Due cuori, una capanna, un bebé, ed ecco che il Progetto Famiglia ha preso forma. O quasi. Ma quale è la differenza tra un progetto sconquassato e uno che funziona? Gli ingredienti sono molti: una mamma, un papà, un neonato, uno o magari due lavori da portare avanti, una casa da gestire, le notti insonni da risolvere, gli aiuti che servirebbero, le ingerenze fastidiose, gli equilibri delicati, gli ormoni in circolo, le incomprensioni.
Il Progetto Famiglia è un progetto complicato, ricco di imprevisti e di mille aggiustamenti da fare in corsa. Quando il progetto famiglia è portato avanti insieme nella coppia è tutto più semplice. Basta un giro su genitorisbroccano per capire che purtroppo non è sempre così. Molte madri si sentono abbandonate nel loro ruolo, con compagni spesso lontani, fisicamente o mentalmente. Molti padri si sentono tagliati fuori e si ritirano nel loro mondo lavorativo per sfuggire allo stress.
Il ruolo di ciascuno è cambiato rispetto alla famiglia di qualche decennio fa. Il compito del padre non è più quello di portare a casa i soldi, provvedere alla sicurezza della famiglia e decidere cosa è giusto o sbagliato. Il compito della madre non è più quello di guardiana del focolare, chioccia affettuosa e cuoca provetta. I ruoli sono cambiati. Non sono più così ben definiti, sono sfumati, in un certo senso più complicati, e certamente tendono ad essere più interscambiabili. E’ così che il Progetto Famiglia spesso diventa un progetto in cui oltre a crescere dei figli, si ridisegnano identità personali, ci si fa carico di compiti nuovi e ci si scopre in ruoli insospettati.
E forse proprio in questa interscambiabilità, in questo nuovo ruolo genitoriale tutto da ridisegnare, sia per l’uomo che per la donna, è la difficoltà e al tempo stesso la forza del Progetto Famiglia.
Cosa possiamo fare per renderlo un successo?
contare fino a 10 prima di contare fino a 879.677.757.999 & never never give up!
Finalmente mi sento meno sola.fuori dalla scuola elementare dove ha iniziato la mia streghetta quest’anno mi sembra di vedere tante supermamme. Io ho una piccola attività che di questi tempi traballa un po’ come molte altre, purtroppo la testa è sempre concentrata sul fatturato e così capita di “deconcentrarmi” dalla piccola che sembra sentirlo e ne approfitta. C’è il prolungato e ci sono i preziosi nonni ma la piccola che li ha visti tutti i giorni da quando ha compiuto 4 mesi eio ho reiniziato a lavorare, non ci sta volentieri… quanto hai ragione “serenamanontroppo” !!. Andare al cinema sola con il mio adorato è pura utopia….acci acci ..sono molto lontana dall’aver anche solo il “progetto famiglia” in compenso ho un “progetto equilibrista” degno del circo Orfei che mi permette di andare avanti.. quanto resisterò? Ringrazio tutte per i post scritti e per chi ha aperto l’argomento… cerco di trarne spunto.
ciao a tutte!
Non avete idea , ragazze , di quanto questo tema e questo post rispecchino la mia situazione attuale .. Mio figlio ha 8 mesi , io lavoro e mio il mio ragazzo lavora tantissimo .. E mi manca . Mi fa stare male non vederli insieme .. Insomma complimenti ragazze e grazie !
Questo tema è davvero, davvero bello e stimola molte riflessioni!
Vi seguo con interesse e questo tema ha pizzicato una corda dentro di me.
Non ho consigli da dare, solo una piccola testimonianza.
Il nostro progetto famiglia sembrava dover rimanere nel mondo dei progetti irrealizzabili, per lunghi anni abbiamo temuto di non poter assistere al miracolo di una nascita. Quando finalmente anche il nostro progetto è sbocciato, ci siamo resi conto che era nato il nostro paradiso. Questo è il nostro piccolo segreto, che ridimensiona ogni difficoltà, ogni fatica, ogni frustrazione. Noi abbiamo assistito a un miracolo e non lo dimentichiamo, e l’esuberanza di nostra figlia ci ricorda ogni istante che lei, con i suoi capricci, è il nostro paradiso.
Il nostro progetto sta in piedi a suon di onesta’… si parla e ci si scusa se ci si ferisce inconsapevolmente… io sono sclerotica, lui a volte mononeurone ma ogni volta che guardo mio figlio penso alla prima volta che ho visto mio marito e so che il sentimento e’ sempre li, intatto e pulsante. Le incomprensioni sono normalissime, chi nn le ha? Pero’ la mia non e’ una situazione estrema, quindi nn posso assolutamente permettermi di dare consigli… Un abbraccio a tutte!
Fatto! Ho pubblicato un post anch’io.
Bellissimo il tema di questo mese…complimenti!!!
Impossibile non partecipare, io approfittando della pausa pranzo ho già pubblicato il mio post!!
Viola.
Progetto famiglia… progetto coppia… ecco, sarà che io non ho basi solide dietro, la famiglia è arrivata (cercata e voluta) e bene o male l’abbiamo portata avanti, per noi il difficile è stato mantenere un progetto coppia, anzi, diciamolo, ricrearlo. Perché la coppia l’abbiamo persa, lui abituato a una famiglia dove i figli sono tutto si è fatto da parte come marito, per provare a diventare padre e lasciarmi fare la madre, proprio quando io che avevo alle spalle due genitori con un rapporto terribile avevo disperatamente bisogno di sentirmi ancora moglie, donna, cercata e parte di una coppia.
E’ stata una crisi durissima, soprattutto per me, mi sono sentita crollare il mondo sotto i piedi, ho visto la famiglia come la distruzione del mio essere donna, della mia coppia, e l’ho vissuta come un peso enorme. Buttando tutte le energie sul ricreare una coppia. ce l’abbiamo fatta, con tanta tantissima fatica. E ora sto cercando di creare un progetto mamma. Perché ho due figlie, che amo, adoro con tutta me stessa, ma non ho mai sentito di avere una madre vera, e così il bisogno di essere figlia è ancora troppo forte per me, e quel senso materno che vedo brillare negli occhi di molte mamme, io ce l’ho altalenante, a volte si, a volte no, a volte forte, a volte solo un soffio, e ora ho davvero voglia di ritrovarlo e diventare mamma una volta per tutte.
Il concetto di progetto legato alla famiglia mi tormenta da anni. Io che sono la regina della programmazione ho provato un costante senso di fallimento nel vagare da una sensazione all’altra, da un obiettivo all’altro, da uno stile genitoriale all’altro. I primi due anni di vita di Alex sono stati di terribile solitudine, occuparsi di lui era pesantissimo e mio marito era paralizzato dal terrore. Ogni genere di progetto era pura chimera. Solo obiettivo: far sopravvivere la mia famiglia. Obiettivo per ora riuscito e la mia grande fortuna è stata quella di capire cosa provava mio marito, le sue paure erano e sono le mie, solo che io sono un pò più abituata a combattere e quindi non resto ferma. Col tempo la sua partecipazione alla vita di nostro figlio è decisamente aumentata, la condivisione di giochi e interessi ha lasciato spazio a me per riprendere fiato. Dopo oltre 20 anni amo ancora molto il mio compagno di vita e nei nostri (ancora pochi, sigh!) momenti da soli riusciamo a stare davvero bene.
A fronte di un “programma coppia” consolidato procediamo ancora a tentoni nella creazione di una forte serenità famigliare. Come ho già avuto modo di raccontare nostro figlio è un bambino complicato, da supportare e “sopportare” quotidianamente. Se non ci fosse un grande amore di fondo ne saremmo stati travolti, indubbiamente. Però finalmente stiamo provando ad uscire dal nostro guscio e abbiamo trovato/ritrovato alcuni amici che hanno la forza di stare con noi senza giudicarci, accettando i momenti no del nostro bambino e facendoci sentire “normalmente imperfetti”.
Per ora il nostro progetto è portare Alex a liberarsi dalle catene che lo tengono lontano dal mondo e farglielo conoscere in tutte le sue meraviglie. Ambizioso, eh?
Bellissimo tema!
Sono contenta che venga proposto adesso, visto che il mio Progetto Famiglia 1.0 si sta faticosamente consolidando, in attesa dell’upgrading alla versione 2.0 se tutto va bene in autunno.
Attendo i contributi e le testimonianze, visto che all’inizio ero pervasa da un serafico fatalismo (Inshallah) ma adesso mi sta un po’ venendo il panico, a pensare a come far quadrare tutto!
[…]Posso affermare che il progetto famiglia è stato un risultato raggiunto in tandem senza che fosse però stato progettato. Per dirlo in altre parole abbiamo percorso lo stesso cammino senza rendercene quasi conto. E non ci sono consigli o ricette da dare, è un percorso che ognuno fa a proprio modo.
Noi eravamo due individui in cerca della ns. meta, abbiamo combattuto i ns pregiudizi, le ns debolezze e siamo diventati una cosa sola.
….. adesso che rileggo mi sembra così sdolcinato 😀 …. Stasera quando torno a casa e glielo racconto si metterà a ridere. “ma se litighiamo sempre e quello cha faccio non va mai bene!” dirà […]
Grazie per questo blog e grazie per farmi sentire parte di qualcosa di grande.
Un bacio a tutte
E’ il tema dei temi! Dai, diciamo la nostra e sosteniamoci e aiutiamoci a vicenda: ascoltare i consigli delle altre è fondamentale. Io sono mamma da 11 mesi e sto per diventare bi-mamma (ad Aprile). Ho scritto un articolo sull’argomento: se vi interessa, ecco il link
http://www.oggimedia.it/usi-e-costumi/2263-i-figli-sono-delle-madri.html
Monica, mi ritrovo perfettamente nella tua situazione.
anch’io non mi risparmio in nulla finendo per consumarmi la salute e le energie mentali, ma quando si è da soli è così.
Il progetto famiglia deve tener conto che la società in cui viviamo non comprende i problemi e le difficoltà delle famiglie, e aggiungo che neppure tra madri c’è poi tanta solidarietà! Mi riferisco ad una brutta esperienza personale, certamente anomala ma che al momento mi preoccupa. Ho visto la madre di un bullo difendere il proprio figlio offendendo il bambo vittima con l’accusa di essere “un debole”.
bene, questo mi fà pensare che il mondo sia crudele soprattutto con i bambini, i deboli…e di questi tempi non è facile crescere e proteggere i nostri figli.
Avete scritto bene, è un progetto. Come ogni progetto, può riuscire se è stato pianificato con realismo (magari non nei minimi dettagli, ma con aspettative abbastanza aderenti alla realtà). Mi sembra invece che molte persone non abbiano ben presente a cosa vanno incontro, nel bene e nel male.
C’è chi crede che sarà tutto bellissimo e chi invece crede di aver finito di vivere.
Noi abbiamo vissuto i primi anni, quelli latte-pannolino-pappe-nido, come un investimento a medio termine. Ora respiriamo in varie direzioni: economicamente perché non abbiamo più il nido (e ho potuto prendere un piccolissimo part-time), logisticamente perché i bambini sono più grandi e gestibili, come coppia perché i nonni ce li tengono più volentieri e riusciamo ad avere degli spazi per noi.
Però abbiamo retto perché siamo una squadra ben affiatata, in cui ognuno fa la sua parte e nessuno dei due ha paura a chiedere aiuto all’altro. Quella è la base.