Lo scorso autunno, il Sorcetto ed io, soli soletti, senza l’Ingegnere, abbiamo deciso di andare a trovare a Stoccolma la mia socia ed il suo, allora unico, Vikingo. Io e l’ometto, mamma e figlio, a zonzo per una nuova città.
Sarebbe bello palarvi di Stoccolma, del suo modo di essere a misura di bambino in ogni particolare; della capacità di essere una capitale senza essere caotica; dei tanti musei-non-museo pensati per i piccoli (tra cui Skansen, museo all’aperto); della piste di pattinaggio su ghiaccio in pieno centro; delle meravigliose vetrine dei magazzini NK con il loro sfavillante e fantasioso allestimento natalizio meccanico; della Kulturhuset, dove i bambini di ogni età leggono libri e giocano in libertà; del primo parco nazionale urbano, riserva naturale in città.
Ma, in realtà, quello di cui vorrei parlarvi, è di come non rinunciare ad un viaggio in una bella città, solo perchè con i bambini può sembrare più difficile.
Un bambino, coinvolto nell’organizzazione e vivacemente motivato, può affrontare un viaggio in giro per una o più città e lo fa con grande interesse e partecipazione. Si possono visitare musei (non solo quelli “per bambini”), si può passeggiare per le vie di un centro storico, si può saltare da un mezzo pubblico all’altro, senza grandi timori di incappare in lagne di noia e ostinati capricci.
Secondo me ci sono due regole base per il successo di una visita ad una città:
– cercare un serio compromesso tra i ritmi del viaggio e quelli dei bambini;
– farli partecipare totalmente ad ogni attività o visita, coinvolgendoli, spiegando, motivando;
Relativamente al primo punto, alcuni piccoli consigli pratici sono:
– prevedere attività o visite che non superino le due ore;
– organizzarsi in modo che, ogni due o tre ore, si possa fare una pausa in un luogo tranquillo, magari all’aperto;
– avere sempre cibo “consueto” e amato a disposizione (snack, panini), rimandando l’assaggio delle specialità locali (che è sempre d’obbligo) magari al pasto serale, più tranquillo e consumato in un momento di maggior relax;
– alternare mete “adulte” con quelle amate dai bambini, come parchi con i giochi, giri in battelli, passeggiate in bici, ecc.
Per quanto riguarda, invece, la partecipazione, il mio punto fermo è “viaggiare insieme ai bambini e non portandosi dietro i bambini”.
Prima della partenza è opportuno prepararsi per tenere viva la curiosità, che è il motore di ogni attività dei bambini. In commercio si trovano guide pensate per i bambini quasi di ogni capitale eropea e non, o città d’arte italiana. Per esempio di Stoccolma non ho trovato nulla in italiano, ma ne ho trovata una in inglese, pensata come una storia che si svolgeva in giro per la città. In questo caso ho dovuto fare lo sforzo della traduzione simultanea (decisamente non ottima), ma ne ho viste nelle librerie moltissime in italiano su altre città, tutte pensate con il metodo di raccontare le vicende di un gruppo di bambini o altri personaggi che vivono un’avventura in quella città, cogliendo così lo spunto per raccontarne i principali luoghi d’interesse. Sarà bello leggere il libro prima di partire (se ne può anche approfittare per sopportare le attese in aeroporto) e poi rileggerne le parti relative alla meta della giornata quando si è sul posto.
Non vi risparmiate, poi, le visite ai musei: però spiegando e parlando di tutto quello che si vede. In molti grandi musei ci sono visite pensate per i bambini: a volte però hanno orari e giorni che non coincidono con la nostra visita. A quel punto è bene armarci noi di buona volontà e di qualche nozione di base per illustrare le opere in mostra.
Noi per esempio ci divertiamo la sera, dopo aver visitato un museo o una mostra, a disegnare con lo stile di qualche opera che ci ha particolarmente colpito. Ed infatti carta e matite colorate o pennarelli fanno sempre parte del nostro corredo di viaggio.
Insomma, basta poco per trasformare la vacanza in viaggio.
😀 letto!!
Voto con entusiasmo per Parigi, è una città che ogni volta che l’ho visitata mi ha lasciato un’emozione diversa. Io tra una settimana mi trasferisco per un mese al mare e dato che non so quanto riuscirò a scrivere, ho scritto un post con i saluti. Per curiosità dacci un’occhiata, potresti stupirti. Il link è:
http://mammadicorsa.iobloggo.com/17/
Ti confermo che dai 4 anni, in genere, si comincia ad avere un’autonomia tutta nuova e la possibilità di prendere in considerazione intrattenimenti più “da grandi”. Adesso il Sorcetto ha 5 anni e mezzo. Nel corso dell’ultimo anno ha visitato mostre, musei e scavi in giro per Roma (abbiamo la fortuna di poterlo “testare” in casa!), sempre con crescente entusiasmo e partecipazione. L’ultima mostra, prima di partire per le vacanze, è stata quella delle creazioni di Bulgari… La pensavo piuttosto ostica per un bambino, ma mi ha fatto anche tornare indietro per rivedere i pezzi che gli erano piaciuti di più!
Direi che a questo punto mi sento libera di osare: sto iniziando a parlare di un w.e. a Parigi, magari in autunno, ma vedo che l’ingegnere fa finta di non capire!
Stoccolma è stata una bella esperienza perchè eravamo soli io ed il Sorcetto: lui si sentiva un po’ l’uomo di casa. Era carino vederlo tutto precisino all’aeroporto.
Ciao Silvia, a parte il fatto che tra te e Serena mi avete fatto venire una voglia sfrenata di visitare Stoccolma, anhce se non amo i paesi freddi, ma poi il racconto è entusiasmante. Ma volevo chiederti che età aveva l’anno scorso il tuo Sorcetto? 4 anni circa? Perchè io ricordo che da piccola sono sempre stata in viaggio con i miei genitori visitando alcune città di Europa, ho un ricordo bellissimo ma dai 5 anni in su. Penso che dai 4-5 anni sia il momento giusto per cominciare a viaggiare con i bambini, prima penso che sia eccessivamente stancante per loro e per noi. Ovviamnete parlo di viaggi “culturali” e non di vacanze sotto un ombrellone o al fresco delle montagne!! Tu che ne pensi??
P.S. Anche mio marito è un ingegnere(meccanico) perchè non programmiamo uno scambio culturale? Voi che potete viaggiare potreste venire a vedere Urbino, ne vale la pena!!!