Il menu di GC per #liberericette

freearecipeNel post di questa mattina vi ho spiegato cosa è Liberiamo una ricetta e perché abbiamo partecipato.

Alla coinvolgente iniziativa hanno partecipato anche i nostri collaboratori, nei loro blog od ospiti di altri blogger. Non potete perdere le loro ricette:

Elisa Artuso – Mestieredimamma è stata il consueto fulgido esempio di coerenza con la sua Pasta al farro al ragù vegetale, perché pensare alternativo è il segreto dell’innovazione.
E’ un’eco-ricetta perché fatta con ingredienti a basso impatto ambientale, sani per la terra e sani per il nostro corpo. Il ragù vegetale a base di soia. E’ molto semplice e abbastanza veloce da preparare e assomiglia un sacco al ragù di carne. Beh, ci assomiglia abbastanza. Molto nell’estetica, abbastanza nel gusto.

Chiaradinome ha regalato al web una sua prima volta: il primo pane fatto in casa, ovvero il Pane for dummies. A lei piace avere costantemente quell’aria da eterna dilettante capitata un po’ per caso, ma… a noi non ci incanta! Lo sappiamo che è seria e professionale!
IO ho fatto il pane. Non che il pane comprato al forno non sia buono, anzi. Ma a un certo punto scatta la voglia di far da sé, di assaporare un nuovo “sapore di casa”, di insegnare ai bambini che il pane non nasce nei sacchetti, così come il latte non cresce nei tetrapak né le uova nei contenitori di plastica. Ho fatto 3 impasti da 500 g di farina l’uno, sbagliando almeno una cosa in ognuno

Lorenzo Gasparrini ha proposto il dolce dei legami affettivi e delle strade del centro poco affollate nella domenica mattina, sottotitolando la sua ricetta “Un certo tipo di amore”: i Maritozzi co’ la panna una cosa da romani de Roma.
Il maritozzo con la panna è l’unico dolce tipico di Roma, e nella semplicità della sua preparazione, nella proverbiale “pesantezza”, unite all’esplicito richiamo sessuale della sua forma, è un’ottima metafora delle contraddizioni povere e volgari, a volte insopportabili, di questa città.
Che io amo, da impazzì.

Anna Lo Piano – Piattinicinesi ha trovato troppo stretti i confini di una ricetta e ha liberato un racconto breve che ci parla del suo passato, della sua anima e del suo talento. Il Tabouleh di Hyam potrebbe essere l’inizio di un romanzo.
Mentre parlava sembrava improvvisamente calmarsi. Mi raccontò di quello che faceva sua madre, nel campo profughi palestinese nel sud del Libano dove aveva passato tutta l’infanzia e parte della giovinezza. Mi raccontò delle donne, della fatica di trovare il cibo, di quanto era bello ritrovarsi insieme a tavola comunque. Non disse mai una parola su tutto l’orrore che aveva visto, ma non ce ne fu bisogno. I suoi occhi, i suoi capelli, i gesti rapidi delle mani, il caos che sembrava portarsi dietro come un fardello, parlavano per lei.

Barbara Summa – Mammamsterdam ha pensato a una Ricetta del cavolo nella quale troverete un ottimo polpettone e il dado casalingo, entrambe consigliate alle casalinghe pigre.
Mi è venuto incontro maschio alfa che si è messo a pensare cosa piaceva a lui da piccolo nel pane. Io lo so cosa piaceva a me, la mortadella, ma questo reprobo di mio figlio non la vuole. Maschio alfa ha cominciato a fare prove empiriche ed è tornato a casa con quello che qui si chiama il gebraden gehakt

Supermambanana è stata ospitata da Lucia e Basta di Là in mezzo al mar con il Kedgeree (e figuriamoci se ci proponeva una cosa facile!). L’idea giusta per il vero brunch, quello poco patinato e molto UK.
Se vi dico ‘Brunch’ che vi viene in mente? Una colazione/pranzo chic, magari di lavoro? Una cosa moderna arrivata direttamente dagli Stati Uniti? Per l’ammeregano-milanese moderno che deve organizzare un incontro di lavoro? DOOOONG. Sbagliato.
È una tradizione ben più antica, che risale alla fine dell’800, ed è tutt’altro che attiva e dinamica, e per niente di lavoro, visto che il brunch è una cosa domenicale. Al contrario, l’idea era dedicata ai “carousers”, agli allegri bevitori del sabato sera

Luana TroncanettiLa Staccata ha cucinato i Muffin al cioccolato per veri amanti del dark, rigorosamente senza tacchi!
“Ora non vi resta che assaggiarli. Il primo morso toglie il sigillo: la crosticina friabile si sgretola, arrendevole, fra incisivi e palato dissequestrando l’aroma inconfondibile del cacao amaro. Lo zucchero recita la parte del timido: la sua è una comparsata veloce, un cameo degno di un divo che lascia la scena agli altri attori, sicuro che nulla riuscirà a offuscare il suo valore. Il secondo morso serve a tuffarsi in un trionfo di nera sofficità intervallata da sprazzi di croccantezza celestiale. Il terzo cancellerà le tracce del Paradiso, ma sarà sufficiente agguantare un secondo muffin per varcare di nuovo la porta dell’Eden.”

Valewanda ha scelto la quintessenza della semplicità e della perfezione: La Pizza con la pasta madre, il lievito vivo come un cucciolo, che deve essere accudito e rinfrescato. Ma siccome è donna di mondo, c’è anche la variante con il lievito di birra.
La parola pasta madre a qualcuno farà venire in mente un piccolo mostro che continua a crescere, tipo tamagoci giapponese. E vabbe’, io questa pasta madre me la tengo, me la coltivo, e ci faccio la pizza ogni settimana. E viene pure buona.
E la dedico pure a tutti quelli a cui ho regalato un po’ di pasta madre

Ecco qui la nostra giornata di liberazione delle ricette.
Ricordate che è dedicata alla mensa del Centro Astalli – JRS che opera a Roma e in altre città italiane dal 1981, grazie all’impegno concreto di centinaia di volontari.
La loro missione è accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati di tutto il mondo e concretamente offre servizi di mensa, ambulatorio, assistenza legale, scuola di italiano, centri di accoglienza, case famiglia.
La mensa del Centro Astalli è aperta cinque giorni a settimana, e ogni giorno prepara più di 400 pasti caldi, che costano 5 euro l’uno. Dai, invitiamo virtualmente a pranzo molti ospiti della mensa!
I partecipanti a Libera una ricetta hanno donato al Centro Astalli una somma corrispondente a quanto speso per realizzare la loro ricetta.
Si può donare qualunque cifra, per sostenere da vicino. Qui tutti i riferimenti

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7 thoughts on “Il menu di GC per #liberericette”

  1. Ottimo lavoro ragà!
    Nel marasma di tutte le ricette viste oggi era necessario un po’ di ordine. Per affetto Silver ed io partiremo da queste qui…
    Chiaramente dai maritozzi ciccionissimi di Lorenzo che stanotte me li son pure sognati… brutto affare la dieta, mannaggia! 😉

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  2. ma che meraviglia! Posso sognare la mia domenica ideale romana? Mi sveglio tardi (facciamo che i boys non ci stanno, eh?) mi godo un bel brunch, con il buonissimo pane di Chiara, e finisco leccandomi le labbra con i muffin (che sono anche in tema UK) de La Staccata, poi esco per una passeggiata e magari verso l’ora di pranzo passo dal Centro Astalli per salutare tanta bella gente, e assaggiare il tabouleh, riparto nel sole del meriggio e verso le 5 mi siedo per un bel maritozzo co’ aa panna in un caffe’ del centro, e infine a sera mi fermo per la cena da amici che mi fan cominciare con la pasta al ragu’ di Elisa, poi intavolano il sontuoso polpettone di mammamsterdam (ma cherie, Scialba non te l’ha detto che si chiama chou farci?) con accompagnamento della fragrante pizza di vale, e per finire un pezzo della fantasmagorica torta di Silvia e l’immancabile caffe. Serena, porti da bere? 😛

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  3. Che poi ci avete fatto caso che è un menu completo? Maritozzo a colazione, Brunch per beoni pentiti, pizzetta a merenda, e poi pasta, polpettone, tabouleh di contorno e muffin di dessert.

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  4. Oh, non sfottiamo il lievito madre che un periodo figlio piccolo se lo curava e lo chiamava :il mio baby. Un po’ di rispetto.

    (Poi abbiamo fatto fuori per sbaglio pure il lievito madre).

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