Ascoltare per la prima volta un figlio

padre-figlioUn padre, un figlio, una distanza incolmabile: così diversi, così in conflitto. Uno scrittore di storie per bambini e un cantante hard-rock. Poi la chiave di tutto: un ponte tra padre e figlio per scoprirsi molto simili.
Un guestpost di Sara su un libro che le è rimasto nel cuore (il breve estratto che leggerete è stato tradotto per noi da lei. Il libro non è disponibile in italiano).

Questo post parla di un padre, Werner, e di un figlio, Till. Negli anni 1980 vivono in Germania Est. Il padre è un poeta affermato e scrittore di libri per bambini. Suo figlio forse non immagina ancora che diventerà famoso nel mondo come cantante del gruppo heavy-metal “Rammstein”.

In un libro-diario dal titolo “Mike Oldfield im Schaukelstuhl. Notizen eines Vaters” (Mike Oldfield sulla sedia a dondolo. Appunti di un padre) , Werner Lindemann racconta la sua esperienza di padre. Oggi lo definiremmo un genitore blogger ante-litteram. Alcuni accorgimenti sono gli stessi dei moderni genitori blogger: il nome di Till è cambiato in “Timm”, altri nomi sono abbreviati in iniziali. Ma la famiglia che si racconta è reale.

Il rapporto fra Werner e suo figlio è ricco di affetto, ma anche di conflitti. Alcuni atteggiamenti di Timm preoccupano ed esasperano il padre, il quale in un’occasione arriva alle mani e si chiede seriamente se suo figlio sia una sorta di disadattato che rifiuta le norme sociali. Forse gioca anche la differenza generazionale, che cogliamo da alcuni piccoli dettagli: Werner detesta i rumori forti, che gli ricordano la guerra in cui aveva combattuto come soldato; Timm adora le moto e il rock ad alto volume.

Il titolo del libro evoca un istante speciale, quando fra i due si apre un canale grazie alla musica di Mike Oldfield. Poco prima, Werner aveva saputo che suo figlio era molto apprezzato sul lavoro, e si domanda se l’immagine che si era fatto di lui corrispondesse alla realtà. Quindi prova ad ascoltare un disco della sua collezione. Molti anni dopo, Till Lindemann descriverà quel momento come un “salto quantico” nel rapporto con suo padre.

Questo momento in cui Werner mostra di apprezzare le scelte del figlio non esaurisce il conflitto, che proseguirà nelle pagine seguenti. Anche oggi, leggendo le pagine che hanno scritto, abbiamo l’impressione che i due siano diversi come il giorno e la notte. I racconti per bambini di Werner Lindemann trasmettono la serenità e il calore delle fiabe, mentre le canzoni di Till Lindemann cercano di sconvolgere con storie terribili. Eppure, quando il cantante dei Rammstein prende per mano chi ascolta e lo porta nel bosco a incontrare l’orco, viene da chiedersi se non stia proseguendo il lavoro di suo padre. A modo suo.

Timm entra nel cortile con un vecchio ciclomotore sporco che fa un gran frastuono. Il ragazzo è raggiante.
“L’ho preso per duecento marchi, da un collega che voleva gettarlo via. ”

Da Est, dal lago Dambecker, alcune oche grigie si avvicinano volando basso.
Il ricordo mi assale: l’aviazione – le sirene – il fischio delle bombe.

I cunei grigi – oche selvatiche,
Che allegro chiacchiericcio nel cielo!

La curiosità mi porta nella falegnameria: è un capannone fatiscente ai margini della vecchia fattoria di D. Nella baracca: una panchina, una sega a nastro, una fresatrice, un tornio, una mensola con utensili, un forno a muro sporcato dal fumo, che brucia – eppure la stanza è appena riscaldata. Più una stanza sporca che un laboratorio. Il collega sessantatreenne di Timm emana un delicato fascino paterno. Dal dialetto si capisce che è originario della Prussia orientale. Sul volto del vecchio spicca un naso nodoso. I suoi capelli sono sottili e bianchi come la neve. Nella bocca tiene una piccola pipa ricurva. L’uomo ha piallato un manico d’ascia; frassino; un lavoro pulito.

Timm è andato all’ufficio della cooperativa. Io chiacchiero con la vecchia O. del più e del meno, ho paura di sapere cose sgradevoli su mio figlio. Accade il contrario. Il vecchio operaio loda la disponibilità del ragazzo, la sua diligenza, la sua forza. Poi mi mostra, con l’orgoglio del falegname esperto, un portafiori tornito da Timm: è uno splendido pezzo di legno di ciliegio; regalo di Natale per G.

Sulla strada di casa mi chiedo: quanto c’è di sbagliato e di giusto nel modo in cui vedo mio figlio?
E mi ripeto il vecchio proverbio “Saggio chi non si fida troppo del proprio giudizio”.

(…) La mela non cade mai lontano dall’albero, dicono. Ho avuto abbastanza discussioni sulla cosiddetta musica leggera. Salgo in soffitta, scelgo un disco dalla pila: Mike Oldfield.

Mai sentito.

Ascolto la musica.

Bella!
Bella davvero!
Ma perché bisogna ascoltarla ad alto volume?

Il ciclomotore scoppietta nel cortile. Salgo subito su per le scale. Ho già acceso il riscaldamento. La cena è sul tavolo. Metto questo nuovo disco.

Il ragazzo s’illumina come un mattino di primavera. “Da quando ascolti questo?”
Scherzo: “Ci si deve coltivare”.
Timm si siede, si scalda le mani sulla tazza da tè, ascolta. Il suo viso è pieno di gioia.

Timm più tardi: “Ti piace questa musica?”
Annuisco. “La sento per la prima volta”.

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