Battaglie perse

Ci sono alcune battaglie che sono perse in partenza.
Non importa quale metodo si sceglie di adottare. Non c’è modo di vincerle.
Da noi è quella di far rimanere il Vikingo seduto a tavola per tutta la durata della cena. Abbiamo impiegato quasi ogni metodo a nostra disposizione, escluso il legarlo alla sedia con fune di acciaio.
Abbiamo stabilito regole ferree, minacciato pene, punizioni, premi.
Abbiamo tentato di insegnargli il senso delle conseguenze: se ti alzi da tavola, vuol dire che hai finito di mangiare, e quindi niente cibo fino al prossimo pasto. Ma ha preferito il digiuno.

Lo abbiamo pregato e supplicato di rimanere a tavola con noi.
Gli abbiamo detto quanto ci faccia piacere avere la sua compagnia a tavola.
Intraprendiamo amabili conversazioni per intrattenerlo.
Perfettamente coscienti del fatto che per un bambino amplificato rimanere fermo anche solo per pochi minuti è un’impresa impossibile, figurarsi tutta la durata di un pasto, siamo arrivati a “dimenticare” appositamente qualcosa in cucina (i tovaglioli, le posate, la frutta), per poi chiedergli di andarlo a prendere, per mascherare la sua esigenza di muoversi con un gesto utile alla famiglia. Però anche questo movimento continuo era esasperante per noi, e distraeva lui. Mi sembrava di dargli un messaggio sbagliato.

Qualche giorno fa ho chiamato riunione famigliare e ho annunciato che si cambiava regola: “prima di mangiare portiamo a tavola tutto quello di cui abbiamo bisogno, e poi nessuno si alza per nessun motivo fino alla fine del pasto”. Abbiamo pensato al nostro esempio prima di tutto. Che non potevamo chiedergli di non alzarsi se noi facevamo in continuo la spola con la cucina.
Sembrava quasi aver funzionato. Poi:
– Vikingo dove vai?
-…
– Vikingo che fai in camera tua? perché ti sei alzato? Non ti ricordi la regola?
– Ecco mamma, dovevo sistemare il letto. Era tutto in disordine
-…

L’ho osservato attonita rifarsi il letto, e tornare a tavola per finire la cena.

Ecco, quando tuo figlio ha una spinta irrefrenabile di alzarsi da tavola per andare a rifare il letto, ti rendi improvvisamente conto che non c’è metodo disciplinare che tenga.

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24 thoughts on “Battaglie perse”

  1. Sara’ un caso non lo so.. ma la media dei bambini che conosciamo noi, non fa come lui. Non mi e’ mai capitato fino ad ora di pensare: ecco, finalmente un altro come lui! Bene o male tutti seguono un pranzo o una cena a tavola in maniera quasi normale. Siamo noi che ci troviamo sempre in seria difficolta’, io penso che per lui sia una sorta di tempo perso. A casa, finito di mangiare (diciamo massimo massimo..10 minuti tra un boccone da far raffreddare e l’altro, una filastrocca, canzoncina ecc), chiede subito: “mamma.. papa’.. giocare.. tutti e tre..”. E’ evidente che ancora non riusciamo a fargli comprendere il motivo per cui deve (dovrebbe) aspettare che gli altri finiscano prima di scendere.
    Ma le situazioni che non riusciamo a gestire sono anche altre, ad esempio una passeggiata, presa alla lettera, con lui non riusciamo a farla. Troppe cose per cui si ferma guarda tocca, sposta, sale gradini, scende. E per fare 20 metri ci metti 15 minuti. Anche girare in un centro commerciale, quando fuori piove e’ molto difficile. Non ho ancora il piacere di tenere mio figlio per mano e fare due passi, e non sai quanto lo desidero! E non sai quanti ne vedo in giro. Io mi ritrovo ad andare ai giardini quotidianamente (intendo freddo compreso, purche’ non piova). Perche’ l’intera casa dopo un ora e mezza non gli offre piu’ nulla di interessante. Dopo che ha letto i suoi libri, colorato un po’, impilato i suoi giochi, fatto correre le sue macchinine. Noi presenziamo ai giardini in orari un po’ strani per la stagione che e’ora: alle 18.30-19.30 noi siamo ancora li’, e fuori c’e il buio! E non ci sono altri bambini ! Questa estate mangiavo spesso direttamente qualcosa in giro la sera (tipo in spiaggia),per prolungare il suo tempo fuori. Va dalla porta di casa e mi dice MAMMA ‘NAMMMO. Forse e’ solo questione di crescere ma o credo che tanto sia il carattere.

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