Autosvezzamento in corso

risobacchettePollicino ormai ha superato lo scoglio del settimo mese e mezzo e ho pensato di raccontarvi come procede l’autosvezzamento. Come vi avevo scritto nel post-recenzione dello splendido libro “Io mi svezzo da solo”, io mi sono innamorata del concetto appena l’ho letto, perché l’ho trovato sensato, logico, ma soprattutto facile da attuare e perfettamente adatto a me. Che io amo quelle mamme con un sacco di pazienza per cucinare le verdurine, e frullare, e macinare, e omogeneizzare, ma io non ce la faccio proprio. Poi mi sembra che ci sia una tendenza a continuare con questo atteggiamento del pasto fatto apposta, ben oltre il tempo necessario, arrivando a preparare il famigerato passato di verdura rigorosamente sciapo fino al compimento dei 2 anni. E ne ho viste di mamme disperate perché il bimbo non mangia! Mangiatelo voi il passato di verdura sciapo a pranzo e cena per 2 anni, e poi ne riparliamo.

A parte gli scherzi, io con l’autosvezzamento mi ci trovo benissimo.
E sembra proprio che vada bene anche a Pollicino.
Lui è uno splendido esemplare di neonato in buona salute (a parte tosse che lo affligge ormai da 2 settimane tenendoci svegli la notte) di 7 mesi e mezzo. Scusate lo “splendido”, ma sono chiaramente di parte.
Io sono una mamma con poca pazienza di cucinare a parte per lui.

Lui non ha i denti per masticare.
Io gli do il filetto di merluzzo o il salmone al forno, che praticamente ti si scioglie in bocca, invece della bistecca alla griglia.

Lui non può certo mangiare le farfalle alle zucchine e gamberetti che mangiamo noi!
Allora io cucino per tutti e poi frullo la sua porzione.

Lui non può mangiare certo le patate fritte.
Ma infatti non fanno tanto bene nemmeno a noi, quindi patate lesse per tutti, e le sue le schiaccio con la forchetta.

E il risotto alla zucca?
Nessuno problema, anzi lo ha gradito molto. E non l’ho mica frullato!

La mela grattuggiata, la banana grattata con il cucchiaino, la pera bella matura tagliata a pezzetti sottili. L’uva senza semi, spellata e tagliata a pezzetti sottili.
Il formaggio tagliato con l’affetta formaggio.
Pezzetti di prosciutto cotto.
Mollica del pane.

Pollo al curry o tikka masala.
Riso con wok.
Burritos alla messicana.

Diciamo che credo che finora Pollicino abbia assaggiato praticamente tutto quello che mangiamo noi. Non ho seguito nessuna tabella di introduzione degli alimenti, e allo scadere dei 6 mesi, ho iniziato a dargli qualsiasi alimento senza farmi problemi. Dico la verità non mi preoccupo nemmeno per il sale. Io cucino sempre poco salato, ma poi pensateci un po’, se nel famigerato passato di verdure rigorosamente sciapo ci aggiungete un bel cucchiaio di parmigiano, ci state proprio aggiungendo del sale. Perché il parmigiano è latte e sale!
Insomma basta usare un po’ di buon senso, che credo che quello ce l’abbiamo tutti, no? Voglio dire che pane e nutella forse non è necessario a 6 mesi, e nemmeno esagerare con dolci in generale (ma quello non è consigliato a nessuno, eppure…)

Poi succede che noi da bravi emigranti, la domenica sera ci facciamo la pizza da soli. E allora, dai lo sanno tutti che la pizza non è che sia il massimo per uno sdentato di sette mesi. E l’idea di frullarla mi sembra un po’ troppo bizzarra anche per una come me. Allora apro il surgelatore, prendo un pacco di verdure biologico MarcaFreezer, metto in pentola con un po’ di pasta o di riso, ci aggiungo qualche proteina e un bel cucchiaio d’olio. E poi via nel frullatore. Se vuole assaggiare anche un po’ della nostra pizza in aggiunta alla sua pappa, gliela concedo volentieri, magari tagliando delle briciole dalla parte più morbida, quella che si riesce a masticare con le gengive.

E se stiamo fuori casa, vada per il vasetto di pappa pronta, sempre biologica, che non ci vogliamo mica complicare la vita con thermos vari. Salvo poi poter sempre assaggiare quello che ho nel piatto io.
La regola numero uno dell’autosvezzamento è infatti quella che il bambino mangia a tavola con il resto della famiglia, così che il pasto diventi veramente una festa per tutti.

Il latte di mamma viene offerto puntualmente dopo ogni pasto, oltre che a colazione, e a merenda, e prima di fare la nanna. Allattandolo dopo avergli dato da mangiare diminuisce gradualmente la produzione, e si raggiunge il nuovo equilibrio senza bisogno di ricorrere al tiralatte.

Insomma noi ci stiamo divertendo un mondo con l’autosvezzamento, ve lo dico in caso voleste provarci anche voi.

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33 thoughts on “Autosvezzamento in corso”

  1. Cavolo avevo scritto un commentone..ma si è cancellato tutto..urghhhh

    Non ho capito perche’ all’inizio dici che non sei una mamma attenta, che perde tempo nel cucinare etc…ma sei bravissima invece…

    Io all’inizio avevo lo schema della pediatra: iniziare con un alimento poi con un altro…
    Beh all’inizio l’ho seguito poi mi sono stufata…e vattelappesca!!!

    Io cmq ancora oggi con Ric che ha 3 anni ancora gli propino alla sera la minestrina di verdurine fatta con il baby pappa..pero’ poi ci metto sale, olio “bbono” fatto dalla vicina di casa che ha le olive e tanto parmigiano

    e ogni sera spero che lui me ne lasci un po’ .. 🙂

    Il cous cous fa parte proprio della nostra dieta..Ric ne va matto ma ottima l’idea di farlo fuori..copio subito!

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  2. @Silvietta ma stai andando benissimo! Infatti nell’autosvezzamento è il bambino che guida. Il tuo compito è solo quello di offrirgli gli alimenti. Se vedi che lei preferisce le pappe, vai con le pappe. Continua sempre ad offrire, e lascia che sia lei a scegliere. Che prima o poi la carbonara impara ad apprezzarla!

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  3. @Mammafelice mi sembra giusto quello che dici in parte. Infatti sono d’accordo che ogni mamma è diversa e trova il suo equilibrio, e pure che il mestiere di genitore per molti di noi non è affatto spontaneo (da questa considerazione nasce proprio l’idea di genitoricrescono). Quindi ben vengano i consigli del pediatra.
    Però non sono d’accordo sul fatto che la mamma insicura trovi giovamento nella dieta scritta, perché non fa altro che confermarle il concetto (sbagliato) che lei non sia in grado di gestire suo figlio. Forse sarebbe meglio insegnare alla mamma che è sua responsabilità farlo, e darle i mezzi necessari a farlo.

    Inoltre se io neomamma un po’ insicura incontro un pediatra che mi da la lista delle cose da dare da mangiare a mio figlio, mi viene in mente che il medico lo sappia meglio di me e metto il cervello a riposo e non mi preoccupo di cercare di capire i segnali che mi da mio figlio. Da questo tipo di atteggiamento posso nascere molti più problemi di tipo comportamentale, ad esempio di rapporto con il cibo, che mi sembrano ben più gravi.
    Siccome tra l’altro queste tabelle di introduzione degli alimenti sono una cosa totalmente campata in aria, e non hanno nessun supporto scientifico alle spalle, allora preferisco che il medico mi dica sinceramente come stanno le cose: deve fare una dieta equilibrata, che introduca tutti i tipi di alimenti praticamente da subito. Se darglieli passati o a pezzi poi dipende dal bambino e da quello che gli va di provare.

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  4. bellissimo argomento, Serena!
    e bella discussione.

    Senza farne un Italia vs Europa, al momento io sto incontrando pediatri e mamme che praticano tutti e due gli svezzamenti – con opposti estremismi – superpesature e super attenzione ad uno svezzamento ipergraduale (e comunque, si, sempre dopo i 6 mesi !) oppure: dalla tetta al piatto direttamente senza mezzi termini!
    è come se ci fossero delle fazioni opposte che non intendono dialogare…

    come sai, noi ci siamo posizionati nel mezzo, per il semplice motivo che fino all’altro ieri LaPulce faceva difficoltà con le cose troppo asciutte. però non ci siamo posti mai nessun problema ogni volta che lei voleva assaggiare..

    Mò per la gestione dei suoi pasti vediamo, probabilmente domani mi ruberà la carbonara dal piatto e finirò per mangiarmi io le ultime porzioni di minestrone passato apposta per lei!

    buona notte, silvietta

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  5. Nooo, ce ne sono molti… Ma posso dire una cosa cattivella?
    I pediatri spesso tendono ad assecondare le paure delle mamme, e invece che dire loro di essere più easy, preferiscono dare fogli stampati con dosi e grammature, così è tutto ‘for dummies’.

    Davvero, io conosco delle ragazze che non sanno nemmeno fare il brodo di verdure (non che sia vitale, per carità, nella vita, saper fare il brodo… c’è di meglio!).

    Quindi in questi casi il pediatra secondo me, per evitare problemi, dà una bella lista di dosi e alimenti, almeno sa che il bimbo non verrà svezzato con la porchetta 🙂

    Io la mia ‘lista’ di alimenti l’ho ricevuta su un pezzetto di carta, senza tanti fronzoli, e ho seguito bene le istruzioni… a modo mio.

    Spesso si dice che le mamme sono le migliori pediatre dei propri figli… ma io non sono mica d’accordo. Ci sono anche ragazze inesperte, molto giovani, o straniere, che hanno davvero bisogno di essere guidate nel mestiere di mamme, perchè il buon senso è una cosa che ti viene anche con l’età e con l’esperienza.
    E poi ci sono anche mamme, però, confessiamolo, che un po’ temono che i loro bimbi diventino grandi troppo in fretta, e allora, magari inconsciamente, anche lo svezzamento prolungato può essere un modo per prepararsi al distacco in modo graduale.

    Io per esempio su MF ho indicato gli schemi precisissimi (con tanto di grammature) per chi li desidera. Confidando nel fatto che poi ciascuno li adatti alla sua situazione, come ho fatto io.
    Credo che tutto dipenda dal carattere, come sempre: a una mamma ‘insicura’, o purtroppo vittima del baby blues, avere una lista da cui non sgarrare può fare un gran bene per non aumentare il suo carico di preoccupazione. A una mamma easy, bastano delle indicazioni di massima.
    E io credo che entrambe queste situazioni, se non si arriva all’estremismo, siano perfette. Per fortuna ci sono tanti stili di maternità quante sono le mamme del mondo.

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  6. @mammafelice ma insomma mi dici che sono la sola ad avere le amiche italiane vittime di pediatri maniaci del pesa verdurina? 😉

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  7. Anche io concordo con Supermammabanana: mi sembra uno svezzamento abbastanza normale, il vostro 🙂

    Io ho preparato creme di verdura che mangiavamo anche noi, risotti, legumi e verdure, e semplicemente magari per Dafne cambiavo la consistenza.

    Però ho rispettato i tempi di alcuni cibi, perchè io sono una persona con molte allergie, e quindi non volevo rischiare che Dafne, ereditando da me queste predisposizioni, potesse risentirne.
    Quindi per esempio i gamberetti, i pomodori e l’uovo, li ho introdotti progressivamente a partire dai 10 mesi.
    Ma poi se ci penso non è che noi mangiamo gamberetti così spesso 🙂

    Non misembra particolarmente innovativo (ma non è assolutamente una critica nei tuoi confronti) il fatto di dare ai bimbi pezzi di cibo da assaggiare da soli: frutta e verdura, pane, pizza, grissini, friselle… noi a Dafne abbiamo dato di tutto da subito, fin dal sesto mese.

    Io semplicemente, come credo di aver capito anche voi, sono poco propensa agli estremismi: solo pappe fino ai due anni, oppure subito cibi da grandi, o solo pappe lattee dolci, o solo alimenti biologici, o i bimbi che mangiano un’ora prima dei grandi…

    Insomma: secondo me l’approccio al cibo deve essere anche casuale, con le giuste precauzioni.
    E se si mangia seduti tutti insieme a tavola, mangiando quello che c’è, secondo me anche i bimbi imparano a mangiare bene e presto divertendosi di questa convivialità.

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  8. si devo ammettere che quando dicevo di dare le lenticchie ai miei bimbi, una delle prime cose che hanno mangiato e con gusto, mi guardavano un po’ male le amiche in italia… 🙂

    comunque (e questo credevo fosse l’argomento del post all’inizio, da cui lo stupore) un’altra cosa che stanno suggerendo al momento da noi e’ anche a 6 o 7 mesi cibi che il bimbo possa mangiare da solo, con le mani, tipo carote lesse fatte a bastoncini, o broccoletti, etc. Si chiama baby-led weaning (vedi qui http://www.baby-led.com/ per esempio), per questo pensavo stessi parlando di quello. La teoria e’ che se i bimbi si abituano a (1) sentire pezzi piu’ grandi in bocca e (2) gestire da soli il pasto diventano meno schifiltosi. Ovviamente visto che sono limitate le cose che puoi fargli prendere in mano devi integrare con altro al cucchiaio, ma una mia amica lo ha provato per il suo bimbo: e’ un casino 🙂 ma l’interesse per il cibo e’ notevole.

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  9. @supermambanana sono d’accordissimo, non c’è nulla di strano. Anche in Svezia si ricevono istruzioni abbastanza generiche e ti lasciano fare un po’ da sola purchè si inizi dopo i 6 mesi. La maggior parte dei pediatri italiani da tabelle abbastanza rigide su come procedere. I più illuminati danno indicazioni generiche, che prevedono comunque un minestrone o brodo a cui aggiungere pesce o carne, eccetera. Nessuno, che io sappia, si sogna di dirti dagli da mangiare quello che mangi tu.
    Buona l’idea del couscous in viaggio. Me la segno.

    @mammalisa come sempre le mamme sono un passo avanti ai pediatri in queste cose. Non facciamoglielo sapere 😉

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  10. Bellissimo argomento… Io a questo tipo di svezzamento ci sono arrivata con la mia secondogenita: mi sono lasciata guidare da lei. Che fino ai dieci mesi rifiutava categoricamente il cucchiaino e gli assaggi, per poi passare direttamente alla pastasciutta fatta a pezzettini, alla carne sempre a pezzettini e tutto il resto. Ho solo cercato di rispettare un po’ di gradualità nell’introduzione delle diverse tipologie di alimenti per il fatto delle allergie, per le quali ha una predisposizione familiare (sorella allergica all’uovo), di modo che potessimo subito individuare quale alimento fosse meglio evitare. Ma, supermambanana, mi sono ben guardata dall’esporre alla mia pediatra questo percorso anomalo! Qui ti danno una tabella che, a partire dai 5 mesi, prevede il famoso brodo vegetale, da arricchire gradualmente, ogni pasto va in diretta sostituzione della poppata, per un mese col pranzo, poi anche la cena (sui 7 mesi quindi). Una puericultrice, con la mia prima figlia, mi aveva spiegato che il brodo sarebbe una buona abitudine da proseguire anche oltre i due anni. Ovviamente fatto in pentola normale, due ore di cottura, quantità per due giorni, che altrimenti il freezer distrugge le proprietà nutrizionali ^…^

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  11. ah, e poi (e poi vado, che devo finire un report mannaggia!) per viaggiare il nostro grande alleato e’ stato il couscous: ti porti la busta in borsa, e poi uno uno al ristorante che ti passa un bicchiere di acqua bollente per farlo lo trovi sempre! Aggiungi un po’ del condimento del tuo piatto et voila! 🙂 Scappoooooo baci

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  12. e fra l’altro i miei due uligani ora (a 4 e 6 anni) mangiano TUTTO, you name it, verdure, legumi, pesce, cinese, thai, indiano, anche i condimenti piu’ strani. A tavola danno ‘na soddisfazione! E la pizza dagliela, che le gengive le usano alla grande, mi ricordo la faccia compunta del mio piccolino che si impegnava a masticare il pezzo di pizza dal suo seggiolone, e non mollava, eh? Tutto entrava e niente usciva da quella bocca!

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  13. scusa, non voglio sembrare polemica, ti prego perdonami, e’ che vado di corsa e non ho tempo di pensare ad un commento elegante e argomentativamente neutrale, ma… ma che c’e’ di strano/straordinario non l’ho capito. Io ho svezzato cosi’ e mi pareva fosse il metodo “normale”, come dicono dalle mie parti ‘non ci voleva la zingara’… o forse non ho capito io molto. Il frullo etc lo consigliavano qui soltanto se volevi partire prima (a 3/4 mesi per dire), ma a 6 mesi.. mi son persa qualcosa?

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