Sette consigli per coltivare l’autostima di tuo figlio

L’autostima dei nostri figli è un bene prezioso. Una piantina delicata che va protetta, e innaffiata ogni giorno. Ha bisogno di tempo per crescere, e di molta pazienza per provare, cadere, sbagliare e poi rialzarsi un po’ più forti. Un volta qualche anno fa ho detto una cosa molto saggia ad una amica. Lei mi fece notare che il Vikingo, che allora aveva 2 anni e mezzo, aveva le scarpe invertite. Io le ho risposto sorridendo che la prima volta che un bambino riesce a fare una cosa da solo non si deve assolutamente correggere, per non minare la sua autostima, e l’ho lasciato andare in giro per la città con la destra al posto della sinistra e viceversa. Ma basta veramente avere piccoli accorgimenti come questo per crescere l’autostima dei proprio figli? Ecco quindi che ho deciso di condividere con voi alcuni punti che ho imparato in tante letture confrontate con la vita di tutti i giorni e che continuo a ripetere a me stessa nella speranza di riuscire ad aiutare i miei figli a crescere sicuri di sé. Naturalmente sarò felicissima se aggiungete nei commenti i vostri consigli.

Le buone abitudini è bene prenderle fin dall’inizio.

Sin dal primo giorno di vita è importante sintonizzarsi sui bisogni del bambino. Quando piange perché lo fa. Ha fame? Sonno? Sete? Ha il pannlino sporco? Ha bisogno di coccole? Interpretando al meglio i suoi bisogni e rispondendo più o meno prontamente per soddisfarli si comunica al bambino un senso di sicurezza, perché si sente amato. E visto che non si ama qualcuno che non vale la pena di amare, cresce automaticamente la sua autostima. E’ il processo naturale alla base delle teorie di attaccamento: creare una base sicura in cui il bambino si sente a suo agio, e da cui decide di partire nelle sue esplorazioni.

Attenzione alle critiche

. Un bambino tende a comportarsi in base alle etichette che gli vengono assegnate. Se direte a vostra figlia che non è veloce a correre, lei inizierà a crederci e smetterà di provarci. Se dite a vostro figlio che è imbranato, lui finirà per comportarsi da tale. Puntando alle cose che sa fare bene invece otterrete l’effetto opposto. Lodando vostra figlia perché è brava ad arrampicarsi sugli alberi le farà acquistare sicurezza in se stessa e magari riuscirà meglio anche in altre attività fisiche, inclusa la corsa. Se vedete che vostro figlio non eccelle in una attività, puntate ad una attività in cui riesce bene. Una volta acquisita un po’ di sicurezza sarà più semplice ritornare a provare quella in cui riusciva peggio e i risultati saranno certamente migliori.

Scegliere gli amici.

I compagni di gioco sono importanti per la determinazione dell’autostima. Se gli incontri di gioco vedono sempre il predominare di un bambino su un altro allora è meglio fare un taglio e puntare su altri bambini. Anche un dueenne che viene continuamente sovrastato da un coetaneo più deciso può vedere vacillare la sua autostima. Se il bambino è più grande è ancora più importante, visto che l’influenza delle amicizie diventa via via più fondamentale nella formazione del carattere di una persona. Questo è molto più semplice quando i bambini sono piccoli, e diventa chiaramente più complicato con l’età. Si può però cercare di invitare a casa più spesso bambini che vediamo avere un’influenza positiva sull’autostima di nostro figlio, ed evitare fin quanto possibile, quelli che agiscono in modo negativo.

Usare verbi invece di aggettivi.

Non giudicare l’operato di tuo figlio, fagli vedere invece che stai seguendo con attenzione quello che fa, ma senza necessariamente esprimere un giudizio di merito. “Stai giocando con le costruzioni! Hai costruito una macchina. Hai fatto anche i finestrini!” E’ importare lasciare spazio al bambino per parlarti di quello che sta facendo “si, ho deciso di usare solo le costruzioni nere per i finestrini, così di distinguono dal resto” Il fatto che tu stia descrivendo cosa sta facendo lo fa sentire osservato, e amato, e in più lo autorizza ad aggiungere spiegazioni e a stabile un rapporto con te. Questo gli darà confidenza nel fatto che tu sei interessato a quello che fa, molto più di un “bella questa macchina che hai costruito!” Ciò non toglie che se la macchina è bella si può anche dirlo, ma magari non come prima scelta.

Ascoltare con il corpo, non solo con le orecchie.

Io confesso che ogni volta che mio figlio inizia a spiegarmi i dettagli delle armi e dei diversi livelli di bravura dei Ninja-go rischio di addormentarmi. La tentazione è forte di supplicarlo di smettere per carità, o di tirare fuori il mio telefono di nascosto dalla tasca per fingere di controllare delle email di lavoro. Quando lo faccio mi rendo subito conto che ho perso un’occasione importante. Lui smette di raccontarmi dei suoi ninja, tra il deluso e il rassegnato. Quando invece mi faccio forza, e oltre ad annuire ritimicamente ad ogni sua ripresa di fiato, mi dico che questa è una cosa importante per lui, e devo assolutamente cercare di prestare attenzione con tutta me stessa, gli si illuminano gli occhi. L’ideale sarebbe se io imparassi qualche cosa per condividere con lui questa conoscenza, ma per questo secolo dovrà accontentarsi del fatto che io riesca ad ascoltarlo per intere mezzore e a porgli qualche domanda circostanziata.

Il bambino è responsabile.

Il bambino ama essere responsabilizzato. Provate ad assegnategli dei compiti commisurati alla sua età: ad un anno può passarvi le mollette della biancheria, a 2 anni può spolverare con un panno umido i ripiani bassi di una libreria, a 3 anni riesce a dividere la biancheria bianca da quella colorata. Un bambino di 4 anni può apparecchiare e sparecchiare la tavola, uno di 5 anni può pelare una carota, a 6 anni può preparare un panino da solo per la merenda. Un bambino di 7 anni può cucinare qualche piatto semplice da solo dopo averglielo insegnato. E così via. Quando ad un bambino viene affidato un compito si sente normalmente orgoglioso di questa cosa, soprattutto se si fa un po’ di scena dicendo che è un compito speciale giusto per lui.

Cercare di avere aspettative ragionevoli.

E’ difficile evitare confronti con altri bambini, ma se si riesce a concentrarsi su chi è l’individuo che si ha davanti si riescono a fare miracoli. Accetta la sua persona, le sue debolezze e sottolinea i suoi punti di forza. Non avrà necessariamente voglia di seguire i tuoi passi, e la cosa più importante è di non avere nessuna delusione per questo motivo. Se tu hai iniziato a camminare a 10 mesi non è detto che tuo figlio farà lo stesso. E se tu hai iniziato a leggere da solo a 3 anni lui potrebbe farlo 3 anni più tardi. Se sei un campione di tennis, può anche accadere che lui odierà il tennis, anzi magari odierà qualsiasi sport. Fattene una ragione e concentrati su cosa vuole fare lui. Assicurati di fargli sentire che qualsiasi cosa lui sceglierà di fare tu sarai sempre al suo fianco. Ad un certo punto ho notato che il padre dei miei figli con la voglia di incoraggiare i bambini a spingersi oltre i propri limiti, gli mostrava per primo le cose. Ad esempio arrampicandosi sugli alberi per primo per fargli vedere che si poteva arrivare in alto. L’effetto che stava ottenendo era esattamente l’opposto. Più il padre spingeva i limiti, più il figlio si sentiva insicuro si riuscire un giorno ad essere bravo come lui. Dopo averci ragionato su, e cambiato atteggiamento, la situazione è migliorata all’istante. Ora il figlio è diventato bravissimo ad arrampicarsi e le parole di incoraggiamento del padre, che lo osserva dal basso, lo aiutano a spingersi sempre più in alto.

La cosa più importante di tutte però credo sia che l’effetto sull’autostima dei nostri figli è dato dalla somma di tutti i nostri comportamenti (e non solo i nostri). Quindi non sono le singole azioni che facciamo ad essere importanti, ma la spinta generale. Cerchiamo quindi di perdonarci sempre i nostri errori, e di ricordarci che sbagliare è parte della vita del genitore. Anzi per darci una mano a vicenda, se ne avete voglia, condividete nei commenti un errore che vi siete accorti di fare, e che stava minando l’autostima di vostro figlio, e magari se lo avete cambiato con successo raccontaci in che modo lo avete cambiato.

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Mini-corso di autostima per genitori: 2- Reggere ai confronti

L’insegnamento della matematica nella scuola secondaria superiore

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64 thoughts on “Sette consigli per coltivare l’autostima di tuo figlio”

  1. @Nadia non sono sicura che tu debba preoccuparti seriamente di questa cosa, del resto ha solo 5 anni, e avrà molti amici nuovi con cui confrontarsi. Vorrei però farti riflettere sul fatto che dici di lodarlo molto, perché questo potrebbe avere esattamente l’effetto contrario e dargli insicurezza invece che sicurezza. Lo spiego meglio in questi post che ti consiglio di leggere. Fammi sapere che ne pensi. https://genitoricrescono.com/come-elogiare-i-bambini/
    https://genitoricrescono.com/grammatica-elogio-verbo-meglio-aggettivo/

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  2. Ciao a tutte,

    il mio bimbo di 5 anni ha un amichetto che tutti chiamano piccolo genio, perché sa molte cose, e ultimamente il mio bimbo soffre di un senso di inferiorità verso questo bimbo.
    Il senso di inferiorità lo soffre ma in verità anche il mio piccolo sa un sacco di cose, sa già scrivere, sa già leggere piccole parole, sa contare bene, é curioso di tutto cio’ che gli sta intorno. Questo lo scrivo perché a lui ho spiegato che sa fare molte cose anche lui e che ogni bambino ha le proprie qualità.

    Ho provato a proporre al mio bimbo altre amicizie ( ne ha molte) ma se deve scegliere da chi andare o chi invitare nomina sempre questo bimbo.

    Non so che fare per aiutarlo per la sua autostima, io lo lodo ogni volta fa qualcosa, mi aiuta a fare cose alla portata della sua età… ma forse da qualche parte sbaglio e non so come aiutarlo.

    Sono separata e cerco di ascoltare i suoi bisogni anche quando sono davvero molto stanca… dove caspita sbaglio?????

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  3. Buonasera!io vorrei fare una domanda:ho l’esempio in famiglia di una mia zia che si è traferita in un altro stato con i suoi figli piccoli di 5,3 e 1 anno per motivi di lavoro.il marito è rimasto in italia e li va a trovare di tant in tanto…si è creato peró un problema:la seconda bambina di 3 anni essendo stata abituata a stare sempre con la madre,non avendo lavoro, sta vivendo ora la situazione di cambiamento di paese,lingua,amici,maestri,parenti assenti,dato che stava sempre con noi cugini a fare sempre giochi nuovi e in un certo senso sta manifeatando forme di protesta!tipo arrivata a casa non toglie il cappotto finchè non arriva la madre(stanno con una loro ziaper ora tata,che nn conoscono poi tanto bene),scoppia a piangere senza motivo!prima di partire non aveva mai manifestato comportamenti del genere!avrá avuto un calo della sua autosuma e crisi d’identità ed adattamento??ora la domanda è:poiché io vorrei suggerire qualcosa a mia zia ,qualche gioco,qualche mossa che possa aiutare la bambina a crescere senza che questo diventi un trauma per lei!….vi prego aiutatemi!

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    • @Anna più che un calo di autostima mi sembra una normalissima fase di assestamento. Come giustamente scrivi tu ci sono moltissime novità nella sua vita, anche un po’ troppe per la sua età per pensare che non sia un pochino destabilizzata. Evidentemente le cure materne sono per lei un punto fermo necessario in questo momento di novità (cambiatemi tutto, ma non mia madre!). Ritroverà presto un nuovo equilibrio nel nuovo luogo, e più la sua famiglia reagirà con tranquillità ai cambiamenti, più lei stessa si adatterà velocemente alle novità.

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  4. ciao,
    ho trovato il vostro articolo cercando consigli per aiutare mio figlio 13anni, a diferdersi. A scuola, tra gli amici, (pochi) ha sempre subito, dispetti, cattiverie, a volte anche schiaffi e pugni.
    Gli abbiamo sempre insegnato la non violenza, di rivolgersi all’adulto di riferimento, di allontanarsi dalle persone che lo disturbavano. Non so se abbiamo fatto bene, perchè lui pensa di non essere in grado di difendersi, nemmeno con le parole. Sono molto preoccupata.
    Quest’anno frequenta la terza media, e ha cambiato scuola, su consiglio del suo pedriata. Attualmente va molto meglio. Ma se capita di incontrare dei suoi vecchi compagni, che ci provano sempre a infastidirlo, il problema si ripropone. Che fare?

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  5. Ciao a tutti,
    Ho trovato quest’articolo molto interessante e mi ha spinta a provare a chiedervi un’opinione su un problema con la mia piccola di 2 anni e mezzo che mi sta abbastanza preoccupando: negli ultimi mesi sono iniziati i famosi capricci… Quelli pesanti, simili a piccole crisi isteriche; con mio marito abbiamo deciso di affrontarli con più dolcezza e comprensione possibile, rimanendo fermi nelle nostre decisioni ma cercando di dimostrare affetto e comprensione.
    La situaz sembrava abbastanza sotto controllo ma da 1 mesetto questi capricci non scattano solo per motivi comprensibili (tipo smettere un gioco per uscire o andare a nanna etc..) ma per apparenti assurdità : la piccola mi dice “voglio fare pipì” e dopo a averla fatta:”noooo io non la volevo fare” e via urla disperare …. Idem nel caso che io proponga di uscire lei dica si e appena fuori si butti interra gridando che no, non voleva uscire. Oggi ha superato ogni limite simulando un compleanno con torta e, dopo avermi offerto una fetta da mangiare, gridando a squarciagola che non la dovevo mangiare!! Vi prego qualcuna di voi ha vissuto situaz simili?
    Grazie davvero!

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  6. io ho un bambino di 5 anni e leggendo quello che hai scritto vedo molto mio figlio Samuele non ha autostima non vuole fare giochi di gruppo sport come il calcio nn vuole mai il confronto con gli altri e poi piange per ogni cosa e subito dice io nn so farlo…..io non so come comportarmi questa cosa mi fa stare male….un saluto grande è interessante leggere le sue cose mi aiuta molto

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  7. ciao…ho sempre parlato con mio figlio, giocato, gli spiegavo i libri, a 5 anni mi ha detto..mamma a me non piace la vita che faccio..abbiamo costruito insieme , una chitarra cambia vita..suonando le corde sarebbe diventato quello che voleva…ora ha 13 anni bravisssimo a scuola 9 e 10 in tutte le materie…ma insicuro con le persone …sembra che soffre di qualcosa..che si porta dietro dall eta di 5 anni…come aiutarlo….grazie

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  8. Sono la mamma di un bimbo di 5 anni e mi chiamo Eleonora. L’autostima è davvero importante per i bambini, è la base della loro personalità. Credo che noi genitori dovremmo riflettere sempre su come comunichiamo con la bocca e con la nostra espressione…I nostri piccoli ci guardano, ci osservano e spesso crollano se siamo distratti o insoddisfatti, però è anche vero che noi mamme italiane tendiamo spesso ad elogiare o minimizzare, ma mai ad ascoltare ed osservare….siamo molto esigenti e poco pazienti. Forse perché più passionali e coinvolte di altre mamme nordiche,più ansiose direi, ma dovremmo pensare che il bambino non è il prodotto di ciò che vogliamo, ma quello che naturalmente dimostra di essere….guardiamo ciò che lo gratifica e gioiamo con lui semplicemente!

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  9. Salve io ho un bimbo di 10 anni,vivo sola con lui. Il mio problema e’ la sua emotivita’accentuata,e il suo poco amore per gli sport.Sono un’istruttrice di nuoto e devo dire che a lui piace nuotare.Cosa potrei fare per aumentare la sua autostima e farlo dormire nella sua cameretta?Premetto che e’colpa mia se ancora dorme con me.Vorrei rimediare per’.Grazie aspetto qualche consiglio!

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  10. @ Close ma è un cosiglio bellissimo, nonostante la sua semplicità… devo metterlo in atto!
    @ Cristina, ho fatto e faccio ancora gli stessi errori… Una figlia splendida fuori casa, perfetta in tutto, ma, ma, ma… sempre un ma. Ma a casa non sta mai ferma, ma ci mette troppo a fare i compiti, ma si innervosisce troppo, ma vive nel suo mondo… Poi a volte scoppia con quelle frasi che ti tagliano il cuore in due, e per un po’ mi ricordo che è una bambina. Ma come fanno a essere bambini se sono perfetti, competitivi, se non perdono tempo a sognare, se già devono andare veloci? La lentezza è il bello della vita, noi non possiamo più permettercela, e purtroppo spesso nemmeno più loro…

    Ma il fatto stesso che ci pensiamo, che cerchiamo di migliorarci, serve, a tanto.

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  11. Ciao Cristina, io ti proporrei di fare come consigliano con le coppie in crisi: quando hai un rimprovero da fare a tua figlia conta da 1 a 10 e intanto pensa se quello che stai per dire secondo te è davvero importante oppure puoi anche lasciare perdere.

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  12. Oggi mi si e spezzato il cuore mi sono resa conto di essere troppo severa con mia figlia di 5 anni, mi ha dato un regalino di S. Valentino un cuore cn dentro disegnato alcune cose tra cui lei che piangeva perche io la rimprovero sempre, il mondo mi e crollato di sopra e penso “allora sto sbagliando in tutto” mia figlia e una brava bambina dovunque va mi fanno i complimenti perche e educata, e ne vado fiera; ma oggi mi sn resa conto che pretendo troppo da lei e un tipo lento, timido, sognatore, e io facendoli fretta rimproverandola per ogni minimo sbaglio pensavo la aiutasi a non essere cosi, va in piscina e pure li la istruttrice mi ha detto che e troppo lenta, allora io che faccio invece di aiutarla ci faccio fare piu veloce le cosemi sento un mostro; la mia bambina, (ma che sto faccendo) aiuto, che cosa posso fare, da dove inizio? Come posso farla sentire piu sicura di se stessa? E sopratutto come farle capire che la amo per come é……. Spero non avverti annoiata grazie.

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  13. Salve,
    il tema trattato mi coinvolge e sconvolge molto allo stesso tempo come madre e come persona. Crescere i miei figli mi sottopone a continue ricerche e autocritiche. Trascorro molto tempo con loro e, ogni pomeriggio, dopo aver fatto i compiti e le attività a cui sono iscritti spesso propongo delle attività creative in cui vorrei insegnare loro tutto ciò che so ed aiutarli ad esprimersi completamente. Vorrei aumentare la loro autostima sperando di renderli più forti ma poi mi rendo conto che non posso sostituirmi a loro che devono avere spazio per fare le loro esperienze da soli e in compagnia. Noto che gran parte dei loro compagni sono aggressivi e prepotenti e i miei figli non lo sono. Cerco di insegnare loro il rispetto per le cose e le persone ma poi basta uscire di casa e si è calpestati. E’ una battaglia…. (sembra sempre di andare controcorrente)
    A volte penso che la soluzione sia quella di cambiare scuola ed ambiente ma poi penso che forse è così dappertutto e che l’unica cosa che posso fare è lavorare sulla loro autostima.

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  14. Bellissimo articolo complimenti! L’autostima è un tema che mi sta molto molto a cuore…lo approfondisco da un po’ e ne scrivo spesso. Trovo particolarmente interessante il fatto di scegliere gli amici e sono d’accordissimo! Proporre come compagni di gioco, ora che sono piccoli, bambini che possano avere un’influenza positiva mi sembra un’ ottima idea per l’autostima dei bambini. Tanto si sa che, comunque, fuori casa si troveranno a confrontarsi con personalità molto diverse tra loro e che poi si sceglieranno da soli gli amici che vorranno avere accanto, ma se noi possiamo fare qualcosa di buono…perché no?
    Se posso aggiungere un pensiero su come favorire l’autostima dei nostri figli, credo sia essenziale anche insegnargli ad amarsi. Per esempio amandoli incondizionatamente e dimostrandoglielo ogni giorno, dicendo e agendo l’amore per loro: dirgli chiaramente che gli vogliamo bene e non minacciarli mai di privarli del nostro affetto. Anche quando non li sopportiamo più e sbottiamo, quando fanno qualcosa che disapproviamo totalmente, non facciamogli credere che comportandosi così non gli vorremo più bene, perché i bambini potrebbero pensare : Se la mamma non mi vuole bene, come possono volermene gli altri? Non valgo niente!
    E poi avere cura noi per primi di noi stessi, perché i bambini facciano altrettanto 🙂

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