Consigli sul come conservare al meglio i libri e combattere i parassiti della carta stampata.
Su una finestra di Amsterdam ho notato questo enorme poster con su scritto: Home is where my books are. E concordo perfettamente. I nostri libri ci descrivono e ci identificano, quindi facciamo bene ad adottare alcune precauzioni per conservarli al meglio e aiutarli a sopravviverci.
Ultimamente sono andata a svuotare una casa di famiglia e non so voi, ma a me dà un piacere tattile maneggiare i vecchi libri, anche se pieni di polvere. Nel mio caso ho inscatolato soprattutto vecchi testi scolastici e agiografie di santi e beati oscuri. La carta, le foderine fatte in casa con i fogli marroncini del pane, le illustrazioni, gli orli smangiucchiati, i fili delle rilegature, i grumi di colla che si staccano dal dorso (si, lo so, sono io, non ci fate caso).
Maschio alfa e io ci siamo incontrati su una serie di ossessioni condivise e collezionare libri è una di queste. Cioè, lui che è uno metodico in realtà colleziona contenuti, che siano musica, parole, fumetti, io che sono più ctonia mi circondo di robe, che poi ingombrano e fanno disordine, ma ognuno ha diritto alle proprie nevrosi.
Resta il fatto che ci siamo sentiti veramente una famiglia seria, sposata e posata quando non solo almeno lui aveva un lavoro fisso e almeno io avevo recuperato le mie infinite scatole di libri, che per un bel po’ di anni una va avanti a forza di bagagli a mano col peso specifico dell’ uranio per portarsi un po’ alla volta la biblioteca privata dall’ Italia in Olanda (altri tempi pre-low-cost, come sono antica), ma quando ci siamo posti il problema di comprare delle librerie.
Perché quando quantifichi in 50 metri lineari di scaffale il minimo indispensabile di spazio che ti serve per iniziare a catalogare i libri tocca pensarci bene alla libreria che ti serve. Deve essere robusta, componibile, espandibile e soprattutto non costare un patrimonio che i soldi ci servono per comprare altri libri.
Insomma, all’ inizio risolvemmo con un meraviglioso negozio di mobili in legno venduti a pacchetti fai da te, scaffali che ci siamo laccati e montati con amore e che nel frattempo abbiamo traslocato e riciclato infinite volte, infatti gli ultimi pezzi sono ancora utilissimi nella baracca. Ci avevamo comprato anche il nostro primo letto insieme, a una piazza e mezzo per la stanza da studente in cui maschio alfa si sarebbe trasferito un mese dopo esserci conosciuti. La prima visita ufficiale dai suoi per Pasqua l’ abbiamo passata a scartavetrare e laccare tutti i singoli pezzi, poi uno dice che stiamo ancora insieme. A noi il letto nell’albero secolare con il palazzo intorno di Ulisse e Penelope ci fa un baffo.
Poi ci trasferimmo nella prima casa in affitto dove avevamo in mente di passare almeno i successivi dieci anni, e ci ritrovammo una parete di quattro metri di altezza per cinque. Che riempimmo di scaffali da magazzino in metallo galvanizzato, che poi bastò tagliare e aggiungere montanti e ce li riciclammo anche per la casa successiva, dai soffitti notevolmente più bassi.
Avere tanti libri per casa comporta però anche tante visite di animaletti tipo tarme, pesciolini d’ argento eccetera e nello scaffalone da 20 m² ne trovavamo tantissimi in giro. In vista del trasloco quindi, per traslocare i libri ma non i loro visitatori, mi sono studiata la cosa su internet e, a distanza di cinque anni e un numero quasi nullo di pesciolini tra i libri, posso forse ammettere che il sistema ha funzionato. Ve lo ripropongo quindi in pochi semplici step; dire fasi o passi fa talmente old fashioned che rischio di sembrare una di quelle che i libri aaaah, no, niente Kindle per me, e l’ odore della carta, e il pesciolino d’ argento che fa tanta compagnia, insomma se dico step sembro più attuale e vi scordate che ho la casa piena di carta.
1) Scrollate i libri
Afferrate i libri – delicatamente – per il dorso e scrollateli con l’ apertura delle pagine verso il basso, semmai sventolandolo un pochino in modo che gli eventuali pesciolini in residence cadano per effetto della forza di gravità. Dove e come lo fate per evitare che il pesciolino sfrattato vi resti in casa lo decidete voi, balcone, giardino o direttamente sopra il bidone del rusco sono delle possibilità.
2) Ascoltami, i poeti laureati (cit. Eugenio Montale)
Procuratevi tante, ma tante foglie di lauro, pare che i pesciolini d’argento ne vengano respinti, che invece a livello letterario fanno tanto poeta laureato. Ho quindi inserito a casaccio delle foglie di lauro o dentro i libri o tra un libro e l’altro prima di rimetterli negli scaffali. Nel frattempo ho spolverato e aspirato in tutti gli angoli, così gli eventuali pesciolini d’ argento negli interstizi venivano tolti.
3) Le travi della nostra casa sono i cedri (cit. Cantico dei Cantici)
Se lo dice la Bibbia è proprio vero, insomma, sembra che il profumo di cedro sia un forte repellente non solo per i pesciolini d’argento e le tarme, ma anche per altre bestiacce infestanti. Solo che cos’ è il cedro, che ce ne sono almeno tre tipi e non appartengono manco a famiglie uguali? E c’ è quello del Libano e c’ è quello americano che ci si fanno gli antitarme, io per semplificarmi la vita mi sono comprata una boccetta di olio essenziale, l’ ho sparsa dietro gli scaffali tra muro e pavimento e pace. Ha funzionato, non ha funzionato, boh? Il profumo comunque era ottimo anche se i primi tempi maschio alfa annusava perplesso.
Oggettivamente non ho più incrociato pesciolini d’ argento tra i libri, tranne recentemente in uno scaffale in cucina e allora ho tolto il coperchio a un barattolo di foglie di lauro e aspetto di vedere cosa succede.
Tenete presente inoltre che oli essenziali di alloro, di timo, di lavanda e di lemongrass (che avevo in casa e ho usato quella) fanno anche da repellenti per le tarme. Visto che da quest’ estate già un paio di volte apro un cassetto dell’ armadio a muro e ne vola fuori una farfallina, ho infilato anche dei batuffoli di cotone imbevuti di olii tra i vestiti. Intanto di farfalline non ne ho viste più, poi vedremo se la cosa dura nel tempo.
Un’altra cosa che ho cambiato appositamente nella casa nuova sono state anche le pitture usate per le pareti, sono passata da quelle a base di latex, tanto robuste e lavabili, a quelle in grassello di calce. Questo perché queste ultime sono igroscopiche, quindi assorbono l’ umidità, che è il primo nemico dei libri e crea invece un ambiente molto gradito ai pesciolini d’ argento e hanno una funzione termoregolatrice per gli ambienti.
Quindi lo so che gli e-book non comportano problemi di polvere, spazio e pesciolini d’argento e prima o poi passerò alla fase contenutistica di mio marito, a cui non importa su che supporto ce l’ abbia, purché i contenuti a cui è affezionato siano accessibili. Ma finché li ho (ad alcuni libri dei bambini, specie illustrati, sono così affezionata che non li ho passati neanche ai cuginetti), io vado di foglie di lauro e oli essenziali, sperando che ci credano anche i miei pesciolini d’ argento.
Gloria grazie, hai perfettamente ragione, io in effetti ricordo di aver sparso foglie di alloro come coriandoli a carnevale ma in effetti forse non dentro i libri. Un’ altra cosa in cui differisco dagli olandesi che conosco è che io allineo i libri contro il fondo dello scaffale, quindi i dorsi sono ognuno a distanza diversa a seconda delle dimensioni del libro, qui invece spesso vedo i libri allineati tutti in fila verso l’ orlo esterno dello scaffale. Poi ho capito che questo permette di far circolare meglio l’ aria dietro, ma è una mia impressione o è davvero così o sono i soliti olandesi neurotici e amanti dell’ omogeneità che non sopportano di vedere i libri a scalini?
Un po’ entrambe le cose. In effetti un po’ di aerazione dietro potrebbe aiutare, ma e’ anche vero che, se guardi il rovescio della medaglia, potrebbe essere spazio per far correre felici dei topolini! Credo che movimentare i libri una volta ogni tanto per dare una spolverata tutto sommato in casa sia sufficiente per tenere sott’occhio la situazione. Ed e’ anche la maniera piu’ semplice e immediata 🙂
Comunque avere i libri allineati sul davanti, al di la’ dell’ordine estetico, direi che aiuta anche a evitare il classico danno alla cuffia del libro quando lo tiri fuori dallo scaffale, ma non vado nel dettaglio o mi tocca inondarvi di termini tecnici, e io vi voglio bene 😀
Un altro suggerimento al volo: se possibile, non mettere la libreria a ridosso di un muro esterno, e un pelino scostata dal muro.
Mi ha fatto tanto sorridere questo post e da restauratrice-conservatrice di libri non potevo non rispondere al richiamo! L’alloro tra le pagine dei libri non lo metterei, nel tempo potrebbe macchiare la carta oltre a creare spessore e distorsione, ma si potrebbero mettere sacchettini cosparsi qui e la’ nella libreria. Ma piu’ di tutti, come giustamente accenni anche tu, e’ importante fare in modo che l’ambiente in cui sono conservati i libri non sia umido. Gli infestanti i genere amano umidita’ e buio, la muffa prolifera in ambienti caldo-umidi. Insomma, che non sia troppo caldo (ma nelle case, si sa, e’ difficile), che non siano esposti alla luce diretta del sole (ingiallimenti e scolorimenti) e che siano almeno a 10-15 cm da terra: non si sa mai che si rompano i tubi dell’acqua, e una volta bagnati i libri sono compromessi. E non usate mai lo scotch per ripararli 😉
Ciao!
Grazie, Jasmine, non lo sapevo, ma allora ci ho azzeccato con le citazioni nei titoli (e dai, datene una anche per il primo punto)
La citazione sulla finestra di Amsterdam è di Ernest Hemingway 😉