«Domenico, non è forse vero che l’importante non è vincere, ma partecipare?»
Mio figlio Davide, 8 anni tra due mesi, piagnucola offeso. I ragazzi della squadra lo hanno incitato a correre più veloce, lui per reazione ha rallentato fino a terminare il percorso con una camminata lenta ed esasperante.
Mi aspetto che l’allenatore annuisca in approvazione ma non succede, anzi, rimane a riflettere in silenzio sulla risposta.
«No» – dice infine – «l’importante è impegnarsi».
Il Paganella Sport Camp dura sette giorni, da domenica al sabato successivo. Sette giorni che valgono come anni, densi di emozioni ed esperienze come sono, e io, chiamata a seguire le attività da vicino, non ho potuto fare altro che rendermi invisibile mentre i ragazzi prendevano confidenza con l’ambiente, per volare via e per tornare trasformati. Perché è necessario sapere che gli scatti di crescita non sono cosa da neonati, ma colpiscono anche bambini e adolescenti: è sufficiente distogliere lo sguardo mentre sono impegnati a fare altro. Ad allenarsi, ad esempio.
I punti di forza degli Sport Camp Paganella sono tre.
- Il primo è dato dal prestigio della squadra degli allenatori che vanta la presenza di campioni olimpionici quali Juri Chechi per la ginnastica, Fiona May per l’atletica, Antonio Rossi per il canottaggio – collaborazioni rese possibile grazie anche al progetto Kinder+Sport – di cui i tre sono ambassador – che supporta il Comitato Olimpico e le principali Federazioni Sportive italiane (solo lo scorso anno il progetto Kinder+Sport è riuscito a muovere in Italia quasi due milioni di ragazzi tra i 6 e i 19 anni).
Uno potrebbe pensare che simili leggende se ne stiano tranquille a dar lustro al Camp con la loro sola presenza, ma sbaglierebbe: esigenti e implacabili, Juri, Fiona e Antonio seguono personalmente ogni ragazzo e fanno ripetere i movimenti fino a che questi non vengono eseguiti in maniera corretta. E la soddisfazione di aver migliorato le proprie prestazioni grazie all’insegnamento di un campione olimpionico non può essere raccontata (ma la si può vedere brillare nei loro occhi.)
- Il secondo punto di forza è dato dai luoghi. Gli allenamenti si svolgono presso le piste di atletica dl Life Park di Andalo – cioè una delle aree polivalenti più attrezzate dell’arco alpino – nella palestra attrezzata di Fai della Paganella e al lago di Molveno per le lezioni di canottaggio.
I ragazzi vengono ospitati in strutture a tre stelle (nella settimana dal 26 al 2 luglio, ad esempio, sono stati ospitati qui). Respirano aria purissima, mangiano cibi sani, si allenano in strutture d’avanguardia. Davvero non si potrebbe chiedere di più. E se siete il tipo di genitore control freak preoccupato che la creatura possa morire di fame e di inedia, tranquillizzatevi: neanche il bambino più malmostoso resiste ai piatti della tradizione locale (e senza genitori attorno con cui lagnarsi hanno molte meno paturnie. Giuro).
- Il terzo punto di forza è la responsabilizzazione. Ai ragazzi vengono dati orari, regole, compiti. Gli allenatori hanno tanta fiducia in loro da consentirgli di sbagliare, sicuri che faranno esperienza dai propri errori e che la volta successiva sapranno correggersi da soli. Solo sulle regole adottate per la loro sicurezza sono inflessibili, e dunque: nessuna imprudenza. Idratazione costante e protezione solare per tutti.
L’indipendenza è inebriante, l’autonomia li esalta. Risultato: quando ho iniziato gironzolare attorno a Davide con aria vigile, nel timore di trovarlo ancora in difficoltà, sono stata allontanata da lui. «So fare da solo, puoi andartene. Mi stai mettendo in imbarazzo col resto del gruppo». Scatti di crescita, appunto.
Cosa rimane di questa esperienza? Una nuova fiducia in se stessi, innanzitutto. Nuove amicizie. La consapevolezza di uno stile di vita sano. L’orgoglio per essere riusciti a superare paure e limiti. Un mare di risate (Juri Chechi che finge di parlare in russo con l’allenatrice è uno spettacolo di per sé). E un insegnamento: chi si impegna ha già vinto.
Criticità? Sì, una: i figli hanno già cominciato ad esasperami: «Torniamo il prossimo anno?»
Nel caso foste interessati a iscrivere i vostri ragazzi, be’, per quest’anno è troppo tardi. Sono previste solo due settimane (nel 2016, dal 26 giugno al 10 luglio), tuttavia potete portarvi avanti tenendo sott’occhio il calendario delle attività sul sito Visit Dolomiti Paganella.
Per leggere anche la mia esperienza alla Paganella, da mamma lasciata libera dai figli, potete andare qui su Grimilde e ispirarvi per una vacanza di famiglia diversa: tutti sulle Dolomiti del Brenta, ma ognuno con le sue occupazioni