Esiste un modo per accettare e basta? Per amare e basta?

bambini vivaciDurante il mese di luglio abbiamo ricevuto una email da una nostra affezionata lettrice che mi ha gettato nello sconforto. Il figlio di Marzia è un bambino amplificato. Chi segue questo blog dai suoi inizi sa che nasce proprio dal confronto tra due mamme di bambini amplificati, e di email come questa io e Silvia ce ne siamo scambiate non poche. Un bambino impegnativo richiede un livello di attenzione costante da parte del genitore, a volte ti passa la voglia di lottare e ti chiedi cosa hai fatto di male. L’unica via di uscita e di avere intorno persone che capiscono perfettamente come ti senti, e che riescono a ricordarti che non sei sola/o, e che tuo figlio non è un teppista, ma un bambino fragile. Marzia ci chiede aiuto per rispondere alla domanda: Esiste un modo per accettare e basta? Per amare e basta? Noi non siamo state in grado di risponderle, e per questo abbiamo deciso di chiedere il vostro aiuto, dedicando questo mese al tema dell’accoglienza.

Io sono appena rientrata da una decina di giorni al mare con Nano e ovviamente le mie, seppur limitate, aspettative non si sono proprio avverate. Le vacanze per me sono un momento molto delicato, quando hai un bambino così particolare non puoi avere delle aspettative alte, speri di avere un po’ di tempo esclusivo, senza impegni, pieno di attenzioni reciproche, così da ricaricarti. E’ stato così solo in parte ma ho avuto un po’ di tempo per pensare ed elaborare quello che in qualche modo posso definire il mio “lutto” (perdonate il termine troppo forte).
Per tutto il mese di giugno ho seguito i temi così difficili che avete trattato e letto il coro di risposta così straordinario che avete ottenuto. Cosa ho a che fare io e la mia perfetta e desiderata gravidanza con con le storie di madri mancate, tentate, in lotta, in disperazione per bambini non arrivati? Come posso soffrire io così tanto dolore potendo guardare mio figlio ogni giorno? Come posso provare “fatica” nell’amare l’essere umano per me più importante? Eppure è quello che provo, non è uno “sbrocco” irrazionale ma la constatazione di un dato di fatto. Insomma, non soffro di depressione, sono una persona intelligente a tratti persino brillante, ho un lavoro discreto, ho un matrimonio solido con un uomo che amo da più di vent’anni, ho una famiglia che ne ha passate tante ma resiste … eppure talvolta odio mio figlio per la sua capacità di interrompere costantemente questa potenziale serenità. [pullquote]eppure talvolta odio mio figlio per la sua capacità di interrompere costantemente questa potenziale serenità.[/pullquote]
So che non è colpa sua, che sono io l’adulto che deve aiutarlo a transitare verso l’età adulta, eppure in alcuni momenti ho bisogno di distaccarmi, di “sospendere” l’amore e il dolore, di dire almeno a me stessa che sono stanca, stanchissima di essere sua madre.

Ho iniziato la vacanza leggendo “Disciplina. Un gioco da ragazzi.”. Molto intelligente ma come lo applico? Vedete io non ho un bambino di 5 anni e 1/2 ma due, uno di 2 anni e uno di circa 10; solo che convivono nello stesso corpo e non so mai chi uscirà fuori alla prossima sollecitazione. Quando lo vedo in mezzo agli altri bambini questa sua peculiarità diventa la fonte di un’angoscia immensa, del terrore di essere inadeguata a rispondere alle sue necessità. [pullquote]Quando lo vedo in mezzo agli altri bambini questa sua peculiarità diventa la fonte di un’angoscia immensa, del terrore di essere inadeguata a rispondere alle sue necessità.[/pullquote]
In spiaggia c’erano almeno una cinquantina di bambini divisi tra l’animatrice, i castelli di sabbia, i tuffi in acqua … tutti normalmente soddisfatti di essere all’aria aperta e liberi. Ma non Alex. La vacanza l’aveva scelta lui, felice di tornare nel solito posto dove veniamo trattati da amici e non da clienti. Alla partenza pareva galvanizzato … ma poi la novità si è scontrata con il mondo esterno: la sabbia era fastidiosa, il mare o sporco o freddo, dall’animatrice si nascondeva, gli altri bambini li ignorava o li affrontava in modo inadeguato per la sua età. Un momento dovevi “assolutamente” portarlo in braccio fino in strada e l’altro lo vedevi impegnato a fare enigmistica sullo sdraio. Diamine! So che è moralmente scorretto ma ho desiderato di essere la madre di uno di quei 50 bambini almeno per qualche ora, almeno il tempo di riprendere fiato.

Il vicino di ombrellone era un maestro elementare e mi faceva i complimenti per lo sviluppo intellettivo di Alex. So che a tratti sembra un piccolo genio ma non ci trovo nulla di positivo se il prezzo da pagare è quello di essere unici e infelici. Perchè lui è dannatamente crucciato, perennemente arrabbiato o annoiato, invadente al limite del molesto, incapace di godersi le piccole gioie quotidiane… e io non so come aiutarlo! Ci ho provato pensando e leggendo molto, ci ho provato andando d’istinto. Ora so più cose, grazie a voi, sul temperamento, ma la definizione di amplificato non riesce comunque a completare il quadro.
Non è giusto che io riesca a ricordarmi i singoli attimi in cui sono stata bene con Nano, non è giusto che io possa contare i momenti di svago e vacanza definibili come tali, non è giusto che io mi fermi davanti alla porta di casa ogni sera temendo cosa mi attende dall’altra parte. Non è così che voglio viverlo. Io voglio AMARLO! Io voglio essere FELICE di stargli accanto, voglio sentire la FORTUNA di averlo con me. [pullquote]Non è così che voglio viverlo. Io voglio AMARLO! Io voglio essere FELICE di stargli accanto, voglio sentire la FORTUNA di averlo con me.[/pullquote]
A volte mi metto accanto a lui mentre dorme, bellissimo e finalmente sereno, lo accarezzo e piango tutte le lacrime che nascondo al mondo.

Continuo a ripetermi che devo accettarlo per quello che è. Che l’amore e la maturità vinceranno. Eppure nell’anima sento tanta solitudine, sento di non poter davvero condividere il peso che porto con nessuno. Ho smesso di quardare gli sguardi di compassione delle mamme che lo vedono passare da un estremo all’altro, capisco il loro sconcerto perchè è anche il mio. Forse non ho avuto ancora la fortuna di incontrare qualche “esperto” capace di aiutarci senza darci “una cura”. Non voglio che mio figlio faccia sedute di analisi, non voglio che diventi qualcosa che non è ma che faccia uscire tutto ciò che di buono ha.
Applicando gli ottimi consigli dei vostri post e dei libri recensiti dovrei riuscire a trasmettergli abbastanza sicurezza e amore da farlo sentire sicuro e collaborativo. E a dispetto di tutto continuo a provarci, riuscendo a mettere un piccolo mattoncino ogni tanto. Ogni tanto è un po’ poco però.

Mio marito sostiene che occorre avere pazienza, che crescerà e imparerà a gestirsi, ma poi anche lui perde la pazienza.

Esiste un modo per accettare e basta? Per amare e basta? Per non far vincere la paura del futuro?

Scusate la sbrodolata e grazie se mai potrete darmi una risposta. Se esiste sono certa che voi siete le uniche in grado di farlo.
Un abbraccio a voi e ai vostri cuccioli.
Marzia

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71 thoughts on “Esiste un modo per accettare e basta? Per amare e basta?”

  1. Potrei sottoscrivere ogni parola di questo articolo.
    Io voglio, io vorrei godermi mio figlio. Vorrei avere questo privilegio. Ogni giorno ci penso. Sto anche pensando che forse ha distrutto, disfatto il bellissimo rapporto che avevo col mio compagno, che amavo tanto.
    Ma mi sento male, in una gabbia da quattro anni, chiusa con un figlio che direi decisamente amplificato, amplificato per me. Niente aiuti dai nonni, niente asilo, difficoltà di gestione. E un figlio che si sveglia alle 7 e si Addormenta alle 10,30 se va bene. Che si sveglia piangendo e urlando perché gli dà noia un calzino. Che urla e piange perché una maglia diversa non va bene, le scarpe no, i calzini no, cibo no. Ogni cambio di programma è un incontro di wrestling, se mai fossi rimasta incinta avrei abortito tutti i giorni dalle botte che mi dà involontariamente perché è agitato. Che dopo aver passato una giornata insieme, non posso imbracciare la mia chitarra per cinque minuti perché mamma deve giocare con lui. Che quando, dopo una giornata lontani o al lavoro, io e il mio compagno ci sediamo sul divano per stare tranquilli, anche con lui, quello che succede è che ci butta addosso i cuscini, ci sale addosso, dà calci, pugni, cerca di arrampicarsi in cima ai divani, si butta di sotto, prende testate, il tutto in un urlio continuo. E il tutto fino alle 10,30 almeno, finché non riusciamo a metterlo a letto e a quel punto siamo talmente stanchi, sfiduciati, distrutti dall’impossibilità di poter godere di una vita serena che andiamo solo a letto.
    Io credo di essere depressa, a tratti anche fortemente. E vedo il mio compagno, e la meraviglia che eravamo non riesco più a vederla.

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  2. E’ pazzesco come, oggi, mi ritrovi in queste parole, in questo racconto. Vorrei sapere anche io da Marzia come procede il percorso.
    Il mio bambino ha 7 anni ma ne dimostra 5. La diagnosi è disprassia ma fosse solo quella….il Q.I due anni fa era nella norma e la prima elementare, seppur con alcune difficoltà, è andata.
    Il problema è proprio lui.
    Il problema sono proprio io.
    Lui che ha evidenti difficoltà a socializzare (anche perchè la “diversità” non viene accettata anche da piccoli) e quando andiamo al parco è quasi sempre solo. E’ solo anche a casa, avrei mai avuto il coraggio di fare un secondo figlio?!?!?
    Abbiamo passato un Ferragosto da incubo. Lui l’unico bambino capriccioso. Pestare i piedi e urlare perchè voleva la Coca – Cola?? A 7 anni??? Perchè questo non gli va. Quello nemmeno.
    Zero interessi.
    Lo porti in un Museo (per bambini) e come entra chiede quando si esce.
    Non dico sia sempre così, sicuramente negli ambienti a lui conosciuti è più gestibile. Ci sono anche momenti piacevoli, rari ma ci sono.

    Ma ad ogni suo capriccio io sprofondo. Ed è meglio che lo lasci a qualcuno di più calmo altrimenti arrivano pure le “botte”. Perchè si arriva allo stremo. Si arriva alla fine e alla fine si esce un pò di testa.
    Poi si calma e ti chiede scusa.
    E gli altri a dirti….ma è normale? E’ ipercinetico? No
    E io invidio gli altri. Invidio gli altri che hanno figli buoni e bravi che dove li metti stanno.
    Eccome se li invidio.
    Brutta bestia l’invidia.
    “Eppure nell’anima sento tanta solitudine, sento di non poter davvero condividere il peso che porto con nessuno. Ho smesso di quardare gli sguardi di compassione delle mamme che lo vedono passare da un estremo all’altro, capisco il loro sconcerto perchè è anche il mio”
    La penso uguale. Porto un peso dentro al cuore che nessuno può comprendere.
    Sino ad ora abbiamo fatto logopedia (aveva un ritardo nel linguaggio ora risolto) e neuropsicomotricità. Ma adesso è opportuno provare altro.
    Purtroppo tutto a pagamento. Questo devo dirlo!!! Devo urlarlo!!! Ma come caspita fa uno che non ha le possibilità??????? Adesso contatteremo qualche psicoterapeuta. Anche io ne ho bisogno. Ma tanto per me non ci sono i soldi. Quindi prima lui.
    La cosa che mi fa più male di tutte, però, è la solitudine.
    Lui sa essere anche simpatico, è buono e non farebbe del male a nessuno ma ha interessi di un bimbo più piccolo e questo i suoi coetanei non lo capiscono. Quindi SOLO. SOLO. SOLO. E quando sbrocca tutti lo evitano, ovviamente.

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  3. Io vorrei scrivere in privato a Marzia, autrice di questo articolo datato 2010, ora che siamo nel 2018… vorrei sapere ora com’è la situazione, ora che il bambino è cresciuto… sapere se è tutto ancora così difficile?
    Inutile dire che vivo proprio ora queste stesse emozioni…
    un caro saluto,
    s.

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  4. Mi sono imbattuta per caso, ma a questa mamma dico com’è possibile che non vuoi sedute? Spero tuo figlio sia migliorato ma da quello che scrivi questo bambino aveva bisogno di un aiuto di qualche esperto.

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  5. Mi sono imbattuta a caso in queste toccanti parole di una mamma in cui mi riconosco tantissimo.Leggo il sito da un po’ di mesi e devo dire che come tante,le letture di voi tutte mamme,mi tengono compagnia e mi fanno sentire meno sola.
    Io sono mamma di 2 bambini ma la mia storia è un po’ particolare.Mio figlio di 3 anni e mezzo è arrivato(e desiderato tantissimo)in adozione internazione a 21 mesi,più di 1 anno e mezzo fa.Dopo 4 mesi dal suo ingresso in famiglia siamo rimasti “incinti” e 11 mesi dopo l’arrivo di mio figlio è nata mia figlia che ora ha 10 mesi.
    Vi prego di lasciare andare via i pensieri che uno non l’ho partorito e l’altra no.Per me sono figli e basta.
    Chi mi cruccia di più è il mio adorato primogenito.Lui è incredibilmente tosto,lui si sveglia al mattino già cupo,è un No su tutto,sul fare pipì,sul prendere il latte,sul vestirsi etc…etc… con lui bisogna usare la forza se si ha poco tempo x uscire x andare a lavoro,non dargli modo di scappare,accalappiarlo al volo mentre tenta la via di fuga con mezzo pigiama addosso per correre davanti ai “cartoni”.
    Inutile ricordargli quotidianamente che i denti si lavano tutti giorni,che la pipì bisogna farla quando scappa,che prima di mangiare ci si lava le mani etc…etc…al 99 % delle volte scatta la crisi.
    E’ un bambino etremamente intelligente,avanti rispetto ai suoi coetanei su tutto,attento e curioso,non gli scappa nessun piccolo dettaglio.A volte è maniaco dell’ordine all’inverosimile,è meticoloso e in certi momenti addirittura si isola con le sue macchinine e devo andare a controllarlo se mi ha combinato qualche pasticcio o cosa.
    Però mi trovo da sempre,dal momento del suo arrivo a casa,a studiare ogni mia mossa,ogni parola,ogni gesto x prevenire una sua reazione di rabbia,o stizza o pianto.Ogni volta che lo sono andata a riprendere al nido o adesso alla materna,oltrepasso quelle porte e anche se non me ne accorgo,divento un po’ triste,vado in paranoia,perché non so mai che giornata mi attende con lui.Se sarà nella giornata in cui sarà un angelo,oppure sarà nella giornata oppositiva e alla sera saremo tutti stremati dai continui litigi,sgridate e richiami,e per gli schiaffoni che gli arrivano quando proprio la pazienza è finita.
    Con lui a volte tutto diventa difficile,anche solo portarlo a casa dopo la scuola percorrendo quei metri che ci separano e in cui,per un mio NO per un gelato quando non è ora,per le bolle di sapone che vuole a tutti i costi,o per qualunque altra diavoleria,si pianta in mezzo alla via incurante della gente che passa e ci osserva e non si schioda costringendomi a prenderlo e tirarlo mentre lui inizia a dimenarsi e a urlare le sue frasi.
    Io tengo tengo tengo all’infinito…poi sbrocco.
    Lo vedo come un bambino terribilmente infelice per la maggior parte del tempo, che piange e fa capricci per un non nulla,che riesce a “rovinare” tutti i momenti belli che viviamo insieme con lui,la sorellina e mio marito. Anche io fatico a ricordarmi i momenti belli passati insieme,momenti in cui è riuscito con una sua azione brusca(voluta) o un capriccio a far crollare il momento idilliaco che eravamo riusciti a costruire.Quasi come lo volesse fare di proposito…
    Non accetta le regole soprattutto se gli sono imposte della maestre o da altri bambini.Quasi quotidianamente le maestre mi dicono che morde i suoi compagni e spesso ci siamo sentiti considerati come i genitori del bimbo che morde,esclusi dalle feste e da uscite con altri bambini.
    In piscina mentre l’istruttrice porta i bambini verso un senso,lui prende il suo tubo di gomma e si mette a nuotare nel senso opposto guardandola con sfida e ridendo.Se non siamo noi ad alzare i toni e a dargli impostazioni che bene o male,quando è in giornata,riesce a mantenere,con altri “adetti ai lavori” è un anarchico e non vuole essere comandato o indirizzato.
    C’è di buono che ha accettato con amore sua sorella,cosa che vedevo come impossibile.Ci ama e ci vuole un mondo di bene come noi amiamo alla follia lui,dimenticandoci che non è nato da noi.Ma quando lo attendevo con ansia l’idea che avevo di lui era tutta un’altra,molto più idilliaca,molto più fiabesca.
    Con lui è tutto forzato,tutto studiato per fare in modo che fili tutto liscio.
    Con lui spesso non ho trasporto,un suo bacio si trasforma in una testata in piena fronte,una sua carezza diventa il pizzicotto o il graffio in pieno viso.Non si sa contenere e torno a dire che i nostri momenti di intimità e di gioia durano la frazione di un secondo,poi immancabilmente deve tirar fuori qualcosa,una brutta azione,un calcio,un pugno,un morso,un comportamento inadeguato che mandamo in frantumi questo bellissimo e preziosissimo vaso di cristallo e ci troviamo incavolati neri e frustrati…
    Mi consola il fatto che questo mio stato d’animo di mamma non centra con il fatto che lui sia stato adottato,ma che putroppo è un mal comune…

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  6. Ho un figlio di 7 e uno di 10 anni. E’ proprio mio figlio maggiore ad impensierirmi ed è per questo mi sono imbattuta in questo articolo. Lui non sa godere della serenità dei suoi 10 anni. Se usciamo per una cena o per qualsiasi evento ,il figlio minore si prepara , chiede ,lui no. Lui trova sempre una scusa per non essere mai pronto , i pantaloni, il gel, la maglietta per esordire con le solite parole ” io non vengo “!. Abbiamo sempre capito che il problema è il fratello minore, lui dice di odiarlo, di voler essere figlio unico,ma non so se è solo questo il “problema”.E’ vero a volte sono stanca di essere sua madre…..Abbiamo una casa per le vacanze, è il primo anno, capisco ha 10 anni e si deve ambientare , ma lui quasi per dispetto non esce ,rimane al computer, con cuffie ad ascoltare musica, così mentre il fratello si diverte per il villaggio, lui sta li ed io ho il buio nel mio cuore!Sarà anche lui un bimbo amplificato?

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    • @anna forse tuo figlio sta semplicemente cercando di dirvi qualcosa. Una grande rivalità tra fratelli è spesso indotta dal comportamento dei genitori. Provate a riflettere sul vostro comportamento per capire se c’è qualcosa che fate che accentua la sua gelosia. Un bambino più introverso, o timido, o pauroso, che sente di non essere accettato per quello che è, non viene aiutato dal il confronto con un fratello solare e aperto che viene accettato e lodato per questo suo modo di essere. Non dico sia così per voi, però rifletteteci su.

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  7. ciao Mariza
    ho letto con attenzione le tue parole….e grazie a te ho dato un significato alla confusione che ho in testa da sei anni…cioè da quando ho avuto il mio primogenito….è identico alla descrizione che fai di Alex….intelligente geniale ma a differenza del tuo il mio è un saputino a scuola….nessuno crederebbe alle mie parole per come si comporta a casa…..urla strilla piange è invadente parla di continuo capriccioso inadeguato x i suoi sei anni….ma fuori un’angelo sta in silenzio quando deve parla quando deve è attento a scuola fa i compiti e non fa mai brutta figura…..questo solo a scuola….ma se lo porto in giro con me da quando era neonato che ci allontanano dai supermarket x i suoi gridi x il fatto che si getta a terra che si dimena urlando che ha sempre una nuova richiesta che non è mai contento ….ieri mi ha fatta rimanere malissimo perchè era il suo compleanno….gli ho regalato due paia di scarpe e un gioco bellissimo..in più la torta di ben ten…il suo cartone preferito mi ha inveito contro dicendomi ” dai su rispondimi ora da quanto non guardo ben ten=???non mi piace più mi hai rovinato la festa..queste scarpe fanno schifo mi prenderanno tutti in giro il gioco è difficile non potevi regalarmene uno più facile?” insomma mi ha distrutta come sempre e la mia voglia di essere l’adulta è andata a farsi fottere assieme ad un bel ceffone…che poi mi si è rivoltato contro perchè mi sono sentita una merda…insomma sono a pezzi e sono sei anni che sono a pezzi dal momento che è nato…ho fatto tanto x averlo e a volte penso..che se non era ora non dovevo forzare le cose….mi do colpa perchè quanod è nato sono stata operata e non ho potuto allattarlo mi hanno allontanata da lui x un mese…ma io ero la vittima non la carnefice..perchè tutto questo dolore?ti abbraccio scusa la lunghissima lettera.

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  8. avrei potuto scrivere io questo post, sopratutto per il bisogno di riuscire ad amarlo pienamente anche quando mi fa impazzire…e la cosa peggiore è di non poter raccontare queste cose a nessuno, sembrano tutte mamme così perfette, e i bambini così tranquilli…e io non riesco neanche a salutare un’amica per strada per 2 minuti…

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  9. ho cercato di leggere tutto in fretta prima che si svegli il mio tarzan…dopo la mattinata infernale in cui non ho concluso niente perchè ho dovuto anche mandare a casa la babysitter visto che lui ha preso a calci il cuginetto e ha cacciato via tutti a male parole vi ringrazio…mi sento meno sola nelle mie crisi di nervi!!!!

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  10. Sì, sì, Marzia… hai proprio ragione… Il tempo è una gran risorsa: sia quello che si dispiega nelle 24 ore, che quello che segna la crescita di tutti noi.

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  11. Il tema di questo mese mi ha ricordato questo post scritto esattamente un anno fa. Sono di nuovo reduce dalla breve vacanza di inizio estate che mi concedo con mio figlio ogni anno. Devo dire che riesco a leggere le righe della mia disperazione con un filo di leggerenza in più. In un anno le cose non si sono stravolte ma un lento processo positivo si è innescato e ora i nostri conflitti appaiono più affrontabili. Alex resta un personaggio originale, sempre in bilico tra accelerazione e regressione, sempre polemico, sempre “primo della classe” … però la mia capacità di accettazione è aumentata in proporzione alla sua capacità di autocontrollo. L’ho persino visto correre insieme ad altri bambini!
    Stare vicini 7-8 giorni 24 ore su 24 ininterrottamente rende impossibile l’assenza di conflitti ma le crisi di nervi sono molto meno esplosive, la riappacificazione molto più rapida, il confronto reciproco più costruttivo. Per concludere quest’anno posso dire di avere avuto una Vacanza e non una Cacanza, forte della consapevolezza che mio figlio sarà sempre ruvido e complicato ma andrà bene lo stesso … almeno nel 90% del tempo! La perfezione non fa più per me ormai …

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    • Io presumo che non vedrà mai questo post, ma scrivo lo stesso più a me che a nessun altro.

      Mi aggrappo alle sue parole, anche quelle del suo blog che ho letto tempo fa. Mi riconosco parecchio in particolare nell’idea del “lutto” e della solitudine. Anche io mi sono trovata a desiderare di essere la mamma dei bimbi come quelli degli altri. Quando andavo ai gruppi di sostegno per l’allattamento e mia suocera ha visto gli altri bebè tutti pancia all’aria e addormentati mentre il mio a quattro mesi già cominciava a gattonare e mi fa “Io preferisco il tuo che è così attivo e intelligente!” e io mi sentivo ancora più mortificata e sola perché invece io ci avrei fatto la firma ad avere un bimbo che ogni tanto si facesse coccolare o toccare e che dormisse of i tanto. Il mio unico contatto con lui fino ai 15 mesi è stato allattarlo (altro trauma che ancora mi porto dietro) o supportarlo tipo sedia umana (io) perché potesse vedere le cose e toccare, sperimentare, smontare… Non parliamo del mal di schiena assurdo a sollevarlo così tutto il giorno, pena urla assurde per ore.

      E i consigli degli altri sempre per bambini di un’altra razza, magari accompagnati dalle occhiate tipo “Ma con me ha funzionato, sei tu che sbagli”.

      Il mese prossimo compie tre anni. Questa settimana è stata particolarmente orribile perché non è potuto andare al nido e per di più va a dormire più tardi del solito, si sveglia la notte più del solito e si sveglia la mattina all’alba. Il sonno lo rende insopportabile ma col cavolo che ha l’istinto di riposare. Io ho problemi a una gamba che migliorerebbero se potessi fare i miei esercizi ma fra lui che se provo mentre è presente o mi salta addosso o urla perché vuole che faccia altro e quando finalmente dorme io sono sfinita e neanche ho lo spazio sul pavimento del soggiorno perché lo ha riempito di giochi. Vuole che gli leggiamo i libri ma non ascolta, se gli metti le salsicce tagliate nel verso sbagliato è una tragedia, se non mi muovo dappertutto nonostante il dolore è una tragedia.

      Ma quando diventano più umani i bambini e ci si può ragionare? Io ne ho piene le ovaie.

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