Il babywearing permette di portare i bambini per molti anni. Ma se si pensa al portare anche come relazione, si capisce come le posizioni debbano crescere insieme allo sviluppo del bambino, permettendogli di sentirsi protetto e coccolato, ma anche di osservare il mondo in sicurezza.
Per tutta la sua vita contenuto, coccolato, protetto, riscaldato, consolato, cullato, mosso.
È tutta la sua esperienza, tutto il suo mondo. Non conosce altro.
Il bambino è così che si affaccia a questa nostra realtà, con questo bagaglio di conoscenze. Ed è questo che si aspetta di ricevere: altrettanto contenimento, altrettante coccole, protezione, calore, consolazione e movimento.
Nel ventre della madre ha imparato a conoscere la sua casa, lei. Lei, che è stata la sua sicurezza, il suo unico punto di riferimento, la sua tana.
E poi, il viaggio. Il viaggio verso una terra sconosciuta, fatta di molti opposti che con il tempo lo stimoleranno a crescere, ma che al momento mettono un po’ di paura. E si sa, “il viaggio perfetto è circolare: la gioia della partenza, la gioia del ritorno” (D. Basili). È proprio nel nuovo abbraccio alla madre che il nuovo arrivato dà significato alla sua esperienza e, si può dire, alla sua intera esistenza. È poi da lì, dalla tana, dal nido, dalla “casa base” che partirà per tutti i suoi viaggi futuri, che avverranno a poco a poco.
Rispettare tutto ciò significa, per il genitore, ricreare quell’ambiente originale dove il bambino si è formato, il ventre materno; è questa l’esperienza dell’esogestazione, ovvero consentire al bambino di abitare il corpo della madre, non più dentro, ma su di esso, addosso.
Portare i neonati davanti
Il dizionario italiano fornisce per il termine “portare” molti significati, tra i quali portare un peso, farsi carico di un peso, indossare (nei paesi anglofoni il vocabolo usato per “portare i bambini” è proprio babywearing), tenere, sostenere qualcosa o qualcuno, sopportare, supportare, trasportare, muovere qualcosa o qualcuno da una parte all’altra. Portare un bambino piccolo non è poi così diverso: significa farsi carico, letteralmente, di lui, tenerlo addosso, sostenerlo e poi muoversi insieme.
Il primo portare è quello delle braccia: “ti faccio spazio nella mia vita”. Il primo mese di vita con il bambino è così speciale e così a sé stante, da sembrare un limbo: tra allattamenti, difficoltà, punti di sutura, coliche, ciucci o non ciucci, il consiglio che noi consulenti vi diamo dal cuore è quello di lasciar perdere la fascia e concentrarvi sul nuovo cucciolo. Quando vi siete tutti adattati (più o meno!) alla nuova forma della vostra famiglia, ecco che la fascia diventa un meraviglioso strumento di cura del bambino, uno strumento comodo, pratico, che crea spazio e allo stesso tempo dà contenimento, che permette il contatto e la relazione, che rende possibili la spesa, l’accompagnamento di altri bimbi a scuola, perfino un bucato 🙂
Il portare con la fascia inizia con la posizione davanti, pancia a pancia sul corpo del genitore, che per il bambino che si appoggia è letteralmente “il mondo davanti a lui”, un corpo-mondo tutto da sentire, toccare, il terreno su cui fare esperienze sensoriali. La mamma o il papà diventano filtro tra il mondo esterno e il bimbo, che è protetto dall’eccesso di stimoli. Se guardiamo una mamma portare davanti il suo neonato, sembra davvero che abbia ancora la pancia, come se fosse ancora in gravidanza: proprio questo è il punto, proprio questo è il messaggio che arriva ad entrambi, portato e portatore, “siamo ancora un tutt’uno”. E’ chiaro già da questa descrizione che il davanti è una posizione che dev’essere abbandonata, poiché giunge il momento in cui il bambino ha inevitabilmente bisogno di altro al di là del genitore. Lo so, spezza il cuore, ma è sano! 🙂
Guarda il video per la posizione davanti su misura (FWCC- Front Wrap Cross Carry)
Portare i bambini sul fianco
A quel punto, la posizione proposta è quella sul fianco, pancia (del bimbo) contro fianco (del genitore): è la posizione più naturale per portare, la più spontanea anche quando si porta in braccio. Garantisce ancora la protezione della posizione precedente, ma consente al bimbo un campo visivo più aperto e la partecipazione alla vita di ogni giorno, al ritmo, al ”fianco” dei grandi. E’ una posizione importantissima, di transizione: il piccolo non è più al centro (del corpo, della vita) del genitore, ma comunque ancora in un contatto molto intimo.
Guarda il video per la posizione sul fianco preannodata (hip carry)
Portare i bambini sulla schiena
Cronologicamente, l’ultima posizione proposta è la schiena, pancia (del bimbo) contro schiena (del genitore). Certamente la posizione storica e al contempo più comoda per i bambini grandicelli: dal punto di vista posturale, i pesi si sopportano meglio e più a lungo quando sono sulla schiena. Il messaggio che mando al mio piccolo sulla schiena è “mi fido di te, sei con me ma non ti vedo, sei libero di fare ciò che preferisci: puoi guardare dove vuoi, puoi dormire, puoi tirarmi i capelli o darmi i baci”: un messaggio davvero forte! E per me, mamma, portare sulla schiena è una piccola grande scuola di vita: non vedo il mio bimbo, non posso puntargli i riflettori addosso come magari sono solita fare, lo tolgo dal mio centro, imparo a poco a poco a fidarmi di lui. Il bambino e chi lo porta non hanno bisogno di conferme visive per sentirsi a vicenda, perché hanno già imparato in precedenza a fidarsi del contatto e sentirlo sicuro.
Guarda il video per portare sulla schiena, posizione a “zainetto” (Rucksack carry)
Dal punto di vista prettamente pratico, la posizione davanti viene proposta dalla nascita fino ai 6 mesi o i 7kg (come abbiamo visto, oltre i sei mesi il bimbo ha bisogno di altri stimoli, mentre oltre i 7kg la schiena del genitore *non* può reggere il peso davanti); la posizione sul fianco viene suggerita a partire da quando il bambino tiene su la testolina da solo (circa 4 mesi) fino alla fine del percorso portato; la posizione sulla schiena viene consigliata dopo un periodo di passaggio sul fianco, fino alla conclusione del portare.
Posizione culla e fronte mondo
Meritano di essere citate due posizioni molto famose, la “culla” e il “fronte mondo”. Le descrivo a parte perché non vengono più inserite nei corsi in quanto non fisiologiche o non sicure per il bambino. La culla (fianco del bimbo contro pancia del genitore) non rispetta la terza regola d’oro del buon portare (vedi post), ovvero la posizione divaricata seduta. Inoltre, rischia di costringere eccessivamente il bambino, specialmente se molto piccolo. Il fronte mondo (schiena del bambino contro pancia del genitore) è anti-fisiologico per innumerevoli motivi. In particolare, costringe il bambino ad inarcare in modo innaturale la colonna vertebrale (fisiologicamente fatta a C), lo espone senza filtri agli stimoli provenienti dal mondo esterno, non permette l’interazione diretta e visiva tra portato e portatore.
La fascia lunga “rigida” permette tutte le posizioni descritte, guadagnandosi così il primo posto sul podio della versatilità dei supporti. Le legature proposte sono diverse, all’incirca due o tre per posizione, a seconda delle necessità specifiche di quella coppia mamma-bambino che la consulente ha davanti. Nel fai da te, la mamma è chiamata ad una riflessione ponderata su ciò che è meglio per lei e per il suo bimbo in quel dato momento, sia dal punto di vista pratico che relazionale.
In generale, il consiglio è quello di iniziare sempre con una legatura “preannodata”, che consente di concentrarsi dapprima solo sulla fascia e poi solo sull’”inserimento” del bambino dentro di essa, che è decisamente più semplice per chi è alle prime armi. Dopo qualche settimana di esperienza, si può passare alle legature “su misura”, decisamente più comode, ma che necessitano la gestione in contemporanea di bimbo e fascia.
Come imparare a usare la fascia nelle varie posizioni?
L’aiuto di una persona più esperta che guidi oltre le piccole difficoltà, che rassicuri, che rinforzi positivamente, sembra decisamente necessario. Questa persona può essere un’amica che ha già portato, come una consulente certificata (diffidate dagli operatori della nascita senza titoli in merito, spesso non ne sanno davvero niente; comprese, ahimé, molte mie colleghe ostetriche). Riconoscete la figura veramente esperta perché le basta davvero pochissimi incontri, fatti di trucchi e strumenti concreti, per rendervi completamente indipendenti e comode nell’uso della fascia.
I video di YouTube possono aiutare per chi, comunque, sceglie il fai da te, ma risultano limitati e spesso non corretti al 100%. I video che trovate in questa pagina sono una selezione dei migliori che circolano in rete.
Guarda il video per la posizione sulla schiena, con triplo sostegno (BWCC)
BIBLIOGRAFIA: Portare i piccoli. Un modo antico, moderno e… comodo per stare insieme
– Claudia Sfetez, mamma, ostetrica libera e istruttrice Portare i Piccoli®
www.consapevolmentedonna.com