Scegliere i giochi

treno3Nel cercare un gioco adatto come regalo di compleanno al Vikingo mi sono persa in un mondo, che è sostanzialmente diviso in due parti.
Il rosa, fucsia e brillantini che richiamano le femmine da un lato: bambole che la più semplice balla e canta il tango, cagnolini e gattini da pettinare, spazzolare, coccolare che ti rispondono in italiano e inglese e tedesco, oggetti di uso domestico che includono elettrodomestici di cui io ignoro l’esistenza o perlomeno l’utilità (e sto parlando della mia vita da adulta).
Mostri, armi, macchinette in colori austeri che richiamano i maschi dall’altro: macchinette radiocomandate in grado di effettuare il salto mortale carpiato, armi di distruzione di massa che vanno dal semplice pugnale alla spada laser di Star Wars, mostri che non si capisce nemmeno quale è la testa (figuriamo se ho voglia di incontrarlo nel salotto di casa quando mi alzo la notte), mezzi di locomozione di ogni genere che se hanno solo la sirena è troppo poco.
Ma al di la della divisione di dubbio gusto tra giochi da femmine e da maschi (che mi dovete spiegare perché i maschi non dovrebbero voler prendersi cura di un cavallo, certo se me lo fate di un colore accettabile e senza brillantini sulla criniera per me è più facile comprarglielo per regalo di compleanno al Vikingo!), dicevo al di là delle considerazioni di genere, ci son considerazioni di tipologia.
A meno di andarsi a comprare dei giochi di design abbastanza costosi è difficilissimo trovare dei giochi che stimolino la fantasia del bambino.
Ognuno di questi pupazzetti parlanti, semoventi, sirenanti ha la brillante capacità di spegnere la fantasia del bambino. Prendiamo la semplicissima bambola. Ai miei tempi quando si giocava con le bambole (e io ci ho giocato veramente poco) si inventava una storia, si vivevano le parti della giornata, ci si alzava, si faceva mangiare, si metteva a fare la nanna. Il Vikingo quando prende la sua bambola ora, l’unica cosa che fa è dargli il biberon (in dotazione) e farle venire la febbre (termometro in dotazione). Il fatto cioè che la bambola abbia la possibilità di farsi venire le guance rosse ed iniziare a piangere diventa l’unico elemento del gioco, spegnendo la fantasia del Vikingo che difficilmente riesce a pensare a qualcos’altro da fargli fare. Siccome ora prevedo i commenti di una serie di mamme di bimbe pronte a giurarmi che le loro figlie con le bambole fanno proprio tutto, vi chiedo “funzionano ancora le batterie?” quando le batterie sono finite, e il set di mollettine e pettinini per i capelli è scomparso nei meandri della sacca dei giochi, allora la bambola si trasforma nel gioco che dovrebbe essere, e il bambino può iniziare ad usare la sua fantasia. Ma allora perché ci hanno fatto pagare un bel po’ di euro per quegli optional che la rendono una bambola così (in)utile? E qui bisognerebbe chiederlo a degli esperti di marketing.
Per par conditio faccio un esempio “maschile”. La macchina della polizia a cui suona la sirena, parla l’altoparlante ingiurando di fermarsi, e altre caratteristiche mediamente molto rumorose, riprende la sua funzione di gioco utile al bambino quando la smette di fare rumore e inizia ad essere usato per quello che è. Una macchina della polizia da far correre dietro i ladri, lanciandosi in inseguimenti, frenate, testa coda e via dicendo.

Qualche tempo fa mentre giravo tra gli scaffali di uno dei più grandi negozi di giocattoli a Stoccolma con il Vikingo, ho assisito incredula ad una scena tra due genitori e il loro figlio di circa 5 anni. I genitori volevano evidentemente comprare un regalo al bambino, ma lui sembrava aver accolto l’idea con una certa freddezza. Stavano fermi davanti a camion dei pompieri, autoambulanze, elicotteri, e macchine da corsa, mentre i genitori suggerivano al figlio di scegliere qualcosa: qualunque cosa. Il figlio continuava a muovere gli occhi tra i vari modelli esposti, cercando di mantenere la concentrazione distratto in continuazione dai genitori che gli volevano suggerire un giocattolo piuttosto di un altro. Io ho pensato che tutti quei giochi fossero veramente inutili. E deve averlo pensato anche il bambino che non si entusiasmava affatto per le lucine colorate delle sirene. Finché, più per far star zitti i genitori che altro (almeno questa è stata la mia impressione) ha puntato un semplicissimo modellino di un aereo. La mamma ha detto “ah, ok, vuoi questo?!” e con una voce un po’ delusa ha aggiunto “ma non fa niente!”. Il fatto che quell’aereo non aveva nemmeno una lucina lampeggiante lo rendeva ai suoi occhi un regalo bruttissimo. E il fatto che il figlio avesse scelto proprio quello sembrava renderlo ai suoi occhi un perdente. Uno che non ha nemmeno la capacità di scegliere un regalo come si deve. Ha iniziato a fargli vedere un altro modello di aereo, naturalmente più grande, dotato di luci da accendere per il volo notturno, rumore accensione motori, e annuncio del capitano che invita tutti a sedersi e allacciare le cinture di sicurezza. Il bimbo ha tentato di resistere dicendo che si, bello, ma lui preferiva l’altro. Naturalmente ha vinto la mamma, e sono usciti con il modello più costoso.

Ora scagli la prima pietra chi non si è mai trovato a scegliere sulla base degli stessi criteri di questa mamma, che voleva certamente solo far un bel regalo al suo bambino, preferendo un gioco molto colorato o rumoroso solo perché prometteva più di un gioco più semplice. Comprereste una pistola di legno grezzo stilizzata, o ne scegliereste una in cui è possibile vedere tutti i dettagli? Come pensate che reagirebbe la vostra bambina di fronte ad una bambola che non ha un pulsante di accensione?

Come possiamo fare a scrollarci di dosso la pubblicità e comprare qualcosa di veramente bello ai nostri bambini?

Per essere veramente creativo e stimolare la fantasia, un gioco deve innanzitutto essere poco definito. Deve lasciare delle zone grigie in cui far spaziare l’immaginazione. Il gioco deve essere un punto di appoggio, un po’ come la spalla del comico, che mette li quella frase sulla quale poggia la battuta che scatena la risata. Un gioco deve poter essere usato in modi diversi. Meno modi ci sono di usarlo meno aiuterà il bambino a crescere.
E chissà se Babbo Natale userà questi criteri per scegliere i regali da portare ai nostri figli quest’anno.

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18 thoughts on “Scegliere i giochi”

  1. Margaret, il bello delle costruzioni è che ce ne sono di adatte ad ogni età, dai 2 anni scarsi a quelle che continueresti ad usare anche da grande, ed aspetti solo di avere un figlio per andare a riprenderle in cantina! 😉

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  2. Bene.Grazie, sono contenta di aver capito in tempo tutti gli errori che abbiamo fatto con la nostra piccolina. In tempo perchè, sebbene io ne fossi consapevole, fino ad oggi non ero riuscita a sbarazzarmi di quasi tutti i giocattoli che fin ora le hanno regalato amici e parenti. Cose costose e non, ma che non sanno fare una cosa: rispettare la sua fantasia e lasciarla libera di esprimersi… e divertirla. I bambini imparano solo attraverso il gioco, anche imitare noi adulti è un gioco. Sono sempre pronti a scoprire qualcosa e sperimentare. I suoi giochi sono tantissimi, rumorosissimi, quasi interamente di plastica e lei non li guarda molto, proprio perchè la annoiano. Mi sembrava comunque poco carino privarla di giochi che le han regalato. Mi pareva persino bello che avesse in camera quattro cesti giganti pieni di giochi che traboccano, e anche metterli in ordine come se con le testine sbucassero dal cesto per farle cucù, o lasciare la macchinina e l’asse da stiro, la batteria, gli animaletti , etc etc tutti sempre in bella vista. SBAGLITISSIMO. A lei da un pò di tempo a questa parte non interessano più, non li guarda nemmeno, e ride di gioia quando torno a casa con un nuovo colore di pongo, con un album per disegnare o un libro di storie. Ha due anni e mezzo, e mi si stringe il cuore in questo momento a pensare che nè la sua mamma nè il suo papà abbiano avuto la sensibilità di selezionare i suoi giochi, lasciarla desiderare un gioco, nasconderglielo per poi ritrovarlo quando meno se lo aspetta. E sono sempre troppi. Sono felice di aver capito in tempo che per la sua felicità, avrà molti meno giochi e saranno semplici, di stoffa o di legno e magari ce li creeremo assieme. Si parlava soprattutto della tipologia di gioco, ma anche la quantità e qualità hanno la loro grande importanza. Pochi ma buoni pare esere una buona filosofia in generale nella vita! Viva le costruzioni!!

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  3. Si, i giochi in legno sono un’altra cosa…. Io da un mese ho scoperto questo sito, si tratta del produttore, quindi salti il commerciante, che non mi dispiace come idea. I loro prodotti li trovi anche in Città del Sole comunque.
    si chiama il Leccio

    http://www.illeccio.com

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  4. Il Sorcetto ha inserito nella sua lista natalizia (che però è troppo lunga, quindi questo desiderio sarà esaudito per il compleanno) una pista per bilie in legno: si compone ogni volta in un modo diverso e le bilie scendono per i diversi percorsi rallentando o accelerando, a seconda di come si è composta… Mi è sembrato un gioco bellissimo: cambia in continuazione ed ha un che di magico e rasserenante vedere le bilie che scendono… (ma sono certa che per lui si trasformerà in una gara… ma questa è un’altra sotria!).
    Il giocattolo non è davvero economico (lui ha scelto la versione grande! ovviamente!!), ma se confrontato con le varie isole dei gormiti, fatte di plasticaccia e cartone, siamo li. Ed io preferisco di gran lunga la pista delle bilie!!
    Concordo con VmnP, i giocattoli di design fatti con bei materiali (perchè c’è anche plastica e plastica…) costano, ma non in modo eccessivo: la differenza di qualità è ben superiore alla differenza di prezzo.

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    • @Claudia che tristezza con i playmobil. Mi sa che è finita un’era. In realtà anche con i Lego un po’ è così, però almeno c’è ancora l’opzione di comprare solo lo scatolone di mattoncini.
      @VmnP hai ragione per quanto riguarda la plasticaccia. In questi giorni di giri per regalini vari sto vedendo dei bellissimi giochi in legno! Solo che pesano troppo per la mia valigia, quindi i nipotini italiani si dovranno accontentare di altro 🙂
      @Silvia ma la pista delle bilie è meravigliosa! Mi devi assolutamente dire dove si compra.

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  5. Che bel post! Serena questo post sembra coem scito dalla mia testa!
    Pensa che sono stata al Childhood Museum a Londra con una collezione di giocattoli favolosi ed il rosa era davvero poco presente, mi chiedo quando sia arrivato sugli scaffali dei negozi, quando? Forse e’ stata tutta colpa di Hello Kitty…voi che dite?
    Cmq anche io sono per i giochi semplici e magari di design che non costano poi cosi’ tanto, almeno facendo il confronto con quello che trovo qui a Roma nei negozi di giocattoli. Io ormai trovo quasi esclusivamente prodotti made-in-china e in plasticaccia davvero poco economici. Ed il motivo e’ proprio quello che dici tu, perche’ ormai non esistono giochi semplici, che lascino spazio alla fantasia ed alla creativita’ dei bambini. E poi se proprio vogliamo essere precisi il problema semmai e’ che i giochi standard che costano troppo poco: materiali non atossici, non ecologigi, non duraturi.

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  6. Serena, in effetti i giocattoli waldorf costano cari, ma il loro prezzo è giustificato dai materiali di qualità e dal lavoro minuzioso, sempre fatto a mano, che c’è dietro. Io preferisco comprare meno ma “meglio”.

    Anche noi amiamo i playmobil, e anche in questo caso, parlavo proprio nei giorni scorsi con mio marito del fatto che “ai nostri tempi” c’era il playmobil “maschio” e il playmobil “femmina”, magari un paio di versioni particolari tipo cowboy e indiani o astronauti, ma in linea di massima il maschio poteva essere il meccanico, il panettiere, il cavaliere o il benzinaio. La femmina poteva essere la mamma, la principessa, la fioraia… insomma, tutto. Oggi invece c’è il playmobil pirata e a nessuno verrebbe in mente di fargli fare il meccanico. C’è il faraone, il campeggiatore e il macellaio. Ognuno ha il suo ruolo e se vuoi giocare al pilota non puoi metterci il faraone, “devi avere” il playmobil pilota…

    Questa enorme varietà uccide l’immaginazione, un po’ come la bambola che piange, e se vuoi giocare a farla ridere sono fatti tuoi, compratene un’altra.

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  7. @Silvia Supermambanana i mattoncini anche qui sono i preferiti!

    @Claudia i giocattoli Waldorf sono bellissimi, solo che io ho la capacità manuale di un elefante, e comprarli fatti costano un po’ troppo, vero?

    @supermambanana ma lo sai che il castello di re Artù mi sta facendo una grande invidia, sarebbe un regalo meraviglioso per il Vikingo! Anche io cerco di comprare giocattoli usati: si trovano cose belle ad un prezzo più che ragionevole, e si aiuta il riciclo! 🙂

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  8. concordo in pieno sul costo dei playmobil… nuovi 🙂 Io invece uso eBay hehe, quest’anno sono particolarmente contenta degli affari che ho fatto (per conto di Babbo Natale, s’intende), per i miei patiti di re Artu’ e compagnia bella, un castello praticamente nuovo, mai usato, che non e’ piu’ neanche in commercio (si perche’ ora ci sono solo quelli supercari ormai), ci ho anche affiancato un principe che combatte un feroce drago, anche quello non piu’ in commercio, e qualche cavaliere sparso con cavallo. Mi fa anche molto piacere dal punto di vista ecologico e del riciclo: sono giocattoli che probabilmente avrebbero trovato prima o poi la strada della spazzatura, e invece in questo modo ci gioca ancora qualche bambino, senza mettere in giro ulteriore roba in plastica nuova.

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  9. Claudia, pare che i problemi con i commenti siano finalmente risolti, grazie a Serena che ci ha lavorato su diversi giorni.
    Il post linkato lo conosco bene e sono molto contenta del tuo intervento.
    Sueprmambanana, concordo in pieno sull’uso vario dei mattoncini. Qui ci nuotiamo dentro: mia madre ha conservato in cantina per svariati anni tutti i miei (ne avevo veramente tanti) e, dopo averli lavati in lavatrice chiusi in sacchetti di stoffa, li ha “rigenerati” per il Sorcetto, che si è trovato valanghe di mattoncini di ogni genere e specie e senza libretto di istruzioni!!
    Il suo ultimo lavoro “eclatante” è stato realizzare con i mattoncini il plastico che avrebbe fatto da progetto alla realizzazione del presepio! E ci è toccato anche seguire le sue indicazioni!
    Sui Playmobil, mi permetto di notare un particolare che mi è balzato all’occhio qualche giorno fa mentre trafficavo in un negozio per i regali di Natale: hanno ormai un prezzo spropositato! Sono rimasta sbigottita. Ammetto che sono robusti ed indistruttibili. Anche ben fatti e molto “giocabili”, ma accidenti se li fanno pagare!
    Io li ho amati molto da piccola, fortuna che il Sorcetto non sembra per ora molto interessato!!

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  10. L’argomento del mese è davvero stimolante e lo state trattando in modo eccellente. Ho avuto problemi a commentare i post precedenti (spero mi vada meglio con questo).

    I miei figli (maschi e femmine) si prendono cura delle bambole di pezza (bambole waldorf) fatte da mamma. La parola d’ordine qui da noi è semplicità. Giocattoli semplici, spesso fatti da noi, costruzioni, travestimenti. Quanto basta per stimolare la fantasia dei bambini.

    Vorrei segnalarvi in proposito un mio vecchio post dui giocattoli Waldorf, che può forse interessare chi è in cerca di alternative…

    http://www.lacasanellaprateria.com/2008/01/i-giocattoli-waldorf.html

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  11. (per dire, i mattoncini diventano per i miei anche i cereali per la colazione dei cagnolini, i soldi per pagare la spesa, stepping stones per attraversare la foresta, e via discorrendo, oltre a tutte le eventuali costruzioni da farsi)

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  12. io voto per le costruzioni, le possibilita’ sono infinite, e ce ne sono di ogni eta’ e difficolta’ ormai. Oppure pretend playing come i Playmobil (scusa la pubblicita’ ma non saprei definirli).

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  13. @elisa a volte sono molto felice di non avere una figlia femmina! Anche se non condivido pienamente nemmeno i modelli comportamentali per i maschi, e quindi sono ugualmente preoccupata.
    @angiolettoangelico il trenino elettrico l’ho pensato tante volte, perché al Vikingo piace molto giocare con il trenino. Poi però mi chiedo: ma se gli tolgo il divertimento di spingere il treno, allora cosa resta del gioco? E così passo sempre ad altro. Magari un pezzo di un ponte, una galleria, un passaggio a livello, per completare quello che già ha. Proprio ieri abbiamo trasformato insieme una scatola di scarpe in stazione ferroviaria, basta un po’ di tempera, colla, e forbici!

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  14. Mi ricordo che da piccola avevo delle bambole che facevano qualcosa (molto meno di quelle di oggi…), tipo parlare, cantare cose così…mi ricordo che glielo acevo fare una volta e poi basta, le usavo come bambole normali (poi le pile si scaricavano fine della storia). eppure sti giocattolini attirano!! vorrei comprare un trenino all’Angioletto…mi piacerebbe prenderlo elettronico…o mi dite che è meglio di no?

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  15. Gran bel post, perchè alla fine, ho fatto le stesse considerazioni ieri, quando sono stata in un grande centro commerciale.
    Intanto la netta divisione tra maschi e femmine un po’ mi spaventa.
    Io ho una bambina. Che le si proponga in continuazione di stirare , cucinare e far le lavatrici, non è che mi faccia impazzire.
    Così finisco sempre sui soliti giochi.
    Carta colori, forbici. Per Natale riceverà un bel cavalletto (con una concessione al marchio Hello Kitty), pennelli tempere e una pianola.
    Alla fine ci siamo divertite un mondo col Mikado e i mattoncini del domino sono diventati ottimo materiale da costruzione.
    La bambola che lei ama di più e con la quale gioca più spesso non ha nemmeno gli occhi che si chiudono.Le piace molto ad esempio, mettersi sotto le coperte al buio, munita di una torcia elettrica. Crea storie spaventose e ci divertiamo un sacco tra mostri e draghi…
    E’ un po’ ciò che si sperimenta da adulti in cucina. Dagli avanzi, a volte, vengono fuori i piatti più prelibati!

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