E’ sempre più frequente il caso in cui due fratelli non nascano nella stessa famiglia.
Aumenta il numero delle separazioni (meno quello dei successivi divorzi) e, di conseguenza, si riduce la durata dei matrimoni. Stesso discorso per le convivenze, anche se queste, ancora inferiori per numero, sono più difficili da monitorare statisticamente (si tenga conto che al momento della separazione in Tribunale è obbligatorio compilare un questionario ISTAT con i dati dei coniugi e del matrimonio, rendendo così molto completa la statistica sullo scioglimento delle unioni riconosciute).
Se dunque le famiglie che si dividono dopo dieci/dodici anni di convivenza dei genitori, sono in aumento, è anche in aumento il numero delle persone ancora giovani, con figli, che ricostituiscono un nuovo nucleo familiare, nel quale nascono altri figli.
Ci sono così molti fratelli e sorelle che hanno in comune un solo genitore e, spesso, vivono anche in famiglie diverse.
Quali sono le difficoltà di rapporti e la particolarità dei legami in questi casi?
Premetto che questo articolo è basato sull’osservazione di casi concreti e specifici riscontrata nella mia attività professionale che, seppur specifica nel campo, non può avere rilevanza statistica, poiché si basa su un campione comunque ridotto. E’ comunque basato anche sulla letteratura giuridica del settore.
Purtroppo, il livello di conflittualità dei coniugi/conviventi separati relativamente ai figli, è piuttosto elevato: gli argomenti di attrito maggiore riguardano, prima di tutto, la contribuzione economica del genitore non convivente con i figli (a tutt’oggi ancora il padre nella stragrande maggioranza dei casi) perchè considerata non sufficiente o non puntuale dal genitore affidatario o coabitante con i figli, o, in casi purtroppo ancora troppo frequenti, del tutto assente. Subito dopo i confitti riguardano il rapporto con i figli: modalità della frequentazione, scarsità di contatti da parte del genitore non convivente, difficoltà di accordo sulle decisioni di rilievo riguardanti i figli, rapporti con la famiglia d’origine dell’altro genitore e, non ultimo, difficoltà di rapporti con un nuovo compagno o compagna dell’atro genitore.
Come abbiamo detto, in Italia, la “normalità” si identifica con il caso dei figli conviventi con la madre ed il padre che si allontana da casa a seguito della separazione (intesa anche come cessazione di convivenza more uxorio). Se, quindi, è il papà a formare una nuova famiglia e ad avere un altro bambino con una nuova compagna, il fratellino nascerà in una famiglia diversa da quella di origine dei figli della prima unione. Se già prima di questa nuova nascita, i rapporti familiari tra papà e figli era ben consolidato ed aveva trovato un equilibrio, l’arrivo di un altro bambino sarà facilmente ben accetto. Capiterà spesso che i figli della prima unione saranno grandicelli (si consideri che molte separazioni avvengono quando i figli hanno oltre i 10 anni) e ben coscienti della nuova nascita. Questa potrà essere un’occasione per consolidare quel rapporto, sempre complicato, tra i figli della prima unione e la nuova compagna di papà: nei periodi in cui i bambini frequenteranno la casa del papà, si sentiranno meno “estranei” (ed è un disagio molto frequente), se quella sarà la case del loro nuovo fratellino o sorellina. La compagna di papà, poi, diventerà ai loro occhi “più mamma”, essendo la mamma di un fratello.
Certo, il pericolo sempre in agguato è che il figlio diciamo grande, si senta escluso dal nuovo rapporto a tre, dalla nuova famiglia. E qui sta ai genitori agire con cautela: le raccomandazioni di coinvolgere e far partecipare alla preparazione dell’evento, sono in questi casi ancor più sentite. Per esempio, dato che i figli grandi frequenteranno il papà spesso in alcuni fine settimana, potrà essere una buona idea dedicare in quei giorni un po’ di tempo ad attività tipiche da fratello maggiore “in attesa”, come allestire una cameretta o una parte della cameretta insieme, acquistare un oggetto necessario per il bebè in arrivo. Senza, ovviamente, sacrificare il tempo da dedicare al fratello maggiore: insomma, gestire con cura l’equilibrio tra l’ultimo film della Disney al cinema ed un giro al reparto lettini dell’Ikea!
Un elemento va tenuto sempre presente: nel migliore dei rapporti che si potrà creare, c’è sempre un profondo disagio del fratello grande, i cui genitori sono separati, rispetto al piccolo, che ha i genitori uniti. Questo è il vero punto focale della questione, che i genitori devono tenere a mente. Questa è l’unica gelosia di cui preoccuparsi e di cui occuparsi.
E questo disagio potrà essere ancora maggiore quando è la mamma ad aspettare un altro bambino da un nuovo compagno. Perchè in questo caso la nuova famiglia, con i genitori uniti ed il bebè in arrivo, convive con il bambino nato dalla prima unione. Se questo rende molto più semplice il “sentirsi fratelli”, la familiarità, la similitudine di abitudini e la coscienza dell’attesa del fratellino, fa però sentire ancor di più al bambino più grande questa unica grande differenza con il fratello: il nuovo arrivato ha due genitori che stanno insieme. Può ancora più facilmente scattare il terrore i sentirsi escluso, proprio perchè non c’è una casa “propria” a cui tornare quando è finito il week end.
C’è poi tutta una serie di situazioni “patologiche” in cui il rapporto tra ex coniugi o ex conviventi è talmente conflittuale, da trasformare la nuova nascita in un’arma micidiale. Madri che impediscono ai figli di frequentare la famiglia del padre, laddove il rapporto con l’ex marito è evidentemente irrisolto e vi trovano spazio ancora gelosie e rancori. Padri che svaniscono letteralmente nel nulla, disinteressandosi totalmente dei figli della prima unione (anche economicamente) e “rifugiandosi” nella nuova paternità per trovare un illusorio sollievo ai presunti errori del passato. Madri del nuovo nato che, per insicurezza o totale incomprensione, non vogliono accogliere come fratello o sorella di loro figlio l’altro figlio del loro compagno. E la casistica è varia e complessa. Analizzare tutte queste situazioni è lavoro troppo lungo in questa sede.
Vorrei fermarmi ai soli casi “sani”, “fisiologici”, dove comunque i genitori cercano di comporre tutte le tessere delle famiglie allargate per renderle armoniche e vivibili, soprattutto per i figli.
Consigli in questi casi è molto difficile darli, comunque proverò a riassumere quali sono i punti fondamentali sui quali appuntare l’attenzione.
– Risolvere tutti i propri conflitti con l’ex coniuge o ex compagno è, prima di tutto, un dovere nei confronti dei figli, in ogni caso, a prescindere dall’esistenza di nuove famiglie o meno.
– Ricordarsi che un figlio di genitori separati ha sempre e comunque due genitori è una buona norma di civile convivenza e di onestà.
– Accettare che il proprio ex coniuge ha è avrà un’altra vita è un dovere nei confronti prima di se stessi e poi dei propri figli: quello che sanno accettare i genitori è più facile da accettare per i bambini.
– L’arrivo di un fratellino, sia che viva sotto lo stesso tetto, sia che lo si veda solo nei fine settimana, è comunque un evento da affrontare insieme: tutti insieme, anche se separatamente. Tentare invano di ignorare l’evento, fa male solo ai bambini.
– Il fratello grande è sempre a rischio di vivere un senso di inferiorità perchè il fratellino ha una famiglia unita.
– L’arrivo di un fratellino è sempre un arricchimento ed ogni bambino ha il diritto di viverlo in questo modo.
– Le famiglie allargate possono vivere serenamente se tutti sono disposti a trovare un equilibrio.
Ciao, io sto cercando risposte alle mie domande… ma trovo solo risposte che riguardano i figli nati dalla prima relazione.
Io ho avuto una bimba dal mio compagno che ha un bambino di 8 anni dalla relazione precedente… non mi sono fatta i conti e presa dall’amore ecc ecc mi ritrovo qui con mille domande, mille paure ecc ecc…
la mia bimba ha 19 mesi, il fratellino viene tutte le settimane a casa nostra ma come giusto che sia lui mi chiama per nome mentre al papà “papi”…..quindi la bambina ogni tanto mi chiama mamma e 9 su 10 mi chiama per nome… ecco questa cosa mi fa diventare matta… qualcuno ci è passato? avete consigli?
Vale, con i bambini la chiarezza e la semplicità pagano sempre: puoi spiegare già da adesso a tua figlia che tu sei la sua mamma e il fratello ha un’altra mamma, che vive in un’altra casa. Perciò lui chiama mamma la sua mamma e non te e questo è normalissimo. Ognuno chiama mamma la sua mamma, mentre il papà è lo stesso e possono chiamarlo papà tutti e due. Per lei sarà semplicissimo e se tra un po’ farà domande, sarà ancora più semplice rispondere. Se tua figlia vedesse ogni tanto il fratello con la sua mamma, magari in una occasione di incontro comune, potrebbe essere tutto più semplice e naturale.
buongiorno, mi chiamo margherita Pernini ho una sorella nata da un altro padre . mia sorella ha il cognome della mamma .il padre biologico è morto e anche il nostro papa è morto . la domanda è la seguente noi siamo 3 sorelle Con il cognome uguale cioè Pernini e vorremmo dare il cognome a nostra sorella che è Di Tecco (cognome della mamma). come possiamno fare?
Io ho conosciuto il mio compagno due anni fa padre separato mai sposato di un figlio che ora ha 8 anni.
Noi abbiamo deciso da subito di volere un bimbo ed è arrivata l anno scorso una bimba.
Il padre tiene suo figlio due tre volte a settimana d accordo con la madre.
Ebbene io sono quella che purtroppo mi dà fastidio quando il bimbo si avvicina troppo a mia figlia….non sopporto che la tocchi e sono sempre che chiedo se ha le mani pulite…eccc…..
Ma vi sembra normale il mio comportamento o troppo protettivo?
Mamma mia mi sembra cattiveria pura…Ringrazia a Dio che tuo compagno riesce ad avere un rapporto vicino con suo figlio e che entrambi fratellini possano condividere mentre tua figlia è ancora piccola. Vorrei tanto che mia figlia potesse avere vicino suoi fratellini però la ex del mio marito non gli fa propio vedere. Lui soffre e io soffro vedendolo cosi!
salve qualcuno mi potra rispondere
mio padre porta il cognome di mia nonna perche suo padre gia aveva unaltra famiglia e non a dato il cognome a mio padre ma mio nonno andava a trovarlo e gli portava da mangiare ne glianni 1951 poi dopo due anni ebbi unaltro figlio e sempre a distanza li vedeva quando mio padre a leta di 15 anni il nonno se lo portava a presso
per farlo lavorare mio nonno che aveva laltra famiglia leggittima e figli con il suo cognome ogni tando vicino al figlio mascio diceva sai ti stai facendo ugale a ciro ….. ciro sarebbe mio padre quando un giorno si incontro mio padre con il fratellastro mio nonno presi la mano di tutti e due e gli disse ti presento mio figlio e uni le mani e mio padre e diciamo mio si guardarono ne gliocchi e capirono che il nonno cosa voleva dire ma dopo diversi anni il nonno mori ma mio padre non e mai stato acettato da le altre sorellastre solo questo mio zio a portato i sentimenti e no ci a mai negato ma io ne soffro che colpa a mio padre e noi che il nonno alepoca feci 2 figli con mia nonna che gia aveva una famiglia queste consequenze ce li stiamo portando noi figli io soffro tantissimo quando le sorellastre di mio padre ci negano e lidicono con mnio zio che non ci amai negato mi sapete dire perche e cosa sono io .
Ufficialmente non c’è alcun riconoscimento e quindi nessun diritto. Una ricognizione di paternità andrebbe fatta tra persone ormai decedute (immagino lo sia il padre di tuo padre) ed è un’operazione ormai fuori luogo.
Ciao,vorrei un piccolo aiuto.
Convivo con il mio compagno da 7 anni durante i quali abbiamo avuto 2 bimbi,di cui uno che ora ha 3 anni e una 1 anno.
Lui è stato sposato e da quel matrimonio sono nati un maschio che ora ha 9 anni e Du gemelle che ora hanno 7 anni.
Inizialmente quando noi abbiamo avuto il bimbo era appena nato ci vedevamo quasi ogni week end con loro.
Dopo ci siamo trasferiti ed è stato difficile vederci soprattutto io con il bimbo essendo a 900km di distanza. Nel frattempo è nata la seconda bimba che ha compiuto un anno.
Il bimbo di 3 anni è molto geloso della sorella quando il padre la tiene in braccio.
Il papà dovrà tenere ora i 3 figli a casa nostra per 7 giorni.
Io non so se sia giusto o meno essendo già una situazione di gelosia e lui sicuramente non potrà essere distante ai figli per stare con lui.
In più come si fa a spiegare a un bimbo di 3 anni il perché questi lo chiamano papà e tutto il resto?
Io credo che bisogna aspettare che arrivi ad un età che possa capire queste situazioni.
Consigliatemi vi prego.
Ciao
Ho una situazione molto simile, vorrei sapere se hai mai ricevuto una risposta
Grazie
Ciao
Invece credo sia molto utile questo soggiorno di qualche giorno tutti insieme. La gelosia per la sorella è normale e non è legata ai fratelli maggiori che devono stare con voi. Gli adulti però siete voi e dovete trovare un modo per trasmettere ai figli la sicurezza che nessuno verrà escluso: lavorate sul rapporto dei vostri due figli. A un bambino di 3 anni si spiega qualsiasi cosa, con parole a lui comprensibili: se voi siete tranquilli e sicuri, percepirà anche lui la serenità di questa situazione e diventerà la sua quotidianità. I figli della prima unione sono grandi e potete sperare anche un po’ nella loro collaborazione nel far sentire il vostro treenne accolto.
Certo, i 900 km di distanza sono un grande ostacolo per la frequentazione e per formare un’abitudine, ma con questo dovete lavorare
Cara Silvia, il metodo che suggerisci induttivo che suggerisci tu si basa su un assunto forte ossia che i “nuovi genitori” siano stabili emotivamente. Questo secondo me non è vero! A dimostrazione del fatto stiamo rispondendo a un post di Valeria il cui tema centrale è “come si fa a spiegare a un bimbo di 3 anni il perché questi lo chiamano papà e tutto il resto?”. In queste poche parole Valeria chiama per nome suo figlio e questi i figli del matrimonio/unione precedente di suo marito. Secondo me Valeria non è serena e non può offrire un clima sereno. Valeria dovrebbe prima fare un lavoro con se stessa e accettare il fatto che il suo attuale compagno aveva una famiglia prima di questa.
” questi” ????? che parola brutta….sono i figli del tuo compagno!
Brava!!! La penso come te. Che brutta cosa de pensare che il.compagno o marita appartenga solo te , annulando sua istoria precendente specialmente suoi figli.
salve, vorrei chiedere un consiglio. il mio fidanzato di 36anni ha una sorella molto piu piccola (17anni) nata dal secondo matrimonio di sua madre. con suo padre ha praticamente perso i contatti, lo sente molto raramente, mentre con la sua nuova famiglia è molto legato. il problema è il rapporto con la sua sorellastra, che è quasi patologico secondo me. si scambiano messaggi continui, lui ha bisogno di vederla il piu possibile, baci carezze , serate e viaggi insieme da soli…si chiamano amore e si ripetono a vicenda che sono la cosa piu importante per loro. quando un giorno mi sono lamentata del fatto che tutti quei baci e serate dove addirittura lei rimaneva a dormire in camera con lui mi davano particolarmente fastidio, ho subito io una “sgridata” come se fossi io che ci vedevo chissa cosa di sbagliato. mi ha risposto che lei è piccola, che ha bisogno di lui, che vista la situazione familiare è solo una cosa bella il loro rapporto, che solo loro lo possono capire, e che io invece non potro’ mai.dopo quella discussione ho paura che la cosa sia addirittura peggiorata, ho la sensazione che lui le abbia detto che io non voglio piu che dorma in casa con lui, si coalizza con lei per non dirmi quando si vedono…come posso fare per fargli capire che forse questo suo attaccamento alla sua sorellastra non è sano, ne normale? grazie infinite per la risposta
Salve la mia è una storia particolare. Mia madre dal 1°matrimonio ha 3 figli ancora sposata mia madre mi concepisce tramite una storia extraconiugale ma io però vengo riconosciuta dal 1° marito di mia madre e di conseguenza porto lo stesso cognome dei miei fratelli seppure loro padre non è padre mio biologico.
Dopo anni mio padre leggittimo si riposa ed ha una figlia la mia domanda è: questa ragazzina è sorella dei miei fratelli in quale percentuale rispetto a me?
In nessuna percentuale. È solo tua sorella. Biologicamente. Legalmente no perché tuo padre non ti ha riconosciuta
non è sorella dei tuoi fratelli e non ci sono percentuali.
Vorrei inserire una problematica che qui non mi sembra di aver letto.
Quando un figlio di prima unione….. ha dei nuovi fratelli dal padre in seconda unione… e quest’ultimo d’accordo con la nuova compagna, non vuole farglieli frequentare e conoscere, c’è una legge che lo tutela se luiha desiderio invece di avere un rapporto normale con loro?
Grazie di eventuali risposte.
Dragana,
non esistono storie di primo o secondo grado, ogni storia e’ vissuta e sofferta in modo personale. Forse la parte piu’ negativa della tua vicenda la vive il tuo compagno. Capisco anche il disagio dei tuoi genitori, e’ difficile vedere una figlia legata in una situazione che le rende il proprio rapporto con la rete di affetti del compagno poco felici. Mentre non credo nella figura del giudice istituzionale(sono ancora troppo pochi coloro che sanno districare le ingarbugliate relazioni bagnate ormai dai veleni), credo pero’ nell’ intervento dall’esterno di una persona, equilibrata e indipendente, che possa usare la propria esperienza ed umanita’. Non crucciarti, in molti casi il tempo sana queste situazioni. Auguri.
É brutto da dire ma leggere le storie di altri mette un po’ di finta serenità a me stessa, perché non mi sento sola. Sono una ragazza di 27 anni e un anno e mezzo fa ho conosciuto mio marito, sposi novelli da due mesi, e di lui mi ha colpito la sua sensibilità e la sua storia. Ha 33 anni e una figlia di 9 avuta da una compagna più grande e da una convivenza di 7 anni. Quando ci siamo conosciuti lui viveva da solo già da un anno e passa e frequentava la bimba tutte le settimane per tre giorni e così per tutto l anno di convivenza naturalemente io non mi sono mai lamentata perchë lui mi aveva già avvisata e quindi quando prendeva la bimba io stvo dai miei genitori. Poi mi propose di conoscerla ma da li a oggi inizio un incubo. Preciso che lui versa alla bimba 300 euro mensili senza nessun avvocato ma per scelta, ma quando ha detto alla ex di noi e che ci daremmo sposti tutto é diventato difficile. In breve non ho ancora mai visto la bimba, mio marito la sente tutte le sere e la vede 2 volte al mese perché ci siamo trasferiti per morivi lavorativi in un altra città, la bimba si ë stranita e non vuole nemmeno che si parli di me e la ex lo ha trascinato in tribunale dichiarando che é cambiato e che la bimba non ha nessuna intenzione di venire a casa nostra e il giudice ha proposto che vengono gli assistenti sociali per verificare il nostro tenore di viata, io capisco che ë difficile per una figlia accettare che il padre non stia con la madre ma io non sono la causa di questa rottura, e soffro da morire per l ostilità che mi h mostrato la ex e per la continua sofferenz di mio marito che non passera il Natale con me e sua figlia insieme e per i miei genitori che vivono a loro volta tutto questo…ma io spero ancora che mi diano la possibilità di dimostrare che siamo una famiglia e se si viole tutto si puo risolvere .
buongiorno,è possibile che mio padre venda ad un prezzo ridicolo (falsa vendita) la sua meta di appartamento di circa 60.000 euro alla sua seconda figlia avuta con la seconda moglie oltre ad averci sempre dato il mantenimento piu spese universitarie (dopo essersi anche separato dalla seconda moglie ) e a me suo primo figlio non mi ha mai dato nessun mantenimento essendo anche disoccupato e vivendo solo con mia madre? Ed il notaio dove fatto la compravendita non mi ha nemmeno interpellato.. è possibile? volevo sapere se posso impugnare l atto notarile ed se mi è di diritto un quarto della meta di appartamento di mio padre (REGALATO) alla figlia ?
Anna,
io ho sempre creduto che prima di convivere con un partner si dovrebbe frequentare un corso e prima di fare figli ci vorrebbe una licenza da ottenere previo esame. E’ tardi per me,.. ho imparato ma per mettere in pratica dovrei vivere due volte. Ora sono padre di 4 figli e il mio più’ grande sogno e’ vederli almeno una volta insieme e senza odio …
Se fossi ricco, avrei optato per un mio finto funerale.
Auguri a te Anna.
Ciao mi chiamo Anna e ho 2 figli da una precedente convivenza, mi sono lasciata perchè costui nono voleva lavorare e mi maltrattava ancora oggi passato un anno che ci siamo lasciati non percepisco nessun assegno di mantenimento per i miei figli, nonostante le continue minacce che mi fa non gli ho negato di vedere i bambini. Detto ciò voglio dirti che mi dispiace molto e adesso ho capito che prima di concepire un figlio bisogna veramente capire a fondo il carattere di una persona perchè dopo è troppo tardi aver capito chi avevamo accanto detto ciò ti saluto ciao.
Le situazioni dei genitori separati e dei figli sono sempre differenti per cui non esiste una unica medicina che accomodi tutto. Io sono un genitore di un figlio nato da una fin troppo giovane unione, ma ho anche un figlio nato da un matrimonio durato appena tre anni. Mentre ero all’estero per lavoro, e a mia insaputa, la allora moglie si procuro’ un nuovo compagno, mi prosciugo’ il conto in banca, mi denuncio’ per abbandono del tetto coniugale, chiese separazione e susseguente divorzio, in absentia, condito da un assegno mensile che ancor oggi io considererei una vincita al lotto. Sorvolo le angherie a cui venni sottoposto appena rimpatriato, ma vorrei sottolineare che mi ritrovai senza casa, senza lavoro,e non solo senza la mia seconda famiglia ma di riflesso anche in difficolta’ con la mia precedente compagna e relativo figlio. In quelle condizioni non mi rimase che emigrare e vivere alla “pane e cioccolata”. Oggi anziano torno in Italia senza beni e pensione, e quel che e’ peggio, bandito dal frequentare i miei due figli, ormai professionisti quarantenni, e i loro figli. Chi debbo ringraziare per la mia personale capitolazione e lasofferenza recata ai miei figli? Oggi ho solo la simpatia penosa delle mie ex moglie ed ex compagna. Capisco l’odio che provano i mie figli per il sofferto “abbandono”.
Ma non capisco come le certe istituzioni, pullulando di magistrati senza coscienza, possano arrecare danni materiali e psicologici e sofferenza a tanta gente, e nascondere poi la propria inettitudine, se non corruzione, sotto la pompa del costume.
Oggi e’ tardi per riparare ma anche non c’e’ nessuno che possa chiedere almeno scusa.