Tema del mese: progetto famiglia

Due cuori, una capanna, un bebé, ed ecco che il Progetto Famiglia ha preso forma. O quasi. Ma quale è la differenza tra un progetto sconquassato e uno che funziona? Gli ingredienti sono molti: una mamma, un papà, un neonato, uno o magari due lavori da portare avanti, una casa da gestire, le notti insonni da risolvere, gli aiuti che servirebbero, le ingerenze fastidiose, gli equilibri delicati, gli ormoni in circolo, le incomprensioni.
Il Progetto Famiglia è un progetto complicato, ricco di imprevisti e di mille aggiustamenti da fare in corsa. Quando il progetto famiglia è portato avanti insieme nella coppia è tutto più semplice. Basta un giro su genitorisbroccano per capire che purtroppo non è sempre così. Molte madri si sentono abbandonate nel loro ruolo, con compagni spesso lontani, fisicamente o mentalmente. Molti padri si sentono tagliati fuori e si ritirano nel loro mondo lavorativo per sfuggire allo stress.

Il ruolo di ciascuno è cambiato rispetto alla famiglia di qualche decennio fa. Il compito del padre non è più quello di portare a casa i soldi, provvedere alla sicurezza della famiglia e decidere cosa è giusto o sbagliato. Il compito della madre non è più quello di guardiana del focolare, chioccia affettuosa e cuoca provetta. I ruoli sono cambiati. Non sono più così ben definiti, sono sfumati, in un certo senso più complicati, e certamente tendono ad essere più interscambiabili. E’ così che il Progetto Famiglia spesso diventa un progetto in cui oltre a crescere dei figli, si ridisegnano identità personali, ci si fa carico di compiti nuovi e ci si scopre in ruoli insospettati.
E forse proprio in questa interscambiabilità, in questo nuovo ruolo genitoriale tutto da ridisegnare, sia per l’uomo che per la donna, è la difficoltà e al tempo stesso la forza del Progetto Famiglia.

Cosa possiamo fare per renderlo un successo?

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44 thoughts on “Tema del mese: progetto famiglia”

  1. serenamanontroppo…..quanto ti capisco….io ancora non riesco a tenere i nervi saldi…e mi diventa tutto difficile….perchè una cosa si concatena all’altra e rovina tutto….
    se mi infastidisce la suocera e lo dico al marito…litigo con lui….si crea silenzio in casa…ne soffre il piccolo…
    allora ingoi ingoi ingoi…..alla fine però sei piena…e tutto ciò succede una volta al mese almeno…

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  2. Bello il tema (e belli i piedini! da mangiare!!!).
    Come far funzionare un progetto famiglia?
    Credo che le risposte siano mille e poi mille, una per ogni famiglia che esiste, perché ognuna ha il proprio bagaglio di esperienze, errori, crescite…
    Io sto cercando di tener su il nostro Progetto, in cui ho sempre creduto moltissimo, pur nella fatica di trovare i nuovi equilibri dopo la nascita di Q, i nuovi ritmi di lavoro di mio marito e la nuova realtà di vivere all’estero, lontana da casa (e da mamma, papà, amici…)
    E’ faticoso, ma credo che l’ingrediente principale per far funzionare la ricetta sia la VOLONTA’. Sono profondamente convinta che quando si vuole, si può. La volontà è il nostro motore, il nostro regista, la nostra guida.
    Io voglio far funzionare il mio progetto famiglia, voglio amare con tutta me stessa mio marito e mio figlio, voglio che la nostra vita insieme sia per sempre.
    E lo voglio perché so che lì c’è la mia realizzazione, la nostra felicità, il nostro amore. Lo voglio perché l’ho scelto.
    Ed è per questo che posso portare avanti la fatica, l’impegno, le lacrime, la solitudine a volte, l’umiltà…
    E le piccole grandi montagne da scalare che ogni giorno mi trovo davanti… posso e voglio scalarle.

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  3. Complimenti per questo tema, gli urli di quest’ultimo periodo su genitorisbroccano mi hanno fatto molto riflettere su questo argomento e lasciano supporre che ci sarà uno scambio di opinioni molto interessante!

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  4. Il progetto famiglia è un progetto bellissimo, ma sicuramente nella vita reale ci sono tante variabili che possono condizionarlo fino a renderlo difficile da vivere con serenità.
    Io non ho grandi suggerimenti da dare, perchè forse non ho ancora trovato un equilibrio perfetto. Ci sono tanti aspetti di cui è difficile tener conto a priori, quando il progetto è solo un desiderio, tra cui le reazioni dei nonni o il ruolo del padre. Si spera di avere dei nonni collaborativi ma discreti, un padre sempre attento e presente e invece ti trovi con gli ormoni a mille e un gran senso di solitudine. A due anni dall’avvio del progetto di cui si parla, credo di aver trovato per esempio un mio modo per limitare le ingerenze da troppo amore dei nonni. In certi casi infatti possono diventare una presenza ingombrante e vanificare così la forza del loro aiuto. Con il tempo ho imparato a parlare con loro in modo più diretto, riconosco che talvolta sono anche troppo diretta, questo non cancella del tutto certi momenti di silenziosa incomprensione, ma personalmente lo trovo un metodo terapeutico per gestire la relazione.
    Del resto va anche detto che i nonni hanno capito che il loro ruolo non è quello di educare, per questo ci sono i genitori. Il loro bagaglio di esperienza, conoscenza può però essere sfruttato per accompagnare una serena crescita del bambino.

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  5. il mio progetto famiglia è appena nato: sono mamma da poco (soli 6 mesi), ho ripreso a lavorare, un lavoro faticoso che mi porta e mi porterà lontano da casa (sono militare)e per fortuna ho un compagno che pur lavorando (militare anche lui) mi sostiene e mi aiuta tantissimo, sia con il bimbo che con la casa, e l’interscambiabilità dei ruoli è il nostro motto per andare avanti e far funzionare al meglio la nostra neonata famiglia…speriamo di continuare così

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  6. Così d’impulso mi verrebbe da dire che per un progetto famiglia vincente occorrono soprattutto nervi saldi e una salute di ferro, soprattutto per le madri che si ritrovano a dover fare di tutto di più in una lotta continua contro il tempo e che finiscono per fare molte cose male perdendo di vista le priorità. Porto la mia testimonianza, forse un pò fuori luogo, perchè non riesco ad individuare consigli o soluzioni per una famiglia di successo, ma ho ben chiaro cosa “non fare” per non far fallire il progetto. Dirò una cosa banale, ma penso che l’interscambiabilità dei ruoli e il farsi carico di compiti sempre nuovi è senz’altro un arricchimento, ma solo nei limiti di un equilibrio familiare che permetta ad ogni membro (papà, mamma, figli) di realizzarsi e soddisfare le proprie esigenze di vita insieme. Se non è così, non può essere un punto di forza ma rappresenta un elemento di debolezza, a volte fatale. Io amo le sfide, sono cambiata, e ri-cambiata, nel mio ruolo e nella mia personalità, mi metto sempre in discussione, e mi rendo conto che non mi sono mai risparmiata in nulla. In particolare mi sono sempre fatta carico di tutti i problemi (economici e morali) della mia famiglia, mentre mio marito cercava invano di risolvere i suoi problemi lavorativi. Con il passare degli anni sto facendo un’enorme fatica a sostenere il peso (mentale e fisico)di questa situazione; sempre più spesso finisco per non godere delle mie esperienze e ne divento succube, in una sorta di “emergenza emotiva cronica” in cui subisco gli eventi invece di viverli.
    Questo sta diventando il punto di debolezza del nostro “progetto famiglia”, perchè io da molto tempo non sono più serena. Nonostante l’amore per nostra figlia, nonostante tutti i buoni propositi, io e mio marito non siamo stati in grado di suddividerci i compiti, di creare un equilibrio fra le parti, esaurendo così quell’armonia che all’inizio sembrava essere destinata a durare per sempre.

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  7. wowwwww
    oh, ragazze sono un po’ latitante, ma leggo sempre e questo mese devo partecipare, mi avete proprio stuzzicato i neuroni!
    🙂

    cmq di chi sono quei piedi?
    aaaaaahhhhhhhh

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  8. Dalla mia piccola esperienza di progetto “grande famiglia” ho estrapolato alcuni elementi a mio parere irrinunciabili (quindi a grandi linee, senza entrare troppo nel dettaglio):

    tanta pazienza e tanta disponibilità a mettersi in gioco, ad accettare di guardarsi dentro e vedere cose che non ci piacciono di noi stessi, del compagno, dei figli

    tanta umiltà per decidere di volersi sempre migliorare, di non accontentarsi del “sono così e non cambierò mai” o del “è stata colpa dei miei genitori e non ci posso fare niente”….

    tanto impegno perché tutto questo è molto faticoso e a volte anche doloroso, richiede tempo, attenzione, volontà, dedizione, sacrificio più di qualsiasi altro lavoro o attività abbiate mai svolto in vita vostra

    una forte, fortissima convinzione che non c’è nient’altro fuori da questo progetto che possa renderci altrettanto realizzati perché è quello per cui siamo geneticamente programmati: amare ed essere amati. E come tale va difeso a tutti i costi.

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  9. Complimenti…bel tema!!!
    aspetto con ansia suggerimenti da mamme addentrate da più tempo di me nel progetto famiglia….la mia famiglia (o meglio io perchè non sono ancora in grado di far equilibrare tutto senza farmi prendere dagli “ormoni”) è ancora da genitorisbroccano!!!!

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