Babbo Natale ritorna

Che il barbuto vecchietto non mi stia particolarmente simpatico, ve l’ho già raccontato l’anno scorso, nel mio post: la bugia di babbo Natale. Quest’anno, con l’inizio della scuola, speravo che qualcuno glielo dicesse al Vikingo, per poter archiviare questa storia e non pensarci più. Certo che c’è ancora Pollicino che è piccolo, ma insomma ne farei volentieri a meno. Ecco però che qualche giorno fa, quando il Vikingo finalmente capisce che a Natale saremo a Roma, scoppia in una crisi, perché…. “Roma non va bene. Perché a casa di nonna non c’è il caminetto e quindi Babbo Natale non può entrare a lasciare i doni.”
Niente ancora non ci siamo.
Rassicurato sul fatto che è sufficientemente furbo da riuscire comunque ad entrare in qualche modo, procediamo incerti sul tono da mantenere quando si parla del caro Babbo Natale.

Intanto la lista dei regali desiderati è pronta da settembre. My mistake! Quando ha iniziato a rompere perché voleva comprare qualcosa, per togliermelo dalle scatole gli dicevo che poteva sempre scrivere a Babbo Natale. Eccomi qui con una improbabile lista a disposizione. Perché improbabile? Giudicate voi. Parte con un cannocchiale per vedere le stelle. Ecco, il problema è che lui un cannocchiale (giocattolo) ce l’ha già, ma non riesce a vederci le stelle, perché viviamo in Svezia! Cioè l’estate il sole non tramonta, e l’inverno le rare serate (o pomeriggi) prive di nuvole sono spesso caratterizzate da una temperatura di meno molti gradi. Ecco perché. Quindi il cannocchiale per vedere le stelle è depennato automaticamente. La lista prosegue con:
– castello di harry potter (uhmm, non c’è spazio in camera e poi si stancherebbe presto. Costa un botto per un semplice “ma si proviamo”)
– un fennec (!!!! Anche voi vi state chiedendo cosa sia? Provate con google e poi ne riparliamo”)
– uno scoiattolo volante
– un lemure
– una tigre nera dai denti a sciabola
Attenzione che ora arriva il bello:
– un robot con artigli, corna e spada 😀
e naturalmente non può mancare un dinonicus!

Anche i vostri figli hanno oggetti tanto improbabili nella loro lista? D’accordo qualcosa forse è salvabile, soprattutto perché non avendo TV non si è fatto condizionare dalle pubblicità e non ha idee precise in testa. Se mi metto a cercare bene riesco anche a trovare un fennec da qualche parte (giocattolo, non vero ovviamente). Però ora oltre a Babbo Natale odio pure la letterina maledetta.

Qualche settimana fa a scuola del Vikingo ci fanno pervenire, rigorosamente via email, la lista di cose da comprare per includere nel pacco dono da inviare ai bambini poveri della Lituania. Cose utili, quali colori, blocchi da disegno, spazzolino da denti, dentifricio, saponetta e ovviamente caramelle. Io colgo l’occasione per spiegare al Vikingo che nel mondo ci sono bambini che non hanno molti giocattoli, perché magari i genitori non hanno un lavoro, e quindi è un bel pensiero quello di preparare un pacco da fargli aprire a natale. Ovviamente arriva secca e precisa la domanda: “ma perché non scrivono la lettera a Babbo Natale?” Sento il terreno vacillare sotto i piedi, sto per cedere alla tentazione di svelargli il mistero, ma poi un barlume di razionalità mi coglie e mi ricordo che non è bello che sia io e che è meglio attendere gli eventi e gli amichetti più svegli. Del resto se me lo ha chiesto così, significa che ancora ci crede, no?
Metto su una risposta improvvisata, farnetico che Babbo Natale porta al massimo un paio di regali, ma che il resto li comprano i genitori o i parenti, e così gli dico che in questo modo il nostro pacco andrà ad arricchire il loro numero di regali altrimenti esiguo. Anche questa è passata.

Un po’ mi pento di non essere riusciti a prendere una posizione più convinta su questa storia, un po’ penso che le nostre battaglie già le facciamo su altri fronti, e che per una volta ho proprio voglia che passi da sola. Nel frattempo provo a rilassarmi e a godermi lo spettacolo di come lavora il suo cervelletto.

Come per il fatto che qualche dubbio “tecnico” gli viene, quando mi chiede come fanno le renne a volare. Eppure allo stesso tempo è assolutamente convinto che Babbo Natale possa fare il giro del mondo in una notte. E’ un esercizio continuo per trovare un equilibrio tra la fantasia, a cui si vorrebbe abbandonare, e ciò che è per lui razionalmente accettabile in relazione a ciò che conosce. Dopotutto l’estensione di “tutto il mondo” è un concetto molto più astratto rispetto alle renne, di cui ha un’idea molto concreta avendole viste brucare l’erba e mai volare.
Sembra che l’accettazione della fantasia necessiti una realtà in cui inserirsi, perché assuma il suo significato di rottura degli schemi, e permetta alla fantasia di lasciarsi andare.
E i vostri figli come gestiscono questa fantasia?

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23 thoughts on “Babbo Natale ritorna”

  1. @Serena. Oh, sì. E esiste pure il bassotto che fa la cacca, con annessa bustina per raccoglierla. A volte mi sembra che con questi giochi educativi si esageri un po’.

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