Le conosciamo ormai bene le TikTok challenges, quei trend virali cominciati non si sa bene da chi ma che fanno da chiamata alle armi per tutti gli utenti: ognuno le interpreta a modo suo, crea un video e lo posta sul social.
Uno degli ultimi trend potreste averlo notato senza saperlo anche voi, se per esempio vi ha incuriosito sentire sempre più frequentemente la voce argentina di Caterina Valente che intona “Bongo-là, Bongo cha-cha-cha” provenire dal telefonino nella stanza accanto.
Questo trend in particolare ci ha interessato molto, perché nel suo essere scanzonato e divertente nasconde un messaggio un po’ cupo che forse dovremmo ascoltare. La struttura dei clip (un giorno qualcuno studierà questi trend come genere a sé stante) è sempre la stessa: il canone prevede una parte iniziale, con sottofondo la parte strumentale di inizio della canzone, in cui si immaginano i propri genitori appena divenuti tali che sognano ad occhi aperti e si lasciano andare ad aspirazioni più o meno esagerate su quello che diventeranno “da grandi”, per poi passare, quando parte la strofa, a mostrare come la realtà ha disatteso tutte queste aspirazioni.
Alcuni video sono scherzosi e divertenti, si vede che ci si prende gioco di sé, o altri invece sottolineano come la realizzazione e il successo sia arrivato lo stesso, solo in modo diverso da come i genitori se lo immaginavano, come questo:
Le aspettative sui figli
Altri però ci lasciano un po’ l’amaro in bocca, davvero ci fanno toccare con mano il peso di queste aspettative mancate. Oppure ci danno una variazione sul tema: i genitori nella parte iniziale ci vengono mostrati molto critici, pronti a biasimare tutto, o totalmente in errore su quello che davvero accade nella vita dei loro figli, convinti che siano totalmente falliti, mentre la parte finale mostra quello che davvero i ragazzi provano.
Certo, non sono la prima generazione, né saranno l’ultima, che sente questa incomunicabilità con i genitori. Tuttavia è interessante vedersela rinfacciare all’infinito, come in un loop: ci piacerebbe poter dire che anche loro sono in errore, che non è mai stato vero tutto quello che pensano di noi, è la loro proiezione. Ma tant’è, rassegniamoci, siamo uno stereotipo anche noi, e dobbiamo restare tale, recitare il nostro copione e loro il loro, come tutte le generazioni prima, la nostra inclusa. O forse dovremmo partecipare anche noi alla challenge e smontare lo stereotipo? Vi includiamo una compilation, se cercate ispirazioni: