Cosa pensano le donne senza figli ogni volta che noi madri ci lamentiamo del peso quotidiano della maternità? E cosa pensano ogni volta che ce ne usciamo con un inopportuno “tu non puoi capire”?
Sara Boriosi scrive di vino nel suo Rosso di Sara – Quando le donne bevono vino e di vino si occupa a tempo pieno nel mezzo della verdissima Umbria. Intelligente, spiritosa, colta, bella, appassionata del suo lavoro: what else? Oggi ha deciso di regalarci, appunto, qualcos’altro di sé.
Il pensiero si è formato in testa da solo, complice la pioggia battente di questo primo giorno uggioso di autunno e mentre scrivo mi sto sfinendo di cioccolato amaro per radunare le idee.
Mentre guidavo verso il centro commerciale ho inserito il pilota automatico che mi ha permesso di arrivare a destinazione sana e salva nonostante la mia testa fosse altrove, persa a ragionare con amorevole struggimento sulla vita delle mie nipoti, ormai ragazze. E immaginandole prese dalle loro cose ho avuto una fitta allo stomaco: mi capita spesso, mi capita quando le vedo condividere una complicità esclusiva con la loro mamma, mia sorella. E penso che nonostante sia una buona zia, dedita a viziare quanto più possibile le mie ragazze, mi piacerebbe essere così vicina a loro, così tanto vicina da poterle strapazzare per ogni errore che fanno e abbracciarle senza sentire la distanza che un parente, seppur prossimo, vive suo malgrado.
Ho quarant’anni e se mai riuscissi a diventare madre, sarei una mamma affaticata dall’età. E fuori sincrono con il resto della progenie in famiglia, ma questo sarebbe un dettaglio trascurabile. Mentre le mie sorelle si godono i propri ragazzi tirando il fiato per le fatiche appena concluse dopo l’uscita dalla prima infanzia, io mi ritroverei ad affrontare indecifrabili pianti per esigenze che non comprendo, veglie imposte, inserimenti al nido e festicciole con urla e truccabimbi.
Uno scenario improbabile, visto che tutte le volte che ho tentato di avere un bambino non ci sono riuscita, e quando ci sono riuscita poi l’ho perso (a tal riguardo nessuno ha detto mai abbastanza sul dolore dei morsi uterini post aborto); non mi si attacca nemmeno il raffreddore dopo aver pomiciato con un febbricitante, figuriamoci se mi si impianta per bene un embrione.
Mentre gironzolavo tra gli scaffali del supermercato, ho pensato a questo. E poi è stato quasi del tutto automatico fare due considerazioni.
Il fatto che io e molte altre donne non abbiamo figli, chi per scelta precisa e chi per impossibilità dovuta a circostanze di varia natura come un partner che manca o un corpo che non ce la fa, non vuol dire che non capiamo certe cose. Spesso sento dire con odiosa sicumera non puoi capire fino a che non hai figli. Vi assicuro che non è così. Io lo immagino benissimo che cos’è l’amore per un figlio che è parte di te. Vi giuro che lo so cosa significhi amare sopra ogni altra cosa il tuo bambino, riempirti i polmoni del suo odore, vivere attraverso di lui che vive grazie a voi.
Lo so! E non posso spiegarlo meglio.
Il fatto che non sia in grado di averne non mi preclude di capire un amore così incommensurabile.
E proprio per questo, il secondo pensiero riguarda le madri che si sentono inadeguate al ruolo. Spesso ne soffrono, immeritatamente. Lasciatevelo dire da chi vi osserva a distanza, siete brave anche se nessuno ha il dovere di riconoscerlo.
Altre volte invece capita che vi sediate sul compiacimento della vostra presunta inadeguatezza. E qui non posso fare a meno di provare un forte fastidio.
Capita a volte di trovarmi in mezzo a discorsi tutti orientati sull’incapacità di tirare su un bambino, di quanto questo porti via il vostro tempo di ragazze spensierate. È odioso, e fa il paio con la storia del non puoi capire.
Ricordate che vi è concesso quello che per natura non è così scontato avere, non giocate a fare le imperfette perché la maternità vi priva temporaneamente delle mollezze della vita da universitaria, anche se di anni ne avete più di trenta.
Io, e molte altre donne come me, ci troviamo a fare le zie per sempre. Siamo destinate a rimanere sulla soglia, senza entrare.
Quando mi sono trovata alla cassa, ho trovato un carrello pieno di cose inutili. La più necessaria, una bottiglia di vino costosa. Questa andrà in cantina perché voglio che invecchi un po’ con me.
– di Sara Boriosi –
io sono una che onestamente prima di avere figli “non potevo capire”. da quando è nato mio figlio è cambiata la vita ma non è né la vita pratica, né solo il sentimento ad essere nuovo e mai provato, ma si cambia proprio come persone. io non me l’aspettavo che fosse un evento così rivoluzionario e profondo, e sinceramente quando leggo i post delle ragazzine quarantenni che dicono “non ho figli ma ho un cane”, bé, lì sì che viene dal cuore il “tu non puoi capire”… ben diverso è quando immagino la sofferenza di chi avrebbe voluto averne e non ha potuto, e sto male al pensiero che per un soffio avrei potuto non vivere tutto questo, visto che il mio bimbo è nato dopo un aborto e dopo di lui ne sono venuti altri tre, cercando un secondo bimbo che forse non arriverà mai. E se parlo con amiche che non si sentono pronte, o hanno paura, o pensano che in fondo potrebbero farne a meno cerco di fare loro capire che si precludono un’esperienza fisica ed emotiva che di più intende non ce n’è. Concordo su tutto quello che scrivi sulle lamentele: sono periodi che passano troppo in fretta….
Sono diventata mamma da un anno, e ne ho 41. Non ho mai detto a nessuno “tu non puoi capire”, perché per anni l’hanno detto a me (anni in cui ho fatto felicemente la zia mentre tentavo di avere un figlio). Mi guardo bene, dal dirlo. Ma confesso che a volte, in questo anno, l’ho pensato. L’ho pensato perché davvero non sapevo a livello “pratico” (finché non l’ho vissuto sulla mia pelle) cosa significasse la vita quotidiana con un bambino. E non parlo di amore, o di rapporto privilegiato, parlo di fatica fisica. Io credo che questo sia difficile da immaginare, almeno lo è stato per me. Anche se quando mi dicevano “tu non puoi capire”, mi arrabbiavo moltissimo e pensavo “invece capisco benissimo”. Ma non era così. Ma la mia è solo un’esperienza.
Sono mamma da un anno e credo faccia parte della vita lamentarsi ogni tanto, ad esempio della stanchezza e del non riuscire a fare una doccia. È tutto normale, come chi si lamenta di un lavoro non soddisfacente…dovrebbe forse tacere in nome dei disoccupati? Non credo, e quindi ad ognuno la propria storia.
Bello. E vero…. Hai assolutamente reso quello che si prova…
Io 41 anni, sposata da quasi uno. Quasi 8 anni fa tumore al seno, chemioterapia, terapie e nonostante tutto il ciclo torna ma è evidente che qualcosa “si è rotto”. Difficilmente avrò figli…ma quando sento lamentele o peggio ancora vedo mamme “pericolose” mi sento salire una rabbia incredibile. La vita ha voluto così ma….a volte è dura…
Un bellissimo post. E aggiungerei, non me ne vogliate mamme, ma anche basta con tutto questo parlare della maternità, e dei figli, e del rapporto con i figli. Come se diventare madri ci rendesse tutte un po’ superstar. Che noia, dopo un po’, tutto questo parlarsi addosso delle mamme. Ben vengano le zie, allora, con un punto di vista più fresco e sincero!
Grazie.
Mia sorella (unica tra sei a non avere figli) sarebbe stata una mamma perfetta o imperfetta 😀
Immagino il suo dolore nel non poter aver avuto questa possibilità, nell’essere sempre messa a conoscenza di tutte le nostre problematiche di mamme… essere sempre e solo la zia.
E’ una mamma nel cuore… e quanto mi spiace che non sia una mamma al 100%.
Noi mamme ci sfoghiamo e ci sentiamo non semidee, ma donne imperfette e mai all’altezza.
Cruccio della donna… aspirare ad essere sempre altro e criticare ciò che ci differenzia leone dalle altre.
Mio marito non poteva avere figli, abbiamo provato a metterci in lista per affrontare un’inseminazione artificiale ma lui non ha retto moralmente (o forse era solo una scusa), così ci siamo tolti dalla lista.
Così è svanita ogni possibilità di diventare mamma e con lei anche il mio matrimonio.
Oggi ho 42 anni, divorziata, tre splendidi nipoti, una gatta, una cantina fornita di bottiglie di vino rosso non proprio costose ma che invecchieranno con me e un grande vuoto che niente e nessuno potrà colmare.
Cosa penso quando una mamma si lamenta??? La mando mentalmente a quel paese…….tanto io non posso capire!!! 😉
Ho quarant’anni e un anno fa esatto ho avuto un aborto spontaneo dopo un’inseminazione… Hai scritto esattamente quello che ho dentro. Ora sono sola con la tristezza dentro. Ma con la voglia di ritrovare l’amore vero e una famiglia!
Il tuo pezzi mi ha fatto piangere. Perché io ero una donna destinata a non essere madre e quindi so bene quello che senti. Poi grazie alla scienza io io mio marito che insieme nel nostro letto non riusciamo a fare figli, siamo diventati genitori. Ogni giorno quando mio figlio si sveglia mi sembra un miracolo essere madre. Se non ci fossi riuscita forse sarei morta di dolore equestre mai avrei accettato di equestre sapere solo zia. Conosco quel dolore provato per tanti anni anni per questo ti stringo forte
Non ho figli. Detesto quando mi dicono che “non posso capire ma solo immaginare”. Sarà così, ma almeno io immagino cosa vorrebbe dire averne. La maggior parte delle donne non si sforza nemmeno di immaginare cosa voglia dire non poterne o volerne avere. Le donne quando compiono il loro dovere biologico entrano in un Olimpo. Delle semi-dee. E noi? Restiamo esseri umani, pronti ad accettare, soffrire, gioire. Il che non so se ancora mi turba o mi rende felice. Grazie, bel post.
Io sono diventata mamma a 41 anni, quindi capisco entrambe le cose: come sia non avere figli (e non riuscirne ad avere) e cosa significhi averne (ed è una cosa che è andata oltre ogni mia immaginazione)…Il tuo articolo mi è piaciuto, proprio per il tuo modo di porti senza preconcetti. Hasta la vista
Da mamma, un articolo delicato, meraviglioso. È vero, a volte ci sentiamo in due mondi che non si incontrano. Ma ci vuole empatia e rispetto da entrambe le parti. A volte strozzerei certe mamme. Ma come, proprio noi che abbiamo sperimentato la simbiosi assoluta siamo poi incapaci di una elementare sensibilità?
sono una mamma di due bimbe, ho letto tutto l’articolo con la commozione negli occhi… mi sono ritrovata nelle mamme che non lo dicono ma che in fondo lo pensano che chi non ha figli non possa capire appieno cosa significhi….. dopo aver letto quanto hai scritto mi dico che probabilmente mi sbagliavo. Complimenti bel post, molto toccante.
Un articolo meraviglioso e molto toccante. Grazie.
Valentina
“non mi si attacca nemmeno il raffreddore dopo aver pomiciato con un febbricitante, figuriamoci se mi si impianta per bene un embrione”: ok il rammarico di non poter figliare, ma questo è sputare sul proprio sistema immunitario. Che dire, beata te se hai una tale salute di ferro da darla per inezia scontata…