Lo scorso week-end ho avuto l’opportunità di portare mia figlia Lavi a Firenze ed è stata una giornata bellissima che rimarrà tra i nostri ricordi per molto.
Ma facciamo un passo indietro, cosa è successo? E perché ci siamo andate?
Tutto inizia con la passione di mia figlia per la scienza e sappiamo che quando si nomina questa o anche la parola “tecnologia” in Italia viene considerata argomento tecnico, lontano dalla formazione primaria e quindi approcciabile solo a livelli scolastici successivi.
A me appare sempre più evidente però che i bambini, oggi, sono molto più pronti e competenti e che fin da molto piccoli hanno intuizioni e idee sul mondo fisico che li circonda, vogliono esplorare e sperimentare, fare previsioni e mettere alla prova dei fatti, cercando spiegazioni coerenti per fenomeni che considerano assimilabili.
Questo è quello sto vivendo con Lavinia, 7 anni. Questo mi porta spesso anche a riflettere su come la nostra società, gli strumenti didattici e noi genitori per primi coinvolgiamo maschi e femmine nell’attitudine alle competenze scientifiche o comunque a sperimentare percorsi di gioco e di vita già catalogati esclusivamente al maschile o al femminile.
Con Lavi ormai sono mesi e mesi che simuliamo esperimenti scientifici di ogni tipo, abbiamo trovato libri ad hoc e lei, appena ha un attimo libero, ricerca sul web nuove avventure da mettere in opera.
Proprio dopo una giornata passata ad immaginare, creare e osservare con il suo Quaderno degli Esperimenti, dove scrive e appunta i suoi risultati, abbiamo saputo che ci sarebbe stata la possibilità di partecipare a una bellissima iniziativa a Firenze nell’ambito del Festival dei Bambini (durante il week-end dal 17 al 19 aprile) sostenuta da SNAM.
Quale occasione migliore! Ci siamo prese quindi una giornata per noi due e partite per questa nuova esperienza.
Con gli occhi di un’adulta sono rimasta impressionata dalla perfetta organizzazione e cortesia, ma era solo l’inizio.
Lavi ha passato la giornata accendendo la fantasia, all’insegna della creatività, del gioco e della voglia di imparare insieme agli altri bambini.
Vedere per una giornata intera i suoi occhietti brillare, non voler staccarsi nemmeno un attimo da lì e fare mille domande al (bravissimo e pazientissimo!) Davide Coero Borga (conduttore di Nautilus su Rai Scuola), che coinvolgeva tutti i bambini in tanti esperimenti sulla luce, non ha prezzo. Guardarla, dentro al Fantacastello, saltare, scivolare, toccare ed ascoltare sperimentando il percorso simulato del gas, sfoderando alla fine tutta orgogliosa il suo attestato da Esploratore dell’Energia, ecco, mi ha emozionata.
Il fatto che non volesse andare via ma avrebbe continuato ancora per molto mi ha confermato quello che già pensavo: sono troppo poche le opportunità messe a disposizione dei ragazzi in questo ambito e bisogna coglierle al volo, ringraziando chi si impegna per realizzarle, cercando di creare conoscenza e diffusione.
E quando alla fine della giornata tua figlia ti dice sul treno rientrando “Mamma porterò ricordi” con lo sguardo felice, ti conferma che hai fatto la cosa che più le sta a cuore e non sarebbe potuta andare meglio di così, perché le hanno donato “pane per la mente” ma anche tante emozioni: una combinazione sempre più rara.
SNAM ha sponsorizzato la manifestazione che nasce come parte di una serie di iniziative gratuite a misura di bambino e comprenderà diversi lab, dedicati ai bambini, sul tema della luce, prendendo spunto dall’Anno Internazionale della Luce (decretato dalle Nazioni Unite).
SNAM ha visto nel festival fiorentino un’occasione per continuare a dialogare con i più piccoli nell’ambito del progetto per le scuole ‘Storie che raccontano il futuro‘ per avvicinare i ragazzi alla scienza e alla tecnologia, facendo loro scoprire tutti i segreti della grande rete di trasporto e distribuzione del gas e della sua perfetta integrazione con la natura.
SNAM promuove la sua partecipazione nell’arte e nella cultura scientifica con il progetto Snam Social Lab
– di Maria Cimarelli – on Twitter @mariacimarelli-
– POST SPONSORIZZATO –
Grazie per la dritta. Mio figlio è come Lavinia. A lui piacerebbe tantissimo…non so se riuscirò a portarlo a Firenze. Spero che replichino a Roma. Qui nella capitale ci sono comunque tante iniziative altrettanto interessanti. Un lavoro molto bello lo stanno facendo all’Osservatorio astronomico di Monteporzio. Mio figlio sta seguendo la Cosmoscuola organizzata da loro ed è entusiasta. Ho la stessa tua percezione sul fatto che i bambini di oggi siano molto più pronti e competenti, molto più attratti dalla scienza e dai fenomeni della natura. Peccato che il ministero dell’istruzione non abbia la stessa percezione. Purtroppo a mio avviso i programmi didattici nelle scuole non sono adeguati alle nuove esigenze dei bambini. E’ per questo che spesso soffrono d noia a scuola, con conseguenti problemi di comportamento che angosciano i bambini stessi, gli insegnanti e i genitori. Un cambiamento verso una scuola più “sperimentale” potrebbe essere secondo me una svolta per risolvere i problemi emotivi e alimentare le menti dei nostri bambini. Come hai detto tu, a scuola ci vorrebbe più “pane per la mente” e tante “emozioni” . Chissà se un giorno qualcuno al ministero lo capirà!