Si può allattare un bambino grande?

Abbiamo intervistato due mamme che ancora allattano i loro bambini treenni. Morgaine le Feé (autrice del blog: 63°49’LatitudineNord), vive in un piccolo villaggio nel Norrland svedese, immersa tra boschi e ghiacci invernali ed è chimica farmaceutica; Claudia è ricercatrice e vive in una grande città tedesca. Sono due donne italiane che vivono e crescono i loro figli all’estero, accomunate da questa particolare situazione, che, qui da noi, temo, riceverebbe molte critiche più o meno aperte.
Le loro risposte si sono rivelate sorprendentemente simili.
Ecco un’intervista doppia su un tema molto controverso, che suscita giudizi e commenti da parte dei più. Ecco le risposte di due mamme serene, che si sentono libere di seguire la loro maternità con assoluta spontaneità

Iniziamo con una domanda semplice, o che lo sembra soltanto e che si faranno in molti vedendo un treenne che prende il latte dalla tetta della mamma… Perchè???

Morgaine. Perché é andata cosí 🙂 Voglio dire, non c’é una filosofia dietro, tranne quella dell’allattamento a richiesta. I miei piani inizialmente erano di smettere verso l’anno, pensando/illudendomi che verso quell’etá mio figlio avrebbe spontaneamente perso interesse, come avevo visto fare da altri bambini figli di colleghi o amici. Invece il Mezzovikingo ha continuato con entusiasmo.
A questo aggiungiamo il fatto che, a quell’etá, ha iniziato con l’asilo, e quindi é arrivata la sfilza delle malattie varie ed eventuali. In diverse occasioni la tetta si é rivelata l’unico alimento che ha funzionato.
Un altro punto dolente sono state le notti: lui da quando é nato si sveglia 2-3 volte per notte, e la tetta é il modo piú veloce per farlo riaddormentare. Abbiamo provato a farlo dormire solo col papá, e io da un’altra parte: ma é andata sempre a finire con pianti isterici e inconsolabili nel cuore della notte, e ci siamo rassegnati.

Claudia. Mah, sicuramente non è stata una cosa programmata. Quando aspettavo mia figlia pensavo che l’allattamento fosse una seccatura necessaria, e che l’avrei fatto al massimo per i sei mesi canonici a beneficio della salute della bimba. Oltretutto sapevo che sarei tornata a lavorare a 5 mesi dal parto, e pensavo che comunque le due cose (lavoro e allattamento) sarebbero state inconciliabili. Un mese prima di tornare a lavorare mi sono resa conto di quanto mi piacesse allattare la mia pupetta, di quanto mi rendeva difficile il ritorno al lavoro la sola idea di dover smettere… a quel punto ho comprato il mio primo libro sull’allattamento, e ho scoperto l’esistenza di quello che noi occidentali chiamiamo “svezzamento spontaneo”. Da lì a decidere che avremmo continuato finché a NOI pareva e piaceva, è stato un attimo.
Forse la mia risposta alla domanda è che non abbiamo ancora trovato una buona ragione per smettere.

Curiosità: come reagisce la gente? Chiedono qualcosa? Raccontaci il commento più acido e quello più carino che hai ricevuto sull’allattamento di tuo/a figlio/a già grande.

Morgaine. Vivendo in Svezia, la gente é sufficientemente politically correct da non commentare molto. Inoltre, da quando é diventato grande, la ciucciatina é diventata piú gestibile, e se siamo fuori e gli dico che qui non si puó mangiare la tetta, riesce ad accettarlo: perció gli estranei difficilmente lo vedranno.
Ci sono persone che blandamente mi dicono che sarebbe il caso di smettere, altre che esprimono comprensione. Ho un’amica con un bimbo coetaneo del Mezzovikingo, il quale fa esattamente lo stesso. Lei é medico, e le é capitato di esser fuori casa anche un paio di settimane per congressi: eppure al ritorno il figlio le ha chiesto la tetta come se niente fosse.
Commenti veramente acidi non li ho mai sentiti. Una volta mi é stato detto in un forum, da un paio di persone, che a loro vedere poppare un bambino di oltre un anno faceva senso: ci sono rimasta un po’ male, ma dopotutto é una nostra questione privata e non riguarda nessun altro, ognuno si regola come si sente.

Claudia. Nell’immaginario collettivo, un bambino di due-tre anni (ma anche di uno, ahimé) che ancora prende il seno è un bambino magari viziato, capriccioso, piagnucoloso, che comunque ogni poche ore scoppia a piangere e si appende alle gonne della mamma per avere la sua tetta, mentre la mamma che allatta un bimbo grande è vista come una che ha un rapporto patologico col figlio, di questo figlio ne è schiava. Di questi commenti ne ho sentiti a pacchi, più o meno mitigati dalla buona educazione di chi mi stava davanti, ma si capiva che il pensiero di fondo era quello.
I commenti più acidi vengono dalla gente che non mi conosce o non conosce mia figlia. Non è raro in quei casi sentirsi dare della “patologica”. I commenti più divertenti di fatto sono l’espressione sbalordita con cui alcune persone che mi conoscono e conoscono mia figlia apprendono che lei ancora a volte prende il seno. Sembra che dicano, ma come? Questa bambina simpatica, spigliata, chiacchierona, che si fa otto ore di nido al giorno praticamente da quando è nata, che sin da piccolissima ha mangiato tanto e di tutto… e questa donna che lavora, che passa le giornate a correre da un impegno all’altro e da un hobby all’altro? Non rientriamo nel cliché (perché il cliché non ha motivo di esistere) e la gente resta un po’ spiazzata.
In realtà per me il commento migliore all’allattamento di un bimbo grande sarebbe una bella scrollata di spalle. Mia figlia non è come è perché la allatto ancora, e probabilmente non sarebbe molto diversa se non l’allattassi. In fondo, cosa c’è da commentare?

Che ne pensa tuo/a figlio/a? Si rende conto che prendere il latte della mamma a tre anni è, o meglio è considerata, una cosa strana? E per te quanto è una cosa strana?

Morgaine.Sicuramente mio figlio non la considera una cosa strana, bensí una richiesta legittima. Non credo che sia cosciente dell’opinione pubblica a riguardo. Lui é un bambino che ha molto bisogno di manifestazioni fisiche d’affetto (baci, abbracci), e credo che consideri la tetta una di queste. Per lui é rassicurazione prima di addormentarsi, un rifugio caldo e morbido e, ho notato, anche un modo per riappacificarsi con me quando l’ho sgridato.
Da parte mia, sono cosciente che la situazione non é comune. Vedendo che bimbi diversi smettono di interessarsi alla tetta in etá molto diverse, ho cominciato a chiedermi se non sia una specie di istinto, magari ereditario visto che mia sorella ha ciucciato fino ai 5 anni, mentre io ho supplito col pollice e il cuscinetto fino all’etá veneranda di 6, dove ho cominciato di fatto a vergognarmi. Probabilmente in tempi antichi avere la disponibilitá della tetta il piú a lungo possibile e magari soprattutto la notte quando c’era piú pericolo, poteva fare la differenza tra la vita e la morte, e presso alcuni bambini l’istinto é rimasto (é solo un’ipotesi mia, senza alcuna prova, sia chiaro, anche se comunque ci sono evidenze archeologiche e antropologiche per popolazioni antiche, in cui lo svezzamento totale avveniva verso i 2-4 anni di vita –Breastfeeding: biocultural perspectives, P Stuart-Macadam, KA. Dettwyler-)
Io ricordo ancora molto bene la sensazione di assoluto benessere quando mi ciucciavo il dito, e immagino che per lui sia piú o meno la stessa cosa, perció ammetto di sentire una certa empatia.

Claudia. No, mia figlia non se ne rende conto. Ogni tanto glielo dico, guarda che gli altri bimbi mica prendono la tetta prima di dormire! Ma lei credo pensi che la stia prendendo in giro. Non la sento mai nemmeno parlare di questa cosa con le maestre d’asilo o con altri bimbi, per lei è una cosa che, molto semplicemente, È. Non merita di essere tema di discussione 🙂
Per me, certo se mi guardo con gli occhi di quella che ero 3 anni fa, è molto strano. Ma tutti facciamo coi nostri figli cose che non ci saremmo mai sognati di fare, no? Per la Claudia di oggi è una cosa assolutamente normale, che rientra nel nostro catalogo di coccole. Anzi, vista la nostra vita sempre di corsa, mi sento fortunata ad avere questi pochi minuti di coccole garantite ogni giorno – perché di fatto parliamo di pochi minuti al giorno.

Immagino che avrai letto qualcosa in giro sull’allattamento prolungato. Quali danni psicologici si paventano nella letteratura psico-pedagogica? (magari citate anche qualche fonte interessante che conoscete) E quali, invece, i benefici?

Morgaine.Ció che si legge in giro spazia dal molto positivo al molto negativo.
Psicologicamente, esistono diverse teorie: chi dice che sia associato ad una maggiore intelligenza e minori problemi mentali (vedi qui e qui) , chi suggerisce che sia un’esigenza piú della madre che del figlio, usata per tenere attaccato il piú possibile il figlio a sé e non farlo crescere (Winnicott, “Supernanny”, immagino supportata da psicologi i cui studi originali non sono riusciata a trovare).
Molti studi poi si riferiscono all’allattamento prolungato ed esclusivo, il quale peró non é il nostro caso avendo iniziato coi cibi solidi verso i 5-6 mesi, come la maggior parte dei bambini.
Personalmente, non mi sembra che nostro figlio sia piú intelligente di altri, i terrible two li sta passando comunque, non é morbosamente attaccato a me né io a lui (per me i miei spazi privati e personali sono sacri), insomma non mi sembra di vedere grosse differenze coi suoi coetanei. Io sono convinta che il comportamento e lo sviluppo psicologico in generale dipendano da tantissimi altri fattori che non l’allattamento.
I pediatri che abbiamo incontrato ci hanno sempre mostrato approvazione.

Claudia. Per fortuna non mi è mai capitato di leggere di danni psicologici dovuti all’allattamento prolungato. Sarebbe anche assurda una tesi del genere… A parte nel mondo occidentale, è normalissimo allattare un bambino ben oltre l’anno, tutti questi altri bimbi del mondo sono dei disadattati?
Le famose indicazioni dell’OMS sull’allattamento invitano a proseguire l’allattamento materno fino ai due anni e oltre, ovviamente se mamma e bimbo ne hanno voglia. Esiste uno studio (Largo, “Primi anni, primi passi”) che, in base allo stadio di sviluppo di cuccioli di mammiferi all’epoca dello svezzamento, ha stimato l’età in cui ci si può aspettare che un bambino perda spontaneamente interesse nel seno: più o meno intorno ai tre anni. Nelle civiltà in cui i bambini sono liberi di svezzarsi spontaneamente, questo avviene più o meno (statisticamente) tra i due e i cinque anni.
Non ho deciso continuare ad allattare in base a questi studi, ma sicuramente mi fanno pensare che non stiamo facendo niente di male, e che siamo una mamma e una figlia assolutamente normali.

Quando prende il latte materno tuo/a figlio/a? Capita anche in pubblico o è vissuto come un momento privato e intimo?

Morgaine.Di solito a casa, o al massimo dai nonni, quando ne ha voglia e comunque sempre per addormentarsi. Quando era un lattante, e poi piú o meno fino all’anno, l’ho allattato a richiesta anche fuori casa se mi capitava di trovarmi fuori, poi ho cercato via via di riservare la cosa a situazioni piú private, visto che non era piú un’esigenza primaria.

Claudia. Adesso lo prende solo la sera, prima di addormentarsi, nel fine settimana magari anche la mattina appena sveglia. Di fatto ho smesso di allattare mia figlia in pubblico intorno ai due anni, soprattutto per ragioni di spazio! Un bambino di due anni è lungo… Per esempio lei era abituata a fare la sua “colazione” sul treno che ci portava al nido/lavoro, ma a quel punto per allattarla sul treno mi servivano almeno due posti liberi, ed era già tanto se ne trovavo uno. Basta, da un giorno all’altro le ho spiegato che latte in treno non si poteva più fare. Poi le ho spiegato che non si poteva fare nemmeno al ristorante. Insomma, è diventata un’attività casalinga – non direi intima, se lei lo desidera le do il seno anche in presenza di ospiti. A casa però, dove mi posso svaccare sul divano con tutto il metro di figlia! 🙂
Tutto sommato è diventato una specie di hobby. Quando entrambe abbiamo tempo e voglia, si ciuccia. Anche l’abitudine di prendere il seno prima di addormentarsi, non implica che mia figlia non dorma se io la sera non ci sono. Si addormenta lo stesso col suo papà, con lui la routine è diversa e fine.

In che modo l’allattamento di un bambino di tre anni è diverso da quello di un bambino di 3 mesi?

Morgaine. A tre mesi é un’esigenza primaria e inderogabile, il bambino é completamente dipendente dall’adulto, spesso é necessario trovare una posizione comoda e tranquilla.
A tre anni il momento della tetta é piú negoziabile, diventa spesso un’occasione di gioco, succede spesso che mio figlio “venga a prendersela” anche nei momenti piú inaspettati.

Claudia. Le modalità di allattamento di un bimbo grande sono completamente diverse rispetto all’allattamento del bebè. Dal punto di vista del bambino, non è più un bisogno primario, quindi la voglia di tetta non deve necessariamente essere soddisfatta immediatamente, e con un bambino grande ci puoi parlare. Se le dico “adesso non si può”, a meno di una crisi grave, mia figlia lo capisce e lo accetta. Dal punto di vista della mamma, la quantità di latte prodotta diminuisce man mano che le poppate diventano più rare, per me ormai è pochissima, il seno è ritornato alla taglia e forma originaria, e non ho certo bisogno di svuotarlo col tiralatte se una sera non allatto! La fase della tetta gocciolante e dolorante per me è finita circa un anno e mezzo fa.

Secondo te, quando e perchè smetterà?

Morgaine. Sono all’inizio di una nuova gravidanza e quindi la tetta dovrebbe prendersi una pausa per conto suo tra non molto. Se andrá tutto bene, il Mezzovikingo dovrá accettare di “passare il testimone”. Sto cercando di dirglielo gentilmente, e la sua risposta é che “il fratellino/sorellina puó restare nella tua pancia”
“Sí, ma prima o poi diventerá troppo grande e dovrá uscire.”
“Oh, ma tu hai una pancia grande, mamma!” (devo mettermi a dieta, forse 🙁 …)
Dopodiché mi chiede di nuovo “mammatettalatte”, le dá un bacetto e aggiunge: “io amo la tetta!”

Claudia. Immagino che smetterà al più tardi quando la cosa non sarà più interessante per lei…

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65 thoughts on “Si può allattare un bambino grande?”

  1. Ah dimenticavo di dire che non credo ci sia alcuna conseguenza negativa nel prolungare l’allattamento, ne’ fisica ne’ psicologica.

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  2. Io sono mamma di due bambini, la prima allattata fino a pochi gg prima del suo primo compleanno, ha smesso da sola, zac! allattata la mattina prima di andare a lavoro e al ritorno non l’ha piú voluta la tetta. Nessun trauma per me, nessuno per lei.
    Secondo figlio, otto mesi oggi, lo allatto ancora a richiesta. per ovvi motivi (in primis il mio rientro a lavoro) e’ stato svezzato intorno ai sei mesi. Quando torno a casa sono a sua completa disposizione giorno e notte (soprattutto…arghhh). Comunque non mi pesa affatto al momento e spero di arrivare ad allattarlo come ho fatto con sua sorella, se non di piú. Pero’. Pero’ non vorrei trovarmi nella situazione di “doverglielo torgliere” perche’ arrivati A UNA CERTA ETA’ non va piu’ bene. Io non saprei darmi un time limit peró onestamente non vorrei avere mio figlio che a tre anni e mezzo al supermercato mi dice che ha fame e vuole la tetta! Proprio qualche giorno fa in un negozio di alimentazione naturale dove mi servo spesso ho visto il figlio della proprietaria (tre anni e mezzo) dire alla mamma che aveva fame e voleva LA POPPA. E lei, lei era chiaramente in difficolta’ perche’ evidentemente stava a disagio di fronte a quella richiesta in pubblico. Probabilmente si puó patteggiare la poppata con un bimbo piu’ grande facendogli capire che e’ un momento di intimita’, di coccole e tenerezza piu’ che un pasto e dunque per tale motivo da fare quando si e’ soli. ma secondo voi un bambino di tre anni capirebbe? se e’ qualcosa che faccio ogni giorno, lo faccio con mamma, non c’e’nulla di male, allora perche’non posso farlo ogni volta che glielo chiedo? sarebbe un controsenso. E mi viene da chiedere a chi allatta i bambini piú grandi solo a casa in intimitá per evitare i commenti altrui, se in fondo in fondo non credono anche loro che forse sarebbe giusto guidare i propri figli verso un momento di coccole anche diverso. Certo che ogni mamma e ogni bimbo hanno i propri ritmi e i propri tempi ma non trovereste fuori luogo, o problematico, un bimbo che a 5 porta ancora il pannolino? o che prende il ciuccio alle elementari? io credo che un bambino che e’in grado di mangiare lasagne o andare in gita con la classe possa trovare dei momenti speciali con la propria mamma in alternativa alla sisotta che nulla tolgono alla specialita’ del loro rapporto. Si e’ mamme in tanti modi. Ho visto gente allattare in maniera esclusiva e non essere mamma “dentro” e altre persone che hanno dovuto intergrare con LA (inclusa la sottoscritta con la prima figlia, soffrendone molto) ma che poi sanno creare rapporti speciali in milioni di modi.

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  3. La mia piccola teppa sia chiama Margherita, ha due anni e mezzo e ciuccia beatamente ogni volta che le pare e , quando ci sono, anche molto spesso nell’arco della giornata oltre che durante la notte.
    Io non so cosa vorrei fare: a volte smettere, a volte no.

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