genitorisbroccano

genitorisbroccano è lo spazio da usare quando senti di avere solo voglia di urlare.
Quando non ne puoi più.
Quando senti che le tue qualità di mamma o papà paziente stanno venendo meno.
Quando tutti i tuoi buoni propositi sono miseramente crollati davanti all’incomprensibile ostinazione dei tuoi figli.
Quando hai mandato a farsi benedire tutte le tue più radicate convinzioni circa l’allenamento emotivo e l’empatia.
Quando sei riuscito a mettere tuo figlio in punizione già 3 volte da quando si è svegliato, e sono appena le 8.30 del mattino.
Quando hai ormai raggiunto la definitiva convinzione che sei una pessimamma o un papàpessimo.

Questa è una stanza insonorizzata: fuori da qui non sentono nulla. Ti leggeranno solo altri genitori solidali che sanno benissimo come ti senti.
Qui è vietato dare consigli (soprattutto quelli buoni).
Qui è vietato trovare soluzioni.
Qui è vietato citare “metodi”.
Qui è vietato fare i saputelli!
I commenti autorizzati sono solo le pacche sulle spalle: sarà nostra cura rimuovere ogni altro tipo di commento.

Da questo momento potete urlare! Nulla è inconfessabile per genitorisbroccano!

PS: Se invece hai bisogno di consigli, cerca un articolo nel resto del sito che faccia il caso tuo, e posta un commento lì : genitoricrescono.com

4,480 thoughts on “genitorisbroccano”

  1. Quando leggo queste storie di vita vera vissuta e dura, da figlia e non madre, voglio darvi una pacca sulla spalla ..
    Credo di generalizzare nel dire che le cose sono completamente cambiate: non ci sono soldi, non ci sono aiuti e i telefonini con i maledetti social impongono standard assurdi.
    Ho trovato questa pagina perche’ sarei in eta’ di procreazione “avanzata” per alcuni, e forse per altri, avrei ancora pochi anni.
    Sono sposata, una situazione finanziariamente molto florida, ma viviamo entrambi all’ estero.
    In un paese europeo distante anni luce dal vivere italiano.
    Di vivere nella misera Italia allo sfascio non se ne parla proprio.
    Credo che non ci siano veramente piu’ le condizioni sociali giuste per crescere dei figli in pace.
    Anche se potrei permettermi gli aiuti necessari, ho troppa paura di questo schifo che sta diventando la ns societa.
    E che anche se fossimo buoni genitori, come tutti Voi, temo che le influenze esterne siano troppo ….
    Una pacca sulla spalla a tutti.
    Non credo chi siano regole giuste o sbagliate.
    Solo il buon senso e comprensione verso il prossimo.

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  2. Mio figlio ora ha tre anni e mezzo.

    Qualche tempo fa un mio amico mi ha scritto una email dove mi diceva che aveva avuto problemi come i miei: notti insonni, molti più capricci e urla degli altri bambini, niente aiuti per vari motivi. Però quando suo figlio è arrivato ai tre anni ha cominciato a dormire la notte, a parlare di più e. parole sue, sono cominciati i più begli anni della sua vita che non cambierebbe con nessuno.

    Ora mio figlio non fa più il pisolino da parecchio. I week-end e il giorno che non è all’asilo, che in Inghilterra costa uno sproposito, sono quelli che odio di più. Mia suocera mi ha detto che quando mio marito ha smesso di fare i pisolini ha cominciato a dormire bene e infatti dopo un anno e mezzo hanno avuto un secondo figlio.

    Io piuttosto che farne un altro mi faccio sparare. Non lo dico per fare effetto comico, sono seria. Sono sempre l’unica che viene trascinata via quando vorrei ascoltare il riassunto della maestra d’asilo, che devo fare tutta una serie di cose senza senso o mio figlio comincia a urlare.
    Direte voi: imponiti.
    Dico io: sono sfinita. Mi sono imposta e imposta. Ma sono esausta. Si vede che sono una madre di merda. Se avessi il tono giusto lui ascolterebbe ma dopo tre anni e mezzo di supplizio io sono esausta. Giudicatemi una merda, io non ne posso più. Quando è a casa guardiamo la TV perché sono esausta. Guardo il cellulare perché non ne posso più di stare con lui. I momenti buoni sono rari e coincidono con i periodi quando riusciamo a dormire per un paio di settimane di seguito. Ma ricadiamo sempre nello stesso copione: si ammala o succede qualcosa e smette di stare nel suo letto. Poi la mattina si alza lo stesso, non vuole fare il pisolino e diventa sempre più insopportabile. È da quando è un bebè che è insopportabile. Non si è mai fatto tenere in braccio per farsi coccolare ma già a tre mesi lo dovevo portare rivolto verso il mondo per toccare interruttori, guardare cose, fare casini. Io vedevo gli altri bebè che si facevano portare nel passeggino e mi venivano i vermi perché avrei voluto che dormisse ma mai che mollasse. Urla, urla, urla, urla, urla.

    E quando sono finita in ospedale mi hanno detto che non era la mancanza di sonno, erano “altri problemi”. Colpa mia, insomma. Nonostante le infermiere mi dicessero loro stesse che non si azzardavano a cambiargli il pannolino sul fasciatoio perché avevano paura che ci si lanciasse perché così era. Era l’unico bambino in corsia che non ha mai fatto un pisolino in una di quelle sdraiette maledette. L’unico che doveva avere sempre la stanza completamente buia e nessun rumore.

    Io dico queste cose e mi sento dire che ogni bambino ha le sue cose. Ma vaffanculo, non è vero. Li vedo gli altri. Io non sono partita acquiescente, ho provato a essere educativa, ma non ho la fibra di Attila il terribile. Alle volte mi domando persino se certi genitori che vengono visti come eccessivamente severi o persino abusivi magari sono andati fuori di matto perché gli è capitato un bambino così.

    E io non l’ho mai picchiato, mi sento una merda quando gli urlo, ma onestamente sono completamente senza speranza. Il nostro rapporto si romperà sempre di più e lui finirà per essere infelice perché non è amato come si deve però io non sono la mamma giusta. Non ho i nonni che mi aiutano, al massimo qualche giudizio mentre alle cuginette hanno fatto i baby sitter eccome.

    Mi sento un verme. Non volevo mettere al mondo un bambino per non farlo sentire amato ma io non ce la faccio più. Non sono come le altre mamme brave che scrivono su Facebook come la loro vita è meravigliosa e come ringraziano ogni giorno di avere i loro pargoli. L’unica cosa che mi tiene con lui è l’obbligo. Se arrivasse un essere superiore e mi dicesse che mi da un bottone di reset e torno a prima di averlo lo farei.

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    • Ciao Teresa, mi è venuto da piangere leggendo il tuo post perché ci ho letto tanto di me. Ho 2 figli, un angelo di 8 anni e poi LUI di quasi 3 anni: 3 anni a non dormire, 3 anni ad assecondare urla e capricci insensati, 3 anni a chiedersi cosa non andasse in lui, chiedendo addirittura un consulto ad un neuropsichiatra ed iniziando un percorso di logopedia e psicomotricità. Inizia ora a parlare, ma i capricci non sono finiti. Dorme solo con me di notte e non ho idea di come farò a spannolinarlo. Anche io sono ESAUSTA, mi ha succhiato tutte le energie che avevo e mi ha tolto tanto tempo con suo fratello. Oggi il mio compagno mi ha detto che preferisco stare col grande ed è ovvio che sia così, io lo amo questo secondo figlio ma mi rende tutto così difficile, dal mangiare al mettersi un paio di scarpe, che mi ritrovo spesso a detestarlo senza volerlo. Sono stanca stanca stanca e spesso mi chiedo se per i limiti che ho io come madre non sarebbe stato meglio fermarmi a un figlio solo. Per alcuni bambini servono una forza e una devozione che non tutte hanno…. Ti abbraccio.

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      • Grazie, ricambio l’abbraccio.

        Io vorrei essere più brava: ho deciso di fermarmi a uno perché se ne avessi un altro così morirei. Lo so che lui ha bisogno di amore ma una grande parte di me invidia le mamme che hanno avuto pargoli più facili e più aiuti. Mi sento di tradirlo perché per me la maternità è stata principalmente un trauma e una fatica abissale con pochissime soddisfazioni.

        Cerco di farmi forza con le storie di genitori che trovo che hanno avuto bambini impegnativi e poi più tardi hanno avuto grandi aoddisfazioni ma pensare a quando era un bebè in particolare mi fa tanto male. Voglio immaginare che avremo interessi comuni ma ho paura che crescerà e si staccherà lentamente da noi senza mai aver avuto un buon periodo che durasse più di qualche giorno ogni diversi mesi.

        È infantile, ma alle volte fantastico che in un futuro magari una delle mamme che all’asilo sentivo dire di come i loro pargoli si addormentano davanti al tablet e si svegliano a fatica alle otto di mattina troverà qualcosa da invidiare a me. Una rivincita, forse anche perché mia suocera non sta zitta su come doemono bene le cuginette a cui ha fatto da babysitter, ha comprato corsi di equitazione e ha tenuto a dormire la notte, mentre noi niente e scuse su scuse. Questo non perché lui sia difficile con i nonni, le difficoltà le riserva a noi e basta. Poi lui come persona è un tesoro, quando non svariona. Il problema è che è sempre stanco e la sua reazione è di caricarsi sempre di più e piangere ecc.

        Boh. Non lo so neanche io che dico. Sono contenta che tuo figlio parli di più, davvero. Spero che questo lo auti ad esprimersi ed essere più approcciabile. Lo spero con tutto il cuore, per tutti e due.

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  3. Sono stanca. E triste. E piango sempre.
    Ho un figlio di 16 anni e un marito che è sempre stato un buon padre.
    Mio figlio è sempre stato un bambino perfetto, affettuoso, coccolone, tranquillo, vivace, sereno e il rapporto con suo padre più che meraviglioso. Uscivano insieme, andavano al cinema, a mangiare fuori, ai musei e alle competizioni sportive. Il loro rapporto era basato sullo scherzo e sulla presa in giro.
    Ora è tutto finito. Il padre continua a prenderlo in giro, cosa che il ragazzo ora odia a morte. Non riesce a rendersi conto della situazione e continua e contonua e continua. Lo ucciderei io.
    D’altra parte mio figlio urla ad ogni occasione, non è possibile rivolgergli la parola, non risponde alle domande.
    Ora è diventato arrogante e sprezzante, si sente migliore di tutti e tutto, maltratta i suoi allenatori, i suoi compagni e in particolar modo suo padre, che a volte non aiuta con il suo atteggiamento.
    Ultimamente non mi vuole più intorno. Io che ho passato 10 anni di vita a fare la taxista, che ho speso un miliardo di euro in attrezzature sportive, che ho messo ghiaccio, ho fatto il tirfo, ho sofferto come un cane a qualunque delusione, ho passato ore a spiegare matematica, fatto da mediatrice di guerra, sopportrato giudizi e consigli non richiesti ora non servo più. O meglio, continua ad aver bisogno di un’autista, di uno sfogatorio, di un bancomat, ma non di me.
    Per mio marito sono una segretaria personale, tra l’altro di dubbio valore.
    Vorrei andarmene, vorrei tornare indietro, vorrei una cena senza urla, vorrei una conversazione senza interrogatori che manco la STASI, vorrei dei sorrisi. Vorrei una vita da sola, ma so che i sensi di colpa di ucciderebbero.

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    • Purtroppo io ti capsiso e tremo pensando a quando mia figlia avrà quell’età perché il padre già adesso non sa minimamente prenderla ed è sempre un conflitto, urla e problemi a cui devo sempre mettere una pezza io, e ha solo 7 anni. Io non sopravviverò mai all’adolescenza e sicuro divorziero’

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  4. Odio la mia vita.
    Sto con un uomo “d’oro” (come si direbbe) ma odio suo figlio di 6 anni. Credo che sia affetto da disturbo dell’attenzione e iperattività..o forse qualcosa di più grave. Sono quasi due anni ormai che conviviamo insieme nella stessa casa e più passa il tempo più odio questo bambino che non ascolta, fa quello che vuole, che sa solo provocare e pensare ossessivamente al cibo.
    Mi fa schifo come mangia, mi fa schifo come si scaccola, mi fa schifo che non conosce nessuna norma di igiene nonostante io gli abbia ripetuto mille volte come pulirsi ecc. Non sopporto i versi da “mongoloide” che fa all’improvviso, non sopporto che ogni giorno torna con i vestiti sporchi manco avesse fatto la guerra e le tasche piene di terra e sassi.
    Non sopporto che a modo suo mi vuole prendere in giro e non fa altro che provocare e provocare.
    Sto odiando la mia vita e odio la persona che sono diventata anche a causa sua. Sono arrivata al punto che lo picchio puntualmente ogni giorno per poi sentirmi una merda. Sono diventata un mostro e non riesco piu a tornare indietro. Non trovo piu amore in me, né per me, né per questo bambino e né per la bimba che (purtroppo) sto aspettando. Dico purtroppo perche io mi ero sempre ripromessa di non avere figli, invece nonostante le precauzioni, è successo lo stesso. E ora odio anche questa bambina anche se so che non c’entra niente. Quando faccio l’eco e guardo quella figura sullo schermo non provo alcuna emozione. Solo una grande pena per questa bambina che arriverà, che avrà una madre terribile e alla quale rovineró la vita. Ho cercato di spiegare alle persone a me vicine come mi sento, ma non fanno altro che rispondermi tutti le stessa fottuta cosa “ ci vuole pazienza; vedrai che con la tua sarà diverso e bla bla bla”. Io non ne ho più pazienza. E non so piu dove trovarla. Mi sento imprigionata, disperata. Mi sono rovinata la vita con le mie stesse mani e non riesco a trovare nessuna soluzione se non quella di togliermi la vita dopo aver partorito. Lo so, chi è causa del suo mal pianga se stesso, ma sono solo un essere umano..Non sono mai stata una mamma e non lo saró mai. Questa “punizione” ricevuta mi sta logorando l’anima..

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    • Se stai con un “uomo d’oro”, come mai ti trovi in gravidanza e in difficoltà, ad accudire suo figlio? Non puoi chiedergli di occuparsene o, in alternativa, di trovare altre soluzioni? Tu sei incinta e hai diritto a riposare. E prenderti cura di te stesso in questo momento così difficile e delicato.

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  5. Sono la mamma di un bimbo di 18 mesi, sapevo che diventare genitore sarebbe stato difficile, a tratti duro ma non immaginavo così tanto.
    Da quando è nato non dormo praticamente più, almeno non più di due ore di fila, è stato operato alla nascita per un problema all’aorta che grazie al cielo è stato risolto. Credo che questo evento abbia spezzato qualcosa dentro di me: vivo con l’ansia che possa stare male, di poterlo perdere, quando si avvicinano le visite di controllo di routine che deve fare sono una corda di violino per giorni. Sono stanca di sentirmi dire che sono troppo apprensiva, che devo superare la cosa. Vedere quel corpicino di pochi giorni straziato da flebo e tubicini mi ha cambiato per sempre, una madre non dovrebbe vedere suo figlio in certe condizioni, mai, è contro natura.
    L’evento più bello della mia vita è stato “rovinato “ per sempre da quello che è accaduto nei due giorni successivi alla nascita. Col passare dei mesi ho iniziato a covare una rabbia cieca che non riesco a sfogare, continuo a ripetermi “perché è successo a me?”; talvolta mi sento in colpa perché almeno mio figlio adesso sta bene e invece ci sono bimbi che non hanno avuto questa fortuna e io purtroppo ne ho visti tanti in quelle corsie di ospedale, durante la degenza del mio. Vorrei riuscire ad andare oltre e invece non ci riesco. Ho solo l’aiuto del mio compagno, mia madre vive lontano, i miei suoceri non sarebbero in grado di prendersi cura del bimbo. Questo fa sì che io stia con mio figlio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, lo amo visceralmente ma a volte mi sento soffocare. Avrei bisogno di staccare un attimo e invece non posso.
    Non mi riconosco più, la sua nascita mi ha cambiato irreparabilmente. Non riesco a mettere insieme i pezzi di chi ero e di chi sono adesso. Spero di trovare un po’ di serenità in questo turbine di ansia, stanchezza, fragilità e talvolta solitudine. La mia vita di prima era leggera, facile, libera. La mia vita di adesso è un’infinita routine di giorni sempre uguali, il covid ci ha messo sicuramente del suo nell’isolarmi dal mondo.
    Non so se qualcuno di voi può capirmi…

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    • Direi di si. Mi ci riconosco quando parli della mancanza di aiuti (i miei sono in Italia e i miei suoceri non hanno aiutato). Non mi posso pronunciare sull’esperienza traumatizzante se non per dire che ognino reagisce a modo suo; non credo aiuti darti della appeensiva! Col tempo, in quanto al carico di atare col bimbo 24/7 le cose sono gradualmente migliorate: un po’perché va all’asilo e un po’ perché quando ha cominciato a comunicare ho trovato una complicità che cresce giorno per giorno. Io ti auguro vada così anche per te e che col tempo il trauma diventi sempre meno un problema. Nei limiti del possibile sii compassionevole con te stessa. Ne hai passate tante in un periodo che tutti ci immaginiamo idilliaco e quando non lo è ne risentiamo il doppio. Un abbraccio.

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  6. Rispetto a altri problemi magari non è granché ma che rottura i nonni con i paragoni: giornata anche piacevole, ma sempre a parlare della cognata (che mi sta sui cosiddetti) e di come sono più facili le sue gemelle che hanno sempre dormito bene e cheble vedono più spesso e quando dormono lì vanno per conto loro alle sette e mezza.

    Il nostro non l’hanno tenuto più di una serata perché avevo un corso e non lo vedono spesso se non chiamiamo noi e a me questa situazione porta a galla ricordi brutti di cose passate sia nella mia famiglia sia soprattutto il primo orribile paio di anni con nostro figlio che chiamarlo amplificato era un eufemismo. Poi mi pesa il confronto perché mi chiedo se l’aiuto in meno perché riflette quanto valgo io.

    E poi mi viene l’istinto stronzo di dire: loro avranno avuto più aiuti e ste bimbe che non utlavano in macchina, nwl passeggino, che dormivano ma magari prima o poi l’adolescenza arriva e sono cavoli amari per loro. Dubito però, ma così sto.

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  7. Nessuno dovrebbe fare più figli. Questa è la verità. Non si genererà bene più alcuna sofferenza, né sforzo. Che il mondo finisse pure, perché fa schifo. Questo è.

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  8. Non so, ma da quando ho avuto il mio secondo figlio, non sento più il grande amore che avevo per il primo. Anzi, mi infastidisce, mi innervosisce con niente e ultimamente scappa anche qualche schiaffo. Dopo mi sento malissimo, depressa. Un fallimento insomma. Sarà perché non dormo, i diversi cambiamenti che sono avvenuti nella mia famiglia ( perdita di lavoro, trasloco e rimpatrio a gennaii dopo 5 anni all’ estero) ma questa situazione mi fa stare male. Molto.

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  9. Bambina di 7 anni divenuta da qualche tempo letteralmente insopportabile…..tornata agli atteggiamenti che aveva quando aveva 3 anni…tutto un NO, tutto un’opposizione senza senso, provocazioni, rispostacce e atteggiamenti odiosi. Attaccamento morboso a me (la mamma) in quanto il padre come reazione mette un muro. Poi, in separata sede, il padre mi rimprovera mollezza, di darle troppa corda, e paventa punizioni esemplari che poi però so bene che non sarà mai in grado di portare avanti nel concreto. Sono disperata. Cosa fare?

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  10. I figli sono delle madri. Vecchio adagio, molto saggio.
    Ma siamo nel 21 secolo? Siamo sicure?
    Forse per certe mie amiche che non so sembra che il marito lo abbiano trovato in un pacco di Natale, al massimo qualche piccolo disguido.
    A me invece sembra di esplodere.
    Lui lavora in proprio da 4 anni e per me questo lavoro è totalmente inadeguato gli ha consumato il cervello.
    Pessimista già di natura, ora è esasperante, perenne bastian contrario, cronicamente stanco, lunatico le volte in cui si vive la leggerezza si contano.
    Abbiamo una splendida bambina di 7 anni, dolce, solare e timida nelle relazioni in grandi gruppi di bambini.
    Io volevo pure il secondo figlio, ma la voglia è stata sepolta sotto la coltre di ciò che ho già descritto sopra.
    Io faccio la maestra all’infanzia, i bambini sono la mia vita, ho acquisito molta sicurezza in me stessa, a quanto pare non sufficiente,visto che sono costantemente in ansia.
    Un ansia che mi trascino da quando ero bambina essendo praticamente un marchio di famiglia.
    Fatto sta che nonostante non rimpianga nulla dell’essere madre, mi sento abbandonata da lui.
    La va a prendere a scuola, prepara il pranzo se non ci sono ma stop.
    In 4 anni la ha portata a scuola 1 volta perché lo ho martellato, lo zaino per vedere cosa fa la figlia a scuola lo ha iniziato ad aprire ora. I compiti non parliamone nemmeno sono sempre miei.
    E la cosa che più mi fa arrabbiare è che mi ha rifilato, ma tu insegni ne sai più di me!
    E la scusa più assurda mai sentita.
    Lui lavora con la sorella, dunque ha mezza giornata libera.
    Mai una volta nche abbia sentito dire vai a fare le tue cose la bambina la seguo io.
    Non gli sfiora che a 7 anni non è ancora autonoma e deve essere seguita, tanto più che è insicura.
    Che dopo che ho passato il tempo a seguire lei devo girarmi e fare il resto in tempi record incastrando le cose per recuperare il tempo.
    Io nostra figlia la seguo volentieri, siamo molto complici, ma vorrei vedere maggiore collaborazione.
    Pure lei pe le sue cose preferisce la mamma, perché ho un carattere dolce mentre lui è burbero.
    Motivo per cui si intimorisce e di conseguenza si blocca,mi dice mamma preferisco te per i compiti papà non ha pazienza.
    Invece fare anche queste cose rafforzerebbe il loro rapporto, creerebbe uno scalino in più oltre a sollevare me e ha rendere migliore anche il rapporto di coppia.
    Adesso la discussione è sulle attività extrascolastiche.. Stiamo valutando viarie opzioni.
    Lui vorrebbe nuoto, la bimba ha la fissa del movimento per cui danza.
    Per lui danza è inutile. Superfluo commentare la mentalità rigida.
    Tanto alla fine come per la scuola e catechismo chissà chi se ne occuperà?
    Il papà è quello delle risate e del gioco.
    La mamma di questo e tutto il resto, comprese le famose grandi domande, e avendo una figlia sensibile capiamoci siamo già su certi livelli.
    Cambiare è possibile ma sempre più facile a dirsi che a farsi.
    Sinceramente sono stanca di lottare contro i mulini a vento.

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    • Comprendo.
      Io ne ho 2
      Maschi.
      Mio marito non sa neanche che abbiamo 2 figli.
      Mai cambiato pannolini
      Mai fatto biberon.
      Mai portati all’ asilo
      Mai portati a scuola.
      Mai portati dal barbiere
      Mai fatto uno zaino
      Mai portati fuori
      Mai in bici
      Mai giocato a pallone
      Mai letto una storia
      Mai portati ad un compleanno
      Mai da un amico
      Mai stati con loro un pomeriggio…neanche nel wek end.
      Certo lui lavora….
      No ho i nonni.
      Siamo sempre con i soldi contati dunque no baby sitter
      Se sapevo prima.

      Mi spiace ma le forze non sono infinite.

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      • La mia situazione è la stessa..mai un cambio pannolino, mai niente di niente. Mio marito non ha mai mosso un dito in casa neanche se mi vedeva crepare di stanchezza/influenza. Tutto su di me, anche i lavoretti di casa (chiodi, tasselli, mondezza, ecc).. fossi un uomo mi vergognerei. Una schiava. Eppure mio figlio, nonostante l’impegno e la dedizione con cui lo accudisco, preferisce il padre a me, lo riempie di baci ‘gratis’ mentre io devo quasi elemosinare e chiedere.. preferisce persino i nonni paterni a me perché con me deve rispettare le regole. Il fatto che preferisca gli altri a me mi manda in bestia. È davvero frustrante. Mio figlio ha solo 4 anni e sembra aver già deciso. Io sono quella severa, mio marito quello morbido. Spero sia solo una fase. Sono arrabbiata e non mi sento apprezzata per quello che faccio ogni giorno.. Li amo ma sono arrabbiata soprattutto perché nonostante il bimbo sia per la maggior parte con me( io lo porto praticamente ovunque, scuola, parco, spesa, palestra, divertimenti, ecc ..), Il padre che non fa niente con lui (se non fargli vedere video al cellulare) rimane sempre il genitore da strapazzare di baci. Io che invece faccio il più devo persino chiedere un bacio o un abbraccio. Questo è il ringraziamento.. oltretutto sembra non volermi più… speriamo sia solo una fase.

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        • Boh. Forse è davvero una fase. Il mio ha tre anni e mezzo e anche lui quando arrivo la mattina dice che non vuole la mamma e che preferisce il papà.

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  11. Lo devo dire a voce alta, ne ho bisogno. Io odio essere madre. È stata la scelta peggiore che potessi fare, mi sono rovinata la vita con le mie stesse mani, ogni giorno che passa non riesco a fare a meno di pensare che vorrei soltanto tornare indietro. Chiaramente mi sento la persona peggiore di questa terra, amo mia figlia, visceralmente, e ogni cosa appena scritta mi fa ribrezzo ma non posso farci nulla, è quello che provo. Io, ansiosa patologica, come diavolo ho potuto anche solo lontanamente pensare che caricarsi sul groppone la responsabilità di un figlio – elemento ansiogeno per definizione – fosse la mossa giusta? Ho iniziato ad accusare il colpo già in gravidanza, dopodiché, com’era prevedibile, sono sprofondata nella depressione post partum. Mi sentivo inadeguata a tutto, morivo di ansia, mentre le impellenze si moltiplicavano vertiginosamente e io non riuscivo a pensare ad altro che alla vita di prima. A spallate me ne sono cavata fuori, perdendo quasi totalmente spensieratezza e rispetto per me stessa, adesso mi barcameno cercando di fare del mio meglio, di tirare avanti quotidianamente sperando che il tempo mi sia amico e mia figlia cresca velocemente. Vista dall’esterno devo sembrare un’ottima mamma, attentissima a tutto, piena di cure e di attenzioni, le do sempre le cose migliori e sì, provo a dedicarle tutto l’amore che sento dentro di me perché c’è, avvelenato dall’ansia ma c’è. La amo e mi fa pena, perché non è colpa sua, perché lei è una creatura bellissima, ma io ci sto male, vivo le incombenze della genitorialità come una trappola, mi basta un suo raffreddore per precipitare nell’angoscia, per tornare a sentirmi inadeguata e incatenata, dentro sabbie mobili che mi tirano dentro mentre io vorrei soltanto cavarmi fuori e respirare. Sono anche un’egoista, perchè penso a tutte quelle cose che potrei fare, e al modo sereno e senza patema in cui potrei farle, mentre tento di sopravvivere tra un capriccio e una lagna. Le volte in cui posso riappropriarmi dei miei spazi, di un giorno da sola o una serata in coppia, mi rendo conto di quello che ho perso e mi sento affogare. Per esigenze lavorative di mio marito, sono stata via da casa una settimana e no, non ho sentito la sua mancanza. Mi sono sentita soltanto libera, leggera, di nuovo padrona di me stessa, e la notte finalmente mi sono addormentata senza pensieri, placidamente. Poi sono tornata a casa e sono ricaduta nel solito copione, asilo da iniziare, malanni dopo neanche una settimana, sesso visto col binocolo, capricci, urla, ansia. Spesso scivolo in crisi di nervi plateali, di cui mi vergogno come una ladra. Detesto il suo pianto, quando si lagna per idiozie, mi entra nel cervello e mi fa esplodere. Non ho mai provato qualcosa di più infastidente, giuro. Mi chiedo continuamente perché, perché devo sentirmi in questo modo, mentre tutto attorno vedo donne appagate, stanche sì, a volte esasperate, ma in grado di fare le madri. Non ne posso più, vorrei soltanto scomparire.

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    • Cara Cry,
      non sai quanto ti capisco. Il mio bimbo ha tre anni, ma mi sento spessissimo come descrivi. La scorsa settimana ho visto su Netflix il film “Tully”. Non sai quanto ci ho pianto. Per quanto mi riguarda, ha descritto molto bene i miei stati d’animo. Soprattutto, ha descritto molto bene quella sensazione del prima e del dopo, quell’ambivalenza, quel continuo confronto con chi si era prima e chi si è ora.
      Non l’ho mai veramente superata questa cosa, né credo che la supererò mai. Forse ci sono persone più adatte a fare le madri, forse quella persona non sono io. Eppure, mi sentivo pronta ad affrontare una nuova sfida, volevo il bimbo, rimanere incinta per me aveva un senso e uno scopo. Però non ero pronta allo tsunami che mi ha travolto: in pratica, ho rinunciato a quasi tutto di me, e non ho ancora capito quanto sia colpa mia e quanto delle circostanze. Per un po’ ho tentato di tener su una parvenza di normalità, poi era troppo faticoso e ho semplicemente ammesso, a me stessa e agli altri, che era troppo.
      Forse c’entra il mio bimbo, che è stato un bimbo difficile – o almeno, secondo la mia percezione e rispetto al confronto con quelli degli altri. Forse c’entrano gli aiuti – pochi, col contagocce, e spesso che mi sono stati fatti pesare. Forse c’entra il covid, che ci ha costretto in situazioni assurde. Forse c’entra il fatto che il mio bimbo si ammala spessissimo, e di questo inconsciamente o meno, mi sento responsabile e chi ho intorno mi fa sentire responsabile. Forse c’entra il fatto che, in tre anni, per motivi diversi, ancora non abbiamo trovato una stabilità, una routine che sia una base relativamente tranquilla da cui partire, per non sentirsi solo costantemente affogati nelle cose di tutti i giorni.
      Non so, una cosa positiva che posso dirti, ma che vale per me, è che sono stanca, incazzata col mondo, esasperata, a volte pentita, però sono una persona diversa dalla me di prima: non migliore, ma infinitamente più consapevole. Avevo una bella, bella vita prima, è vero: stavo bene. Non benissimo, ok, avevo cose su cui lavorare. Però avevo raggiunto un relativo benessere, quella situazione in cui ti puoi godere le cose che hai. Ci ho messo su un figlio, e questo mi ha tolto tantissimo: a volte mi sento meno lucida di prima, meno figa, più lamentosa ecc. Però ho acquistato in conoscenza, in consapevolezza della vita. Non sono nelle condizioni di fare un altro figlio, ma ho deciso di sfruttare almeno il fatto di averne avuto uno.
      Un grande abbraccio

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      • Mi sembra quasi surreale trovare qualcuno che provi le mie stesse sensazioni. Anche la mia bambina ha 3 anni e non riesco ancora a metabolizzare questo cambiamento, o forse non ci riuscirò mai. Forse una parte di me rimarrà sempre lì a guardare la vita che avevo, che non era perfetta ma che comunque al netto di tutto, mi concedeva un’esistenza serena e fatta di cose più nelle mie corde. So per certo di avere un grosso problema di ansia che incide pesantemente su tutto, e so anche che se non ci fosse, sarebbe tutto più semplice. Mi sembra di essermi fatta un enorme, madornale autogol pensando di poter affrontare tutto questo con il mio disturbo. Ci sono giorni che mi sento sopraffatta da tutto, giornate in cui vorrei soltanto non svegliarmi la mattina per non dover affrontare questa realtà che tanto mi ha dato ma troppo mi ha tolto. Non so, forse sto sbagliando tutto… ma davvero la mole di ansia, pensieri e oppressione che sento in certi momenti è davvero insopportabile. Mi piacerebbe parlarne ancora, se per te va bene. Come possiamo metterci in contatto?

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    • Non sentirti sola. È un po’che leggo qui e di made che si sentono come te (come noi) ce ne sono eccome. Però col fatto che magari ci sentiamo giudicate se ci manca la vita di prima non ce lo diciamo a vedere cenda se non in spazi come questo. Parecchie cose che hai descritto le ho provate e le provo anche io e non avendo molti aiuti e potendo contare solo su mio marito finisce che sblocchiamo parecchio. Ti auguro tempi migliori, non ti legare all’immagine che gli altri dipingono delle madri. Sei una brava mamma che alle volte non ce la fa più. Un abbraccio.

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    • Quanto ti capisco. Leggere ciò che hai scritto è stato per me come leggermi dentro. Provo le stesse identiche cose, ovviamente represse e non posso dirlo a nessuno. Il mio compagno è una merda, lo detesto non capisce nulla figurati immedesimarsi in uno stato d’animo scomodo di cui in grossa parte è anche responsabile.

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  12. Lamentele, lamentele, lamentele! Non so più dove urlare la mia disperazione per un marito che non fa che lamentarsi del carico familiare mentre a me sembra sempre e comunque che faccia tutto io.. Casa, esigenze del bambino, scuola, incombenze varie e altri mille incastri. Ma niente lui si lamenta e fa la vittima.. Che non ha un momento per sé. E intanto non fa che prenotarsi serate libere e momenti con gli amici perché “sai io non ho un attimo libero”.. Mentre io sono sempre lì ad anteporre le esigenze della bambina, del lavoro e infine anche le sue alle mie. Non è giusto……

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  13. Sono stufa delle mamme che sono finte solidali e poi.voltano la faccia
    Mi.trovo nella situazione che mio figlio gia difficile di suo si.sia ritrovato a scuols un bambino anche esso con sue problematiche
    Bene sua mamms per un anno a mandarmi messaggi e cercare la mia complicità in virtù d difficoltà comuni. A usarmi (, a questo punto so che è cosi), per sfoghi consigli.chirdermi compiti che suo figlio non ricordava ecc ec
    Bene ors suo figlio fa comunells con un altro compagno contro ol mio e lo.provoca apposta sapendo che lui sbrocchera e finira in punizione ec. Ecc. La suddetta mamma si.gongola nella nuova condizione del suo che finalmente ha amici e a scuola è migliorato ecc ec. E grazie al cazzo anchr a discapito del mio ..Bene. che dovrei fare?, a me viene solo da evitarla e odiare suo figlio per mettere il mio in difficoltà ..un passo avanti e dieci indietro da quando c è questo compagno

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  14. Oh sì, forse lo siamo, un fallimento. Ma forse solo perché abbiamo figli che ci mettono di fronte alla nostra universale condizione di esseri umani. Io ne ho piene le scatole di regole universali, leggi deterministiche e quant’altro. La verità è che è troppo faticoso accettare che a volte la vita – e i bambini – non sono sotto il nostro controllo, che non tutto è in nostro potere, che non tutto è riprogrammabile, rimodificabile, gestibile. Chi ci riesce forse è bravo o forse ha solo avuto culo. Ma nell’ultimo caso non lo ammetterà mai.
    Io, con un figlio assolutamente ingestibile, mi sono ritrovata per puro caso a fare uno spannolinamento senza grossi scossoni, una cosa semplice e naturale. E quindi? Sono stata BRAVA? Comprensiva,attenta,ferma, ecc ecc? Ma col cavolo! È andata bene per motivi francamente imperscrutabili e non è che ora mi metto a scrivere trattati di spannolinamento… Ma la tendenza di molti è quella.
    Sì, anche se sto di cacca, se la logopedista nella relazione mi ha scritto che mio figlio è oppositivo provocatorio con le figure genitoriali, se non rimette le cose a posto, non ascolta, mi sento spesso una madre di cacca e vedo gli sguardi storti della gente, boh… Benedico mio figlio che mi fa vedere le cose da una prospettiva che secondo me è molto più vicina alla realtà di tante cavolate che sento!
    Poi ovviamente la colpa ricade tutta su di noi, come se i bimbi non avessero un temperamento loro… Vi dico questa: io e mio marito, tranquilli, innamorati davvero e sereni, abbiamo il bimbo che piangeva sempre e non dormiva mai. Secondo molti, il problema era chiaramente nostro che avevamo problemi e ansie irrisolte. Ok. La tipa che abitava accanto a noi, poverina, prendeva psicofarmaci, non stava bene, aveva un compagno con cui si lasciava ogni settimana, lui forse alzava pure le mani su di lei.. Lei rimane incinta e per nove mesi è una storia così. Altro che ansia e problemi irrisolti. Risultato: fa il bambino più docile del mondo. E ora venitemi di nuovo a dire che la colpa è mia….

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    • Per carità, non è colpa tua, né di tuo marito. Noi abbiamo un solo figlio di 9 anni e tuttora è difficile perché é molto oppositivo con noi. Per fortuna a scuola riesce a comportarsi bene, ma sono molto preoccupata per l’imminente pubertà, avremo ancora la forza e la costanza di cercare sempre la soluzione giusta? Siamo già esausti…

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    • Le sono molto grata delle sue parole, le ho trovate molto di conforto. Nel mio caso problemi in passato ci sono stati anche (non con mio marito, vengo da una famiglia abusiva) e fra le paure che mi vengono per via del mio passato e il fatto che io proprio come perdo troppo sonno vado giù come un macigno a livello di umore, mi faccio prendere dalla depressione.
      Alla fine io sono d’accordo e comunque al mio bimbo voglio bene ma proprio per questo la paura di non essere abbastanza brava che mi viene quando vedo delle mancanze o difficoltà paradossalmente contribuisce al pensiero che accidenti, ma c’è ne fosse una dove non affrontiamo ogni novità come una battaglia.

      Almeno, anche grazie a quello che ha detto lei credo, questi ultimi giorni sono riuscita a prenderla con un po’più di filosofia. Non posso cambiare la situazione ma a momenti alterni come reagisco, sì. Grazie ancora.

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  15. Ne ho piene le scatole di non dormire, di dover prevenire urla, di buttare via cibo, di non riuscire a togliere il maledetto pannolino. Ho letto tutti gli articoli, ho provato gli adesivi, non mettere pressione, leggere insieme i libri di pirati sul vasino. Ne ho piene le scatole degli altri genitori che a due anni ci hanno messo qualche giorno e via e ne ho piene le scatole di dover intrattenerlo tutto il giorno quando sono morta dal sonno e di riuscire a metterlo a letto alle dieci. E se provo a essere più decisa peggio che andar di notte, comportamenti anche peggiori. Sono un fallimento.

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