Ve lo ricordate lo spot della Barilla, quello con la bambina con l’impermeabile giallo, sotto la pioggia al ritorno da scuola, che si ferma a raccogliere un gattino per la strada? Quello che ci ha fatto emozionare tanto, perché tutte noi bambine volevamo essere quella bambina per raccogliere un gattino sotto la pioggia, e abbracciarlo e portarlo a casa. E quella musica che abbiamo imparato tutti a suonare su pianole e flauti. Eh…quanti ricordi!
Ora che sono mamma mi è capitato di nuovo sotto gli occhi e dopo un momento di smarrimento sul tempo che passa (davvero era il 1986?) e sull’impermeabile giallo bellissimo (il giallo è molto di moda quest’anno lo sapete?), mi è venuta in mente una domanda: ma una bambina così piccola tornava a casa da sola sotto la pioggia e nessuno ha gridato allo scandalo? Nessuno ha pensato all’abbandono di minore? E la scuola non ha preteso un nulla osta firmato dai genitori perché una bimba così piccola potesse uscire da sola per andare a casa? E la mamma è lì a tagliare pomodori invece di uscire con la macchina e andarla a prendere all’uscita vista la pioggia? E quando si accorge che la bimba è in ritardo non telefona alla scuola, ai pompieri, alla polizia, no, continua a cucinare solo un attimo preoccupata!?
Ah la poesia! Ah i bei tempi! Ah come siamo cambiati noi genitori e la società in cui cresciamo i nostri figli! Ah come mi piacerebbe un impermeabile giallo!
Scusate ma anche questa è cosa strana: da poco c’è il servizio pedibus per la scuola del mio grande (primaria). Stiamo in paese: sono circa 400 metri sul marciapiede, non ci sono strade da attraversare. La mattina lascio il figlio di 7 anni al capolinea e torno a casa col piccolo. Invece l’80% delle altre mamme (triste primato femminile) ha iscritto il figlio al pedibus, ma segue la camminata affiancando il serpentone. Forse non si fidano? Come faranno questi bambini a diventare autonomi?
Che bei ricordi e come sembrano lontani … La mamma a casa che cucina con calma e papà ritorna per pranzo. E come è cambiato il mondo … Io giocavo per strada con le amiche andavo a prendere il pane in fondo alla strada da sola … Ora si noi genitori siamo più ansiosi, ma forse lo siamo diventati per colpa di una società frenetica e anche un po più pericolosa, purtroppo .
Alla mia materna è stata chiesta da alcune mamme, come dire… ansiogene?, una riunione per affrontare il tema: perché le maestre non ci comunicano quante volte nostro figlio va in bagno?
Ora, a parte essermi tirata fuori dal gruppo whatsapp dopo un nanosecondo, a parte non aver partecipato alla riunione e aver mostrato solidarietà alla maestra incontrata stamani, mi dico: ci stupiamo ancora che poi a 20 anni vengono all’università accompagnati dai genitori?
I genitori onnipresenti sono terribili. Il tempo libero dei bambini è sacro.
oddio! ma davvero???
a volte penso a quanto siamo stati fortunati noi rispetto ai nostri figli, avevamo una libertà immensa. adesso un po’ per paura un po’ per abitudine non li lasciamo liberi un attimo, e sì che gli fa così bene un po’ d’autonomia!
ElenaElle ma veramente? Questa cosa è da pazzi! Sono rimasta senza parole, davvero
Tutto vero cari miei!
Per la gita scolastica (alla quale peraltro molti bambini non parteciperanno comunque) sono state richieste tali garanzie che neanche il corteo della regina Elisabetta: mancava il drone che sorvola il pulmino e poi siamo a posto!
purtroppo nella società di oggi i bambini muoiono sotto le botte dei familiari.. :’-(
quello probabilmente succedeva anche prima, ma magari se ne parlava di meno 🙁
E quante malattie potrebbe avere quel gattino? Dove lo hai preso? Te lo ha dato un pedofilo?
A parte le valutazioni ansiose, mi fa riflettere un aspetto di questo passaggio generazionale: i nonni, cioè i miei genitori ed i miei suoceri, sono quelli che più tirano indietro sull’autonomia, al punto che vanno a prendere d’estate le nipoti oramai grandi (16 e 13 anni) per il pranzo. Ora, che vadano a mangiare dai nonni a pranzo ci può anche stare, ma che due ragazze ormai grandi non riescano a fare tre km in bicicletta alle 11 del mattino proprio non lo capisco. Soprattutto perché sono quelle stesse persone che ci mandavano a scuola a piedi da soli fin dalla prima elementare.
Secondo me è proprio quella generazione che ora ha la percezione del mondo attuale come molto più pericoloso, anche perché fanno il confronto con il loro, e sono ancora più protettivi. Anche io noto lo stesso con i nostri di nonni. Poi ci sta che vogliano coccolarsi i nipoti 😉
E vogliamo parlare dei millemila messaggi sul gruppo whatsapp dei genitori per controllare se qualcuno ha visto o sentito qualcosa di anomalo e se gli altri figli sono già arrivati? 😀
e quelli dopo per commentare le responsabilità della scuola e organizzare incontri con la dirigenza scolastica
E che dire de fatto che papà torna a casa per pranzo? E che la mamma non lavori? Eh?
Ad ogni modo, io a sette anni tornavo a casa da sola. Ci eravamo appena trasferiti a Catania da Milano e io ero affidata alle cure della nuova BFF di mia madre, Giovannona Coscialunga: una trentenne vicina di casa, madre di bambini miei coetanei dedita alle anfetamine e ai viaggi lisergici. Forse fu a casa dell’LSD (erano pur sempre gli anni Settanta) che una volta Giovannona si dimenticò di venirmi a prendere, così aspettai all’uscita da scuola per un tempo lunghissimo e quando anche i cancelli vennero chiusi risolsi di tornare da sola chiedendo indicazioni. Arrivai a casa tardissimo. La mamma, indignata, telefonò a tutti i parenti milanesi per raccontare l’accaduto, ma mica mi venne a cercare. Ad ogni modo da allora in poi tornai sempre da sola. Di recente ho chiesto a mio padre: “Incroci, attraversamenti, traffico indiano: come avete potuto!?” Lui ha risposto: erano solo pochi chilometri!
Tu superi sempre ogni immaginazione…
ciò i riferimenti gps: dalla scuola elementare Giovanni Verga a via Pola 36
E’ l’autista dello scuolabus che non la aspetta e la lascia lì. Denuncia subito!!!
E non parliamo di quello sciagurato del padre, che è meglio…