Ecocartoni (e non parlo di imballaggi)

Dopo il planetario successo di qualche anno fa del film d’animazione in cui si consumavano più ottani e si producevano più gas di scarico della storia cinematografica mondiale (sto parlando di Cars, ovviamente!), ho notato una svolta.
Che sia perchè il cartoon Disney-Pixar deve essere educativo a tutti i costi (magari i lazzaroni della Dreamworks si fanno un po’ meno problemi morali!), o perchè i geni del marketing cinematografico hanno verificato che il tema ecologista piace ai bambini, abbiamo assistito ad una serie di film d’animazione che parlavano esplicitamente di ecologia.
Wall-e qui da noi è amato alla follia! Il dvd è consunto ed il Sorcetto ne canticchia le arie (anche se si tratta di sola musica, senza parole). E’ ben fatto, delicato, adeguatamente spettacolare, ironico e romantico. Insomma, un cocktail perfetto di azione e buoni sentimenti.
Di quel film amo molto l’immagine farsesca e decadente di un’umanità sfatta ed omologata che ha preferito scappare per la via più facile, abbandonando la Terra sommersa di rifiuti, e che finge di credere ancora in un futuro ritorno, ma, in realtà, spera che questo non avvenga mai. La metafora della nave da crociera come oblio di ogni problema planetario è estremamente azzeccata.
Sono certa che il Sorcetto ha apprezzato di più tutte le scene nello spazio profondo e tutte le rocambolesche corse dei due robot, ma tutto sommato credo che abbia afferrato il concetto che la mondezza sommerge, se non interveniamo per gestirla; che il vero nemico del mondo non sono improbabili mega-robot, ma la follia degli uomini; che il potere dirompente di un’idea e di una speranza è più travolgente di qualsiasi eroe.
Negli ultimi mesi sono arrivati nelle sale natalizie due film su temi simili.
Astroboy, tratto da uno storico manga, mi ha colpito molto. A parte l’originalità del disegno, si interseca il tema classico del rapporto uomo-macchina, con temi più profondi, come la reazione di un padre alla perdita del figlio. E torna anche qui il grande tema ecologico della “mondezza”! Ancora una volta c’è una Terra sommersa dai rifiuti, gettati dal luogo in cui l’umanità si è rifugiata, costruendo un mondo tanto pulito e perfetto, quanto artificiale.
Il secondo film di questi giorni è decisamente meno interessante come pellicola: trama un po’ scontata e nessun particolare pregio stilistico (ma resta un’opinione personale), ma anche “Piovono polpette ritorna su un tema ecologista. Facendo il verso ai “film catastrofici” parla dei pericoli della manipolazione della natura e dei danni che può provocare l’interventismo umano. Ci sono delle scene di ruspe che ammassano avanzi di cibo in una sorta di diga straripante, che fanno passare la voglia di mangiare per un bel po’ dopo la visione.
Certo, il tema dei rifiuti che un’umanità sconsiderata abbandona, pensando di potersene disinteressare, finchè non arrivano a schiacciarla, non è certo nuovo.
Il Sorcio, a scuola, sta lavorando ad uno spettacolo di fine anno basato su uno dei racconti delle Città invisibili di Italo Calvino: quello sulla città di Leonia, dedita al consumismo più sfrenato e, per questo, assediata dai suoi rifiuti che gli abitanti accatastano, privi di consapevolezza, ai suoi confini. Le immagini della Leonia di Calvino si ritrovano pare, pare in Astroboy e in Piovono Polpette.
Insomma, ai bambini questo tema piace, li coinvolge, lo capiscono. Parlare di mondezza non li fa sorridere scioccamente: lo considerano un argomento serio. Stanno imparando a pensarlo come un problema, come un pericolo. Ci stanno lavorando su.
Stanno imparando che l’eroe è Wall-e, l’unico essere, non umano, ma fieramente appassionato, che rimane imperterrito a pulire la Terra, anche quando la sua missione sembra ormai talmente smisurata da essere senza possibilità di riuscita. Stanno riflettendo sul fatto che solo in un mondo dove ci si rimboccano le maniche, tutti insieme, si può riemergere. Stanno imparando che nelle favole moderne non si combattono più poveri draghi o lupi sulla via dell’estinzione, ma la sconsideratezza umana: unico vero mostro.
Certo, non li salveremo con un cartone animato o con la recita scolastica… ma a me questi bambini piacciono proprio!

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4 thoughts on “Ecocartoni (e non parlo di imballaggi)”

  1. Però in Cars il furgone Wolkswagen versione figlio-dei-fiori-peace-and-love era uno spasso, assumeva carburante verde di sospetta origine e dagli effetti stupefacenti… 🙂
    Spero proprio che le nuove generazioni siano più attente a questo tema, se non ci muoviamo rischiamo davvero che sia troppo tardi!
    Ciao

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  2. Noi siamo freschi di Piovono Polpette! Decisamente esilarante! In effetti forse queste storie riescono a trasmettere i valori dell’ecologia o quanto meno i risultati di un atteggiamento non-ecologico. Unite all’esempio che ogni giorno noi quasi-eco-genitori diamo dovremmo riuscire a tirare su una generazione più ecologica. Quando sono stata in Danimarca ho visto giovanotti allegrotti da una bevuta gettare la bottiglia nella raccolta differenziata! L’educazione è mezza ecologia?

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