Avere fiducia nell’altro genitore è ancora più difficile in caso di separazione, sia perché vogliamo proteggere il più possibile i figli, sia perché abbiamo la tendenza a proiettare nell’altro la propria delusione personale.
…sì, quello da cui vi siete separati
Quando vostro figlio passa del tempo con l’altro genitore, come ben sapete, non state compiendo l’atto di fiducia del cedere il vostro pargolo, ma state lasciando che vostro figlio goda di un suo diritto importassimo. Però se lo fate con la fiduciosa consapevolezza che il/la vostro/a ex ha a cuore il benessere del bambino, starete meglio tutti: il bambino, che è evidentemente la parte da tutelare; voi, che potrete godere del vostro tempo libero (ora siete single, non è necessariamente un male); e anche l’altro genitore, anche se forse la sua felicità vi interessa relativamente, o addirittura, diciamoci la verità, sperereste che soffra almeno quanto voi, specie se vi ha appena lasciato. So che è brutto da dire, ma prenderne atto è il primo passo da compiere per migliorare il vostro approccio. Se lo provate, ammettetelo con voi stessi. Con il mondo potete continuare a negare, non è importante.
Tornando a noi, ecco perché un rapporto di fiducia con la persona da cui vi siete separati, in condizioni di normalità e non di reali pericoli per il bambino, è tanto difficile quanto soddisfacente.
Non c’è pericolo
Se vostro figlio, con l’altro genitore, osserva regole diverse da quelle che osserva con voi, non è in pericolo di vita. Non è in pericolo se non finisce la cena. Né se va a dormire un’ora più tardi. Né se si fa il bidet ogni due giorni. Se pensate che l’altro genitore non si prenda abbastanza cura del bambino, contate fino a centocinquantaquattro, parlatene, se c’è bisogno arrabbiatevi, se c’è bisogno arrabbiatevi molto e adottate le misure necessarie, ma cercate di essere oggettivi e di chiarire a voi stessi se state difendendo vostro figlio o solo rendendo la vita difficile alla persona che non vi ama più (o che voi non amate più). Abbiate chiari i vostri fini e i vostri mezzi, non ve la raccontate. La vostra rabbia merita attenzione, ma il bene di vostro figlio ha la precedenza.
Vostro figlio non è in pericolo se l’altro genitore frequenta un’altra persona, un uomo o una donna che non siete voi. Un uomo o una donna che potrà, eventualmente, diventare importante, nella vita di vostro figlio, ma che non prenderà il vostro posto, perché semplicemente non è possibile.
Questo non significa che, in nome dell’amore universale, non dobbiate essere vigili, e non notare se qualcosa turba il bambino. Non siete tenuti a fidarvi di una persona che non avete mai visto, però potete trovare il modo di confrontarvi con il/la vostro/a ex, anche se non sarà probabilmente divertente, per capire se è il caso di presentare il nuovo partner al bambino, che persona è, e sperare che vada tutto bene. Silvia ha parlato in questi stessi schermi degli aspetti legali che concernono il nuovo partner del genitore separato.
Non avete scelta
Io credo che avere dei genitori a volte sia una sfortuna per le persone. Non ricordo un periodo peggiore di quando ero tra le grinfie di mia madre, una brava persona e (ma questo l’ho capito molto dopo) una che ce l’ha messa tutta in condizioni difficili, ma troppo diversa da me per fare le scelte che avrei fatto io e che oggi ritengo sarebbero state bene per me. Ma amen, sono sopravvissuta a un’infanzia infelice. I genitori non ce li scegliamo.
Però è molto probabile che la persona con cui vi siete riprodotti, almeno per qualche ora, l’abbiate in qualche modo scelta. Se vi siete separati, è probabile che ora pensiate di aver sbagliato, nel scegliere quella persona. Ed esiste anche la possibilità che il vostro/la vostra ex non sia un genitore brillante, secondo voi o oggettivamente. Ma è il genitore che vostro figlio si è ritrovato. Avete il dovere di intervenire se vostro figlio soffre, ma non avete il diritto di estorcergli confessioni di presunte mancanze dell’altro, o di minacciare il vostro ex se fa cose orribili come portare il bambino a saltare nelle pozzanghere, riportandolo a casa sporco e col sorriso. Lavare le scarpe infangate è un incubo ma dovete essere in grado di distinguere quella che è una questione tra voi e il/la vostro/a ex (“perché dovrei essere io a lavare le scarpe infangate e non lui/lei?”), e quello che è il bene del bambino (“il fatto che me l’abbia riportato sporco non significa che il bambino sia turbato, triste, arrabbiato”).
Se avete scelto male il partner, avete tutto il diritto di riprovarci, di cambiare partner e di cambiare vita: ma non potete cambiare il genitore che avete dato a vostro figlio.
L’argomento è delicato, e ammetto che più di una volta ho lasciato le bambine col padre provando una forte inquietudine. Il mio senso di protezione nei confronti delle bambine fa a botte, e spesso vorrebbe uccidere, il mio amore di pace di cui questo post è pervaso (forse mentre scrivevo ho acceso un incenso troppo forte). Ho notato che le bambine, in certe occasioni, hanno seminato un po’ di zizzania, per ottenere qualcosa. Per esempio hanno sentenziato “Papà ci lascia vedere la tv fino a mezzanotte”, conoscendo la mia ben nota paranoia nei confronti della televisione (notate che non ho detto “conoscendo i noti pericoli costituiti dallla tv”, bensì “la mia paranoia”). O forse sono stata io, a estorcere confessioni, insistendo con la domanda “Fino a che ora avete guardato la tv?”. Ho comunque deciso di basare la mia fiducia nei confronti del padre principalmente su un parametro, tipo la vita fosse un Usability Test: quando lo vedono arrivare sono felici? E la risposta è: sì, non vedono l’ora.
posso dire la mia, da mamma ormai divorziata da una vita e con figli ormai adulti, ma avevano 14 ed 11 anni ( i gemelli) quando ci siamo separati?
Ho sempre pensato e Paolo ha sempre pensato che la separazione era la nostra e non la loro e che loro erano i nostri figli: non ” andavano ” da papà ma, per qualche giorno , VIVEVANO con lui e, si sa, in ogni casa ci sono delle regole: siccome, comunque, la casa del loro papà era anche la loro, dove avevano le loro camere e le loro cose,ne discutevano assieme, così come discutevano con me, qua a casa nostra.
quando ci si separa è vero che, nella maggior parte dei casi, i figli restano con la mamma nella così detta ” casa coniugale”. Ma non è vero che le ” regole” che dettiamo noi – o meglio, non regole ma stili di vita – siano per forza le migliori. Non si tratta di andare in vacanza dai nonni o dagli amici. si tratta di vivere qualche giorno con il loro papà, che ha pure il sacrosanto diritto di vivere la sua vita da papà, assieme ai suoi figli, come ritiene giusto.
un abbraccio Emanuela
ps. è chiaro che, per fare tutto ciò, è necessario mantenere dialogo e rispetto.Credo che, per i figli, si debba fare questo ed ancora di più
Brava!!! Non c’è altro da aggiungere…davvero non facile ammettere certi sentimenti e certe ripicche e soprattutto mettere in pratica certi atteggiamenti!!! Complimenti!!! 🙂