Un hashtag per genitori confusi: #oralosai

Avete notato che i nostri figli stanno giocando tutti con le bottigliette d’acqua mezze piene? Ora vi spieghiamo cosa è un trend.

foto di liz west utilizzata con licenza CC
foto di liz west utilizzata con licenza CC

E’ andata così: un’amica che vive in Inghilterra pubblica su Facebook uno status sibillino “Please, please tell me it’s not just me who finds this bottle flipping thing HUGELY ANNOYING!!!!!!” (Vi prego, vi prego, ditemi che non sono solo io che trovo questa bottiglia che gira una cosa estremamente fastidiosa!!!!!!).

Io e Serena, indipendentemente una dall’altra, abbiamo un’illuminazione e improvvisamente uniamo i puntini di tante frasi buttate là dai nostri figli e di bottigliette d’acqua vuote portate a scuola.

In sintesi: i nostri figli (a qualche migliaio di chilometri di distanza e senza essere in contatto tra loro) passano il tempo lanciando in aria bottiglie di acqua riempite a metà, cercando di farle cadere in piedi. Noi (io, Serena, ma poi abbiamo scoperto anche Luana e Anna) eravamo convinte che fosse una nuova trovata “geniale” dei nostri pargoli, o al limite una moda della loro classe e combattevamo tra la voglia di strozzarli e quella di prenderli a bottigliate in testa (sì, perché ogni volteggio di bottiglia è un tud di caduta, per innumerevoli tud tud tud tud di allenamento). Lo status pubblicato sul profilo dell’amica comune, ci ha aperto gli occhi e, cercando in rete, abbiamo scoperto che è un trend mondiale dilagato tra i gggiòvani.
Nei commenti allo status abbiamo letto che molti altri genitori hanno capito solo da lì che non era un’idea balzana dei figli, quella di far girare bottigliette in aria. E così si è creata una rete di consapevolezza che va dall’Italia, al Regno Unito, passando per la Svezia, il tutto partito dagli Stati Uniti.

Come nasce la moda del tiro della bottiglietta? Un ragazzotto che non sapeva quale esibizione portare al contest della scuola, si è inventato una gag in cui, dopo una premessa musicale epica, in cui sembrava che dovesse fare chissà che acrobazia, ha fatto volteggiare una bottiglietta mezza piena d’acqua, per farla atterrare in piedi. Una fesseria! Però la platea si è sbellicata dalle risate e il video è andato virale su youtube. E così ha fatto il giro del mondo e migliaia di ragazzini si sfidano, soprattutto a scuola a ricreazione, a far atterrare bottigliette in piedi.
Pare che in alcune scuole inglesi abbiano dovuto vietarlo, perché a ricreazione era un continuo tud tud tud tud tud. Vabbè, gli inglesi sono insofferenti.
A Roma invece, posso testimoniare, il contest è accettato (tollerato?) e addirittura le varie bottigliette vengono custodite nell’armadietto di classe. Solo la prof di matematica pare che un giorno abbia un po’ sbroccato, ma non voglio approfondire.

Ma perché vi raccontiamo questa storia?

Perché non è la prima volta che ci capita di non sapere assolutamente che qualcosa che fanno i nostri figli è una roba trendy, un tormentone, una moda tanto diffusa, quanto evanescente ed effimera.
Per esempio, qualche settimana fa Serena ascoltava per la prima volta “PPAP – Pen pineapple apple pen“, restando piuttosto colpita alla notizia che anche quello è un tormentone mondiale.
Ma i modi di dire, le trovate e i tormentoni dei vari youtuber idoli dei nostri figli, sono centinaia.
Oggi un trend si diffonde via internet in pochi giorni anche in tutto il pianeta. Non importa che poi sparisca nel giro di qualche settimana, è il quarto d’ora di notorietà a cui tutti hanno diritto nella cultura pop.

Ora lo sai!

Abbiamo pensato di trovare un modo per avvisarci l’un l’altro delle nuove tendenze del momento dei nostri figli. Un modo per dirci: ecco, ora lo sai!
Segnalateci qualcosa che “gira”, che tutti i ragazzini ascoltano o vedono o fanno e noi ne cercheremo l’origine e “avviseremo” tutti gli altri genitori. Potete usare tutti i canali social con l’hashtag #oralosai, oppure scrivere nei commenti a questo post o scriverci direttamente.

Perché? Perché conoscerli, anche nelle piccole cose, è il modo migliore per avere un rapporto con loro, visto che la preadolescenza e l’adolescenza, sono quelle età in cui con noi parlano meno volentieri.
E poi perché non vorrete mica passare per vecchi?!

PS. Ora fatemi sentire meglio e ditemi: ma voi questa della bottiglietta d’acqua la sapevate?

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La scuola senza zaino (spiegata a zia Ersilia)

I compiti a casa nella scuola svedese

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6 thoughts on “Un hashtag per genitori confusi: #oralosai”

  1. vogliamo parlare dello slime??? Il lancio della bottiglia è nulla in confronto a paciughi immondi di colla, detersivi e schiume da barba sparse per tutta casa

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  2. Si ma grazie al cielo è già passata. L’unica che non passa è la mania di sentire le “canzoni” di bello figo… orribile

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  3. Mio figlio settimana scorsa era un continuo lanciare bottigliette, alla domanda “scusa ma cosa stai facendo?!”la risposta è stata che a scuola giocavano così! Mai avrei pensato ci fosse tt qs storia dietro!

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