Tema del mese: genitori contro tutti

Ma i genitori sbagliano? Mi viene in mente l’istinto materno che in qualche modo dovrebbe guidarci nel nostro ruolo di genitori o almeno di genitrici, e al quale io personalmente non ho mai creduto più di tanto, sentendomi per lo più persa nel labirinto della genitorialità.

La nostra è una generazione di genitori (che provano a essere) preparati, attenti, informati e sempre pronti a sguainare la spada per lanciarsi in battaglie senza tregua per difendere i nostri figli.
I primi mesi di vita dobbiamo farlo più volte al giorno: dobbiamo difendere le nostre scelte in ambito di allattamento e sonno, poi vengono le prime pappe, i primi piccoli malanni che ci sembrano insormontabili. Eppure ogni volta che qualcuno mette bocca sui nostri principi educativi, o ogni volta che qualcuno fa un commento fuori luogo, noi tiriamo fuori gli artigli.
E molti, per questo, ci accusano di essere iperprotettivi e bambinocentrici.

Eppure non possiamo certo dire che come genitori non sbagliamo mai, anzi direi che sbagliamo anche molto. A volte sbagliamo a non ascoltare i consigli di chi è più saggio di noi, a volte sbagliamo perché seguiamo consigli invece di seguire il nostro istinto. A volte sbagliamo perché imitiamo i nostri amici. A volte ci trasformiamo in moderni Don Quisciotte pronti a vedere nemici a ogni angolo. Siamo talmente presi dalle nostre posizioni, dai nostri principi ferrei, da essere ciechi e sordi di fronte a qualsiasi consiglio, suggerimento, commento… giusto o sbagliato che sia.

E se invece i nemici non fossero immaginari ma persone in carne ed ossa che poco capiscono dei nostri figli? E se i nostri figli avessero veramente bisogno del nostro aiuto? E se avessimo bisogno di lottare persino contro chi teoricamente dovrebbe saperne di più: gli esperti di turno? Quanto siamo pronti a combattere, giorno dopo giorno, senza cedere mai, stretti al loro fianco?
Ci sono situazioni in cui è proprio la pancia a farci capire che qualcosa non va, e che dobbiamo prendere una posizione forte e agire mettendoci dalla parte dei nostri figli. Altre volte è la stessa pancia a non permetterci di essere razionali, e prendere decisioni giuste.
Non è facile. Non è facile capire quando dobbiamo essere fermi nelle nostre convinzioni, quando quella voce che ci urla lì dentro non sta sbagliando e ci spinge a seguire una, quella strada. Non è facile rimanere sulla nave nella tormenta e prendere atto che il timone lo hanno dato in mano a noi.

Ci sono anche volte in cui prendiamo delle clamorosissime cantonate.
Ecco partiamo proprio da qui. Dalle cantonate.
Non vi è mai capitato di credere veramente di essere nel giusto, di parlare, discutere, cercare di convincere tutti che state facendo la cosa migliore, e invece ad un certo punto avete capito. Avete capito che non c’era nulla di giusto nella vostra scelta. Che per i vostri figli non era la via migliore e avete capito che avreste potuto fare scelte diverse, e che magari a ben pensare avrebbero funzionato meglio?

E poi, al contrario, vi sono capitate volte in cui quella vostra convinzione tanto avversata e sottovalutata da tutti era quella più giusta per voi e per i vostri bambini? Perchè in fondo, voi genitori siete le persone che li conoscono meglio e sanno cogliere anche i più piccoli segni del loro benessere o malessere?

Ecco, ci sono volte in cui le nostre scelte cambiano il corso della vita e della storia personale o magari solo di una vicenda: la nostra, quella della nostra famiglia e quella dei nostri figli. Perché essere genitori significa prima di tutto decidere e scegliere per un altro essere umano. A volte siamo pronti a seguire le nostre convinzioni, anche contro i mulini a vento, perché è in gioco il benessere dei nostri figli.
Se, come diceva Bollea, le madri non sbagliano mai, i genitori magari sbagliano anche, ma sanno combattere le battaglie che ritengono giuste per i propri figli.

Ecco i contributi al blogstorming di questo mese.

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22 thoughts on “Tema del mese: genitori contro tutti”

  1. Il messaggio di Bollea io l’ho interpretato così: credo che in sintesi volesse dire che anche nell’errore, anzi soprattutto lì, c’è la crescita. Se un bambino vive in un ambiente perfetto, non ha bisogno di imparare a comunicare il disagio e le sue necessità e quindi non si fa crescere in lui la capacità di affermare la sua identità e la sua capacità di chiedere aiuto e di modificare la realtà. Nella dialettica c’è la crecita. In sintesi quando una madre sbaglia fa crescere nel bambino la cognizione di un mondo imperfetto (come in realtà è) e lo aiuta a sviluppare quei meccanismi che lo portano a tirare fuori le sue richieste.
    Tirando in ballo i mariti, credo che se la natura ci ha predisposto per fare i figli in due un motivo c’è sicuramente: l’equilibrio è una delle caratteristiche migliori per sopravvivere in questo mondo e in un solo elemento non c’è equilibrio. La bilancia deve avere due piatti ed il giusto non sta nell’uno o nell’altro, ma nel mantenerli in equilibrio. Che ne pensi?

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  2. Pingback: Testarda |
  3. Sì. i genitori sbagliano, importante è cercare di migliorare ed anche ammettere con i nostri figli che non siamo infallibili e che stiamo crescendo con loro.

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  4. Serena e Silvia, sono felice di aver partecipato al blogstorming di questo mese e vi ringrazio per aver pubblicato il mio contributo.
    Se c’è un tema su cui mi immedesimo è proprio questo!
    I genitori sbagliano ma i loro errori li aiutano a crescere e ad autocorreggersi. E sono convinta che la condivisione di queste esperienze, anche in rete, sia un grande aiuto.

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  5. I consigli sono particolarmente utili quando siamo noi a chiederli; quelli non richiesti provocano per lo più tensione e fastidio. Io m’informo, osservo e leggo molto sull’essere genitore, per cercare di capire meglio quello che passa nella testa dei miei bambini, perché credo che l’istinto materno (o paterno) sia importantissimo, ma che da solo non basti. Credo però che qualsiasi consiglio esterno, anche degli esperti sul tema, possa solo indicarti una strada, non riuscendo però mai a cogliere in pieno l’unicità di ogni situazione e l’unicità di ogni bambino. Ecco che la responsabilità è nostra…e sbagliare e inevitabile 🙂

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  6. Credo sia inevitabile a volte sbagliare, ma che soprattutto sia importante cercare sempre di fare il meglio sia per se stessi che per gli altri (figli e non), e che in questo modo anche l’errore può diventare un’occasione di crescita.

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  7. Ciao, mi unisco a Marzia nel dire che GC mi ha preparata e aiutata a gestire i consigli non richiesti e a viverli con più saggezza. Mi piacerebbe partecipare, ci provo! Jessica

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  8. beh non si può dire che su questo tema ci sia poco da parlare, anzi credo che ci faremmo davvero tanta compagnia. tematica davvero stuzzicante

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  9. Meraviglioso! Certamente non posso mancare questo blogstorming, quando sono arrivata qui quasi tre anni fa ero una mamma “tutta sbagliata”, mi avete dato le prime tessere di un puzzle incredibile e ora qualche immagine è più chiara. Le cantonate nostre e degli altri sono all’ordine del giorno, uscirne sereni è la sfida.

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  10. Un altro bel tema tosto.

    Per me il trovarmi contro tutti è stata una specie di difesa di territorio. Non nel senso che consideri mia figlia mia proprietà, ma perché nelle prime settimane ho sentito le porte aperte e i consigli non richiesti come una forma di invasione, tanto che avevo perso ogni spontaneità verso mia figlia. Questo mi ha aperto gli occhi su quanto mi lasciassi “invadere” prima, ma finché questa cosa riguardava me soltanto non l’avevo messa a fuoco. Dopo, sono arrivata a chiudermi a chiave in bagno per poter cambiare il pannolino e fare le coccole in pace, poi ho dovuto fare un grande sforzo per impormi mandando mia figlia al nido ed evitare il bivacco permanente dei nonni a casa mia. Così ho ritrovato una relazione con mia figlia senza interferenze, e va decisamente molto meglio.

    La cantonata è arrivata quando sono arrivati i capricci e le sberle da parte sua, e il mio interpretarli come una forma di “sfida” nei miei confronti a cui rispondevo alzando la voce e passando ai castighi perché mi sentivo messa alla prova sulla mia adeguatezza nel farmi rispettare. Per fortuna ho parlato con una psicologa dell’infanzia, che mi ha fatto capire che il concetto di rispetto e ubbidienza è maturato non prima dei 4-5 anni e che durante i terrible two è molto più utile aggirare l’ostacolo con scherzi, giochi, o addirittura abbracciando. Di botto mi è diventato chiaro che le sberle non erano una provocazione, bensì una richiesta di attenzione nei miei confronti: da quando la abbraccio, le sberle sono svanite come neve al sole.

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  11. Io ho due grandi esempi: ho azzeccato in pieno quando ho fatto di testa mia e non mi sono arresa all’allattamento artificiale (ricordi, Serena?) e quando ho dovuto ingoiare un grosso rospo e dire a mia figlia di reagire con le mani a un bambino che la menava. Spero di poter raccontare meglio in qualche post più specifico 🙂

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  12. Urca: il post vacanze inzia in maniera tosta! Tanta carne al fuoco e temi che scottano. Da parte mia, forse per indole o per dinamiche che poco riesco a spiegare, fatico a dare risposte alle domande che vengono poste. Da una parte perchè non ho (abbiamo – come genitori -) mai dovuto alzare barricate o difendere scelte o posizioni. Non so se questo sia dovuto al fattodi aver attorno persone che o rispettano o approvano o, più semplicemente, perchè non abbiamo mai fatto scelte che provocassero particolari reazioni (… magari perchè “molto normali”). D’altro canto anche rispetto a miei amici che invece hanno fatto scelte un po’ più “radicali” ho sempre cercato di comprenderne le ragioni, il senso e gli eventuali benefici, senza però costringeli a barricarsi per difendersi da me.
    In fonso – e questo è quello a cui credo fortemente – se da una parte concordo pienamente su quanto dici “essere genitori significa decidere e sceglie per un altro essere umano”, dall’altra però sono consapevole che quell’altro essere umano non è nè una mia proprietà, nè uguale a me. Per cui credo che lo sforzo maggiore che ci riguardi come genitori sia quello di scegliere perchè imparino a scegliere, non scegliere per forza quello che è parte delle nostre convinzioni o che piace a noi.
    Rispetto agli sbagli o alle convinzioni errate ce ne saranno decine. Bho, molto passa anche tra queste… basta saerle riconoscere e ritornare sui propri passi.

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