Tre parti, tre cesarei

Per parlare di parto cesareo abbiamo trovato una… vera esperta! Non un medico, un chirurgo, un ginecologo, ma una mamma che, per tre volte, ha partorito con il taglio cesareo. Tre cesarei, tre storie, tre esperienze diverse, per una stessa donna: Chiara, autrice del blog esperire esperando e trimamma. Se “…la vita è tutta un esperimento: non siamo mica nati imparati!”, come dice lei, avrà almeno preso un po’ di dimestichezza con i parti. Quindi facciamoci raccontare le sue esperienze di cesareo.

Tre parti, tre cesarei. Ci racconti brevemente il perchè di ciascuno?
Primo parto.
Venni ricoverata cinque giorni dopo la DDP con febbre a 39° e contrazioni regolari ogni 5 minuti.
Dopo una settimana, di quelle contrazioni non c’era più traccia, come non c’era traccia dei medici, ginecologi, ostetriche che avrebbero dovuto garantirmi un minimo di assistenza, visto che “casualmente” ero ricoverata nel reparto di ostetricia e ginecologia.
Una mattina, un’ostetrica “volenterosa”, poco prima di smontare dal turno di notte, mi fece una sola induzione con un gel, cui non seguì alcun controllo.
Allo scoccare della 42^ settimana, per paura di una sofferenza fetale, pretesi che qualcuno facesse nascere mio figlio, in qualunque modo. Venne tentata la strada dell’apertura del parto “a mano” ma poi venne scelta la via ben più “facile” del cesareo.

Secondo parto.
E’ stato dato per scontato che avrei fatto il cesareo, e io non sapevo neppure che avrei potuto chiedere di tentare un parto naturale. Mi fidavo della ginecologa, per cui andava bene così.
Terzo parto.
Cambiato ginecologo (ma questa è un’altra storia).
Grazie ad internet e alla proliferazione di blog, ma più che altro forum, sulla maternità scoprii che avrei potuto tentare un parto naturale dopo due cesarei. Pur non particolarmente convinta, chiesi un parere in merito al ginecologo, il quale mi fece capire che, a meno che io non avessi scelto l’intramoenia (ovvero versare all’ospedale un obolo di oltre 7.000 euro) che mi avrebbe assicurato la sua presenza al momento del parto, nessuno nell’ospedale si sarebbe preso la responsabilità di far partorire “naturalmente” una bicesarizzata.
Nello spazio di un secondo ho pensato che, tutto sommato, avevo altri progetti per quei 7.000 euro

Quando il medico annuncia la necessità del cesareo, almeno del primo, cosa si prova?
Rispondo in maniera del tutto soggettiva. Per un millesimo di secondo ho pensato che mi sarebbe piaciuto vivere l’esperienza del parto naturale e, soprattutto, mi sarebbe piaciuto vedere se fossi riuscita veramente a mantenere il mio proposito di non chiedere l’epidurale. Ma un attimo dopo ho solo sentito una stretta alla bocca dello stomaco (ah no, la bocca dello stomaco non la sentivo più da parecchio tempo!) perché presto avrei visto il mio bambino.
Sarò strana, ma non mi sono sentita MAI neanche per un momento una mamma di serie B perché ho partorito “mediante” cesareo. Io mi sono sentita Mamma nel momento esatto in cui sono comparse le lineette rosa sul test di gravidanza.
E si che c’è stato chi ha fatto del parto naturale una crociata, contro tutti e contro tutte.
Io mi sono casualmente imbattuta in un forum gestito e frequentato da donne e mamme disposte a tutto pur di partorire naturalmente. Ho letto storie, che ora mi permetto di definire agghiaccianti, di madri che non si sentivano madri perché erano state private dell’atto supremo della maternità. Ho visto emoticons di vittoria, in risposta ai post sui racconti del grande successo, che venivano raddoppiate nell’enfasi nel caso di un successo (il parto naturale) avvenuto dopo uno o più cesarei.

Quali sono le reazioni dei medici, quando si chiede di affrontare un parto naturale dopo uno o più cesarei?
A giudicare da ciò che ho letto in rete nel periodo della terza gravidanza, quando appunto mi sono interessata all’argomento “parto naturale post cesarei”, i ginecologi non sono molto favorevoli ad assumersi i rischi che una tale richiesta comporti.
Il rischio più alto è la rottura dell’utero con conseguente pericolo di vita per madre e figlio.
Però, detto molto onestamente, qualche volta mi sono chiesta se fosse una prudenza disinteressata o se rispondesse piuttosto al detto “no intramoenia, no parto”.

Cesareo imposto dai medici per necessità e cesareo d’elezione. Il secondo è sempre più avversato (almeno in teoria), ma poi si sostiene che il primo sia consigliato alla minima difficoltà, tanto per far prima e non rischiare. Cosa ne pensi?
Che sia per necessità, che sia d’elezione, credo che ci sia un forte abuso dei parti cesarei e, se ci fosse più informazione e più sostegno, quelli d’elezione diminuirebbero sensibilmente. Così come, se l’intera gravidanza fosse meno medicalizzata e il parto venisse nuovamente vissuto come qualcosa di naturale, si ridimensionerebbero anche quelli per necessità.
A me è capitato di dividere la stanza con due donne che richiesero espressamente il cesareo. Una di loro lo chiese perché aveva paura del dolore fisico, l’altra perché temeva per la salute del bambino.
Fermo restando che ognuno è libero di chiedere e ottenere ciò che vuole, io mi sono sempre domandata dove fossero, in quei momenti, medici, ginecologi, ostetrici.
Perché si assecondano queste richieste senza minimamente provare a dare supporto, conforto e assistenza a chi evidentemente ne ha un grande bisogno?

Come si sta dopo il cesareo? E’ un vero decorso post operatorio? E’ difficile occuparsi del neonato?
Partiamo dal presupposto che il cesareo è un vero e proprio intervento. Va comunque detto che se, come è successo a me, si ha la “fortuna” di non subirlo di urgenza, vengono risparmiato il taglio della fascia muscolare, il ché significa che anche il decorso post operatorio sia migliore e la ripresa più rapida.
Però diciamocelo, a meno di somministrazione di droghe più o meno pesanti (toradol santo subito), nei primi giorni risulta complicato persino respirare. Ciononostante, al primo parto ho fatto il “rooming in” già dalla seconda giornata; al secondo, ho strisciato come un verme dal mio letto alla nursery per portare il biberon di latte tirato, perché non gli dessero quello artificiale; al terzo sono andata in bagno da sola con le mie gambe meno di 24 ore dopo.
Tutte e tre le volte sono uscita dall’ospedale sulle mie gambe e, pur se con movimenti incerti e talvolta dolorosi, mi sono presa cura dei miei bimbi fin da subito.

Apro una parentesi: la doccia dopo il cesareo. La prima volta mi sono fatta infinocchiare e per più di 15 giorni mi sono ridotta a lavarmi a pezzi, dentro al lavandino, rischiando sistematicamente l’allagamento di mezza casa.
Dal secondo cesareo in poi, dopo il 5 giorno, mi sono avvolta in mezzo rotolo di pellicola da cucina che neanche un pollo, e mi sono fatta certe docce che a volte ancora me le sogno!

Nei rapporti con le altre mamme, quando si parla di parti, come ci si sente? Capita davvero che si venga criticate o che si consideri il cesareo un non parto?
Secondo me dipende molto da come ci si ponga nel racconto.
A me è capitato di essere più compatita che criticata e, tra le due, non so quale sia peggiore. E’ vero che a “noi” cesarizzate manchi un’esperienza, ma questo non fa del cesareo un non parto.
Un’altra leggenda metropolitana, che per fortuna ultimamente è stata smentita, è che una donna che abbia partorito con cesareo abbia difficoltà se non proprio un fallimento nell’allattamento al seno. Io ho allattato tutti e tre i miei figli per 10 mesi, smettendo nel momento in cui, con i loro dentini, non hanno iniziato a masticare il seno!
Io conosco molte donne che, pur avendo partorito naturalmente, alla prima difficoltà hanno mollato l’allattamento al seno, e non vogliono per questo venire etichettate come madri di serie B per aver scelto il latte artificiale perché più comodo, più pratico e più “certo”.
Ma questo è un altro tema e andrà affrontato un’altra volta!

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53 thoughts on “Tre parti, tre cesarei”

  1. la spremitura io non l’ho mai sentita nominare… sul terzo stadio del parto (quando si deve espellere la placenta) si puo’ decidere se farlo naturalmente on con aiuto farmacologico, io su questo ho deciso per l’aiuto farmacologico (anche questo era parte del piano del parto di cui si parlava l’altro giorno), una iniezione non appena il bimbo esce e via (neanche te ne accorgi in verita’, sei tutta presa dal bimbo che e’ con te mentre loro “rimestano” da quelle parti in qualche modo) in 10 minuti tutto e’ finito e questo e’ quanto!

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  2. 4 cesarei, il primo d’urgenza e gli altri d’elezione, nonostante la richiesta di tentare un parto naturale (ma nessuno, conoscendomi, mi ha proposto un intervento privato) e tutti con anestesia totale, nonostante la richiesta di epidurale.
    Degli interventi non ho sofferto, certo mi dispiace molto non aver potuto vedere nascere nessuno dei miei figli. Però tutte le volte c’era il padre, almeno lui, a pesare i nani, registrare i punteggi, ‘ste cose qui.
    Tra il primo e l’ultimo una bella differenza, però.
    Anche se mi sono sempre alzata dal letto qualche ora dopo l’intervento, le prime volte il ricovero era di cinque giorni e pretendevano che andassi in giro con catetere e flebo.
    L’ultima volta appena sveglia mi hanno dato il nano e mi hanno lasciata in pace con lui un paio d’ora prima di riportarmi in reparto. Ho tolto il catetere la sera e la mattina del terzo giorno ero fuori dall’asilo nido del nano n-1 con il nano n in braccio. L’ho allattato fino al terzo compleanno.
    Si può fare 🙂

    Solo, davvero non capisco chi lo chiede, un cesareo.

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  3. @ Kunziker

    non vorrei sbagliarmi ma ho letto diversi ginecologi rimanere BASITI quando si è parlato di manovra di spremitura uterina fatta con queste modalità, il che vuol dire che ogni ospedale ha il suo protocollo, e anche lì sarebbe interessante discuterne.

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  4. Anche io mi reputo molto fortunata per la mia esperienza, mi hanno dato i miei antidolorifici e tutti i sanitari sono stati veramente un esempio di dedizione.

    Però secondo me queste testimonianze non vanno taciute per paura di terrorizzare, invece bisogna insistere perche’ le quasimamme vadano in sala parto preparate a pretendere un trattamento adeguato e dignitoso, e la sedazione del dolore è un DIRITTO

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  5. @kunziker anche io ho avuto in tutti e tre i casi una ripresa rapida. Persino col secondo che è stato il più “doloroso”, mi sono alzata quasi subito.
    Ecco, quello che posso consigliare a chi-sta-per… è di accettare, (qualora venisse offerto) o di richiedere (qualora fosse previsto) di fare il rooming in. Per la mia esperienza del tutto personale, aiuta moltissimo la ripresa! L’unica volta in cui non mi è stato possibile farlo, ho faticato un po’ di più a “riprendermi”, anche se una volta a casa stavo sulle mie gambe 🙂

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  6. @francesca: questa manovra viene fatta (se non erro) a chi partorisce naturalmente subito dopo aver partorito…a chi subisce un cesareo il giorno dopo l’intervento…o almeno nel mio ospedale è stato così…
    credo che faccia male in entrambi i casi…ma forse un pelo di più alle cesarine…causa taglio che già provoca i suoi bei dolori…

    però vorrei lanciare un messaggio alle future mamme che magari si ritrovano a leggere le nostre testimonianze…non vorrei facessero degli incubi e vivessero con lo spauracchio del cesareo 🙂 : il cesareo sì…non si può di certo dire che sia una passeggiata…però anche qui regna la soggettività. ad esempio, leggendo le vostre esperienze devo dire di essere stata molto fortunata…la mia ripresa è stata rapidissima, a me il latte non è andato via (anzi i primi mesi ne avevo da regalare con tutto che la mia piccola mi prendeva 300 gr a settimana!!!!), ho potuto baciare la mia piccola appena nata, attaccarla al seno per colostro qualche ora dopo l’intervento e prendermi cura di lei subito dal secondo giorno…e docciarmi addirittura. quindi mamme-che-stanno-per…non abbiate paure…tutto è relativo!!!!

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  7. aia aia aia…anch’io ho subito la “spremitura”…dolorosissima, però mi hanno preparata prima di farla…dicendomi che mi avrebbe fatto male etc…sigh sigh 🙁

    @silvia: ehm…immaginavo…infatti mi sono permessa di segnalare l’ospedale in cui ho partorito io solo perchè la mia è un’esperienza positiva e non ho fatto nome di alcuno…ma capisco che se altri si lasciano andare un po’ troppo…effettivamente è rischioso.

    grazie a tutte per questo bel confronto e tanti complimenti ancora a genitoricrescono!!!!

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  8. @calendamaia: io sono pugliese, ho partorito a lecce, non mi hanno proposto anestesia locale per la “manovra”, e solo quando piangevo dal dolore un infermiere di passaggio mi ha chiesto “vuoi un antidolorifico? come mai nessuno te l’ha dato?”. io non sapevo nemmeno che avrei potuto chiederlo l’antidolorifico!

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  9. Io sono di Roma.
    La spremitura me l’hanno fatta nel secondo e terzo ospedale… ma almeno nel terzo (famo nomi? il FateBeneFratelli) è stata preceduta da una breve spiegazione, e accompagnata da un’infinità di “scusami se ti faccio male”, “dai che va benissimo” e “tranquilla abbiamo finito”…
    Non sono contraria alla spremitura tout court ma all’ignoranza e all’indisponenza degli addetti ai lavori!

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  10. @kunziker, ahimè è un terreno un po’ pericoloso… Una mamma che aveva espresso in modo colorito la sua opinione su un ginecologo in un forum è stata condannata per diffamazione… Dato che alcune persone potrebbero farsi prendere la mano, direi che non è molto saggio avviare una discussione mirata in questo senso.

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  11. @ Chiara73, Francesca

    per curiosità: da che regione provenite? Le testimonianze che ho raccolto di spremiture uterine sono tutte dal centro Italia e devo dore che personalmente ho associato la cosa ad un trattamento stile Full Metal Jacket. Credo anche io che l’anestesia locale sia prevista e non so spiegarmi perché non la facciano

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  12. Ma che è ‘sta spremitura?? A me hanno fatto due flebo di ossitocina per “convincere” l’utero a restringersi e svuotarsi – una al giorno per i primi due giorni. Entrambe accompagnate da un bel pasticcone di ibuprofen. ‘Sta cosa della spremitura non l’ho proprio mai sentita :-O

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  13. Ciao a tutte!

    Anche io cesarizzata, ma nemmeno io (per fortuna) sapevo di un’ipotetica difficoltà ad allattare dopo un cesareo, credo che potesse essere vero soprattutto con anestesia totale ma adesso con la spinale, basta non farsi prendere dall’ansia di vedere che quelle che hanno partorito naturalmente arrivano prima; io ero tranquilla perché mi avevano spiegato che con il cesareo tutti i tempi del post sono come in ritardo di un giorno, e infatti circa 3 giorni dopo l’operazione ho avuto la montata lattea, è stata una bellissima esperienza di allattamento durata quasi un anno.

    @ Claudia

    Un cesareo con preavviso di 10 minuti durante il travaglio è detto d’urgenza, se c’è pericolo di vita è un cesareo d’emergenza (e potendo ci si mette molto meno di 10 minuti)

    @ Kunziker

    sull’idea di segnalare le strutture: nel mio blog di racconti di parto ho linkato questa iniziativa che mi sembra funzionare molto bene : http://www.qsalute.it/recensioni/tag/reparto/Ostetricia+Ginecologia/ E’ vero che la percezione e’ soggettiva, ma statisticamente se 10 donne su 10 sono contente o scontente, qualcosa vorrà dire…

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