Nessuna paura del dentista

A partire dai 6-7 anni si fanno le prime visite “serie” dal dentista. I bambini sono curiosi, e certamente vi chiederanno dove li state accompagnando. La risposta migliore è quella più semplice e più diretta: il dentista è il Dottore dei denti e della bocca, cura le malattie dei denti delle persone per farle stare meglio.

Foto di spudnik06 utilizzata con licenza CC Flickr
Foto di spudnik06 utilizzata con licenza CC Flickr
Purtroppo, al dentista vengono però spesso associati sentimenti negativi, il più comune è la paura del dentista. Chi ha paura del dentista spesso ha avuto precedenti esperienze negative personali e tende a trasmettere questa paura a coloro su cui ha un’influenza emotiva, proprio come accade da un genitore al figlio. I bambini, del resto, a quell’età spesso non hanno ancora avuto rapporti con questo tipo di medico, e si fidano di ciò che gli viene detto, o più ancora “captano” i messaggi che sono legati a questa figura e che trapelano nei discorsi dei grandi.

Sarebbe quindi molto positivo saper trasmettere ai nostri bambini l’importanza delle visite periodiche dal dentista e dell’igiene orale, dato che si tratta prima di tutto di un aspetto della loro salute. Andare dal dentista è importante per la salute dei giovani denti: prima si intercetta un problema e prima e meglio lo si può curare.
Cosa possiamo fare noi genitori? Seguendo alcuni consigli delle due principali associazioni italiane di Dentisti(*), vi propongo alcuni spunti di riflessione. Con un poco di attenzione nella scelta delle parole e dell’atteggiamento, possiamo essere noi genitori a trasmettere sicurezza, tranquillità e fiducia al bambino, che potrà così venire dal dentista senza preoccupazioni.

Lasciamo che il bambino faccia la sua esperienza

Alcune persone associano automaticamente dentista e dolore, ma questo non è corretto. Con le tecniche di oggi, molto spesso farsi curare dal dentista è un’esperienza quasi del tutto indolore. Un bravo dentista è molto attento a far sì che per i bambini l’esperienza sia priva di traumi, affinchè siano più collaborativi e anche più motivati a prendersi cura della loro bocca e dei loro denti.
Se pronunciamo ancor prima di entrare frasi come “Non preoccuparti non sentirai nientenon rassicuriamo il bambino, ma al contrario facciamo associare la visita dal dentista con l’eventualità di sentire dolore, cosa che invece magari non accade, e avremo solo ottenuto l’effetto di preoccuparlo.
Allo stesso modo alla fine della visita dire: “Hai visto che non hai sentito niente!” è solo un modo di scaricare la nostra tensione, che il bambino non aveva avuto motivo fino ad allora di percepire.

La visita dal dentista è una buona abitudine, niente di strano

Se la visita dal dentista viene fatta regolarmente, sarà una normale visita di controllo. Non è necessario farla diventare qualcosa di straordinario e al di fuori della norma, per esempio facendo accompagnare il piccolo paziente da molte persone, come genitori e nonni insieme. Il bambino percepirà un’anomalia, una situazione in cui viene controllato.

Il dentista non è una punizione

Dal dentista si va per farsi curare, quindi il dentista si prende cura di noi. Per questo è sbagliato usare frasi come “Se non fai il bravo ti porto dal dentista!”, o peggio ancora “Se non mi dai retta ti faccio togliere un dente!”, “Smettila altrimenti ti faccio fare una puntura dal dentista!”. Il dentista, come ogni medico, è lì per curare, non per fare del male.

Ti aspetto fuori

La prima volta che si accompagna il bambino dal dentista è utile partecipare insieme a lui nel fare conoscenza con lo studio, con il medico e con il personale, in modo da essere tutti a nostro agio.
Una volta presa però la giusta confidenza con l’ambiente ed il medico, il bambino si responsabilizza molto di più se il genitore, nelle visite successive, aspetta in sala d’attesa. In questo modo si permette al piccolo paziente ed al suo medico di stabilire un rapporto di fiducia reciproca che permetterà al bambino di vivere la sua esperienza dal dentista in modo autonomo e responsabile, ed al medico di svolgere le sue funzioni di cura con la collaborazione del paziente.
Mostrare apprensione in questa situazione, con frasi del tipo “Non ti preoccupare, io sono qui fuori” è controproducente per due motivi: da una parte si fa credere al bambino che potrebbe non essere capace di affrontare la situazione da solo; dall’altra mette il bambino in uno stato di ‘allerta’, pronto a chiedere ‘aiuto’ anche se non deve affrontare niente di pericoloso.

E’ utile spiegare, ma non banalizzare

I bambini sono estremamente intelligenti, e fanno molte domande. Per questo è utile dire la verità nel caso in cui, dopo la visita di controllo, si debbano fare delle cure. In questi casi, sarebbe bene cercare di non banalizzare quanto deve essere fatto dal medico, o comunicare tempistiche non reali. Ad esempio dire: “Poverino, devi fare l’anestesia” indurrà il bambino a vivere l’esperienza come puramente negativa, e non compiuta per il suo bene. L’anestesia è ciò che serve per non sentire dolore, e quindi è una buona cosa.
Altre frasi come “Non preoccuparti ci metterà un secondo”, “È un attimo poi andiamo via” potrebbero essere motivo di ansia per il bambino, oltre al fatto che potrebbe non essere una previsione realistica.
Se ci sono cose che desiderate spiegare al bambino, ma non ne conoscete i particolari, chiedete al dentista.

(*)informazioni tratte e rielaborate da: ”Come ottenere e mantenere la salute orale nei nostri bambini” – Quaderni di Informazione Sanitaria – ANDI e AIO Ferrara.

Ringraziamo Marica Pieralli, che ha scritto per noi questo post, osservando tanti bambini e genitori dal di dentro dello studio dentistico.

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