Visitare un museo con i bambini piccoli è possibile rispettando i loro tempi, senza rinunciare alle opere. Per esempio organizzando una caccia al tesoro.
Come ho già raccontato, quest’estate ci siamo concessi un viaggio vero e proprio nonostante i nostri bimbi siano entrambi sotto i 6 anni. Tra le tappe obbligatorie del viaggio c’erano anche alcuni musei. In due casi abbiamo usato la tecnica di dividerci (Mr. Wolf Santo subito!), un museo era dedicato a loro ma in un caso desideravo assolutamente riuscire ad andarci tutti e quattro, a passeggiare e osservare reperti e testimonianze di mondi che per anni hanno fatto parte dei miei studi.
Il problema era: come sopravvivere al museo rendendolo un’esperienza fruibile per loro ma anche per noi?
L’assunto di base, che mi insegnò la docente di arte quando avevo 18 anni, è che a un museo non si può vedere più che poche opere d’arte. In certi casi, una.
Ho quindi proceduto a fare la “mia” selezione, grazie all’esistenza della collezione in rete e persino di alcuni percorsi e opere “notevoli” suggerite dal direttore del Museo. In alcuni casi, ho fatto qualche scelta autonoma, confidando che la mia passione per alcune opere potesse essere una testimonianza più preziosa per la mia famiglia del valore estetico assegnato dai critici d’arte. Oppure, semplicemente, che una statua legata a un’eroe mitologico potesse essere raccontata con una storia più affascinante di statue slegate da qualunque evento.
A quel punto, avevo sotto mano una lista di circa 15-18 opere, all’interno di un museo da milioni di reperti. Dovevo solo rendere appetibile la loro visione e ricerca per i bambini. E così ho pensato a una soluzione:
la caccia al tesoro
L’ho pensata con due obiettivi: raccontare qualcosa delle opere d’arte e utilizzare indizi e piccole prove per tenere sveglia l’attenzione dei bambini fino all’opera successiva.
Probabilmente sono fortunata: al piccolo piacciono molto i labirinti e alla grande fare i conti. Unendo l’una e l’altra capacità, ho costruito alcune prove con dei calcoli (stanza in cui eravamo, stanza dell’opera successiva) da cui derivavano gli indizi con cui procedere nella lettura della mappa proprio come se fosse un labirinto.
In altri casi, ho semplicemente posto degli indovinelli che andavano risolti prima di potersi spostare all’opera successiva.
Ho lasciato che si affascinassero da soli nelle sale in cui ritrovavano personaggi già incontrati nelle favole (per esempio quella delle armature dei cavalieri medievali) e che cercassero (dopo aver mostrato loro le foto) le statue che raffiguravano personaggi con il loro nome.
Dove siamo riusciti, prima di identificarle, o raccontarne il significato, abbiamo lasciato lo facesse la grande, coadiuvata dal piccolo, ed è stata una vera meraviglia.
E per finire, ovviamente, dalla borsa di mamma – dopo tante carte, cartine, guide, prove, sono usciti i due meritati e sospirati (piccoli) premi.
E fu così che un monumento all’arte è diventato “il museo della caccia al tesoro – bellissimissimo, mamma!” 😉
Avevamo parlato di visite culturali con i bambini anche qui:
- Bambini nei musei, l’intervista a una guida turistica specializzata nelle visite con i bambini;
- Visitare e rivedere luoghi con i bambini, l’esperienza della riscoperta di luoghi d’arte già conosciuti con i propri figli;
- Imparare girando: cronaca di una visita culturale, la parola direttamente ai bambini che visitano un monumento celebre;
- Il giro del cielo, come a volte il libro giusto rende tutto entusiasmante.