Autoproduzione: noi ci facciamo in casa yogurt, pane, marmellate, dado… e voi?

YOGURT
Gloria di pannolinilavabili.info – il blog, ci racconta come lei abbia scelto la strada dell’autoproduzione per diminuire l’impatto ambientale e risparmiare allo stesso tempo.

Avere il tempo per dedicarsi a produrre cose da sé è difficile, con i ritmi di vita che il lavoro impone. Noi però cerchiamo di ritagliarci spazio e tempo, appena possibile, per aggiungere nuovi oggetti a quelli che abitualmente autoproduciamo.

Ho sentito parlare per la prima volta di autoproduzione leggendo il libro di Marinella Correggia, “La rivoluzione dei dettagli”, e poi nel testo di Maurizio Pallante “La decrescita felice”. E ho scoperto che molto di quello che si può autoprodurre lo facevo già, semplicemente perché mi piace molto cucinare e sto attenta ad usare pochi cibi pronti. Ma a tante altre cose non avevo mai pensato, e adesso sto cercando man mano di sperimentarne la produzione.

Ma perché autoprodurre? Per quale motivo dovremmo spendere parte del nostro tempo libero a cercare di farci in casa qualcosa che troviamo facilmente al supermercato, e che magari non costa nemmeno tanto? I motivi sono molteplici.

Primo tra tutti, la qualità. La marmellata fatta in casa, magari con i frutti delle piante del nostro giardino (che non hanno subito altri trattamenti se non l’acqua piovana), ha tutto un altro sapore rispetto a quella industriale.

Secondo, il risparmio. Fare il pane in casa, anche se si acquista una macchina del pane (e quindi si deve considerare l’ammortamento dei costi), costa molto meno che acquistarlo. Inoltre, si evitano molto di più gli sprechi, perché solitamente il pane fatto in casa si mantiene fresco più a lungo.

Terzo, l’ecologia. Quando acquistiamo un vasetto di yogurt, acquistiamo insieme all’alimento anche il vasetto (di plastica o vetro), il coperchio (di alluminio), il packaging (di cartone). Tutti materiali riciclabili, per fortuna, ma che (nel caso del cartone) andranno a finire nella pattumiera appena arrivati a casa. Senza contare poi il processo di produzione e confezionamento del prodotto stesso. Comprare solo un litro di latte ed i fermenti, e autoprodurre lo yogurt sarebbe un risparmio (oltre che economico) ecologico notevole.

Ultimo, ma non ultimo, la socializzazione. Autoprodurre in compagnia (dei figli, o degli amici) può essere un modo piacevole di occupare le tristi giornate invernali. Lo scambio di ricette, idee o regali autoprodotti tra gli amici è una cosa che fa sempre piacere. Nel mio caso, ad esempio, io ho “lanciato il sasso” confezionando biscotti natalizi per tutte le amiche, lo scorso anno. Quest’anno, ho ricevuto con molto piacere marmellate fatte in casa ed una bellissima sciarpa. Regali graditissimi, soprattutto perché so che oltre agli ingredienti o ai materiali acquistati per il confezionamento, hanno in sé qualcosa di più, l’affetto delle persone a me care che hanno dedicato il loro tempo prezioso per confezionare un regalo per me, anziché comprare il primo oggetto inutile.

Detto questo, quali sono i prodotti che si possono autoprodurre? Quelli che facciamo abitualmente (nel senso che non compriamo quasi più quelli industriali) sono, appunto, yogurt, pane (di cui anche la pasta madre o lievito naturale), marmellate e dado vegetale. Nell’ultimo anno abbiamo autoprodotto (in cucina) anche verdura sott’olio, ricotta, formaggio, crema alle nocciole e limoncello. In casa, detersivo per i piatti, detersivi fai da te in generale, compost, borse per la spesa in stoffa. Coi nostri figli, giochi semplici, come la pasta modellabile, o la pasta di sale. Ma anche oggettini in feltro, o bamboline…

Insomma, basta lasciare spazio alla fantasia, e cercare di ricavarsi del tempo libero. Io cerco di ricavarmi spazio per queste cose la domenica pomeriggio (se voglio fare qualcosa insieme alle bimbe) o la sera dopo cena, quando tutti sono a letto. E voi? Come vi siete organizzati?

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63 thoughts on “Autoproduzione: noi ci facciamo in casa yogurt, pane, marmellate, dado… e voi?”

  1. interessante anch’io sto pensando di autoproduzione, partendo dall’acquisto delle sole materie prime.
    con i prezzi che aumentano,il sapore perduto di diversi prodotti che non trovo più da nessuna parte.

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  2. Purché non diventi un obbligo economico l’autoproduzione è divertente e può dare ottimi risultati. Specie su prodotti come il pane che stanno diventando spesso francamente immangiabili.
    Però viene anche un dubbio: siamo proprio sicuri che possedere ognuno la sua brava macchinetta, o usare il suo bravo forno, per fare il pane solo per sé stesso, non finisca con l’essere molto più energivoro (sia per fabbricare la macchina, sia per usarla) di quanto non sia l’uso dei forni collettivi professionali e quindi ambientalmente poco sostenibile? Se ci si pensa, con l’automobile rispetto agli autobus si ha esattamente lo stesso meccanismo, e i risultati, beh, non paiono encomiabili.

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  3. lo yogurt può essere preparato senza la yogurtiera. Basta un termometro da cucina (lo trovi dall’ikea o nei negozi che hanno attrezzatura da cucina anche a circa 12 euro)un termos (ottimi quelli che si usavano negli anni ’70-’80 che sono molto capienti – si trovano ai mercatini dell’usato, circa tre euro).
    3 cucchiai di yogurt bianco per ogni litro di latte intero. Far bollire il latte per far perdere un po’ della parte acquosa, 10 minuti dal primo bollore. Togliere la pellicina che si forma sopra (se slappate il cucchiaio LAVATELO e non solo per motivi igienici ma perché i germi della saliva danno fastidio ai fermenti!!!). Far raffredare a 42 gradi. (all’ikea xxxxno un termometro per alimenti a circa 10 euro) Mischiare lo yogurt con qualche cucchiao di latte. Mettere nel termos per 6 ore (può stare anche di più ma potrebbe diventare più acidulo). Non muovere per nessun motivo il termos nel periodo di riposo.
    Così avrai uno yogurt senza elettricità

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  4. ciao piacere di fare la vostra conoscenza io da un pò mi autoproduco quasi tutto ,ogni giorno cerco di migliorarmi e scopro con orgoglio ed un pizzico di critica che le cose che facevano in nostri nonni senza titolo di studio ed alcuna istruzione sono molto meglio degli instrugli chimici che oltretutto fanno spendere un sacco di denaro ed inquinano tantisssimo per ora mi autoproduco:marmellate torte biscotti pane solo con pasta madre kefir kombucia aceto pasta gnocchi sapone detersivi lisciva di cenere creme e ungunti con oleoliti autoprodotti,insomma cerco di imparare ogni giorno da soddisfazioni mai provate ,si acquistano solo le materie prime con poca spesa e si occupa molto del proprio tempo io per necessità avendo tre bimbi piccoli ho dovuto licenziarmi ma ho scoerto un nuovo lavoro quello dell’autoproduzione ..che nessuno vede…

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  5. Che meraviglia questo post ed i commenti, con mille suggerimenti! Devo ammettere che qui in Germania faccio fatica a trovare ottime materie prime (e.g. i pomodori per la salsa).

    Anche io faccio il pane (con la macchina regalatami da amici volati in Canada, ma sto entrando nel trip del lievito madre…), niente yogurt, ma kefir, ragu`, ma forse non conta, pesto in estate, torte, pizza, pasta (anche di sale)…E soprattutto mi piace coltivarmi le mie erbette nei rari periodi di caldo!

    Provero` sicuramente a fare il dado, anche qui se trovo un’ottima marca bio, ma davvero si conserva cosi a lungo semplicemente in frigo?

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  6. Ma è fantastico questo post! Silvia e Serena, il vostro sito è talmente ricco di informazioni che non riuscirò mai a leggerlo tutto!!!! Vi adoro!!!

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  7. Ma il pane della mdp come viene? Io ho fatto il pane in casa, all’inizio con tanto successo, a mano, con la farina di grano duro, era buonissimo. Poi non so cosa ho cambiato, ha iniziato a essere meno buono… HO pensato alla mdp ma non è come il pane a cassetta? A noi non piace molto quello a cassetta, ci piace la tradizionale “biova”, insomma, il pane del forno a legna! NOn so se si possa fare con la mdp, usandola magari per impastare e cuocendo al forno?

    Per gli yogurt, ci ho pensato tante volta, ma anche io nella mia cucinetta di 8mq non so più dove metterci la roba (nemmeno la mdp, se è per questo, uffa!) e non ho il forno digitale. Ma ci penso…

    Il dado invece lo faccio da un po’, non mi ricordo le dosi, io metto zucchine, cipolle, carote, sedano, prezzemolo e sale. E viene buonissimo. Le marmellate per ora le fa mia suocera, come la frutta sciroppata (pesche, prugne) io non ho frutta e verdura mie, ma se mi passano qualcosa uso, quest’anno ho fatto marmellata di mirtilli (anche se non è venuta un granchè) e amarene sciroppate!

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  8. Secondo me c’è un’enorme differenza quando si fa il pane bianco, che non viene molto bene con la pasta madre nella mdm, mentre quello nero 100% integrale viene piuttosto buono. Anche perché la farina integralissima (frumento o segale) macinata a mano che uso io avrebbe comunque bisogno di un contenitore, perché da sola non riesce a tenere la forma del pane, ma si spiattellerebbe nel forno in un frittatone. Quando lo impasto a mano lo devo quindi fare semintgrale e devo aggiungere un po’ di farina bianca che renda più forte la pasta.
    Ciao!

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  9. @Bruna: ho riprovato col tuo metodo a fare il pane sulla mdp con la pasta madre. è migliorato di molto, ma non c’è proprio confronto con quello fatto a mano! La differenza è enorme, contrariamente a quando lo si fa con il lievito di birra!

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  10. Anche noi ne facciamo sempre tantissimo, e a Pasqua dell’anno scorso ne abbiamo regalato un barattolino insieme alle pizzette di formaggio, ed altre cose fatte da noi… regalo apprezzatissimo!!

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  11. Gloria, da quando ho il mio barattolino di dado in frigo lo sto mettendo un po’ dappertutto! Ho anche incrementato la preparazione di risotti pur di usarlo.
    Me ne era venuto talmente tanto che ho fatto anche un paio di barattolini-regalo molto apprezzati.

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