Vacanze di lavoro

Da bambino mio padre faceva il servo in campagna per lo zio ricco, usciva da scuola, gli mettevano un pezzo di pane in mano e poi tirando l’asino recalcitrante faceva a piedi avanti e indietro dalle piane al paese, diversi chilometri in salita e in discesa in un posto che si chiama non per niente il Forno d’ Abruzzo.

Che poi se ci riflettiamo bene, il motivo per cui in Italia e nel resto del mondo le vacanze lunghe si fanno nella stagione del raccolto, è proprio questa. Già era difficile convincere i genitori a mandare i figli a scuola, una volta, se gli toglievi pure le braccia nel momento di maggior bisogno, col cavolo.

Solo che, ecco, adesso nessuno di noi manda i figli in campagna ad aiutare con la trebbiatura e tutto il resto, quindi mi spiegate che ci facciamo ancora in Italia con tre lunghi mesi caldi e i figli a casa? Mi ricordo ancora un’ osservazione della mia maestra alle elementari a proposito della proposta di allungare le vacanze in inverno e lei che diceva: ma mica tutti possono permettersi di andare a fare la settimana bianca, quindi che senso ha? e a me veniva da rispondere: ma per i bambini la vacanza vera è non dover andare a scuola, quindi va bene lo stesso.

Per dire che forse non sono l’ unica che si interroga sulla necessità di un piano vacanze che dal punto di vista dell’ apprendimento scolastico non ha nessun senso, anzi è solo dannosa, che è scomoda per i genitori che lavorano e che in fondo per i bambini la vacanza è potersi rilassare un attimo dagli obblighi, e allora queste pause perché non dargliele quando servono maggiormente?

Da questo punto di vista il modo in cui sono state suddivise le vacanze nei Paesi Bassi, spalmandole per tutto l’ anno scolastico, non è così sbagliata. Partendo dal presupposto di evitare che i bambini in ferie dimentichino proprio tutto, le vacanze estive durano sei settimane. Il resto glielo spalmano nel corso dell’ anno e vi dico anche come. L’ altro presupposto è che ogni sei settimane circa ai bambini fa bene un po’ di respiro.

Qui dai quattro ai dodici anni i bambini frequentano la scuola elementare (l’ obbligo scolastico inizia a cinque anni, quindi in totale sette anni di insegnamento obbligatorio elementare, e finisce a sedici, con una permanenza ulteriore di altri quattro anni in qualche tipo di superiori) e in questi sette anni di insegnamento elementare i bambini devono godere di un minimo legale di 7520 ore di insegnamento a scuola. Come queste ore vengono distribuite durante la settimana, sta alle scuole deciderlo, eventualmente in concertazione con i genitori e in base alle indicazioni del ministero.

Ma in genere si tratta di cinque giorni alla settimana, o tutti i giorni dalle 8.30 alle 14, oppure dalle 8.30 alle 15, con il mercoledì pomeriggio libero per attività varie. In genere dalle 12 alle 13 c’ è la pausa pranzo (il pranzo e la ricreazione non vengono conteggiate nel monte ore, così come neanche le giornate obbligatorie di formazione per gli insegnanti), e una volta, non molti anni fa, toccava riprendersi i bambini per quell’ ora e poi riportarli a scuola. Poi, panino per panino, visto che in Olanda si pranza a panini e bicchiere di latte, da un paio di anni le scuole hanno l’ obbligo di provvedere alla sorveglianza a pranzo. E tranne eccezioni, per i primi anni di elementari i compiti a casa non si danno, anche perché alle 18 i bambini cenano e verso le 20 vanno a dormire, quindi se li prendi alle 15 tutto questo tempo libero per attività varie non è che ci sia.

Partendo dall’inizio dell’ anno scolastico i bambini a metà-fine ottobre hanno le vacanze d’autunno, poi quelle di Natale che come da noi dipendono un po’ da come cadono i weekend all’ inizio e alla fine, ma non avendo la Befana se le vacanze cominciano presto, il 2 gennaio, se di lunedì, si rientra a scuola. O viceversa.

A febbraio hanno le vacanze del croco, che nelle regioni cattoliche dove si festeggia il Carnevale possono essere anche spostate alla settimana di Carnevale, così i bambini hanno modo di non perdersi neanche un secondo dell’ ubriachezza generale che caratterizza questa festa nel sud dei Paesi Bassi (e anche questa secondo me l’ hanno inserita per il discorso di Carnevale, che come la trebbiatura, alla gente non togliergli troppo le feste comandate a cui sono abituati o tengono i figli a casa e il tuo monte ore va a ramengo. Solo che siccome poi i protestanti protestavano, che in questo paese la religione tollerata per quieto vivere e buona educazione è proprio quella cattolica, sempre secondo me a posteriori ci hanno costruito la scusa del croco intorno. Forse per i figli dei vivaisti che dovevano legar mazzolini? Vallo a sapere).

Poi arriva maggio e il bel tempo rimena, si spera, però è anche vero che in questa valle di lacrime, pardon, di gocce di pioggia che è l’ estate nei paesi del nord (voi lo capite allora che tre mesi di vacanza di seguito con la pioggia battente e i bambini da intrattenere in casa proprio non si potevano fare?), e diciamocelo pure, a maggio in genere c’è il tempo migliore di tutta l’ estate e quindi anche qui una settimana di vacanza.

Solo che poi tra maggio e giugno ci hanno infilato una serie di feste religiose e secolari, tipo Ascensione, Pentecoste, il compleanno della regina il 30 aprile (che l’attuale regina il compleanno l’ avrebbe il 31 gennaio, ma le visite di stato con la messa in piega e il cappellone tra due ali di folla inneggiante per strada capite anche voi che di aprile vengono meglio che sotto alla bufera, e quindi Beatrix si è saggiamente tenuta il compleanno della mamma come festa della regina, che è anche meglio, e il suo compleanno vero lo festeggia come le pare). Insomma, a maggio oltre alla settimana di vacanza ci sono i ponti di Ascensione e Pentecoste e alcune scuole, prima che l’ ispezione scolastica le becchi, perché poi abbiamo capito che in realtà non si potrebbe, ci appiccicano uno o due giornate di formazione delle maestre tra la settimana di maggio e qualche ponte contiguo in modo da permettere ai genitori un assaggio di vacanze lunghe.

Chi può se ne va al sole del sud, chi invece fa le vacanze in uno degli innumerevoli camping, casette ricreative, orti di città eccetera, comincia a piantar le tende e strappare le erbacce (In genere le abitazioni ricreative da vacanza in Olanda sono accessibili al pernottamento solo da Pasqua a ottobre, per esempio in certi camping dove di anno in anno fai l’ abbonamento alla piazzola, in inverno il camper, roulotte o bungalow che ci piazzi va portato in rimessaggio, in genere da qualche contadino dei dintorni che te lo viene a prendere con il trattore e te lo piazza sul pascolo, tanto pure lui le mucche le ha appena rientrate in stalla. Poi uno dice l’ impiego razionale del territorio).

E finalmente arriva l’estate, ma non arriva per tutti insieme. Allo scopo dichiarato di dividere il traffico e la stagione per le strutture turistiche, le vacanze estive sono state suddivise a scaglioni. Ogni due settimane una delle tre regioni nord, centro e sud inizia le proprie vacanze, in modo che ci sia un minimo di sovrapposizione per chi vuole fare le vacanze insieme a chi vive in un’ altra regione, ma non troppa. Quindi è capitato che negli anni in cui cominciavamo presto (come mi pare che ci tocchi il prossimo anno) iniziavamo ai primi di luglio per ritrovarci in classe prima di Ferragosto. Quest’ anno invece ci tocca tirare il fiato fino solo a fine luglio, ma poi agosto non me lo toccate. (le belle vacanze al mare di giugno o settembre me le scordo).

Come tutti gli emigranti che hanno un altrove che possono chiamare casa, a me le sei settimane all’ inizio stavano strettine. Come stavano strette a tutti i marocchini e turchi emigrati in Olanda che ogni paio d’ anni, quando riuscivano e mettere da parte i soldi e i giorni di vacanza del pater familias, partivano in questi esodi infiniti di furgoni, carovane di macchine, soste agli autogrill per tre ore di sonno dell’ autista, per tornare a casa, un po’ come tutti i nostri  ‘milanesi’ e ‘torinesi’ e ‘svizzeri’ di quando il volo low-cost ancora non l’ avevano inventato. Una volta che partivi e stavi in macchina e traghetto quei 3 giorni di andata e altrettanti di ritorno, quando arrivavi a casa a fare lo zio d’ America ti piazzavi per un paio di mesi, anche i bambini che dovevano andare a scuola.

Per questo sull’obbligo scolastico sono diventati severissimi, perché le scuole si ritrovavano poi in classe bambini che già magari avevano dei deficit linguistici e che nel frattempo l’ olandese se l’ erano dimenticato e toccava ricostruirlo daccapo, mentre il resto della classe era andato avanti con il programma. Quindi le vacanze nei Paesi Bassi sono tante e ben spalmate, con grande gioia dei genitori che lavorano, perché va bene le madri con il part-time o il modello di famiglia con uno stipendio solo, al massimo uno e mezzo, ma ognuna di queste settimane di vacanza comporta una logistica complessa tra doposcuola, nonni, zii, scambi tra amici (però è anche vero che ci sono, nelle grandi città, svariate possibilità per mandare i figli in vacanza anche con pochi soldi, per esempio le varie colonie giornaliere in cui portano i bambini in spiaggia con i volontari, una tradizione fantastica nata originariamente per far prendere un po’ di aria e sole ai bambini delle famiglie povere, e che negli ultimi anni sono state scoperte in massa dai genitori che lavorano come un modo sano ed economico per far divertire i figli mentre loro continuano ad andare al lavoro).

Però dal punto di vista del rendimento scolastico e della stanchezza dei bambini è innegabile che questo modello sia molto meglio della vacanza unica tutta concentrata in estate.

Ottenere un paio di giorni extra dalla scuola olandese si può solo per ottimi o gravi motivi: funerali, matrimoni e giubilei in famiglia solo di parenti di primo grado; lavoro dei genitori che rende impossibile fare le vacanze “in famiglia”, si specifica, nel periodo preposto (per esempio chi lavora nel turismo); oppure, il sempre ottimo e mai tramontato lavoro agricolo. Cosa di cui io intendo fare buon uso andandomi a piantare un altro paio di olivi e finalmente, visto che mia madre adesso ha un’età, andando a fare l’ olio io portandomi i bambini. Nei casi riconosciuti basta compilare un modulo e sperare che la direzione lo accolga. Per assenze di più di una settimana la direzione manda il modulo all’ ufficiale dell’ obbligo scolastico che valuterà caso per caso prima di dare o non dare l’approvazione. Il padre di un nostro amichetto, che si è visto rifiutare il giorno causa motivi infondati, si è pagato la multa e il giorno se l’è preso. Però anche qui un paio di volte ci sono state discussioni se sia giusto farne solo una questione di possibilità economiche.

Comunque da alcuni anni ci sono anche gli ufficiali dell’ obbligo scolastico che fanno le poste uno o due giorni prima dell’inizio ufficiale delle vacanze negli aeroporti, chiedendo alle famiglie con bambini in partenza se hanno il permesso di assentarsi da scuola. E se non ce l’ hanno, multe. Perché il fatto che anche i low-cost conoscano le date di inizio vacanze, in cui i prezzi aumentano di brutto, non costituisce un motivo accettato per anticipare le partenze.

Così che alla fine mi sa tanto che l’opzione migliore a casa nostra è quella di caricarci il furgone, come nella parodia degli emigranti del gruppo satirico Jiskefet, che vi lascio tanto (non) si capisce neanche in olandese e partire. Cosa che spero anche di voi, se non l’ avete già fatto. Con un pensiero sentito ai compagni di sventura nel  nord, che è ormai la seconda estate di seguito che sembra autunno e il nostro bioritmo veramente non ci è abituato. Prima o poi andremo in vacanza pure noi.

Prova a leggere anche:

Previous

Tema del mese: l’insostenibile leggerezza dell’estate

Invogliare i bambini alla lettura

Next

65 thoughts on “Vacanze di lavoro”

  1. Condivido con Serena che il problema vero è immaginare novità, modalità di visione dell’organizzazione sociale che abbia il coraggio di guardare avanti tenendo presente che le dinamiche familiari del 2012 non sono le stesse degli anni ’70 o ’80 ecc. Cambia la società, la struttura familiare, il mondo non attende e velocizza meccanismi, ma l’organizzazione degli apparati educativi (almeno nella gestione dei tempi rimane sempre uguale)e del contorno rimane inossidabile. Non so se i 3 mesi sono l’ideale o meno, ma so che iniziare ad entrare nella questione non sarebbe inutile. Ma poi fossere solo tre mesi… io e mia moglie ci facciamo vacanze in periodi diversi per gestirci l’inserimento all’asilo (3 settimane di tempo iper-ridotto)…
    Si parla tanto do società contemporanea, di flessibilità, di tante cose, tante parole, ma tentativo di innovare zero. Personalmente credo che in Italia il “blocco” del cambio generazionale ci stia facendo perdere “una generazione”: guide magari sagge, esperte, tecniche (o politiche) ma staccate dalla realtà, sempre più lontane da un mondo che a loro è sfuggitodi mano. Bho: la questione delle vacanze può essere un dettaglio, ma è segno di un tutto imbalsamato.

    Reply
  2. Io forse vivo nell’isola che non c’è, ma non vedo tutti ‘sti ragazzini stremati a giugno, nè così stressati per i compiti estivi, non lo so , ma a me pare che manchi, come dice Silvia, una vrea politica di sostegno alla famiglia, non il prolungamento delle lezioni in estate.
    Giustamente, nei comuni che prevedono degli economici e ottimi centri estivi, il problema è sicuramente meno sentito. Davvero non vedo, nell’attuale situazione, come delle vacanze spalmate tutto l’anno potrebbero migliorare la situazione. Forse, se il SISTEMA ci costringesse a lavorare meno per vivere adeguatamente, il problema non sarebbe così sentito. Forse. Ma questa è un discorso troppo lungo e che ci porterebbe altrove.Ciò nonostante il downshifting è un’idea davvero interessante, perchè sposta l’ordine del problema e ribalta la prospettiva. Quando lo scorso inverno qualcuno propose di tener aperte le scuole per le vacanze natalizie, a me, chissà come mai, non parve un grande progresso. Non lo so, magari sono io, polemica per natura. Stesso discorso valga per le vacanze estive. Davvero sono diventate un problema anche quelle? ma allora, in che direzione stiamo andando?E a che pro?

    Reply
  3. una domanda? ma in queste settimane di vacanza spalmate durante l’anno, i bambini con chi stanno? Perchè d’estate appunto ci sono i centri estivi ecc, ma non penso che vengano organizzati centri chiamiamoli “vacanzieri” per una sola settimana, quindi bisogna cmq che se non ci sono nonni disponibili, stia a casa un genitore oppure prendere una babysitter, a trovarla x una sola settimana!
    Oltretutto qui in italia il problema è anche che molte attività chiudono proprio ad agosto, io ho provato a stare in ufficio ad agosto ma il telefono non suona e io son qui a sudare e a girar le dita (ho uno studio di grafica pubblicitaria), quindi tanto vale che me ne sto a casa quelle 3 settimane.

    Certo poi il fatto di tenere le scuole aperte con attività leggere e alternative e la possibilità di non doversi appoggiare a centri estivi privati, sarebbe una manna… ma questo è un altro discorso.

    Reply
    • @Serena in Svezia in quelle settimane ci sono varie possibilità (se uno non può permettersi di stare a casa).Il doposcuola è aperto tutto il giorno e organizza attività ludiche (prezzo ridotto perché sovvenzionato), campi sportivi diurni (più o meno costosi a seconda di chi li organizza), fattorie intorno alle città organizzano attività con gli animali (poco costose), i musei le biblioteche, le ludoteche, i teatri ecc organizzano attività specifiche per i bambini durante il giorno, quindi anche se si sta a casa con loro si hanno moltissime attività tra cui scegliere (anche i nonni possono portarceli invece di metterli davanti alla TV). Insomma l’unico limite è quello dell’immaginazione. Anche qui in Svezia il mese di luglio (ad agosto riprendono le attività) è un mese morto sul piano lavorativo, e infatti quello è il mese in cui le scuole sono chiuse, ma si tratta di 5-6 settimane, non 3 mesi!

      Reply
  4. In pieno delirio da costruzione di puzzle per coprire innumerevoli settimane una sola idea: vorrei vivere in olanda!

    Reply
    • Aggiungo la Svezia alla lista delle altre nazioni in cui le vacanze sono spalmate durante l’anno. Lasciatemi fare un paio di considerazioni:
      1. i bambini arrivano a giugno distrutti, forse anche perché fanno meno vacanze durante l’anno in confronto ai loro coetanei del resto d’Europa?
      2. certamente il problema del caldo è un grande problema di buona parte dell’Italia, però se l’alternativa è che i bambini se ne restano in città a morire di caldo ai giardinetti, non è che siamo in una situazione accettabile.
      3. soluzioni creative tipo prevedere parte delle lezioni all’aperto nelle ore più calde? Troppo avanzato come progetto?
      4. il problema di distribuire diversamente le vacanze estive ovviamente non elimina il problema di fargli fare qualcosa, perché come dice anche Mammamsterdam nel post si tratta comunque di molte più settimane libere di quante un genitore medio possa permettersi, ma è anche positivo per il bambino e lo studio
      5. in Svezia nelle settimane di vacanza scolastica durante l’inverno è garantito comunque il doposcuola per quelle famiglie che non possono permettersi di prendersi giorni dal lavoro, o in alternativa pagare una settimana di attività extrascolastiche presso qualche associazione (es. settimana di uno sport specifico, una settimana in fattoria con gli animali, ecc.)

      A volte cambiare da una situazione nota ci sembra impossibile, solo perché non riusciamo ad immaginare qualcosa di diverso. io invece penso che con un po’ di immaginazione si potrebbe migliorare di molto la situazione delle famiglie italiane, e l’organizzazione estiva, nonché la qualità dello studio scolastico. Ve la immaginate un’estate priva di compiti per le vacanze così che i bambini possono realmente staccare, e dedicarsi pienamente al gioco e al tempo di qualità con i genitori?

      Reply
  5. Mah… ma pensare di lasciare i figli tutti i giorni a scuola fino alle 16.30 e adesso pure in estate mi sembra una follia. Ma che li facciamo a fare allora?
    Pensiamo al bene dei bimbi non dei genitori.

    Un po’ di sacrifici… meno spese inutili e più tempo insieme.

    Lavorare entrambi fino sera è, troppo spesso, una scelta. Parlo per Milano almeno…
    Molto più faticoso stare a casa a gestire ragazini scalmanati.
    Più facile lavorare e spendere tutto lo stipendio per babysitter, centri estivi e similari…

    Reply
  6. Mammamsterdam sei sempre chiarissima e deliziosa da leggere!
    io adoro l’organizzazione in olanda e confermo tutti i vantaggi ma sono anche dell’idea che a Roma dove vivevo e’veramente troppo caldo ricordo l’altr’anno a settembre si moriva.

    Reply
  7. Quindi mi state dicendo che nei paesi nordici avrebbe senso fare tre mesi di vacanze in inverno, quando fuori è buio e meno 10, così i poveri bambini non devono uscire di casa e rischiare di ammalarsi, e si risparmia anche sul riscaldamento? A me molte delle obiezioni che leggo sembrano dettate più dalle abitudini, dal: si è sempre fatto così e siamo sopravvissuti tutti, e dal: ma come debbono fare i genitori.

    Io ribadisco il mio concetto: se da piccola invece di mandarmi a scuola mi avessero dato una biblioteca e poi nel pomeriggio la possibilità di uscire a giocare in strada con gli amici, sarei stata molto più felice. Invece mi toccava andare a scuola. Allora se a scuola proprio tocca andare, meglio che la scuola funzioni, che gli edifici scolastici siano a norma e provvisti di temperature interne insopportabili in estate e in inverno, e che l’ alternanza scuola-vacanze sia basata anche sulle effettive necessità cognitive e di crescita dei bambini. Utopia? Se la vogliamo considerare utopica ed arrangiarci, facciamo pure.

    Se invece mi dite che la scuola esiste per semplificare la vita ai genitori che lavorano, anche qui, non vedo la differenza tra un campo estivo o uno autunnale, con la differenza che forse 5 giorni di attività x 3 volte l’ anno siano anche più gradite ai bambini invece di 3×5 di seguito, con il caldo (o le vostre attività estive sono tutte fornite di aria condizionata?) Poi i genitori che lavorano in inverno il pomeriggio come fanno? A noi costa meno ed è più pratico fare in modo che lo stesso doposcuola organizzi anche le vacanze intermedie, il corso è spalmato sulla retta di tutto l’ anno e neanche te ne accorgi.

    Poi con le vacanze brevi è anche più facile organizzarsi con i genitori degli amichetti, lunedi ne tengo io 3-4, martedi i genitori dell’ altro, mercoledì i genitpri del terzo. li porti al museo, li metti a far biscotti, sempre più semplice che gestire in un colpo solo diverse settimane di vuoto cosmico con Caronte all’ esterno.

    Insomma, io vi dico le alternative che conosco, ognuno conosce le sue, poi nel mondo ideale tutti quanti vorremmo qualcosa di perfetto che non esiste. Allora tocca accontentarsi. Io mi accontento delle vacanze da 6 settimane, anche se per me personalmente preferirei il weekend scolastico da 3 giorni tutto l’ anno. Perché un sabato e una domenica sono troppo pochi per fare qualcosa con dei figli che il resto della settimana stanno tutto il giorno a scuola.

    Reply
  8. E pure questo è un dubbio legittimo. E’ vero che trovare qualcosa da fare una settimana ogni sei è più facile che trovarlo per 12 settimane di seguito, però in fondo cambiano solo i termini del problema.
    Se anche avessimo le vacanze attuali (più adeguate al clima), ma con delle strutture di supporto adeguate a prezzi accessibili per tutti, forse il problema sarebbe meno sentito.
    Nei Comuni ben organizzati, dove funzionano campi o centri estivi validi a prezzi calmierati e dove non si è costretti a rivolgersi solo ed esclusivamente ai privati (che ovviamente – e giustamente – regolano i prezzi sul mercato), la pesantezza dei tre mesi estivi è meno sentita e si torna a viverne la gioia della lunga vacanza da bambini.
    Quindi sempre lì si torna: in Italia il vero problema è la mancanza di politiche di sostegno alla famiglia.
    Poi resta comunque il problema dell’apprendimento che se ne va in fumo, ma mi viene anche da dire che alla fine siamo sopravvissuti tutti…

    Reply
  9. No eddai, scusate, di nuovo faccio la voce fuori dal coro. Le scuole con l’aria condizionata sono, un’utopia e una distopia. Ma poi, come faremmo a tenerli a casa nei giorni di pioggia, distribuendo le vacanze nei mesi invernali? Almeno l’estate, qui da noi, da possibilità di stare all’aria aperta, di far cose diverse. E non ci inventiamo scuse , poi, che i bambini si dimenticano tutto nei mesi estivi. Hanno menti svegli e pronte, in pochi giorni ricordano tutto di nuovo. Le vacanze brevi servono a noi, non a loro. Santo cielo, lasciate un po’ di tempo , all’infanzia! Ciò che può andar benissimo in un paese al nord europa, non è detto che funzioni anche al sud. Sono d’accordo piuttosto con Pallottola. Lasciamo aperte le scuole e organizziamo attività ri-creative e sportive. Cioè, ciò che si fa nei centri estivi, corsi , camp…ma a pagamento

    Reply
  10. Ciao a tutte!
    Questo metodo scaglionato francamente non mi sembra affatto male per i bambini, anzi, ma mi sembra forse più complicato da gestire per i genitori nel senso, la settimana ogni 5/6 che i bambini sono a casa chi ve li tiene?

    Reply
  11. Ecco, scusatemi, mentre scrivevo sono arrivati commenti analoghi… Vi assicuro che gli edifici scolastici sono davvero impraticabili (e il nostro è in buone condizioni, con le veneziane, le serrande e gli infissi che funzionano)

    Reply
  12. E anche questo è uno dei tanti argomenti tabu. Le vacanze di tre mesi sono insostenibili, ma guai a chi le tocca. Le maestre ammettono che alla ripresa i bambini hanno annullato metà delle loro competenze, le famiglie inventano puzzle improbabili, spendendo anche un mucchio di soldi, ma guai, guai a modificarle!
    Di questi tre mesi, poi, molte settimane si “sprecano” in attività sgradite a tutti: inutili permanenze davanti alla tv o ai videogiochi, al caldo di città.
    Però tutto tace…
    Poi mi viene in mente un altro problema. Il 21 giugno sono andata a ritirare la pagella a scuola. Alle 12 l’aula della classe di Andrea era invasa dal sole, la temperatura soffocante anche con le finestre aperte. Come la mettiamo con l’edilizia scolastica inadeguata? Come ce li teniamo i bambini in classe in quei tre quarti d’Italia dove a giugno si boccheggia?
    Dunque 6 settimane di vacanza e condizionatori (funzionanti) per tutti (e niente madri che si lamentano perchè l’aria condizionata fa male), aumento della bolletta elettrica delle scuole, quindi aumento dei fondi per coprirle… Insomma, la coperta è troppo corta, come sempre.

    Reply
  13. Da mamma lavoratrice con i canonici 30 giorni di ferie all’anno, posso dire che sicuramente 3 mesi di vacanze sono troppi. E menomale che ci sono i centri estivi, in cui mandare i bambini per almeno due dei tre mesi. Per il mese che rimane io e mio marito facciamo due settimane di ferie ciascuno, di solito prima dell’inizio della scuola.
    Detto questo, però, il modello nordico funziona dove d’estate non raggiungono le temperature che abbiamo noi, qualche volta già a partire da maggio. Tenere i bambini in classe a studiare da metà maggio in poi, complice anche la stanchezza di fine anno scolastico, è molto complicato e stancante (per loro e per gli insegnanti) … figurarsi a giugno o a luglio.
    Per me la soluzione ottimale sarebbe che le scuole rimansessero sempre aperte e che d’estate le attività fossero più leggere, magari con insegnanti diversi e più attività sportiva.
    Insomma, un po’ come i centri estivi, ma con un posto garantito e gratuito per tutti quelli che vogliono mandarci i propri figli.
    Infine secondo me in Italia c’è un altro problema, per cui forse questa soluzione non funzionerebbe o sarebbe quantomeno in perdita: sono ancora molte le famiglie che si trasferiscono al mare per tutti e 3 i mesi o mandano i figli al mare con i nonni per tutta l’estate. Forse non siamo ancora così in tanti a dover studiare un “piano ferie”
    familiare, incrociando le dita perché il centro estivo abbia ancora posti disponibili.

    Reply
  14. ma forse, in Italia, le vacanze estive sono così lunghe anche per il gran caldo, che qui, come ben sapete, inizia a giugno e si prolunga fino a settembre. Caronte , per ora, non ci molla. Ve li immaginate sui banchi di scuola, con quest’afa? E non credo che il ministero sia pronto a mettere l’aria condizionata. Tra l’altro, non riesco a immaginare delle vacanze estive brevi. I miei tre mesi, da bambina, passavano così in fretta! me li godevo tutti, non si usavano compiti per le vacanza, ma si tornava a settembre freschi e riposati, pronti a ripartire. Anche da un punto di vista professionale, per me che ho un part time estivo, vacanze spezzettate nell’arco dell’anno solare, mi metterebbero in seria difficoltà. Se si aggiunge che vivo in un posto di mare, guai a chi tocca ‘sti benedetti 3 mesi estivi!

    Reply
  15. qui, come immaginerete, stiamo messi esattamente allo stesso modo. A parte declinazioni differenti sul pretesto (Ascensione e Pentecoste non vengono nominate, ma esiste un generico “May Day”) e le varianti di regionalita’, abbiamo stesse interruzioni (ottobre la prima, poi Natale, poi febbraio, poi Pasqua, poi maggio, e poi si tira fino a fine luglio, con ripresa i primi di settembre) e con lo stesso principio che ogni 5 o 6 settimane serve far respirare sti bambini, che 6 settimane in estate sono sufficienti, piu’ di cosi’ e poi devi passare il primo mese a riprendere le fila di tutti i discorsi della fine dell’anno precedente), e i compiti per le vacanze non hanno senso (proprio perche’ non passi tanto tempo via da scuola…). So che in molti altri Paesi europei si fa lo stesso, e allora mi sorge il solito dubbio, e cioe’, so che come argomentazione e’ fallace di principio, il basarsi sul cosi’ fan tutti, ma magari se cosi’ fan tutti esiste un motivo valido che potrebbe aver senso esaminare e approfondire, e magari (magari, eh?) provare ad imitare… o no?

    Reply

Leave a Comment