Una mamma infermiera e i turni di notte

Publichiamo questa testimonianza di Marina nell’ambito dell’iniziativa per il CerVello di mamma e papà.
Lascio subito la parola a lei, e spero che voi riusciate a trovare le parole giuste per commentare la sua situazione.

Salve, vorrei raccontarvi la mia posizione (o meglio: futura posizione) lavorativa da neomamma.

Il mio bimbo ha 4 mesi, sono ancora in maternità, lavoro come infermiera a tempo indeterminato in un ospedale pubblico. Premetto che a mio parere la maternità viene molto considerata al giorno d’oggi, ma purtroppo qualche intoppo c’è sempre sul lavoro!

Quando ho cominciato a lavorare, 5 anni fa, ricordo con chiarezza che una bravissima collega, rientrata dalla maternità, chiese ai nostri superiori (primario e caposala) di poter usufruire del diritto di non fare le notti fino ai tre anni compiuti della sua bimba, l’esito amaro è stato un secco “no”, per rimanere nel nostro reparto avrebbe dovuto fare le notti da subito, così è stata costretta a cambiare reparto e addirittura ospedale; sono convinta che la perdita di una professionalità come la sua sia stata davvero pesante!

L’anno scorso, appena saputo della mia gravidanza, ho parlato con la caposala, la quale ha messo subito in chiaro anche con me la regola: “Se vuoi rientrare nel mio reparto devi ricominciare subito con le notti, altrimenti non ti posso tenere”. Mi sono sentita un po’ come un numero, credevo di essere valutata per le mie capacità, invece sono valutata per il tempo che posso offrire…

Sono comunque contenta, fino ad ottobre potrò rimanere a casa ad accudire il mio bimbo, anche se percepirò appena il 30% dello stipendio base, ma appena rientrerò al lavoro so che dovrò subito lavorare anche di notte: la mia colpa è quella di trovarmi bene nel mio reparto e soprattutto con i miei colleghi, quindi se non voglio rinunciare al mio posto, che amo, devo accantonare i miei diritti come mamma. Capisco molto bene che la carenza di personale purtroppo comporta scelte difficili da parte dei propri superiori, ma mi chiedo: davvero non c’è la possibilità di lavorare di giornata o come part-time dove mi trovo bene e quindi, ne sono convinta, lavoro anche più appagata e con maggiore motivazione oppure è una soluzione di comodo per non sforzarsi di cercare altre soluzioni?

Se vuoi raccontarci la tua storia puoi farlo scrivendoci a
cervello @ genitoricrescono. com (togli gli spazi).

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11 thoughts on “Una mamma infermiera e i turni di notte”

  1. Ciao Marina,
    io posso parlare dell’esperienza di una mia amica infermiera che fa le notti in chirurgia d’urgenza. Per un periodo le hanno sospeso le notti e lei proprio non c’è la faceva a gestire 2 bimbi (3 e 5 anni), avendo comunque un marito medico che la aiuta molto avendo un buon orario, proprio x il fatto che durante la notte i bimbi dormono e lei lavora, poi al rientro i bimbi vanno in asilo e lei dorme e poi il pomeriggio dopo l’asilo ha tutto il tempo di stare con loro.
    Ovviamente lei ha i turni e riesce ad avere anche qualche mattina libera, in modo da avere tempo x gestire la casa, commissioni e magari qualche ora dedicata a lei, che altrimenti con un part-time risultano impossibili. Ti parlo come mamma part-time che finisce verso le 14.30-15, quindi mi resta forse 1 ora o meno, x fare spesa e tenere in ordine casa, quindi mi manca moltissimo un po’ di tempo x me stessa.
    Io ti consiglierei come hanno fatto altre di provare e poi se non ti trovi bene, si può sempre cambiare … al posto tuo, lo considerei una fortuna lavorare con i turni.
    In bocca al lupo e goditi tuo figlio!!!

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  2. Cara Marina, io aspetterei intanto di finire l’aspettativa, e di essere più vicina al rientro, per decidere cosa fare. Sicuramente adesso, a 4 mesi, sembra impossibile pensare di lasciare la propria piccola per la notte, ma da qui ad ottobre molte cose cambieranno. D’altra parte, rientrare al lavoro nel reparto e nell’ospedale in cui ti trovi bene, piuttosto che cambiare e dover ricominciare da capo, potrebbero veramente essere un rientro stressante, quindi… aspetta ancora un po’, e decidi all’ultimo momento, ti sarà più chiara la via da scegliere.

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  3. Concordo con Laura nel fare un primo tentativo. Obbligarli a concederti trattamenti di “favore” rispetto gli altri colleghi, qui in Italia, spesso è impensabile. Ci si ritrova poi ad essere isolati e invogliati a lincenziarsi prima del tempo.
    Si dice spesso che il part-time costi di più del tempo pieno. E’
    proprio vero?, dati alla mano?
    In questo sito ne hanno parlato, sempre senza dati però….
    Vi lascio in link.
    Falsi miti.
    http://momsatwork.it/tag/falsi-miti/
    Grazie dei vostri preziosi spunti.

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  4. Ciao Marina, io non mi fascerei la testa prima di rientrare. Magari puoi provare a fare i turni di notte e poi se proprio vedi che non ce la fai, potresti parlarne con la tua caposala. Magari, potrebbe assecondarti pur di avere una persona come te!

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  5. L’Italia è un paese di grandi ingiustizie, non c’è dubbio, e questo del diritto al part-time solo per lavoratori del settore pubblico non è neanche il più eclatante.
    Purtroppo siamo in un periodo in cui le differenze di trattamento vanno accentuandosi a svantaggio dei più deboli, invece di livellarsi.

    Detto questo, trovo che il fatto di avere un diritto in più di altri non debba essere motivo per non esercitarlo, anzi. Non si tratta di fare i furbi o di accampare pretese irragionevoli, solo di esigere rispettosamente e fermamente quello che ci spetta.

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    • Diritto al part time nel pubblico? A parte che per le infermiere però! Informati bene prima di sparare a zero sulle infermiere del pubblico, perché l azienda non concede i part time visto che C è una percentuale da rispettare e i più part time se li sono presi in passato e ora a tanti non glieli levi più anche se sono ultra cinquantenni… Che rabbia che mi fate… Abbiamo degli orari incompatibili con la vita familiare.. Inoltre dei ritmi di lavoro stressanti… Vuoi mettere dormire nel tuo letto? Certo se uno non prova non può giudicare… Ma anche alzarsi ogni mattina alle 5.30 per entrare alle 7 in turno non è una passeggiata, specialmente se hai il marito che lavora tutto il giorno fuori casa e devi far tutto da sola…
      Purtroppo non è così semplice avere il part rime… Preferirei di gran lunga aver un lavoro da ufficio alzarmi alle 8 ed essere a casa per l ora di cena o le domeniche e i giorni di fesa star con la mia famiglia! Tipo Natale, Pasqua, ecc…
      Il mio lavoro lo adoro, lo adoravo prima di avere un figlio, non mi importava di star fuori così tanto e non poterlo educare, i nidi e le babysitter costano..

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  6. Io sono combattuta su certe cose… Ci sono davvero troppe diversità tra un posto di lavoro e un altro. NOn me ne intendo, ma mi pare che le infermiere comunque non facciano il turno di notte fino all’anno del bambino (ma potrei sbagliarmi). Dopo… beh, personalmente preferisco un turno di notte al pomeriggio (di notte dorme, al mattino comunque nido o sta dove starebbe se lavoro, e al pomeriggio me lo godo più che la notte, ma sono cose personali), però mi chiedo: è giusto che per un dipendende pubblico ci sia la scelta (anche se comporta rinunce, come quella di cambiare reparto) e un privato no? Per non parlare del part time, altrochè diritto, sembra inesistente…
    Non sto accusando, come dici tu è difficile, il part time costa di più, in proporzione, del full time, una ditta ha più spese con due dipendenti part time che con uno a tempo pieno, anche se le ore finali sono le stesse. E allo stesso modo il problema del tuo reparto è la mancanza di personale, e quindi forse la scelta non ce l’ha nemmeno chi ti dice di no (perché se non c’è personale, dire di si vuol dire chiedere di più a chi resta).

    Le tue richieste sono legittime, quello che non mi piace è la differenza di trattamento, tra pubblico e privato, e non solo, tra chi può chiedere e chi no, chi ha diritto e chi no. E il fatto che un reparto possa e un altro no, che non ci sia mai abbastanza personale (quando c’è fame di lavoro) e che in Italia il part time sia ancora un’utopia per tantissimi mentre a parere mio potrebbe diventare una grande risorsa.

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  7. Marina, se non sbaglio una volta esauriti i congedi parentali, in quanto dipendente pubblica hai _diritto_ al part-time (alla faccia dell’uguaglianza dei diritti …)
    Da una veloce ricerca sul web ho trovato qualcosa qui http://consigliera.provincia.pescara.it/download/Brochure_mamme.pdf
    La legge comunque dev’essere la 52/2000

    Sono convinto che se dimostri ai tuoi superiori lo stesso attaccamento al tuo (difficile ed impegnativo) lavoro che hai dimostrato in queste poche righe, faranno di tutto per non perderti (visto che tu dirai loro che se ti dovessero rifiutare il part-time ti vedresti obbligata a malincuore a chiedere un trasferimento ad altro reparto … 😉

    Auguri di cuore

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  8. Marina,grazie per averci raccontato la tua esperienza. Le tue domande sono legittime. Io credo che non solo sia fattibile trovare nuovi modi di lavorare che prevedano part-time e flessibilità negli orari, ma che sia veramente l’unica soluzione possibile per far si che il posto di lavoro sia un bel luogo, dove i lavoratori si sentono a loro agio e accolti, e quindi spinti maggiormente a svolgere al meglio il loro lavoro.

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