Si impicci degli affari suoi che a mio figlio ci penso io!

I commenti delle persone nei confronti delle mamme non mancano mai. Io ne ho subiti moltissimi in prima persona, e ho assistito a commenti rivolti ad altri genitori in mia presenza. E’ vero che ci vuole un villaggio a crescere un bambino, ma deve pur esserci un limite al livello di ingerenza possibile. Voi dove mettete questo limite? E come rispondete ai commenti indesiderati e alle critiche che vi veggono mosse da sconosciuti?

Ho appena finito di leggere un articoletto curioso sul quotidiano svedese Dagens Nyheter in una rubrica dedicata a questioni di etichetta, in cui i lettori inviano domande ad un’esperta, la quale risponde come ci si dovrebbe comportare nelle varie occasioni proposte.
La lettrice nella sua lettera racconta come si trovasse a passeggiare in città con una amica, che ha un bambino di 6 mesi, seduto in passeggino “fronte mondo” invece del “fronte mamma”, più diffuso per bimbi così piccoli. Una signora ha iniziato a rimproverare la mamma in questione, dicendo che non si fa sedere il bambino così, e che non c’è più rispetto per il bambino, e continuando una serie di rimproveri più o meno attinenti. La lettrice che ha inviato la lettera era rimasta sconvolta dall’arroganza di questa signora, che si era permessa di giudicare così apertamente il comportamento della sua amica, e chiedeva consigli su come rispondere in modo appropriato in una situazione del genere. L’esperta rispondeva che in effetti si sta diffondendo questo malcostume e può avvenire che una persona si permetta persino di emettere giudizi sul comportamento di sconosciuti.

La lettura di questo articolo mi ha fatto sorridere non poco. Ogni volta che mi trovo in visita in Italia, sono sconvolta dal livello di interferenza degli sconosciuti, soprattutto nei confronti di mamme con bambini. I commenti che ricevo sono di ogni ordine e grado. Mi ricordo che la prima visita in Italia ad 1 mese e mezzo di vita, ho ricevuto molte critiche sul fatto che lo stessi portando fuori casa con quel freddo: era gennaio, e in Italia c’erano 15 gradi più che in Svezia, quindi per noi era quasi primavera. Le critiche ricevute perchè permettevo a mio figlio di 15 mesi di salire da solo la scaletta dello scivolo, e scendere da solo lo scivolo (visto che lo sapeva fare benissimo) sono state innumerevoli, così come ho sofferto molte volte occhiataccie e rimproveri perchè mio figlio andava in monopattino in quello che viene definito tempo da lupi, sotto la pioggia. Da notare il fatto che il Vikingo è attrezzato con tutone impermeabile “stile pescatore”, stivali di gomma, e cappello impermeabile, quindi l’unica a bagnarsi ero io che lo seguivo molto meno attrezzata di lui.
Devo ammettere che faccio molta fatica a non rispondere a tono di fronte a queste che per me sono intromissioni inaccettabili, e critiche che non ricevo neppure da mia madre. Ma non so se la colpa è mia, in quanto vivendo ormai da anni fuori dal Bel Paese, mi sono disabituata al clima culturale che si vive quotidianamente. Il mio istinto mi farebbe rispondere “si impicci degli affari suoi, che a mio figlio ci penso io“, e invece blatero giustificazioni in tono educato, quasi sentendomi in colpa “sa signora, noi viviamo in Svezia, quindi non è propriamente freddo per noi“. Ovvero, sono una madre disgraziata che ha portato il figlio a vivere in Svezia al freddo e al gelo, quindi capirà, c’è poco da fare con noi stranieri.

A mia discolpa aggiungo che mi arrabbio molto anche quando il commento non sollecitato non è rivolto a me, ma a qualcuno in mia presenza. Durante l’ultima visita a Roma ad esempio, un mio amico portava il figlio di 3 anni sulle spalle, e una signora gli ha detto “stia attento che il bambino così cade”. Io mi sono immediatamente infuriata, e avrei immediatamente rispposto ironicamente: “lo so, lo mettiamo li su per questo”, ma ovviamente mi sono trattenuta.

L’esperto di etichetta del giornale svedese, consiglia frasi un pò secche quali “la ringrazio per il suo interesse, ma su questo decido io” oppure un ironico “molto interessante!” punto. Ma secondo me in Italia non funzionerebbe.

Voi che ne pensate? Siete anche voi scocciati dai continui commenti che ricevete quando vi trovate in giro, magari a giocare al giardinetto, con i vostri figli? Come reagite di fronte ad un commento che ritenete di troppo?

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13 thoughts on “Si impicci degli affari suoi che a mio figlio ci penso io!”

  1. Avendo cresciuta i miei bimbi lontana dalla famiglia non sono abituata a questi consigli/critiche e non li sopporto.. Anche per noi quella più spesso incontrata e ma lì c’è corrente spostalo! Risposta in Olanda c’è un vento fortissimo spesso lo cambio sul fasciatoio e spalancò la finestra perché lei ama il vento! Ma mi è successo anche qui in Olanda lo stesso da parte di persone anziane

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  2. Lo confesso, intervengo con estranei. Ma solo in un caso, è più forte di me: quando vedo bambini in genere in passeggino faccia mondo con il cappello sugli occhi che non vedono nulla… non ce la faccio, devo dire qualcosa! Però, a mia parziale discolpa, cerco di essere gentile e meno invadente possibile, con frasi tipo “signora/signore, lo sa che suo figlio ha il cappello sugli occhi? No, sa, magari gli piace così ma magari no…”

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  3. ….. ma guarda che articoli interessanti sto trovando, un pò vecchiotti ma sempre così attuali….

    Se posso dire la mia, di ciò che avevano (e hanno) da dire agli sconosciuti non me ne può fregare di meno, sì lì per lì ci rimango un pò male ma archivio abbastanza in fretta.
    Quello che invece non posso proprio sopportare sono i consigli (continui ma non richiesti) dei parenti, soprattutto mia cognata (separata) e mio suocero (vedovo), che non so per quale strano segno del destino, fanno un pò di confusione fra l’essere nonno o zia e l’essere papà o mamma. Soprattutto mia cognata, che non ha figli, dispensa insistenti perle di saggezza come una vecchia balia d’altri tempi, ad ogni occasione.
    L’ultima (ma non l’unica), sabato scorso, la frugoletta aveva un leggero mal di gola, premetto che dopo varie visite specialistiche e diversi medici, nessuno ci ha mai nemmeno lontanamente ipotizzato l’opportunità di doverla operare … il nonno mi ha assediata per circa mezz’ora con discorsi del tipo “dovreste farle togliere le tonsille (??!?), perchè sai, anche a me le hanno tolte quando avevo 5 anni”… Ah bè, giusto…. da allora sono passati solo 65 anni…. “.. perchè il cugino tizio le ha dovute togliere da adulto, e se l’è vista brutta…” eh, certo, un’operazione “preventiva” ci vuole proprio…
    Per porre fine alla tortura, dopo varie giustificazioni logiche ma inutili, ho pensato di uscirmene con un’ironico “sai, frugoletta, nonno è stato un espertissimo pediatra..” (ovviamente no, faceva il meccanico…).
    Lui ha incassato, ma so che la prossima volta ci proverà di nuovo…

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  4. ma santo cielo, ma che bel post! mannaggia che stavo partorendo laPulce, me lo sarei dovuto stampare! io i commenti, le occhiatacce e le intromissioni le ODIO! mi freno per timidezza e insicurezza ma ogni tanto vorrei davvero che mi uscissero le parole che penso … almeno per un po’ qualcuno starebbe zitto!! (o finirebbe in rissa :-D)

    grazie al cielo c’è la rubrica “un post a caso”!!1

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  5. Elisabetta, quello che la gente riesce a dire sull’allattamento è meraviglioso: hai troppo latte, hai poco latte, esce troppo in fretta, flusso lento, capezzolo in fuori, capezzolo in dentro…venite, venite in Svezia, non ve ne pentirete 🙂

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  6. Ciao ragazze, sapete anche io ho sofferto molto per le chiacchiere di conosciuti e non.. non potevo immaginare che la gente si impicciasse così tanto di affari che non gli riguardano!!! Ciò che ho più sofferto è stato quando allattavo..Bimba piangeva perchè non aveva pazienza di stare attaccata, non voleva perder tempo e la gente..non hai il latte non le basta guarda come urla la fai morir di fame ma che allatti per strada etc..etc..uff!!!! Beh, solo la mia cocciutaggine mi ha fatto continuare per 8 mesi, mamma esaurita e bimba che a quel punto ciucciava in piedi e ad occhi aperti per non perdersi nulla!!…. Ora il suo film preferito è Pippi Calzelunghe e noi meditiamo di trasferirci in Svezia…..chi sa???? 😉

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  7. Ora forse non c’entrerà…ma io il primo commento negativo l’ho ricevuto con Giorgia ancora nella pancia. era la fine di luglio 2007 e avrei partorito l’8 agosto…un caldo memorabile. Indossavo una delle mie magliette pre-maman….ormai scoppiandoci dentro che lasciava intravedere la parte bassa della pancia…..e passeggiavo per i colli portuensi (Roma). Due vecchiette mi hanno sorpassato…(pensate come ero veloce!!)..e guardandomi con un’espressione tra lo schifato e lo scandalizzato ho sentito dire..:”quella povera creatura..che indecenza!!..tutta scoperta!!”…MA VI RENDETE CONTO!!..non la proteggevo abbastanza con il mio corpo si vede!!..mah!..che pazienza!!
    Eppure per me le mamme in attesa dovrebbero tenere la pancia sempre in bella mostra!!…sono io eccessiva??..a voi l’ardua sentenza..

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  8. Se seguissi i consigli delle donne che incontro per strada i miei figli sarebbero molto più grassi di quanto lo sono ora…

    Tutte le volte che i miei bimbi scoppiano a piangere in pubblico (o anche solo mugolano in silenzio) improvvisamente si materializza davanti a noi la super donna esperta in bambini.
    E’ sempre con noi, inesorabile e immancabile!
    E il consiglio è sempre lo stesso: “ma signora, non vede che ha fame il bambino?!”.
    Non la sopporto! Questa frase mi manda ai matti.
    Nei primi mesi del primo figlio le guardavo sorridendo e gentilmente rispondevo… “no, veramente ha appena mangiato…” e mi allontanavo con garbo. Poi pian piano ho iniziato a tirar fuori l’orso che è in me!
    Ora con il secondo non riesco a trattenermi, guardo in cagnesco e mi allontano!
    Per fortuna ora il mio primo figlio è in fase “leone” per cui ci pensa lui ad allontanarle 😉

    Capisco che fa sentire bene dare consigli e spesso anche riceverli,
    ma solo quando sono richiesti!

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  9. Evviva la “superbia” dei genitori sicuri di se!
    Desian, devi assolutamente farmi sapere come va con il “molto interessante” 😉

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  10. Sul “non si preoccupi, signora, ci penso io”, l’ho già fatto e quindi ti dico che funziona: se ne vanno quasi indignate. Ma, onestamente, io adoro lo svedesismo ironico “molto interessante”: penso che lo userò presto (sperando di non dovere, ma qualcuno che si impiccia si trova facile, almeno qui da noi!).
    Cmq spesso evito anche di rispondere, credendo di essere nel giusto con i “miei” figli (oh che superbia…), non mi lascio intimorire dai commenti fuori luogo. Tendo invece a riflettere attorno ai commenti che reputo, davvero, “molto interessanti”. Bel corto circuito, no?! 🙂

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  11. Ahimè no, non sei tu che ti svedesizzi troppo, siamo noi che ci ostiniamo ad italianizzare sempre e comunque!
    Come ben sai, il nostro Sorcetto odia i contatti troppo bruschi od immediati con chi non conosce e quindi,tutte le persone conosciute che si sentono autorizzate a: consolarlo, sollecitarlo, apostrofarlo o, peggio ancora, consigliarlo, in un luogo pubblico, magari quando lui è in piena crisi di nervi per chissà quale motivo, non fanno che peggiorare le cose.
    Molti passanti non si sognano di rispettare il fatto che io sto lasciando che mio figlio esaurisca la sua crisi di pianto senza invadere il suo spazio, anche se è evidente che sono la mamma e sono li accanto a lui. E per me, farlo calmare diventa molto più difficile, dopo i loro interventi “provvidenziali” che salvano quel povero frugoletto dalla mamma snaturata… Senza contare che d’inverno non gli ho mai messo un cappello!!

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