E’ stato un anno incredibile. Non tanto per i risultati, ma per l’esperienza.
Una squadra di ragazzini di 12-13 anni, quest’anno, ha sperimentato cosa significa fare sport “sul serio”, con impegno, dedizione, accettando sconfitte, reagendo ai momenti bui, rimanendo uniti e, alla fine, ottenendo dei risultati come premio. Mio figlio era in questa squadra di pallavolo under 13, che si è qualificata vice-campione della regione Lazio, dopo un lungo campionato provinciale, una finale, un’ulteriore fase regionale e un’altra finale. Quest’ultima persa! Perché, tra le tante altre cose, c’è anche da imparare che i secondi sono sì bravissimi, ma sono quelli che la finale l’hanno persa.
E tutto questo lavoro, durato da settembre a ieri, di settimana in settimana, passando per sabati mattina di allenamenti extra e pomeriggi o domeniche impegnate per le partite, ha insegnato a questi ragazzini che è bello conquistare qualcosa con un po’ di fatica. Che non è solo la fatica fisica – quella all’età loro neanche la sentono – ma la fatica di organizzare lo studio, rinunciare a qualche ora di videogiochi, dire agli amici che no, questo venerdì pomeriggio non posso uscire perché ho la partita o l’allenamento.
Imparare a 13 anni che si può perdere anche la partita più importante, ma si resta uniti, determinati e pronti ad affrontare la partita successiva; che si è felici per il divertimento provato più che per il risultato, che non si è sempre il titolare perché c’è un interesse della squadra da perseguire tutti insieme, anche seduti in panchina; che si rispettano i compagni, l’allenatore, il regolamento, gli avversai e l’arbitro (senza fiatare sulle decisioni anche se appaiono sbagliate!), è la vittoria più grande che c’è.
Che siano secondi, primi, o in qualsiasi posizione di classifica, di certo, dopo un anno così, sono più grandi, più equilibrati, più solidi e più vivi.
Noi genitori ci godiamo le loro soddisfazioni e le facciamo un po’ anche nostre. Li abbiamo scarrozzati in giro per la città, per la provincia e poi per la regione, facendo il tifo neanche fossimo all’Olimpico per il derby.
Sono i nostri “bambini” (lo saranno anche in under 18, di sicuro!), è naturale!
Ma ci sono altre persone, per le quali i nostri figli non sono figli, che però dimostrano una dedizione, un’attenzione, una passione e un amore, che tocca il cuore. Sono tutte le persone che si impegnano nelle società sportive dilettantistiche e lo fanno solo per autentico amore per lo sport, quello vero, quello giocato dai ragazzini nei campi e nelle palestre. Questo impegno dà un senso alla competizione, che non è spettacolo, ma storia personale di ogni atleta, piccolo o grande.
Tra queste persone fantastiche, che dedicano molto del loro tempo ad affiancarci nel crescere i nostri figli, c’è anche l’allenatore della squadra di cui vi ho parlato: un ragazzo di 24 anni, che mette a disposizione dei nostri ragazzi il suo tempo libero.
Li ha ascoltati, incitati, consolati, aiutati, sgridati, spronati, fatti ridere, stancati, ha gioito con loro, è stato deluso con loro. Un giovane adulto che è stato per loro un riferimento, in un modo così pieno e sincero da rappresentare davvero la gratuità dei legami umani.
Alla fine di un anno intenso, che sicuramente rimarrà nei ricordi di una vita dei nostri ragazzi, vorremmo trovare un modo per ringraziare con un piccolo regalo, ma che sia significativo, personale, che rappresenti davvero quel legame che si è stabilito.
Per questo abbiamo pensato a una memory box, la scatola personalizzata di Photosì, che abbiamo immaginato come contenitore per conservare le medaglie vinte come atleta e come allenatore.
Con pochi click dal sito Photosì o da app mobile, si compone il design della scatola con la foto preferita, la si riceve a casa o presso un negozio convenzionato e il regalo – un regalo davvero personale e fatto col cuore – è pronto.
Con lo stesso metodo veloce e intuitivo di composizione grafica, si possono scegliere tra tante altre idee regalo per le maestre, visto che la fine dell’anno scolastico è imminente e nei gruppi whatsapp di genitori inizia la caccia all’idea migliore che metta tutti d’accordo.
– POST SPONSORIZZATO –
Parole sante. Spesso lo sport, fatto in modo serio, insegna molto più di tante parole. Insegna l’unione, la sconfitta, il rialzarsi e faticare per raggiungere un obbiettivo. Lo sport se fatto bene è uno stile di vita