Crescere un figlio unico

“E allora? Quando lo fate il secondo?”
La domanda viene posta da genitori, zii, nonni, parenti alla lontana, portinaie, lattai, edicolanti, anziane signore sconosciute incontrate sull’autobus, più o meno dal secondo anno di vita del vostro primogenito in poi…
Tutto bene se potete serenamente rispondere: tra sei mesi, l’anno prossimo, dopodomani, sono incinta. Ma se per caso avete deciso che il vostro bambino sarà unicogenito per il motivo che vi pare a voi, guardatevi dall’ammetterlo, o inizierete una conversazione densa di luoghi comuni!
Nel nostro Paese aumentano i figli unici ma, paradossalmente, come accade spesso, la mentalità non si adegua tanto facilmente alla realtà. E così l’opinione che circonda i genitori di un solo figlio e quella essere egoisti, pavidi e poco capaci. E allora: alla riscossa!

figlio-unico

Crescere un figlio unico è esattamente come crescere un figlio

un figlio doppio, un figlio triplo… tanto saranno tutti unici e differenti. La dimensione della propria famiglia è la propria dimensione: se ce la siamo scelta, se le vicende personali hanno deciso per noi o se non è stato proprio possibile avere altri figli, comunque questi siamo noi, in tre.
La crescente consapevolezza del ruolo di genitori, nella nostra generazione, fa sì che ci si pongano molti (troppi?) problemi: la paura di viziare troppo l’unico bimbo, di renderlo troppo egocentrico o intransigente, il bisogno di farlo sentire meno solo.
La Dott.ssa Rosalba Trabalzini, psichiatra e psicoterapeuta, “assolve” i genitori dei figli unici, citando il Prof. Gail Wasserman del Child Psychiatry “Babies & Children’s Hospital” di New York , il quale ha passato molti anni a studiare bambini figli unici e la loro famiglia: “Il figlio unico è simile in tutto e per tutto ad ogni altro bambino. In effetti per loro essere figli unici si tramuta in un vantaggio. Sono maggiormente motivati ad andare bene a scuola, hanno una educazione esemplare e sono fortemente motivati al raggiungimento del successo. Di norma hanno una buona salute fisica”.

IL FIGLIO UNICO VIZIATO

La Dott.ssa Trabalzini ci aiuta a sfatare il luogo comune per eccellenza: “Un antico preconcetto vuole che il figlio unico sia più viziato degli altri, ma il problema dei figli viziati è molto più generale. La responsabilità pesa, ovviamente, sui genitori e ha due radici diverse: da una parte l’eredità del permissivismo che per un paio di decenni ha segnalato l’educazione, dall’altra l’esigenza di non perdere troppo tempo. Oggi le mamme e i papà sono sempre più indaffarati e tendono ad imboccare qualche scorciatoia di troppo nel percorso educativo dei figli. […] E’ più facile, per arginare i sensi di colpa, cadere nell’errore di evitare i conflitti. E non è vero che con un solo bambino si tende a essere più permissivi. Forse paradossalmente avviene il contrario: se i figli sono più di uno c’è anche meno energia per spiegare e motivare eventuali dinieghi, mentre sul figlio unico, spesso programmato e scelto come tale, si tende ad investire di più, a dare il meglio di sé e quindi a viziare di meno”.
In effetti con un solo figlio ci si concentra molto sulla sua educazione, sulla conoscenza del suo carattere e si ha più tempo per interagire con lui in un modo ponderato. Si ha più tempo per porsi delle domande e per ragionare sul proprio ruolo di genitore. Avere un figlio solo è quindi un’occasione preziosa da sfruttare proprio per non tirare su una persona “viziata”.

IL FIGLIO UNICO SOFFOCATO

La riflessione sul proprio ruolo, deve certamente portare il genitore di un figlio unico ad evitare l’iperconcentrazione sul bambino. Bisogna fare uno sforzo interiore e trovare la misura del rapporto con nostro figlio: evitare di essere iperprotettivi e di caricarlo di aspettative che non sono sue, ma nostre.
Ogni figlio, unico o no, deve imparare a camminare con le sue gambe e per la propria strada: quindi renderlo indipendente e capace di idee e progetti propri è il compito di ogni genitore, indipendentemente da quanti figli abbia. Sono infatti convinta che l’eccessivo spirito di protezione dei figli, la tendenza a giustificarli oltremodo ed a compiere scelte che dovrebbero essere loro, sono fatti dipendenti dalla natura dei genitori e non da quella dei figli o dal loro numero.

IL FIGLIO UNICO SOLITARIO

Quello che un genitore di figlio unico deve però sempre tenere a mente è che non potrà mai sostituirsi ad un fratello o ad una sorella. Non è possibile e non è necessario: ogni bambino deve costruire una serie di rapporti con i suoi coetanei e tra di loro deve scegliere i suoi amici. Mamma e papà non devono essere amici, fratelli o sorelle, devono essere sempre mamma e papà: come tali possono giocare, possono trascorrere del tempo con il loro bambino, possono parlare ed offrire supporto, ma non hanno nessun bisogno di sopperire alla mancanza di fratelli, perchè in realtà i figli unici non hanno la percezione della solitudine, tanto temuta dai loro genitori, e vivono la loro condizione con molta naturalezza.
Lo “sforzo” che è consigliabile ai genitori di un figlio unico è quello di creare le occasioni e di favorire il rapporto del bambino con i suoi coetanei: gli amici, ma anche i cugini, in modo che possa sviluppare il rapporto familiare con altri bambini. Quindi un occhio di attenzione si può avere nell’organizzare occasioni di incontro, scambi di visite e pomeriggi di gioco.
Oggi, poi, tutti i nostri figli frequentano il nido o sicuramente tre anni di scuola materna, anche per molte ore al giorno, quindi il pericolo di un figlio unico isolato dalla società dei suoi coetanei è decisamente scongiurato.

IL FRATELLINO NON E’ UN OBBLIGO

Un fratellino non si “regala”: non bisognerebbe farlo neanche con un cucciolo, figuriamoci con un nuovo membro della famiglia!
Ad un certa età, molto variabile per ognuno, può capitare che il bambino chieda ai genitori di avere un fratellino: la frequentazione con bambini che hanno fratelli può generare questo desiderio, legittimo e positivo. Se mamma e papà non si sentono pronti o hanno deciso che la dimensione del nucleo familiare resterà quella, non dovrebbero sentirsi in obbligo di soddisfare a richiesta del figlio. Se si ha un figlio unico e si pensa di averne un altro, questo deve essere fatto soltanto se si ha tempo ed energie per accogliere un nuovo bambino e non perché si è preoccupati che l’unico figlio possa desiderare un fratello o una sorella.

Per concludere, c’è una illuminante affermazione del Dott. Claudio Mannucci, autore del libro Figli unici. Psicologia dei vantaggi e dei limiti

non c’è una “malattia figlio unico”. Tutte le ricerche presenti in letteratura scientifica (pochissime invero) non hanno mai messo in luce sintomatologie così ricorrenti da dover essere registrate. Nel lavoro di ricerca e clinico svolti dall’Istituto per la Ricerca Psicologia e la Psicoterapia del Figlio Unico di Roma, abbiamo rilevato la presenza di disturbi psicopatologici equivalenti alla norma

Ecco quindi alcuni concetti utili per noi genitori di figli unici come piccole “regole” da meditare:
– incoraggiamo l’indipendenza di nostro figlio;
– non siamogli “devoti”: provoca più sensi di colpa che amore;
– cerchiamo il giusto equilibrio tra lo spronare senza pressare, incoraggiare senza obbligare, o peggio ricattare affettivamente;
– creiamogli occasioni di socializzazione, ma non interferiamo con la sua vita di relazione con i coetanei;
– non “iperinvestiamo” su di lui: è la peggior minaccia ed il peggior limite che possiamo accollargli;
– evitiamo la dipendenza, soprattutto “materna”, di nostro figlio;
non deleghiamo a nostro figlio la realizzazione dei nostri sogni: realizziamoli noi, sarà un esempio prezioso!

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21 thoughts on “Crescere un figlio unico”

  1. L’articolo è interessante e pieno di ottime riflessioni (positive) … eppure io mi sento cosi in colpa per non aver dato un fratello o una sorella a mio figlio (unico)
    Il tempo è sfuggito al mio controllo e mi sono ritrovata “vecchia”… questa è l’unica spiegazione. Ma di certo non quella che possso dare a mio figlio che mi chiede coma mai noi siamo solo in tre .
    Mi sento male al pensiero che sarà solo quando io e suo padre saremo ancora più vecchi e forse lui dovrà occuparsi di tutto (spero non di noi) senza un supporto, un consiglio , un aiuto, una condivisione dei doveri.
    MEA CULPA

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  2. Ciao a tutte, sono mamma di un figlio unico e sono divorata dai sensi di colpa per non potergli dare un fratellino o una sorellina. Sono preoccupata perchè ho paura che si senta solo, e per questo sono diventata ansiosa. Vorrei tanto essere rincuorata perchè sono stanca di stare male. Grazie

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  3. Ciao a tutte, leggendo i vostri commenti mi sono ritrovata a condividere nuovamente stati d’animo del passato!Ho un bambino di quasi dieci anni, un secondo figlio l’ho perso quattro anni fa al settimo mese, ed è stato uno scioc per tuttio, soprattutto permio figlio, che lo desiderava tanto!Essendo una persona che crede, ho fatto vivere al mio bambino il trapasso del fratellino in maniera dolce..trovando per strada o in casa cuoricini di ogni fora e dimensione..che regolarmente fotografo..sono un pensiero carino con cui comunichiamo con lui!!!
    Crederci o no ..non è importante , ma ci ha aiutato molto!Oggi..ne parliamo ancora..ma serenamente..e accettiamo di restare in tre..felici comunque di essere insieme!!!

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  4. Stefania, io non posso che ripetere quello che ho scritto nel post: il fratellino non è un obbligo.
    Prima di tutto c’è da risolvere un punto essenziale nella vostra coppia, prima ancora che con vostra figlia. Anche perchè dici che litighi spesso con tuo marito per questo. Ma se i fratellini non si regalano, i figli non si impongono. Fermatevi a riflettere sul motivo di questa differenza.
    Il problema con tua figlia si risolverà quando sarà risolto tra voi: quando non sarai tu a sentire una stretta al cuore entrando in un negozio per neonati (ma perchè entrarci, ora???) lei sarà serena, con o senza fratellino in arrivo.

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  5. ciao io sn mamma di una bimba di 5 anni che gia da tempo mi chiede un fratellino\sorellina io vorrei tanto nn lasciarla da sola ma mio marito nn ne vuole sapere al momento,litighiamo spesso x questo argomento,mia figlia piange ogni volta che si entra in un negozio x neonati vorrebbe comprare qualcosa x il frat\sorella,cm devo comportarmi?

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  6. grazie Silvia per questi preziosi consigli, io sono mamma di uno splendido figlio unico di nome Matteo di quattro anni e mezzo, e sia io che mio marito abbiamo deciso di fermarci perchè ci sentiamo apposto così,pinamente soddisfatti della nostra vita a tre;anche se alcune volte mi prende l’angoscia perchè ho paura di perdere mio figlio, nel senso quando sarà grande e si farà gistamente la sua vita se ne andrà…e a differenza di una donna che rimane sempre più legata alla famiglia gli uomini vanno dai genitori quando prorio non se ne può fare a meno…e la cosa devo dire che mi fa soffrire molto, anche se non è il nostro caso nel senso che io non ho mia madre e abito sopra i miei suoceri che mi aiutano a guardare Matteo quando sono a lavoro sia io che mio marito, la domenica ci piace stare anche da soli a casa nostra avvolte andiamo giù dai miei suoceri o altrimenti in giro dalla mattina alla sera a fare delle belle girate percui la mia famiglia cioè con mio padre passiamo pochissimo tempo, ma guardando le mie amiche e le mie conoscenze la maggior parte di loro va da mamà (suocera di lui)…spero che siano paure infondate grazie baci a tutte !!!

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  7. grazie silvia. per ora sto cercando di capire qualcosa (ho cominciato a lavorarci oggi) dunque nn so ancora nemmeno che cosa ci butto dentro:)
    cmq vi tengo aggiornate.
    grazie mille intanto

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  8. silvia, se per caso prendessi qualche spunto da qui per la puntata, faccelo sapere. e comunque lasciaci indicazioni su questa puntata, così la seguiremo.

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  9. Panz che bello trovarti qui. Sei onnipresente nel web. Stavo facendo una ricerca per la puntata che devo scrivere per la prossima settimana (titolo: meglio figli unici?)e guarda un pò dove sono capitata. :)Mi sono sentita a casa…Un abbraccio….
    P.S. Secondo me il direttore me l’ha assegnata apposta questa puntata:) forse mi ha letto lo scompiglio della decisione????

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  10. In effetti i sensi di colpa mi stanno uccidendo: mi sento spesso sconfitta come madre, perché vorrei cercare “la mia strada” senza dover sentire forte il peso della responsabilità di un figlio che quotidianamente ricerca le miei attenzioni. Io ci sono, ci sono sempre. Ho scelto di fare la casalinga per dedicarmi a lui (visto che mio marito fa i turni al lavoro) e di seguirlo nei compiti o accompagnarlo dai suoi amichetti quando lo invitano, ma a lui questo non basta. Mi chiede ogni giorno «cosa facciamo?…io sto con te…Ma tu mi vuoi bene?», ma io non posso star sempre dietro a lui e vorrei avere i miei spazi. A volte penso che se avessi avuto 3 figli sarei stata meglio!

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  11. Giusto Panz… ammettere che forse si sta bene così, deve essere per forza una cosa da dire con un fondo di senso di colpa???
    Comunque nei prossimi giorni seguirà il terzo articolo sulla figliounicità (sempre ad opera mia, per ovvia divisione dei compiti con la mia socia che in questo momento è del tutto estranea all’argomento, dato che il suo secondo figlio ha 14 giorni e credo sia molto presa dalla bifiglitudine!).
    Aspetto di leggerti su Liquida.
    E adesso approfitto per farmi subito un giretto da te! Ciao ciao. S.

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  12. come al solito scrivete dei post molto interessanti e belli…sto preparando un articolo per liquida sul tema e vi ho citate a larghe mani.

    la mia esperienza è quella di una mamma che probabilmente, per motivi di salute, non potrà avere altri figli.

    mi sento costantemente chiedere “a quando il secondo?” e la trovo una domanda davvero poco carina, perché non tiene affatto conto dei problemi e delle scelte individuali.
    infatti, forse, se devo dirla tutta, anche potendo non ne avrei fatti altri: noi stiamo bene così e per il momento non sono molto pronta…

    grazie per queste informazioni preziose!
    buona giornata
    panz

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