Le statistiche parlano chiaro: la violenza sulle donne in Italia e nel mondo è a livelli intollerabili. Il corpo della donna è utilizzato da molti in ogni modo possibile tranne che dalle donne. Risuona lontano l’eco nelle mie orecchie di slogan che mi hanno accompagnata nella mia crescita “il corpo è mio e lo gestisco io” urlato dalle femministe nelle piazze ormai qualche lustro fa. Per alcuni il femminismo è superato, per altri si sta trasformando, di certo, almeno in Italia, il femminismo ha bisogno di capire da cosa iniziare. Ci sono molti protagonisti di nuove o rinnovate battaglie, ognuno affronta la cosa come meglio crede, ci si organizza in gruppi, e troppo spesso ci si mette le une contro le altre: le femministe contro le mamme, la mamme lavoratrici contro le mamme che scelgono di stare a casa con i figli, le donne single contro le sposate, e la lista è virtualmente infinita perché in realtà siamo tutte, anzi tutti, donne e uomini, alla ricerca di una definizione di noi stessi. E come spesso accade il modo migliore per definirsi è capire chi è l’altro, il diverso, quello che non sono io. E così invece di cercare alleati e concentrarsi sui punti in comune, ci si concentra sulle differenze.
Cosa possiamo fare noi genitori per dare il nostro contributo a questo momento di grandi trasformazioni sociali? Noi abbiamo una enorme responsabilità nei confronti dei nostri figli, maschi e femmine, nell’aiutarli a crescere imparando ad avere rispetto di se stessi, come individui prima di tutto e poi anche come appartenenti ad un genere, maschi e femmine allo stesso modo, non come rivali, ma come complici, come alleati.
Ed è proprio dal rispetto di se stessi che bisogna iniziare per cambiare il futuro dei nostri figli: se una donna, una bambina, non impara ad avere rispetto di se stessa, nessuno lo avrà per lei.
Non è forse questo il grande cambio di paradigma? Quando finalmente i problemi non saranno più quelli legati a un genere che prevale sull’altro, alla volontà di controllo dell’uno sull’altro, o peggio alla denigrazione di uno da parte dell’altro, ma saranno visti come problemi di una società nel suo insieme, che richiedono che tutti, maschi e femmine, uomini e donne, bambini e bambine saranno in grado di camminare per le strade di questo mondo accompagnandosi e dandosi sostegno reciproco. Mano nella mano. A cambiare insieme pannolini, a crescere insieme i loro figli, a lottare perché il mondo del lavoro riesca a conciliarsi e riconciliarsi con quello della famiglia, tutta, e permetta a madri e padri di esserci ogni giorno allo stesso modo.
Questo mese rifletteremo insieme su cosa significa identità di genere, parleremo di conciliazione, di violenza domestica, di stalking e di molto altro. Ma soprattutto parleremo di cosa possiamo fare noi genitori per insegnare ai nostri figli il rispetto per l’altro sesso e per se stessi.
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il mio post non era partito con l’intento di parlare di rispetto. Ma alla fine si è rivelato un post sul rispetto e quindi lo faccio partecipare visto che febbraio non è ancora finito (mancano 3 ore!). Del resto parlare di rispetto fa sempre bene.
http://ahsonounamamma.blogspot.it/2013/02/ho-bisogno-di-consigli-tanto-per.html
Ecco il mio contributo!!
http://www.mammavvocato.blogspot.it/2013/02/rispetto-la-responsabilita-di-dare.html
Ciao a tutti, ho inviato il mio contributo “rispettoso” del blogstorming di febbraio!