pubblicamente credito a Silvia per aver inventato un nome così perfetto). E’ difficile essere genitori di un bambino amplificato. L’altalena emotiva che li caratterizza è disarmante e spesso getta nello sconforto. Il bambino amplificato può trasformarsi nell’angioletto più affettuoso del mondo e nel vostro peggior nemico nell’arco di minuti. Il suo livello di energia è tale da sentirsi perennemente investiti da un esercito di ruspe. Anche come neonati, questi bambini hanno un’energia al di fuori del comune, e riescono a fare cose totalmente impensabili per un corpicino di poche settimane di vita, trasformando il cambio del pannolino in una lotta corpo a corpo.

Il mio sogno di maternità non includeva il fatto che con il mio bebe’ non mi sarebbe stato possibile fermarmi a prendere un caffe’ in pace, in quanto munito di sensori abili a percepire immobilità del passeggino sospetta. Impossibile fare gesti apparentemente innocui quali tenerlo in braccio in un centro commerciale, che a causa dell’abbondanza di input per i suoi sviluppatissimi 5 sensi lo avrebbe gettato in un stato di agitazione tale da riuscire a piangere per 1 ora di seguito prima di svenire addormentato alla tenera eta’ di 2 mesi. Non sospettavo che il cambio del pannolino si sarebbe dovuto effettuare nel tempo record di 3 secondi e mezzo per evitare il lancio dal fasciatoio dall’eta’ di 3 mesi. Non pensavo che metterlo a sedere sul baby sitter della Baby Bjorn avrebbe comportato il rischio di vederlo lanciarsi in orbita, perche’ lui a 3 mesi aveva imparato a dondolarsi da solo oscillando il bacino, mentre emetteva urla di felicita’. Immaginavo cosi’ poco di tutto cio’ che ho persino frequentato un corso di baby massaggi pensando di riuscire a godere del contatto fisico con il mio amato tesoro in un quotidiano momento di calma, dimenticando di avere per figlio un’anguilla. E non pensavo che la palestrina o baby gym potesse avere un significato così “fisico” per un neonato di 4 mesi.
Crescendo le cose sono migliorate gradualmente, nel senso che sono diventata sempre più consapevole.

Ma è solo mio figlio ad essere così vivace?

Un giorno sono andata a prendere il Vikingo all’asilo e ho trovato la maestra più sconvolta del solito. Il Vikingo, all’epoca aveva un anno e mezzo, era in piena corsa pazza tra tavoli e sedie, mostrando a tutti che la sua brum brum correva più di tutte le altre. La maestra mi guarda, le chiedo come era andata, e lei mi dice: “Certo che il Vikingo conta come due bambini!”. Preoccupata le ho chiesto delucidazioni. Lei mi ha spiegato che mentre tutti i bambini corrono e giocano con curiosità più o meno attivamente, il Vikingo mantiene un livello di attività costante superiore agli altri. In pratica gli altri bimbi facevano i turni a giocare con lui, e poi si andavano a riposare un pochino, leggendo un libro o giocando con la sabbia. Lui no, lui continuava la sua corsa frenetica passando da un gioco all’altro senza soluzione di continuità. Infatti quando il bambino amplificato è stanco, entra in uno stato che io chiamo di loop motorio, ovvero inizia a ripetere una serie di esercizi ginnici a rotazione, aumentando gradualmente la velocità di esecuzione. Il loop motorio finisce in due modi possibili, che non includono abbandono causa sfinimento fisico:
– dopo un po’ le capacità di coordinazione, che per quanto ben sviluppate sono necessariamente limitate in un bimbo di 2 anni, vengono meno. Il bambino inciampa/cade/va a sbattere e con un po’ di fortuna finisce tutto in un pianto ma non al pronto soccorso
– il genitore interviene interrompendo fisicamente il loop motorio (non serve a niente distrarlo, il bambino amplificato è estremamente testardo…oops tenace e non si lascia distogliere facilmente). Il tutto finisce in un pianto perchè gli avete interrotto il “gioco”
Intorno ai 3 anni, si inizia a migliorare, in parte perchè a quel punto è possibile cercare di parlare e spiegare il perchè di certi suoi comportamenti, in parte perchè il loop motorio viene (a volte) sostituito con loop verbali.

E’ tutta una questione di temperamento

Se avete fatto il test e vostro figlio risulta essere un bambino amplificato, fermatevi un istante. Niente panico. Un respiro profondo. Ripetete il test con più attenzione. Di nuovo amplificato? Dai su, la vita con un bambino amplificato non è impossibile, è solo più complicata. Un bambino amplificato ha tutti i tratti del temperamento elevati all’ennesima potenza. E’ contemporaneamente molto energetico, tenace, altamente sensibile, odia le novità e i cambi di programma, ed è un entusiasta nelle sue manifestazioni di gioia e di rabbia. Basta fare un pò di esercizio e la vostra vita sembrerà molto meglio. Ah, e non dimenticate la Bibbia del genitore del bambino amplificato Raising your spirited child di Mary Sheedy Kurcinka. Se non conoscete l’inglese è arrivato il momento di impararlo (o fatevelo tradurre). Può salvarvi la vita e risparmiarvi molti soldi per le inevitabili cure psichiatriche di cui avrete bisogno.
Non sto scherzando.

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Raising your spirited child di Mary Sheedy Kurcinka

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60 thoughts on “Il mio bambino amplificato”

  1. buon giorno a tutti scusate io sono straniera ma ho un bimbo come se dice amplificato e mi trovo “persa”lui ora ha 4 anni e io sono stanka ho provato di tutto.prima a 11 mesi ga correva a 2 anni portava una confezione di aqcua da solo a 4 anni si rampica sul armadio e si tuffa sul letto.sono disperata anke parche mio marito non vuole capire che bambini ha qualche problema.quando mangia la pasta arriva fino a tetto a scuola e terribile.quando entra in class altri bambini si spostano nessuno non vuole stare vicino a lui.poi e un fiume di parole sempre parla e deve parlare solo lui mi dice”mamma ascolta” io devo ascoltare lui.comanda lui devo fare quello che dice lui se no “io mi arrabbio e rombo vetro”ho una casa distrutta lui non a giocattoli perchè sono rotti tutti piu di 2 giorni non durano.e poi fa tutto incontrario.ho anche una figlia a 7 anni e una bambina dolcissima sempre e stata molto brava a casa e scuola ora va a seconda e a tutto 10 pero e sua vittima.morsi calci pungi di tutto di piu.e la bambina e diventata nervosa non vuole giocare perche lui li togli tutto.siamo disperati.non loso cosa devo fare.ho fato controllo per iperattivtitta mi hanno detto che e piccolo per essere certi.voglio provare da andare da un psicologo qualcuno e stato già con suo figlio.grazie a tutti.

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  2. Grazie Gloria, stiamo seguendo da te le vicende dell’inizio scuola.
    Dato che sarà il tema di settembre ti aspettiamo, anche nel blogstorming se ne hai voglia.
    Credo che l’impatto tra gli amplificati e la scuola sia uno dei momenti più difficili: cerchiamo di aiutarci insieme a venirne fuori.

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  3. Cara Daniela, il mio pulcinotto ha la stessa età del tuo e sul mio blog sto raccontando il mio triste travaglio con la scuola. Tanto per riassumere tra qualche giorno comincerà la seconda elementare in una scuola nuova, sperando che ci siano insegnante più “aperte” ai bambini “difficili”. La settimana prossima incontrerò le insegnanti e vi saprò dire…
    Mi ricordo che quando ero piccola prendevo un lenzuolo e lo mettevo sopra la scrivania in modo da chiudere l’apertura e creare casa tutta mia, un mio rifugio, e lì leggevo, giocavo e fantasticavo, quando volevo uno spazio mio visto che dividevo la camera con mia sorella. Può essere un’idea! Ma può anche bastare uno scatolone molto grande, o una piccola tenda monoposto se hai lo spazio in casa per aprirla quando serve. Un abbraccio

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  4. Daniela, io vado incontro a questo inizio di prima elementare con tutte le dita incrociate. Quello che ci racconti non mi suona per niente nuovo.
    Il consiglio generale è quello di restare sempre “connessa” con lui, di imparare a prevenire ed evitare le situazioni critiche, di proteggerlo un po’ finchè non saprà farlo da solo. Perchè poi l’amplificato trova il modo di fare i conti con se stesso.
    Dargli le parole giuste per esprimere il suo temporale interiore è una gran cosa: non si può sempre uscire a fare una corsa per far pace con se stessi e con il mondo.
    La lettura del libro della Kurcinka citato in questo post da Serena e di “Intelligenza emotiva per un figlio” di John Gottman
    ( https://genitoricrescono.com/intelligenza-emotiva/ ) ti può dare spunti e strumenti.
    Il mio Sorcetto, con molta fatica, nostra e sua, ha imparato a non “ammucchiare” più nessuno, almeno quasi sempre e questo lo ha aiutato nelle relazioni sociali e direi che se ne è accorto anche lui.
    Capisco che è tutto più difficile nei primi anni e tu hai anche altri due figli che non possono essere trascurati.
    Credo che i due punti da cui vuoi partire sono un buon inizio: gli darai degli strumenti per gestirsi da solo, parole per spiegarsi ed un posto dove tirare il fiato.
    Spero vorrai intervenire nei nostri post del prossimo mese in cui parleremo di scuola.

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  5. Cara Daniela, prima di tutto siamo molto contente di sapere che riusciamo ad ispirare coraggio ad altri genitori. Ci siamo passate, e continuiamo a farlo, e sappiamo bene quando sia difficile e spesso disarmante. Mi sembra che tu ti stia muovendo bene, nel chiederti quali sono i motivi dietro al suo comportamento. A 7 anni, mi sembra abbastanza grande per poterne parlare con lui e trovare insieme soluzioni. Come punto di partenza ti consiglio vivamente la lettura del libro indicato nel post, e magari anche qualcosa sull’intelligenza emotiva https://genitoricrescono.com/intelligenza-emotiva/. Mi raccomando facci sapere come procede. In bocca al lupo!

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  6. ciao! sono la mamma di un meraviglioso bimbo amplificato di 7 anni. Sono felice di aver trovato qualcuno con cui confrontarmi. Baciccia ha vissuto il primo anno alla scuola elementare in modo orrendo: non ha accettato di dover lasciare l’asilo, anche perché legatissimo alla sua maestra della scuola materna, l’unica che finora ha vermante capito come relazionarsi con lui. Tra l’altro la maestra ha anche lasciato la città e quindi non è stato possibile mantenere i contatti se non telefonicamente. Quando dopo mesi, Baciccia ha verbalizzato le sue emozioni, mi ha detto: “Non dire il suo nome. Mamma, tu non hai idea di che dolore ho io nel cuore”.
    Baciccia ha finito l’anno scolastico con voti molto alti nelle singole materie ma con un giudizio complessivo negativo: di fatto ha rifiutato il cambiamento. Durante l’anno rifiutava di svolgere i compiti, rifiutava di svolgere i dettati o li svolgeva al contrario (Sì, così: nel dettato per verificare che sapesse scrivere CHE, CHI, CA, CO e CU correttamente, lui ha fatto apposta a mettere tutte le H dove non andavano, evitando di metterle dove ci volevano…). Spesso a casa doveva fare tutto quello che gli altri avevano fatto durante la mattina, perché lui a scuola si rifiutava anche solo di prendere in mano la matita. Insomma, un disastro. Finita la scuola la situazione non è migliorata, anzi. Quando si trova insieme agli altri non sempre riesce a controllarsi e se per caso si azzuffa con qualcuno (non importa che abbia 9 o 11 anni), lo manda a casa ammaccato. Non è aggressivo, ma vivendo questa situazione emotiva non serena, se provocato, risponde e ha la forza di un adulto (in questo sicuramente è amplificato: quando aveva 3 anni è capitato che due uomini di 40 non riuscissero a mettergli il giubbotto).
    Ho l’impressione che lui abbia letto il mio sconcerto, la mia incapacità di capire il suo comportamento o di gestirlo e questo l’abbia reso ancora più insicuro e vulnerabile.
    Ora mi sto convincendo, anche grazie a quello che ho letto su questo blog, che il tratto distintivo di Baciccia sono l’emotività e la sensibilità amplificata. Per lui, il solo fatto di stare a scuola in mezzo a tanti bambini per 8 ore è pesante, soprattutto se le relazioni non sono serene. Forse anche il fatto di avere tante maestre è negativo per lui. A questo aggiungete il fatto che Baciccia è il terzo figlio e quindi anche a casa l’ambiente non è sempre tranquillo e avete il quadro completo.
    Ora ho preso un appuntamento con la dottoressa e voglio provare ad andare da una psicologa. Nel frattempo, quello che ho pensato di fare è:
    – dare ascolato alle sue emozioni, aiutandolo a riconoscerle e a dare loro un nome (questa tecnica si sta effettivamente rivelando efficiace) per poi trovare comportamenti adeguati per esprimerle;
    – creare nella casa un posto che possa essere solo suo, un rifugio personale per tagliare momentaneamente i ponti col mondo (lui ha sempre amato i rifugi, perché non ci ho pensato prima?)
    Avete qualche altro consiglio?
    Grazie in anticipo
    Daniela

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  7. Il Sorcetto a 4 mesi era già in una (delle tante) “età critica”: non si sapeva cosa fargli fare per disperdere energie. I pupazzetti della palestrina ormai roteavano come pale di un elicottero… Mia madre si presentò con un girello! Ero un po’ perplessa: problemi alle anche, diifetti di postura, ossatura inadatta… Chiedo ovviamente alla pediatra (santa donna! mi stancherò mai di dirlo?), che, sempre con la sua aria comprensiva, mi chiede: “ma lui si diverte?” “beh, sì” “e allora? magari non superate la mezz’ora consecutiva”.
    Ecco, il girello tra i 4 ed i 7 mesi ci ha dato un po’ di respiro…
    Poi ho saputo che l’idea di comprare un girello a mia madre era venuta perchè, circa 33 anni prima, ne aveva comprato un altro… quando io avevo 4 mesi!! Quindi qui viene fuori che è anche colpa del mio patrimonio genetico e non mi posso più lamentare!!!

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  8. Sì, confermo. Mia figlia non stava ferma neppure davanti ai teletubbies. Li guardava saltando su e giù per il divano o girando per il salotto. E io mi stancavo solo a guardarla, giuro!Senza contare i danni materiali (lo scoperta mentre ordeva gli scaffali della libreria nuova, mi ha rotto lo sportello della lavatrice..e così via) Così le ho provate un po’ tutte e ho scoperto il colore. Ho iniziato prestissimo a farla disegnare (e poco importa se ho i muri di casa “ridipinti”!) con tutti i tipi di colore adatti all’età. Mi munivo di carta da pacchi bianca, la fissavo al pavimento con il nastro adesivo e lasciavo che colorasse e si colorasse.
    E poi c’è sempre la lettura. Tutti i bambini l’adorano, ma l’ascolto va educato fin dalla più tenera età, soprattutto nei casi di bambini amplificati (ma anche io ho sempre usato per mia figlia il termine esuberante!)
    C’è da dire che il suo temperamento si è scontrato col mio temperamento, piuttosto tranquillo e riflessivo e che l’incontro tra madre e figlia è pur sempre l’incontro tra due persone, che possono essere anche molto diverse. Nel mio caso ho cercato di appassionarla alle cose che mi appassionano:la lettura o il disegno o la contemplazione di un paesaggio..tanto che spesso è lei adesso che mi fa notare la bellezza di un tramonto.
    Scusa la lunghezza del post, ma è il primo blog in cui mi sento davvero di condividere, perchè quando mi sentivo stanchissima a seguire la mia bambina mi sentivo anche un po’ sopraffatta dalla sua fortissima personalità . In un certo senso, per confrontarmi con lei, ho dovuto diventare più forte, più decisa.
    Può sembrare assurdo se si parla di un infante, ma come hai già scritto questi bimbi sono, per certi versi, già adulti.
    Ad esempio mia figlia da neonata piangeva tantissimo. E a me, a volte, pareva di rabbia. Ha smesso quando ha cominciato molto precocemente a camminare, come se soffrisse di questa sua incapacità. Buffo, no?
    Complimenti ancora.
    elisa

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  9. Ancora una cosa, a proposito della difficoltà di rilassamento e dell’essere sempre in tensione.
    Ieri ho portato il Sorcetto dalla pediatra per un’otite ed ho approfittato per segnalarle che nel corso degli ultimi mesi lamenta sempre mal di testa, soprattutto all’uscita di scuola.
    La dottoressa mi ha spiegato che nei bambini il mal di testa è quasi sempre muscolo-tensivo: quindi hanno mal di testa i bambini che trovano difficoltà a rilassarsi e poi mi ha fatto notare che, con il carattere di mio figlio, certo non potevamo aspettarci niente di meno.
    Quindi aspettatevi episodi di mal di testa, soprattutto in età scolare, nei momenti di maggior tensione. Unica cura suggerita dalla pediatra: aiutarlo a rilassarsi. In caso di mal di testa, bisogna subito cercare di orientarlo sul suo “gioco calmo” preferito (mi auguro che almeno 1 i vostri ne abbiano!!). Per esempio per noi è il Lego, ma può essere la lettura di un libro o un puzzle.

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  10. Perfetto: Elisa ci offre ancora altre caratteristiche del bambino amplificato, ben note ai genitori che hanno l’avventura di averne messo al mondo uno.
    Mi hai fatto ricordare le lotte per assicurare il Sorcetto con le cinture di sicurezza del passeggino: lui diventava… l’ipotenusa del passeggino! Teso, rigido, appoggiato solo ai bordi del seggiolino… impossibile solo pensare di agire con la forza, perchè, francamente, era quasi impossibile.
    Sono molto d’accordo sul fatto che un amplificato è molto aiutato da routine ordinate e orari rispettati: ricordiamoci che non ama le soprprese.
    Elisa, hai sottolineato una cosa importante: un bambino amplificato nn è “fuori dagli schemi”, non è certo un bambino problematico o che deve preoccupare i genitori, non è un bambino “difficile”. Ha solo delle caratteristiche temperamentali che rendono impegnativa la convivenza con lui: ma poi è ovvio che sa adeguarsi, soprattutto se capito.
    Grazie infinite per questo bbel commento.

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  11. CIAO! FA PIACERE SAPERE CHE LA MIA BIMBA ERA/E'(MA MOLTO MENO ADESSO CHE HA 4 ANNI)UNA BAMBINA AMPLIFICATA.
    NON RIUSCIVO NEPPURE AD ALLATTARLA SE NON ERO IN UN AMBIENTE TRANQUILLO, ALTRO CHE: “I NEONATI, SE LI ALLATTI AL SENO, TE LI PORTI DOVE VUOI…”
    LEI ERA/E’ MASSIMAMENTE IMPERATIVA, NEL SENSO CHE PROPRIO TENDE A DARE ORDINI. QUESTO , CON CRISI ASSURDE DI PIANTO, FIN DA QUANDO ERA PICCOLISSIMA. DA NEONATA ERA SEMPRE TESISSIMA, MAI RILASSATA(BUON DIO!)TRANNE QUANDO DORMIVA ( E PER FORTUNA è SEMPRE STATA MOLTO REGOLARE NELLE ORE DI SONNO)
    HA INIZIATO A SGAMBETTARE A NOVE MESI, CORREVA A 11 E L’ATTIVITà FISICA MI PARE FONDAMENTALE PER UNA CANALIZZAZIONE DELLE SUE ENERGIE.
    ADESSO HA QUATTRO ANNI. RIMANE UNA BAMBINA MOLTO VIVACE, NON FUORI DAGLI SCHEMI PERO’.
    SERVE MOLTA DOLCEZZA , MA ANCHE MOLTA FERMEZZA E MOLTA DISCIPLINA NEGLI ORARI.E LA SCUOLA MATERNA MI HA DATO IN QUESTO UNA GRAN MANO.
    SE A TUTTO CIO’ SI AGGIUNGE IL FATTO CHE FINO AI TRE ANNI SCAPPAVA VIA NON APPENA MI VOLTAVO E CHE ERA IMPOSSIBILE LEGARLA AL PASSEGGINO (PENA VERE E PROPRIE CRISI ISTERICHE)ADESSO, CHE UN PO’ MI ASCOLTA, E’ DAVVERO UNA PACCHIA, RAGAZZE! ALLA FINE MI DA DELLE SODDISFAZIONI ENORMI, SOPRATTUTTO IN FATTO DI AUTONOMIA E CAPACITA DI AFFRONTARE L’ESTERNO.
    TANTA , TANTA FATICA PRIMA!

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  12. Gloria, i cambiamenti sono uno scoglio veramente difficile anche per noi. Certo mi illudevo che a 7 anni sarebbe stato meglio, ma se mi dici così, allora si che mi deprimo 😉
    Hai tutta la mia solidarietà, lo so che non è molto, ma la rete serve anche a questo, no?

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  13. Il loop motorio lo conosco molto bene, ma se 2 anni lo bloccavo con un ciuccio, a 7 occorre una bastonata in testa :-D.
    Vabbè ho esagerato, con l’Erede funziona una lunga storia letta sul divano.

    Per quanto riguarda i cambiamenti ahimè è molto vero e dopo aver fatto un trasloco di casa e di scuola è stato un disastro. Sto cercando di fare un passo indietro almeno con la scuola.

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