Pensieri liberamente tratti da una poesia regalatami da un’amica.
Sono stanca di me, come prima cosa, delle frasi fatte che a volte nella fretta non riesco a trattenere, delle opinioni mancate e dei giorni persi, delle vite già percorse su strade già segnate. Stanca di tutte le volte che ho detto “sì” per mettere a tacere ogni contrasto, dei colori appannati che ho visto aprendo gli occhi alla mattina, delle mancate carezze e delle amare concessioni, dei pensieri troppo dolorosi che non ho avuto il coraggio di affondare.
Sono stanca di voi, che sfidate il mio sguardo, che non siete mai contenti quando vi accolgo con un sorriso, che rispondete duramente alle mie richieste d’aiuto, che vi abbandonate raramente mostrandomi le spalle.
Sono stanca di essere una che non riconosco, che percorre binari tracciati e non concede sbavature, risponde alle domande e con pacatezza replica senza scomporsi, non perde le staffe nelle occasioni formali e accoglie senza riserve.
Sono stanca di mediare sempre, fare la cosa giusta, rispettare sempre e comunque e non alzare mai la voce.
Sono stanca di cambiare per gli altri, veder passare il tempo con amarezza, sentire i giorni che passano contando granelli di sabbia tra le dita e dimenticando i pensieri.
Sono stanca di regalare carezze anche nei giorni grigi, nei momenti difficili e negli angoli stanchi, stanca di sorridere sempre, di dispensare consigli, abbracciare forte e non avere mai il diritto di pretendere.
Sono stanca di essere poco me stessa, di regalare tempo a chi non lo merita, donare consigli e ricevere pietre, sognare una parola dolce da chi è troppo preso per imparare a pensarla.
Sono stanca di essere attenta a ciò che gli altri pensano, all’immagine che hanno di me, alle scelte dovute e alle cose da dire.
Sono stanca dei litigi, dei dispetti, del tempo che ci hanno rubato e di quello che non abbiamo saputo prendere.
Sono stanca del giorno che mi ruba le stelle, della pioggia incessante che ha un suono monotono e triste, delle corde che si rompono e aprono una voragine, della profonda nostalgia.
Sono stanca delle cose che accadono senza un perché, di colui che mi cammina davanti senza essere capace di voltarsi con dolcezza, delle onde del mare agitato e della sabbia che scompare troppo in fretta.
Sono stanca di non saper riconoscere più i suoni, di aspettarti la sera sveglia, di non poter tornare indietro.
Sono stanca più di tutto del tempo, delle rughe bellissime sul volto, di quando mi guardo allo specchio e non riesco a decifrarmi, uno sguardo che prima sorrideva sempre, e adesso guarda il buio della notte.
Sono stanca dei cliché e di chi parla ad alta voce, delle porte che si chiudono e delle prigioni del cuore, lente e inesorabili.
Sono stanca anche stanotte, mentre guardo la luce della mia lampada spegnersi pian piano, avvolta dalla notte e dai bisbigli prima di dormire.
Un saluto a chi c’è già e a chi aspetta, a chi accoglie con un sorriso e a chi purtroppo lo deve trattenere. A tre bambini gioiosi che di giorno combattono una guerra, inesorabile e difficile, e la sera si abbandonano e mi stringono in un abbraccio.