Se la fantasia potesse sfamare, basterebbe raccogliere quella dei bambini in ceste e canestri e si risolverebbe il problema della fame nel mondo. E forse è proprio per questo che la fantasia non c’è bisogno di insegnarla, perché nasce spontaneamente insieme al bambino. E’ infatti proprio attraverso la fantasia che i bambini esplorano le possibilità della realtà.
Il problema è piuttosto il contrario, ossia cosa fare perché la fantasia dei bambini non si spenga, o visto che certamente primo o poi lo farà, vista la poca fantasia che accomuna certi adulti, come fare per far i che questo avvenga il più tardi possibile. In realtà gli adulti ricchi di fantasia, che giocano ancora con la stessa naturalezza con cui fanno i bambini, sono probabilmente tra le persone più felici del mondo.
L’anno scorso alla festa di 5 anni del Vikingo ho proposto ai bambini di inventare una favola insieme. Abbiamo un mazzo di carte illustrato con tipici elementi delle fiabe, e ho distribuito un paio di carte a bambino. A turno i bambini hanno scelto quale carta mettere giù per continuare la storia iniziata dal bambino precedente. Ovviamente, vista l’età, ne è venuto fuori un bel collage di pezzi totalmente scollegati tra di loro, ed era evidente come ciascun bambino riuscisse ad inventare un pezzo di storia andando a scavare nel suo bagaglio fantastico, dimenticandosi quello che era stato detto in precedenza. Ed è stato subito evidente che alcuni bambini avevano una fantasia più spiccata di altri, ma quasi tutti andavano a prendere spunti da storie a loro note, rielaborandoli a modo loro. Un bambino in particolare mi ha colpito perché non riusciva mai a pensare nulla di diverso da un unico riferimento che aveva in mente, ossia la storia di Harry Potter. Non solo riprendeva elementi riconoscibili da quella storia, ma li ripeteva esattamente uguali all’originale. Forse era solo un periodo di fissazione, ma ho avuto la brutta sensazione che non fosse così. Anche il Vikingo era in fissa con Harry Potter all’epoca, ma modificava la storia a suo piacimento, mischiandola con altre, e introducendo personaggi inventati da lui. Quel bambino invece sembrava avere perso la capacità di inventare qualcosa di nuovo, e non riusciva a rielaborare la storia a modo suo.
Certo che la fantasia dei bambini a volte può essere difficile da gestire, soprattutto quando noi ci immedesimiamo nel nostro ruolo di adulti e cerchiamo di riportare il bambino alla realtà, ad esempio esortandolo a venire a tavola perché è pronto da mangiare, mentre lui sta dando ordini alla ciurma per lanciarsi all’arrembaggio. Tentare di costringerlo ad abbandonare il suo gioco può rivelarsi una battaglia persa, o al limite avere l’effetto collaterale di distruggere un bellissimo momento fantastico, sottolineandone l’importanza secondaria rispetto a quella della realtà: “la cena è pronta” è più importante e impellente del tuo gioco. Confesso che molto spesso mi ritrovo in questo noiosissimo ruolo. A volte però, quando sono di buon umore e in una fase positiva, riesco ad improvvisare e a gestire la situazione meglio, e così magari mi immedesimo in Long John Silver ed inizio ad esortarlo “Capitano! E’ pronta la sbobba! Un pirata con la pancia piena è meglio di un pirata con la pancia vuota. Anche il famoso capitano Nerofumo non partiva mai all’arrembaggio a digiuno. Diceva che il brontolio dello stomaco lo avrebbe distratto durante la battaglia!” e così via. Riuscire a dare importanza alla fantasia al pari della realtà, e dei doveri, è spesso molto difficile per noi adulti, che amiamo invece separare nettamente le due cose.
Ci sono naturalmente anche molti modi per incoraggiare il bambino a continuare a sviluppare la sua fantasia. Sto rileggendo per la centesima volta Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie. di Gianni Rodari. Un libro che dovrebbe essere letto da tutti i genitori, perché è ricco di spunti di riflessione e idee per capire il funzionamento della fantasia. Come il fatto di creare storie partendo da una situazione improbabile.
Come sapete io e il Vikingo abbiamo introdotto una passeggiata la mattina che ci porta a scuola più allegramente mentre ci inventiamo insieme delle storie fantastiche. (Tra parentesi, in questo periodo la passeggiata per andare a scuola alle 8.30 spesso prevede l’osservazione dell’alba a metà percorso, il che aggiunge un tocco nordico fantastico alla nostra avventura. Chiusa parentesi.)
I nostri racconti iniziano quasi sempre con lui che mi propone una situazione improbabile “mamma mi racconti la storia del drago che voleva andare a scuola?” oppure mi fa la lista dei personaggi che devono essere inclusi, ad esempio: “mamma mi racconti la storia del lupo, del coniglio, del mostro e del vampiro?” E da li iniziamo insieme il nostro racconto, magari non sempre originale, ma per noi è sempre divertentissimo. E se non venissero idee? Ecco alcuni spunti per alimentare il processo. Preparate insieme una scatola con dentro dei foglietti con scritti personaggi definiti da un particolare: un abbigliamento curioso, il loro mestiere, un aspetto stravagante, un elemento anatomico esagerato, eccetera. Estraendo a sorte un paio di foglietti si hanno subito a disposizione dei personaggi perfetti. Un’altra tecnica che noi troviamo utile, è quella di prendere un libro in biblioteca e inventate la storia guardando solamente le figure, oppure di partire da giocattoli per immaginare condizioni improbabili: un macchina su un tetto di una casa, un dinosauro in un parcheggio. Sono certa che ci sono moltissimi modi per alimentare la fantasia dei bambini, e l’unico limite è proprio quello che ci poniamo da soli. Ognuno ha le sue tecniche e sicuramente alcune cose funzionano meglio con alcuni bambini e altre con altri. Anzi, se avete qualche buona idea che funziona per voi, fatemi sapere, così la proviamo anche noi, che le buone idee non bastano mai!
Noi a volte usiamo la giara delle fiabe…
se vi interessa avevo scritto un post
http://www.disorganizzata.blogspot.com/2011/08/story-telling-jar-la-giara-delle-fiabe.html
Grazie 1000 per questi suggerimenti, anch’io ho una piccola streghetta in casa che guarda la bella addormentata nel bosco perché le piace Malefica… che ci volete fare? nelle sue storie siamo sempre pieni di streghe e maghi e per natale non ho potuto fare a meno di regalarle un bel drago di peluche!!!
Sarà perché è nata la notte di halloween?
@serena: non è una serie, è parte di un programma per bimbi (come se fosse l’albero azzurro), che già è strano di per sé perché i protagonisti sono una bambina, un cactus e una sedia… vabbè. cmq a un certo punto c’è questo bambino (nuovo ogni giorno) che racconta una storia “aprendo” le mani come se fosse un libro, e poi viene illustrata con la cg, ma in modo minimo, ad esempio se parla di un gatto di mettono il disegnino di un gatto, cose così. il più è la narrazione del bimbo.
noi a volte ci inventiamo canzoni, seguendo magari dei motivetti conosciuti e dentro ci mettiamo di tutto, facendo botta e risposta…tempo fa ho comprato un libro che si chiama “come raccontare una fiaba e inventarne cento altre” di paola santagostino edizioni red…devo essere sincera che non l’ho ancora aperto ma mi riprometto di scriverci qualcosa qui quando lo farò.
Nun me di gnente su:
– albe andando a scuola, ho rinunciato subito a portare figlio 2 in bici a scuola nuova, mi manca il bioritmo, ne riparliamo dopo febbraio;
– uso della fantasia, tipo materiali alternativi per farsi i tappi per le orecchie (mi sa che l’ hai letto da me di recente, dei chicchi di mais e del pronto soccorso);
– incapacità di inventarsi cose: ho tenuto una lezione su come scrivere storie a scuola dei figli e la regola nr. 2 era di no dirmi niente, ma proprio niente che conoscessero da altre storie. Difficilissimo, ho lottato metà del tempo per tenerne fuori Justin Bieber.
bellissimo post, in cui mi ritrovo moltissimo, anche perchè anche io quando è pronta la cena… rompo le uova, per così dire :D.
per me è una questione di estro e di pazienza: mi immedesimo con loro e nei loro giochi, e quando “faccio la parte” mi riesce anche bene, ma devo essere… in the moood, altrimenti non ci riesco proprio. Mi viene sempre in mente il piccolo principe quando diceva che anche i grandi sono stati bambini, ma almeno io credo di ricordarmelo!
L’altro giorno sono venuti da me i miei suoceri, per il compleanno di Amelia, e mia suocera si è messa a ritagliare e fare insieme ai bambini dei lavoretti molto carini. Con gran stupore di mio suocero, ingegnere tutto d’un pezzo.
Ecco, io sono una persona tutt’altro che priva di fantasia, però mettermi a fare lavoretti non fa proprio per me. Ogni tanto invento le storie del principe Ettore per il mio secondogenito, ma non so se fa per me la narrativa per bambini. Preferisco ascoltarli di straforo mentre loro inventano le loro storie o guardare mentre Amelia balla.
Mio marito ha ancora un tipo di fantasia diversa: lui suona, crea con l’argilla, modella bonsai, sperimenta nuovi formaggi ed è molto creativo nel mettersi nei guai.
Questo Rodari mi manca… e pensare che credevo di averlo al completo! Ho trovato un regalo da chiedere per natale….
mi sono venute subito in mente due cose (del tutto inutili ai fini del post e assolutamente personali): nel programma per bimbi che guardiamo tutti i giorni c’è una sezine che si chiama “il libro illustrato delle mani” in cui un bambino dell’asilo (non so come lo scelgano) racconta una storia inventata da lui usando le mani come pagine. l’altra cosa è che inventare le storie partendo dalle sole figure lo faccio spesso: abito in giappone e tante, ma tante volte, non ho proprio voglia di leggere i testi!!
Io ho risolto il problema dei mugugni lungo il tragitto a piedi che ci separa da casa della nonna con la storia dei pirati. Partiamo con la nave pirata, dopo aver predisposto una mappa (quando abbiamo tempo), a metà percorso la parcheggiamo (sarebbe ormeggiamo, suppongo) e proseguiamo o con la scialuppa o con l’auto volante. Il tutto condito da un’immaginaria musica dei pirati, scimmiottamento vago di una sentita mesi fa a uno spettacolo a Villa Pamphili. Poi, al ritorno, dobbiamo ritrovare dove abbiamo lasciato la nave, il che aggiunge un tocco di suspance alla cosa…
@Bellissima la nave pirata pure con il cambio in scialuppa!
@alice in effetti a leggere il giapponese mi sa che è quasi più semplice inventarsene di nuove ogni volta. Mi incuriosisce molto questa storia delle mani. Ma è una serie giapponese?
@Barbara evvai! Inizia la letterina a babbo natale, digli però di usare i nostri link per comprare il libri 😉
@Lanterna i lavoretti sono il mio incubo. Non voglio farli. Mi annoio, mi rompo, non ho pazienza, sono raramente soddisfatta del risultato finale. Insomma io i lavoretti li evito come la peste, e offro la mia fantasia per inventare storie. Per fortuna che i lavoretti li farà a scuola. Però attenzione a non confondere la manualità e la creatività con la fantasia. Ma ci ritorneremo.
@elisa io me li ricordo benissimo di essere stata bambina, è che poi mi ricordo anche di essere adulta, e non va mica tanto bene 🙂
@mammamsterdam ma perché non ce la racconti la tua esperienza a scuola dei figli? Noi un tuo post non lo rifiutiamo praticamente mai 🙂