Cosa ci portiamo dietro? Bagagli. Bagagli pieni di vestiti, di accessori, di esperienze, di idee, di pensieri e di persone. I bagagli sono una metafora di tutto quello che ci compone, ma sono anche valigie e zaini reali, composti, smontati e ricomposti in occasione di un’estate, di un viaggio, di una stagione della vita o di un cambiamento. I bagagli sono il trolley del week end fuori, ma sono anche gli scatoloni di un trasloco.
Ci sono i primi bagagli da soli, quelli del primo viaggio senza mamme e papà, con gli amici: uno zaino e vestiti che torneranno molto sporchi e pieni di ricordi. Ci sono le prime valigie in due: ognuno la sua o mettiamo tutto insieme? Forse la scelta racconta qualcosa della coppia, di come continuerà la sua storia e la vita insieme. Poi arrivano i primi bagagli con le cose dei bambini: aiuto! Partivamo con una valigia in due e ora abbiamo 4 valigie in tre… di cui mezza è per noi adulti. E poi c’è il primo bagaglio da sol*: i bambini restano con te e io me ne vado per il week end, perché me lo merito, perché ne ho bisogno, perché devo ricordarmi chi sono. A volte ci sono anche le valigie che si portano via un pezzo di famiglia, quando le strade si dividono e c’è chi resta e c’è chi va. E poi ricomincia il ciclo: di nuovo il primo zaino da soli, ma ora non è il tuo, sei tu che ci infili dentro di nascosto quello che può servirgli: portati una felpa in più!
In mezzo a una vita ci sono centinaia di valigie: quelle delle vacanze; quella per l’ospedale dove si va a partorire; quelle per andare a studiare fuori; quelle per portare via la roba da casa dei geniotri e andare a vivere da soli; quelle fatte in un’ora, perché era una sorpresa; quelle fatte per rabbia, perché è finita; quelle tutte sbagliate, perché il tempo non era previsto così; quelle ordinate; quelle con la roba buttata là; quelle troppo pesanti, perché non si sa mai, meglio portare pure questo; quelle leggere e smart, perché io con 4 cose vado avanti due settimane.
Le valigie ci assomigliano: parlano di noi e del momento della vita che stiamo attraversando. Raccontano chi siamo adesso, cosa ci portiamo dietro.
Come nella vita, nel bagaglio sta a noi scegliere cosa metterci: riempiamo le valigie, come riempiamo i nostri giorni. Tutto quello che ci rassicura del passato può essere un peso superfluo, ma può essere anche tesoro prezioso, da non disperdere.
A volte occorre anche un po’ di fiducia e fantasia: una pashmina ripara dal freddo ma è anche una gonna per la spiaggia e all’occorrenza un vestito.
Viaggiamo leggeri quanto più ci proiettiamo al futuro, viaggiamo carichi, quanto più vogliamo portate con noi il passato. Viaggiamo leggeri e calpestiamo gentilmente la terra che ci sostiene, se è una scelta di vita e di carattere.
Poi quando facciamo i bagagli sul serio, siamo costretti a pensarci un minimo – o anche no se siamo fatti così – e allora diamocelo come esercizio questo mese: chiediamoci cosa dice di noi il nostro modo di fare i bagagli.
Ci portiamo dietro i valigioni a guscio solido a rotelle? Pesiamo anche i pareo e scegliamo quello più leggero? Portiamo solo quello che ci serve o diamo spazio all’imprevisto? In che modo la nostra destinazione ci permette di fare determinate scelte di bagaglio? Nella vita questo come lo traduciamo?
Fare i bagagli è anche un esercizio di focus e di identità. Che cosa davvero è indispensabile? Ci sono mille giochi di formazione che lavorano su quello e sul confronto tra le persone.
Litigo perché lui ha messo in valigia solo due costumi e gli scarponi da montagna, ma non le ciabatte e abbastanza mutande di ricambio? E se provassi a capire cosa mi sta dicendo? Forse ha voglia di cose meno quotidiane e più avventura? E’ concentrato su ciò che la vacanza dà, che casa non può? Oppure magari è solo distratto!
Ho portato tutte, tutte, tutte le medicine che possono servirci: dall’antibiotico (prescritto da chi?) all’antistaminico, dall’antipiretico, alla crema per le scottature… Dite che è un po’ d’ansia? Sì, dai giusto un filo… E’ che partire, anche per una vacanza, mi fa questo effetto. Ok, tolgo almeno le pasticche per il mal d’auto, visto che si va in aereo.
No, no, no, tesoro, quell’orso è troppo grande, non possiamo portarlo con noi al mare, non entra in macchina… Se porti quello non c’entra tuo fratello… Ok, no non dovevo dirlo, non puoi scegliere il peluche al posto di tuo fratello.
Ecco qual è il punto: nei bagagli lo spazio è limitato e noi dobbiamo, inesorabilmente, scegliere!
Scegliere, non è solo indicare ciò che voglio portare, ma anche e soprattutto decidere cosa voglio lasciare. Ogni bagaglio è una scelta, che a volte riguarda una settimana di ferie, altre volte una vita.
Io sono il mio bagaglio di idee, di storie, di informazioni, di conoscenze e di cultura, perché questo ho scelto di portarmi dietro. Questa estate parliamo di bagagli e ci chiediamo cosa rappresentato di noi.