Viaggio nel sud della Svezia: Pumpa!

Domenica mattina inizia con una colazione speciale. Le uova delle galline di Göran sono veramente buone. “Alcune uova fanno i pulcini. Altre no.” Ci spiega il Vikingo. Ma lui le uova non le vuole.
Lui vuole solo mangiare il cetriolo.
Oggi ce la prendiamo un po’ comoda. Vogliamo vedere da vicino l’agnellino nato una settimana fa, e ci
facciamo coccolare dal lento ritmo di vita della campagna. Un bel tempo inusuale ci ha accompagnato in questa vacanza svedese, con il sole costantemente alto in cielo. E intendo alla lettera, visto che ci sono appena un paio di ore di buio di notte. Vogliamo goderci per quanto possibile la buona sorte meteorologica, tanto rara a queste latitudini.
Sfogliando pigramente la guida ho scoperto che esiste un luogo quasi mistico non lontano di qui. Una specie di Stonenge della Scania: Åles stenar. Ne facciamo la meta principale del nostro giro odierno.
Il Vikingo è un po’ stufo. Inizia a rispondere Pumpa a tutto. Pumpa è la sua parola magica. Quella che usa quando non ha voglia di parlare. Una specie di supercalifragilistichespiralitoso, solo che è molto meno faticosa da pronuciare e quindi più pratica vista l’incertezza verbale che ancora lo caratterizza.
– “Ora andiamo a vedere un bel posto, con delle pietre enormi messe in circolo”
– “Pietre Pumpa?”

Pollicino si accoccola sul seggiolino dell’auto al quale ormai sembra aver fatto l’abitudine, anche se non troppo di buon grado, e si addormenta. Il Vikingo ascolta un po’ di musica. Inizia con lo zecchino d’oro.
“Papà, lo sai che ai cani che muoiono gli rinasce la coda?” e così scopriamo che dallo zecchino è passato a De Gregori, districandosi ancora una volta con grande maestria tra i menù dell’iPod.
Ci fermiamo a guardare un simpatico porticciolo nella cittadina di Kivik, tanto per lanciare un po’ di sassi in acqua. E poi proseguiamo sempre più a sud per raggiungere la nostra meta. Lasciata la macchina nel parcheggio iniziamo ad attrezzarci. Io direi che la parte più stressante di questo viaggio per quel che mi riguarda, è il continuo succedersi di apri e chiudi il passeggino. Per raggiungere le pietre dobbiamo fare una piccola passeggiata in salita, quindi per questa volta Pollicino lo metto nella mitica fascia portabebè. E’ certamente la cosa più utile portata in viaggio. Non solo è molto più comoda da portare del marsupio (noi ne abbiamo anche uno bellissimo e tecnicissimo), ma è pratica da mettere e togliere e si piega e si infila nella borsa quando non serve. Direi che è già diventato un must nella nostra vita da genitori in vacanza con i figli.
Lo spettacolo delle pietre è imponente. Poste sulla cima di una collina, a picco sul mare. Il vento forte non fa che accentuare il loro essere pietre immobili.
– “Non si sa mica chi ce le ha messe lassù. Secondo te chi è stato?”
– “Pumpa!”
risponde il Vikingo, alzando le spalle.
Ci fermiamo a mangiare in un noto fast food per la strada, e il Vikingo schifa le patatine fritte, da’
uno sguardo di superiorità all’hamburger che suda grasso da tutti i pori e lo regala al padre, assaggia appena il succo di mela prima di chiedere l’acqua, e mangia solo le carotine presenti nella confezione pensata per invogliare i bambini: segno evidente del fallimento del marketing 🙂
Il Vikingo salutista oggi ha ingerito 1 cetriolo, un sacchetto di carotine e una banana. Fortuna che abbiamo imparato a fidarci di lui per l’alimentazione.

Siamo tutti un po’ stanchi. La vacanza volge al termine e si sente nell’aria. Torniamo alla fattoria per l’ultima notte.
Domani si torna a casa.
Casa Pumpa!

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2 thoughts on “Viaggio nel sud della Svezia: Pumpa!”

  1. ciao Vale, io uso la fascia corta della barabarn, una marca svedese. L’ho comprata al mercatino dell’usato a Stoccolma. La fascia corta ha il vantaggio di essere molto pratica. Si mette e si toglie facilmente, e il bambino può essere tolto dalla fascia senza svegliarlo. La fascia lunga non l’ho mai provata personalmente. Mi dicono che sia più comoda da portare ma molto più complicata da mettere e togliere, insomma meno flessibile. Cerca di capire quali sono le tue esigenze, quanto pensi di usarla, per tragitti brevi o lunghi. Quella piccola occupa meno spazio in borsa, e la porti facilmente ovunque. Altre differenze sono date da quelle con anelli e senza. La mia è senza anelli. Gli anelli permettono di adattarla più facilmente alle varie persone che la usano (mamma e papà hanno altezze diverse?), però occupano più posto in borsa. Insomma come sempre ogni persona ha esigenze dverse.
    Poi una marca vale l’altra, magari puoi vedere qualche sito di mamme che producono le fasce da sole, per aiutare qualche mamma blogger 😉

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  2. Ciao Serena,
    visto che ti ci trovi bene posso chiederti che tipo di fascia porta-bebè hai? e se per caso l’hai acquistata, mi indicheresti dove?
    io per il primo figlio mi ero fatta regalare un marsupio della nota marca giapponese con la A (tipico esempio di babbionaggine da primipara) talmente tecnico e complicato da indossare che l’avrò usato 3 volte.
    adesso per la seconda vorrei trovare qualcosa di veramente pratico, ma ho visto che in rete le offerte sono infinite e non so su cosa orientarmi…
    grazie e buon rientro!

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