Se vi ritrovate tra le mani un bambino che improvvisamente fa capricci, vuole fare tutto da solo, e dice no a tutto, siete probabilmente nel pieno dei terrible two o dei terribili due anni. E se io ho ironizzato in passato chiamandoli i meravigliosi due anni, in cui i nostri piccini con una quotidiana lotta per l’indipendenza si trasformano in “grandi”, è decisamente un periodo molto complicato.
Pollicino ha da poco compiuto due anni (DUE ANNI!). Se anche non avessimo fatto caso al calendario ci saremmo probabilmente accorti che qualcosa stava accadendo. Pollicino infatti è uno di quelli nati con il sorriso sulle labbra. Uno di quelli con le fossette che ti avvolgono e ti portano via. Uno di quelli che accetta con entusiasmo ogni proposta di gioco. Uno di quelli che gli canti “il gufo con gli occhiali che sguardo che ha! Me lo prendi papà?” e lui urla “ZIII!”
Tranne dieci giorni fa, quando per la prima volta, improvvisamente al suono di “me lo prendi papà?” ha detto “GNOO!” ed è scappato via. Poi ci sono stati altri indizi. La mattina del suo bicompleanno ad esempio si è svegliato urlando GNO! E poi ha continuato per tutto il tempo. Gno al pannolino. Gno allo yogurt. Gno ai vestiti. Gno alle scarpe. Gno a tutto. Mi è preso un colpo.
Avere un bambino di due anni, significa essere in un periodo ricco di emozioni e di contraddizioni. Il bambino capisce di essere un individuo separato dalla mamma, e fa di tutto per affermare la propria personalità. Allo stesso tempo lui stesso è incerto del suo nuovo modo di essere e torna al nido in continuazione per riprendere sicurezza nella sua esplorazione del mondo e di se stesso.
E’ proprio quello che mi emoziona di più in questi giorni con Pollicino.
Ad esempio l’addormentamento, tolti i primi mesi con lui è stato sempre abbastanza facile. Lo mettevamo nel lettino, stavamo li accanto qualche minuto e lui si addormentava da solo. Ora è un continuo chiamare mamma (e non papà!). Si alza in piedi, tende le braccia e vuole assolutamente essere preso in braccio. Io lo sollevo, lo tengo un po’ in braccio e aspetto qualche secondo. Quando lui si sente pronto mi dice “nanna” e si butta di lato, pronto ad essere rimesso nel lettino. A quel punto possono passare interi minuti di calma, finché si risolleva e vuole essere nuovamente preso in braccio. Fa il carico di sicurezza e poi giù di nuovo nel lettino. E guai a metterlo giù prima che lui sia pronto!
Questa procedura può durare più o meno tempo a seconda dei giorni, ma quello che mi colpisce di più è la chiarezza con la quale mi sta dicendo “ho bisogno di te mamma! Sto crescendo, voglio fare da solo, ma ho ancora bisogno della tua guida”.
Ecco questa è la metafora perfetta dei terrible two.
Nella loro testolina scatta la molla dell’indipendenza, ma allo stesso tempo hanno ancora molto bisogno di essere guidati, di avere una base a cui tornare per fare il pieno di affetto, per creare quella stabilità emotiva di cui si ha bisogno per affrontare al meglio le sfide della crescita.
Allo stesso tempo però la giornata viene scandita da capricci, crisi, lotte di potere, e si ha spesso la sensazione di vivere con una bomba ad orologeria.
Ecco allora che mi sono fatta un ripassino di sopravvivenza, ricordandomi alcune tecniche che potrebbero tornarmi utili in questa fase. Ve li scrivo qui, così magari vi viene qualche ispirazione. Naturalmente sentitevi libere/i di aggiungere i vostri consigli nei commenti.
- 1. Lui si rifiuta di sedersi sul vasino. Si prende il suo orsetto e lo si mette sul vasino al posto suo. Gli si dice bravo Orsetto che fai la pipì nel vasino! Lui a quel punto prende l’Orsetto lo toglie dal vasino, e gli dice “MMIO!” e ci si siede lui.
- 2. Lui si rifiuta di vestirsi. Si crea un diversivo fingendo di volersi infilare i suoi vestiti al posto suo. Lui ride un po’ e poi accetta più volentieri di farsi vestire
- 3. una variante molto utile del 2. Si finge di non ricordarsi come si infila una maglietta, e si pretende di infilarla per i piedi. Lui ride, e ti spiega come si fa, e tu intanto lo vesti.
- 4. non vuole mangiare quello che gli mettete a tavola. Si prende l’Orsetto e si finge che l’Orsetto voglia mangiare quello che c’è nel piatto. Poi si fa la voce grossa e si dice “Eh no Orsetto! Questo non è tuo! Questo è di Pollicino!” A quel punto è facile che lui si decida a riprendersi quel che è suo e iniziare a mangiare
- 5. Offrire sempre due scelte di qualsiasi cosa sia possibile scegliere (quale tra queste due magliette vuoi?). Se non c’è scelta, inventarsi la scelta: vuoi mangiare con la forchetta destra o con la sinistra?
- 6. se inizia un lamento lagnoso di quelli finti, portatelo gentilmente davanti allo specchio e iniziate a lamentarvi con lui, esagerando le espressioni facciali. O si metterà a ridere o si arrabbierà di brutto, ma vale la pena tentare.
- 7. non vuole sistemare i suoi centoquindici animali nell’apposita scatola? Iniziate a mettere gli animali in fila indiana e poi procedete cantando una canzoncina e facendoli saltare a turno nella scatola. Sono ammessi salti mortali carpiati se il semplice salto nella scatola venisse a noia (questo è naturalmente applicabile a qualsiasi giocattolo da riporre nelle apposite scatole prima di andare a letto). Se vi dice bene dopo il trentesimo animale inizierà ad aiutarvi.
- 8. vuole aiutarvi assolutamente a spazzare il pavimento, solo che voi siete già in ritardo su tutto. Affidategli la scopa e occupatevi di altro. Lodatelo e godete di questo periodo di collaborazione: passa presto!
- 9. ricordatevi di spiegargli ogni cosa prima di iniziare a farla. Parlandone riuscirete a prepararlo alla prossima mossa, che “forse” risulterà più facile. Ricordatevi di non chiedergli mai se vuole, a meno che non siete pronti ad accettare un no come risposta. Meglio affermare con decisione quello che si deve fare (ora ci mettiamo le scarpe per uscire) e concedere un paio di alternative (come da punto 5)
- 10. State facendo tardi, e lui assume la posizione dell’ipotenusa sul passeggino (*) Afferrare la cinghia, ponete il ginocchio sul suo addome e spingete con forza, mentre cercate di chiudere la cinghia. A quel punto lui urlerà e cercherà di strapparsi la cinghia di dosso, ma intanto voi guadagnerete terreno sotto gli sguardi di disappunto dei passanti. Scuotete la testa e sorridete, continuando a ripetere “è stanco!” e tirate dritto per la vostra strada. (**)
- +1. Tanta, tanta, tanta pazienza.
(*) dicesi posizione dell’ipotenusa, quella per cui il bambino irrigidisce il corpo puntando i piedi e la testa come unici punti di contatto con il passeggino, formando appunto l’ipotenusa del triangolo. Copyright ©Silvia
(**)Disclaimer: la violenza fisica utilizzata per descrivere questo post è solo metaforica, in realtà noi siamo da sempre contrari ad usare la forza sui bambini. Si veda qui come esempio.
Semplicemente fantastico!!! Mi sono rivista mille volte in queste descrizioni e la posizione dell’ipotenusa…beh mio figlio la assume spesso, anche sul seggiolino auto.
Grazie comunque dei preziosi consigli
Volevo segnalare questo video che mi ha fatta spanciare, hanno iniziato a numerare gli episodi, spero che ne facciano altri. Suscettibile di iniziare discussioni sulle modalità di educazione, sicuramente, ma a me la trovata ha strappato una gran risata, perché la serietà con cui ti parlano i bambini fa davvero pensare alle parole di un adulto
http://www.youtube.com/watch?v=zdtD19tXX30
Questo significa che siamo una famiglia normalissima!
Grazie x i fantastici consigli!
Ciao
ahahahah! BELLISSIMISSIMO POST!
ho notato anche io che per fargli fare una cosa devi dirgli il contrario… o farla fare a qualcun altro (il papà o il pupazzo) e lui subito la fa…perchè “E’ MIOOOO”
Sono proprio furbetti, ribelli…e simpatici! mi diverto tanto a vedere cosa fa e cosa dice… ogni giorno esce con una frase che non si sa da dove salti fuori.. mi mancheranno poi i terrible two!
bellissimo questo articolo fa proprio al caso mio…
mi chiedo solo una cosa…quando finisce?e dopo cosa succede? 🙂
Marta come ti capisco!
Anche noi da qualche mese siamo nei terrible two,che diventano sempre piu’ terrible!!!
Che fatica,quanta pazienza!!
La mia di sera essendo stanca e assonnata comincia a piangere e a disperarsi per qualsiasi stupidaggine,a volte non si capisce bene neanche perche’.
Non vedo l’ora che passi questa fase!!
Ah,noi per riuscire a vestirla la mattina e mettere il pigiama la sera dobbiamo mettere un qualche cartone e ipnotizzarla qualche minuto. Non sara’ molto educativo ma altrimenti sono urla e calci… Ne va della nostra incolumita’,ah ah
I miei figli questo periodo lo hanno iniziato intorno ai 16-17 mesi, un po’ in anticipo. Certo è logorante, difatti attualmente (la bimba ha 20 mesi, è la mia seconda figlia) mi sento davvero sfinita. Leggendo l’articolo sorridevo e penavo una cosa: si, col mio primo bimbo giocav e riuscivo ad avere atteggiementi piu’ giocosi, sdrammatizzavo spesso, ero speso ferma e.. “accogliente”insieme, di fronte ai suoi capricci. Ma con la seconda non sempre riesco, mi innervosisco molto perchè lei fa la capricciosa e frigna no stop dalll’alba al tramonto (il suo tramonto non prima delle 23) e mi accorgo che in effetti la mia reazione di insofferenza non fa altro che peggiorare la situazione. Insomma sono ottimi consigli ma nn sempre si riescono a mettere in pratica, nonostante la buona volontà, soprattutto se si è stanchi.
Attacco il decalogo sul frigo giuro! PiccolaPeste ha compiuto 30 mesi e non ci si ragiona più! Da bimba sorridente è diventata taciturna, piange e ha scatti di rabbia per un nulla… è dura. In più devo spannolinarla per forza quest’estate perchè a settembre andrà alla materna e non c’è verso. Si impunta su tutto… Speriamo passi in fretta 🙂
Che mi dite, ci siamo? 22 mesi, da qualche giorno scene terribili (anche dalla pediatra, roba mai fatta prima) e capricci a nastro! voglio questo e urla e pianti, voglio quello e urla e pianti. Piu- che di NO (che pero- non mancano eh, soprattutto quando c-e- da andare a dormire), si tratta di VOGLIO.
Insomma la mia bimba sorridente e simpatica si e- trasformata in una belva urlatrice! AIUTO !
Grazie per questi preziosissimi consigli!
Avevo letto questo post qualche tempo fa e oggi sono tornata presto presto a ripassarmenlo per benino! eh eh…
@Daniela sei un mito!
Frankkie, guarda, io con la seconda (quasi 3 anni) ho messo da parte qualunque principio. Devo essere al lavoro per le 8.30, la seienne a scuola per le 7.45, io già mi alzo alle 6.15, mi vesto, pulita al bagno, crema, preparo tutto per la colazione, i cambi sono già pronti dalla sera, alle 6.45 sveglio la grande, facciamo colazione noi, poi denti, lei si è già vestita, scarpe e…
Ebbene si, sono una fanatica delle buone abitudini, ma si deve sopravvivere! E iniziare la mattinata serenamente vale anche qualche sacrificio di piccoli principi…
Così, se la piccola dorme (e spero sempre che lo faccia, perché è decisamente vispa e con lei i tempi si allungano mooolto) la chiamo all’ultimo, alle 7.20 la tiro su, la vesto mentre ancora è intontita dal sonno (un giorno mi denuncerà, ma per ora non sa farlo 🙂 ) e alle 7.35 si parte. Molliamo la sorella a scuola, e poi per lei kinder fetta al latte, o yogurt da bere, o biscotti da bimbi (mellin, nipiol, plasmon) che mangia più in fretta, in macchina mentre andiamo al nido.
I pediatri non sono d’accordo, ma per qualche mese non morirà 😀 Io e la grande viviamo la mattina con serenità, lei anche, e poi… Crescerà e cambierò sistema 😉
quasi 30 mesi.
e un solo no, che va dalla mattina appena aperti gli occhi (ma a volte anche prima) fino alla sera quando li richiude (ma a volte anche dopo)
esasperante.
talvolta sbrocco.
ma poi mi riprendo.
il mio vero problema è quando ho DAVVERO fretta, tipo la mattina quando si va in ufficio e al nido.
che faccio? lo sveglio alle 6?
perché secondo me in 2 ore ci si riesce con calma…
che stress, ma quando passa?
frank
@Frankkie no dai, ma se ti alzassi solo te alle 6 per preparare tutto, e svegliare lui più tardi? magari ti risparmia qualche impuntatura. Perché i duenni stanchi, ne piantano ancora di più di grane, eh! 😉