Le donne senza figli

Cosa pensano le donne senza figli ogni volta che noi madri ci lamentiamo del peso quotidiano della maternità? E cosa pensano ogni volta che ce ne usciamo con un inopportuno “tu non puoi capire”?

Sara Boriosi scrive di vino nel suo Rosso di Sara – Quando le donne bevono vino e di vino si occupa a tempo pieno nel mezzo della verdissima Umbria. Intelligente, spiritosa, colta, bella, appassionata del suo lavoro: what else? Oggi ha deciso di regalarci, appunto, qualcos’altro di sé.

Foto di Kristy utilizzata con licenza Creative Commons
Foto di Kristy utilizzata con licenza Creative Commons
Il pensiero si è formato in testa da solo, complice la pioggia battente di questo primo giorno uggioso di autunno e mentre scrivo mi sto sfinendo di cioccolato amaro per radunare le idee.

Mentre guidavo verso il centro commerciale ho inserito il pilota automatico che mi ha permesso di arrivare a destinazione sana e salva nonostante la mia testa fosse altrove, persa a ragionare con amorevole struggimento sulla vita delle mie nipoti, ormai ragazze. E immaginandole prese dalle loro cose ho avuto una fitta allo stomaco: mi capita spesso, mi capita quando le vedo condividere una complicità esclusiva con la loro mamma, mia sorella. E penso che nonostante sia una buona zia, dedita a viziare quanto più possibile le mie ragazze, mi piacerebbe essere così vicina a loro, così tanto vicina da poterle strapazzare per ogni errore che fanno e abbracciarle senza sentire la distanza che un parente, seppur prossimo, vive suo malgrado.

Ho quarant’anni e se mai riuscissi a diventare madre, sarei una mamma affaticata dall’età. E fuori sincrono con il resto della progenie in famiglia, ma questo sarebbe un dettaglio trascurabile. Mentre le mie sorelle si godono i propri ragazzi tirando il fiato per le fatiche appena concluse dopo l’uscita dalla prima infanzia, io mi ritroverei ad affrontare indecifrabili pianti per esigenze che non comprendo, veglie imposte, inserimenti al nido e festicciole con urla e truccabimbi.

Uno scenario improbabile, visto che tutte le volte che ho tentato di avere un bambino non ci sono riuscita, e quando ci sono riuscita poi l’ho perso (a tal riguardo nessuno ha detto mai abbastanza sul dolore dei morsi uterini post aborto); non mi si attacca nemmeno il raffreddore dopo aver pomiciato con un febbricitante, figuriamoci se mi si impianta per bene un embrione.

Mentre gironzolavo tra gli scaffali del supermercato, ho pensato a questo. E poi è stato quasi del tutto automatico fare due considerazioni.
Il fatto che io e molte altre donne non abbiamo figli, chi per scelta precisa e chi per impossibilità dovuta a circostanze di varia natura come un partner che manca o un corpo che non ce la fa, non vuol dire che non capiamo certe cose. Spesso sento dire con odiosa sicumera non puoi capire fino a che non hai figli. Vi assicuro che non è così. Io lo immagino benissimo che cos’è l’amore per un figlio che è parte di te. Vi giuro che lo so cosa significhi amare sopra ogni altra cosa il tuo bambino, riempirti i polmoni del suo odore, vivere attraverso di lui che vive grazie a voi.
Lo so! E non posso spiegarlo meglio.
Il fatto che non sia in grado di averne non mi preclude di capire un amore così incommensurabile.

E proprio per questo, il secondo pensiero riguarda le madri che si sentono inadeguate al ruolo. Spesso ne soffrono, immeritatamente. Lasciatevelo dire da chi vi osserva a distanza, siete brave anche se nessuno ha il dovere di riconoscerlo.
Altre volte invece capita che vi sediate sul compiacimento della vostra presunta inadeguatezza. E qui non posso fare a meno di provare un forte fastidio.

Capita a volte di trovarmi in mezzo a discorsi tutti orientati sull’incapacità di tirare su un bambino, di quanto questo porti via il vostro tempo di ragazze spensierate. È odioso, e fa il paio con la storia del non puoi capire.
Ricordate che vi è concesso quello che per natura non è così scontato avere, non giocate a fare le imperfette perché la maternità vi priva temporaneamente delle mollezze della vita da universitaria, anche se di anni ne avete più di trenta.

Io, e molte altre donne come me, ci troviamo a fare le zie per sempre. Siamo destinate a rimanere sulla soglia, senza entrare.

Quando mi sono trovata alla cassa, ho trovato un carrello pieno di cose inutili. La più necessaria, una bottiglia di vino costosa. Questa andrà in cantina perché voglio che invecchi un po’ con me.

– di Sara Boriosi

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73 thoughts on “Le donne senza figli”

  1. bel post, delicato e pieno di sensibilità.
    Alcune delle mie amiche storiche non hanno (ancora?) figli e questo ci ha allontanato. Ho sempre cercato di non dire “tu non puoi capire” anche se l’ho pensato. Non l’ho detto perché non sarebbe stato giusto. Ma in questi anni spesso non mi sono sentita capita. Per me quel “tu non capisci” significava questo! Mi sono stufata e piano piano mi sono allontanata. Ne soffro perché mi mancano le mie amiche, ma non vedo grandi soluzioni. Era diventato frustrante! Il doversi sempre giustificare perché certe cose non le fai più, perché cambiano anche le priorità economiche…

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  2. Sono mamma di una ragazza di 19 anni e capisco quale possa essere il tuo dolore nel non poter avere figli perchè quella è la cosa più bella e meravigliosa che possa succedere nella vita di una donna e sia che sia per scelta sia per impossibilità fisica il non avere figli, volendoli, comporta sicuramente una consapevolezza ancora più grande di quanto sia importante. Il “non puoi capire” io l’ho detto spesso alle donne che non hanno figli ma non legato a
    questo legato al fatto che molte donne senza figli si elevano a giudici dei tuoi comportamenti, del tuo modo di
    educarli, esordiscono spesso con “io farei ….io direi….io non accetterei” e questo purtroppo è proprio una di quelle cose che “non possono capire” . E non si tratta dei sacrifici o della vita che cambia, si tratta proprio di alcune dinamiche che si verificano solo nel momento che li devi educare e che cerchi di farlo nel migliore dei modi e spesso sbagli ugualmente. Devi creare dei compromessi fra la tua vita, la vita della coppia e la vita di tuo figlio, devi cercare di avere un clima adatto per la crescita di un figlio e nello stesso tempo adatto a vivere la tua vita perchè solo la tua serenità e la serenità della tua famiglia fa si che tuo figlio cresca nel migliore dei modi e non sempre e facilissimo come sembra. Questo è secondo me quello che le donne senza figli “non possono capire” e che quando cercano di farlo peccano di presunzione. Per il resto dare la vita è il completamento naturale di ogni donna e capisco perfettamente il tuo disagio nello “stare sulla soglia” Ciao Silvia

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    • Ho 41 anni, non ho figli ma non mi sono mai posta il problema di averne. Quando ero più giovane ero possibilista. Ora no…sono convinta di non volerne, perché non voglio affrontare gravidanze, parti, nottate in bianco, e la responsabilita di una persona che dipende da te per una vita…non ho voglia di essere l anziana madre di un ventenne, e credo che i bambini debbano avere genitori capaci di correr loro dietrp, freschi e attivi ( sara che mi sento un po invecchiata in questi ultimi 10 anni). Decisamente non ne ho voglia, e spero di realizzarmi ancora sul piano professionale, ma non penso che la vita sia solo carriera…anche perché alla mia età occuperei gia un posto importante, non sarei una quasi disoccupata…ma purtroppo per la mia professione sono tempi duri. Non mi sono sentita dire mai che non posso capire…mi inferocirei se però qualcuno mi dicesse che sono donna a metà.. Cosa significa?? Io sono prima di tutto una persona con le mie passioni, le mie aspirazioni etc, ho un compagno fantastico, vivo in un bel posto…. Non sono impaccata di soldi, ma conduco una vita dignitosa. Non accetto di essere considerata una donna a metà, non vedo perché dovrei sentire la necessità di riprodurmi: io non sono il mio utero né sono madre per definizione…semplicemente non è la mia priorità nè mi realizzerei con l essere madre. Ma allo stesso tempo sono felice per le mie amiche che mi comunicano di essere incinte e so che per loro uno o più figli sono un grande desiderio e una priorità. Una mia amica di oltre 40 anni dopo una vita a cercare un figlio ormai era rassegnata…ed ecco che è rimasta incinta senza aspettarselo (pensava di avere sintomi della menopausa!!!!!). Sono sinxeramente felice per lei. L empatia in genere è sempre stata una mia caratteristica… Cosa non sempre riscontrabile nelle madri. Diventare madre non rende migliori come il non esserlo non rende peggiori….grazie.

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  3. Bell’articolo, pero’se posso vorrei raccontarvi la mia di storia in breve…. Dissero a me e a mio marito in un centro di fecondazione assistita che non avremmo potuto avere figli. Avevo 31 anni… Prima mazzata, il senso di inadeguatezza di non essere capaci di procreare. Seconda mazzata, il buon Dio mi fece rimanere incinta naturalmente il momento che disattivammo il cervello, peccato che all’8settimana scoprii di avere un tumore placentare, risultato?raschiamento. 1 anno di calvario tra esami ecc e vedere pancioni e carrozzine dappertutto!risultato ?frustazione e senso del”perche’propio a me?
    Fortunatamente sono rimasta di nuovo incinta naturalmente e ora ho una bimba di 4 anni, ovviamente sono la mamma piu’felice del mondo. Ho passato tutti e tre gli stadi , ovvimente come tutte le mamme del mondo mi lamento di notti insonni, di pappa, di pupu’ e via discorrendo, capisco lo stato d’animo di chi non puo’avere figli, di chi l’ha perso e di chi e’genitore. Non e’facile x nessuno . e nessuno ha piu ‘ragione di un altro. Manca il senso di liberta’?non mi lamento xche’essere madre e lavoratrice(autonoma)e’una mia scelta, ma se avessi dovuto avrei adottato, perche’madre e’chi cresce non. Solo chi mette al mondo figli. Scusate lo .sfogo

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  4. Quanta verità nelle tue parole. Il problema è che qui da noi, molto più che in altri paesi europei (ho vissuto all’estero per qualche anno), una donna senza figli è percepita come “incompleta,””non realizzata”, addirittura “egoista” e di conseguenza “incapace di capire”…
    Proporrei nelle scuole la lettura della Badinter e della De Beauvoir per aprire un po’ le menti delle future donne! Sperando che almeno loro potranno esser un po’ più tolleranti e, di conseguenza, libere.

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  5. 47 anni, due figli di 11 e 10 (mamma attempata.)
    Non arrivavano, li ho desiderati, tanto, al limite della pazzia, e chi ci è passato, sì che lo puo capire.
    Come, forse, molte mi possono capire, quando poi arrivano, lì sì che IO non potevo capire come mai tutte quelle fatiche le avessi sottovalutate. Come IO potevo, prima aver pensato, che ce l’avrei fatta bene, meglio?
    Ecco, IO non sono ancora riuscita a capire come mai, anche se magari gli altri, mi fanno i complimenti per come stanno venendo su, IO invece capisco che non MI basto, non GLI basto.
    E’ senso di inadeguatezza questo Sara?
    Perchè per la mia prima amatissima nipote mi sono sentita una zia super? Cavoli, a ripensarci, quante ne ho fatte con, e per lei!
    Non capisco perchè non riesco a dare quel meglio di me ai miei figli, o forse anche solo a sentirmi così completa, così perfetta, come mi fece sentire “fare la zia”

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  6. Sai Sara…..per essere Madri ci vuole coraggio…..anche quello di saper accettare con serenità la legge della natura e lasciarsi trasportare dalla lagge del cuore…..essere Madre non significa farlo un figlio ma crescerlo…..non solo da Madre ti parlo ma anche e soprattutto da Figlia….una Figlia Speciale che ha reso Genitori due persone Speciali….che di figli propri non ne potevano avere…….loro hanno avuto il Coraggio…..quello Vero…..di amare incondizionatamente una creatura che qualcun altro aveva messo al mondo……ora lo sapevano…..Per Loro…..una figlia adottiva…..perché trincerarsi dietro un blando e superficiale “Non posso avere figli” rivela solo egoismo…..non il vero desiderio di essere Madri….se il Buon Dio non mi avesse mandato la mia meravigliosa creatura….mai e poi mai avrei osato sfidare la natura…..subito sarei corsa ad abbracciare il bimbo che non avrei “potuto fare” ma che avrei saputo amare……

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  7. Per diverso tempo, quando un’amica mi confidava di essere incinta, provavo felicità per lei ma anche una fitta dentro. Irritazione sovrana verso chi mi diceva che non potevo capire alcune “mattane” dei genitori. Nella mia interpretazione quella frase intendeva dire che avendo figli avrei immediatamente compreso e giustificato mille errori e omissioni. Poi è arrivata una figlia, poi un figlio. Non ho giustificato ogni errore, ma effettivamente adesso penso che prima sul serio non potevo immaginare… non tanto l’amore che si prova, ma quanto questo amore mi avrebbe cambiata. Perché non volevo che mia figlia crescesse con una mamma come me. E so che oggi non posso immaginare come mi sentirei oggi se pensassi che quella fitta allo stomaco mi avrebbe accompagnata sempre. Mi sento davvero grata alle amiche e colleghe senza figli, che so che li hanno desiderati – qualcuno hanno potuto portarlo in grembo ma non partorirlo – perché hanno gioito insieme a me. Devi essere una gran bella zia.

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  8. Sono forse l’unico papà (di tre bambine meravigliose) che risponde a questo post. La mia convinzione, basata unicamente sulla mia esperienza, è che fino a che non ho avuto la prima bambina, non potevo nemmeno lontanamente intuire cosa significasse essere padre (o madre), la quantità di sacrifici e la quantità di amore che sarebbero arrivati insieme alla bimba. Forse sono (ero) poco sensibile, ma finché non si vive il quotidiano con il proprio figlio non penso si possa capire cosa significa averne uno.

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  9. Sono di quelle a cui spesso dicono e hanno detto: ” tu non hai figli ( e cazzzzz…pietà come avrei voluto averne!) …non puoi capire!” Ma ho imparato a rispondere :” avete ragione…non ho figli….però posso capire i figli…io sono figlia…so cosa desidera un figlio….so cosarovero un figlio….” ….. E sai che soddisfazione vedere quelle facce ammutolire?? In bocca al lupo … Perché tu un giorno possa passare dall’altra parte!

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  10. Io ho da poco compiuto 40 anni, purtroppo non sono mamma, e non so se riuscirò mai ad esserlo (ma ne dubito, e non è questo il luogo per descrivere il dolore lacerante che ciò comporta). Grazie al cielo mai una volta nella vita mi è capitato di sentirmi dire “tu non puoi capire”; e probabilmente se mi fosse stato detto, proprio in questi termini, mi sarei imbufalita. Eppure sono convinta di non poter capire… come nessuno può capire fino in fondo una situazione che non vive. Mica è una colpa.

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  11. Carissima Sara,
    ti dico una cosa. Io non è che non posso avere figli, è che non voglio e non ne vorrò avere, per svariate ragioni. La fondamentale è il mio lavoro e la mia formazione: quando raggiungerò una posizione che potrà permettermi quei soldi e quel tempo, preferirei investirlo nei prendermi una laurea, forse anche due, nel coltivare la mia formazione, o anche solo nello stare a ciondolare per le vie a fare shopping. Forse perché ho avuto dei genitori gravosi sulle spalle, più che altro perché io sono così, e quando la gente mi dice (fortunatamente quasi nessuno) ”non puoi capire”, forse han ragione. Io non posso capire in senso pratico cosa stai passando, cosa passerai, la fatica che fai. Tu non capisci cosa passo io, la fatica che faccio, e quelli che per me, i miei lavori, sono i miei ”figli”. Che coinvolgono anche anni di gestazione, e che possono essere accantonati, rifiutati e sparire in un soffio. Mi piacerebbe forse adottare un ragazzino con una famiglia in difficoltà, un ragazzino di 16-17 anni che nessuno adotta, perché mi ricorda come fu la mia vita, ma non ne sono sicura. A ognuno le sue scelte, la dignità della sua vita, e la dignità è anche dire ”Hai ragione, non capisco”, precisando però che tanta gente non può capire ogni altre cose, è impossibile provare le emozioni che provano gli altri, questo fa parte della diversità di ognuno e non è un male, ma un bene.

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  12. Ciao a tutti,

    sono stordita da quanti giri di web ha preso questo post e non nascondo un certo imbarazzo: mi sento come se vi avessi fatto vedere le mie mutande.
    Spero di non aver turbato gli animi, e mi auguro che si capisca il messaggio che ho voluto sottolineare.
    Grazie davvero, è stato un piacere condividere questo pensiero e sono felice che sia fonte di confronto.

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