La routine secondo Tracy Hogg da 0 a 6 mesi: That’s EASY!

tracy hoggCi sono diversi studi che mostrano che i bambini, di qualsiasi genere e tipo ed età, traggono giovamento dal seguire una routine organizzata durante la giornata. E infatti persino negli asili e nei nidi, si sta molto attenti a seguire delle routine precise.
Tracy Hogg basa tutto il suo metodo su una routine di eventi da ripetersi sempre nello stesso ordine durante la giornata. Non è certo l’unica a proporre di seguire una routine regolare, persino il terrore di tutti i bimbi, il “terribile” Estivill sostiene che ai bambini piace sapere cosa aspettarsi, e consiglia di ripetere sempre la stessa procedura prima della nanna.
Certamente ci sono quei bambini che vi si adattano più facilmente e quelli che sembrano fare di tutto per andare al loro ritmo, e a volte risulta difficile trovare una routine che vada bene per tutti. E questo è forse il vantaggio del metodo di Tracy Hogg, la sua flessibilità e possibilità di adattamento al temperamento del bambino, e nel limite del possibile alle esigenze della famiglia.

La routine proposta da Tracy Hogg infatti, non è una tabella di marcia con orari precisi da rispettare, ma una ripetizione di eventi in un ordine prestabilito, che permette a bambino e mamma di sapere con esattezza quale è il prossimo passo (parlo di mamma, e non di papà, perché sto assumendo che i primi mesi ci sia il papà con il bimbo, ma in realtà è una assunzione totalmente scorretta e se dovesse passare di qui qualche papà, chiedo venia per questa generalizzazione).
Per aiutare i genitori a ricordarsi come procedere, Tracy Hogg ha introdotto l’acronimo E.A.S.Y. (ossia facile in inglese)
E. come EAT, ossia mangiare, è il punto di partenza. Come dire che con la pancia piena si ragiona meglio. Prima cosa che si fa appena svegli è quindi quella di allattare il piccolo.
A. come ACTIVITY, ossia attività. Una volta riempita la pancia, abbiamo bisogno di un po’ di movimento per aiutare la digestione prima di poter tornare nel bel mondo dei sogni. Il tipo di attività (e la durata) dovrà naturalmente essere commisurata all’età del bambino.
S. come SLEEP, ossia dormire. Un sano sonno ristoratore prima di ricominciare tutto da capo.
Y. come YOU, ossia tu, mamma, che ti dedichi interamente al tuo piccolo, ma che hai bisogno di prenderti cura anche di te stessa. E infatti mi viene da chiederti: ma ti sei pettinata stamattina???

Ovviamente la domanda nasce spontanea: si, ma quanto dura ogni parte? Se siete tipe come me, in cerca di certezze nella vita, allora la risposta non vi piacerà, perché è una di quelle che lascia troppe zone grigie. Infatti la risposta è: quanto basta. Perché in realtà la verità è che ogni bambino è diverso e ci sono quelli con un orologio biologico dentro di quelli che non si scardinano neanche con le bombe. Il trucco infatti non è quello di imporre un ritmo al bambino, quanto quello di trovare un ritmo insieme al bambino, prendendo in considerazione prima di tutto i suoi bisogni, e usare l’eventuale margine per tenere conto anche dei propri bisogni di adulti.

Partiamo quindi dai suoi bisogni.
Mediamente i bambini al di sotto dei 3 mesi hanno bisogno di essere allattati ogni 3 ore circa, mentre i bambini al di sopra dei 3 mesi possono essere allattati ogni 4 ore circa. Il tempo tra l’inizio di una poppata e l’inizio della successiva è quello che segna la durata di un ciclo EASY.
Attenzione, avete notato che ho usato le parole: circa e mediamente? Potrei aggiungere più o meno a proposito del passaggio da 3 a 4 ore, perché non è certo una cosa che uno cambia da un giorno all’altro, ma un processo che avviene più o meno spontaneamente intorno ai 3 mesi, circa.

Ma insomma come funziona questa routine EASY?
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che Luigino (7 settimane) si sveglia alle 7 del mattino, e venga allattato. Diciamo che la poppata dura ad esempio 30-45 minuti (a proposito, lo allattate da entrambi i lati o da una parte sola? Leggete qui: Ecco perché allatto da un lato solo). Poi si tira su e gli si fa fare il ruttino. Si fanno un po’ di coccole e poi ci si organizza per il cambio del pannolino. Nel momento topico lui vi annaffia con la sua pipì santa. Voi iniziate con i vostri sproloqui preferiti, tamponate la pipì alla meno peggio, gli mettete un nuovo pannolino, lo cambiate interamente, mentre gli cantate una canzoncina. Attaccate la giostrina, e intanto vi cambiate voi (se siete fortunate). A quel punto guardate l’ora e vi accorgete che siete arrivati alle 8.30 circa. Non era esattamente quello che avevate pensato quando avete letto la A di Activity, vero? A questo punto dovete fare attenzione ai segnali che vi lancia vostro figlio (leggete il post sul sonno secondo Tracy Hogg). Appena inizia a sbadigliare, è il momento di togliere tutto e portarlo nella sua stanza. Abbassate le luci, tenetelo in braccio e cantate la ninna nanna. Poi gli date un po’ pacche sulla schiena pat pat e sh sh sh lo mettete a dormire. Il tempo di addormentamento in media dura almeno 20 minuti. Sempre in media, perché ci sono bimbi che si addormentano in 10 minuti e quelli che hanno bisogno di 45 minuti. Rimanete li con lui finchè non è andato nel mondo dei sogni.
A questo punto se tutto va bene dormirà per 45 minuti circa. Questo significa che avete 45 minuti di tempo per voi (si, sto parlando di Y come You!) Ho detto se tutto va bene. Ma in questo post facciamo questa ipotesi, dai (altrimenti andatevi a leggere: Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno).
Quando si sveglierà saranno circa le 10, e quindi è arrivato il momento di iniziare un nuovo ciclo EASY.

La routine di un neonato da 0 a 3 mesi circa sarà quindi, più o meno, approssimativamente, forse, simile a questa:

7:00 Sveglia e poppata
7:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
8:40 inizio addormentamento
9:00 lui dorme e te ti riposi
10:00 Sveglia e poppata
10:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
11:40 inizio addormentamento
12:00 lui dorme e te ti riposi
13:00 Sveglia e poppata
13:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
14:40 inizio addormentamento
15:00 lui dorme e te ti riposi
16:00 Sveglia e poppata
16:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
17:40 inizio addormentamento
18:00 lui dorme e te ti riposi
19:00 Sveglia e poppata
19:45 attività (bagnetto serale?)
20:00 nanna per la notte
22:00 poppata in semiveglia

Durante la notte il neonato deve essere allattato nel sonno (sempre ogni 3 ore circa), o comunque al minimo di interazione possibile. Se dovete cambiargli il pannolino fatelo tenendo la luce bassa, al semi buio, e cercate di non fargli fare nessun genere di attività. Non cantate ninna nanna, non accendente musichette, non fate nulla che possa svegliarlo interamente. Se il neonato di poche settimane non si sveglia da solo per mangiare, bisogna svegliarlo al massimo dopo 4 ore, per evitare che si indebolisca troppo. Questo èvero soprattutto nelle prime settimane, prima che l’allattamento riesca ad ingranare per bene. Può succedere che alcuni bambini sono troppo deboli per svegliarsi da soli, e meno mangiano più diventano deboli. E poi a voi vi vengono le paranoie sul vostro latte che invece non c‘entra proprio nulla. Quindi svegliatelo per mangiare!
Questa raccomandazione vale anche di giorno. La flessibilità del metodo di Tracy Hogg permette di anticipare una poppata di mezzora se si sveglia un po’ prima e non si riesce a farlo riaddormentare, oppure ritardarla se dorme un po’ più a lungo. Il passaggio da una fase alla successiva è infatti dettato in qualche modo dai segnali che lancia il bambino che sono ben diversi in caso di fame, sonno o dolori.

Che succede intorno ai 3-4 mesi? Succede che il bambino è più grande, riesce a mettersi più latte nello stomaco in meno tempo, e inoltre non ha più bisogno di mangiare troppo di frequente, e riesce a rimanere sveglio un po’ più a lungo. Come conseguenza la routine EASY si modifica leggermente su cicli di 4 ore circa.

La routine di un neonato da 3 a 6 mesi circa sarà quindi, più o meno, approssimativamente, forse, simile a questa:

7.00 poppata
7.30 attività
8.30 sonnellino di circa 1 ora e mezza/2 ore
11.00 poppata
11.30 attività
13.00 sonnellino di circa 1 ora e mezza/2 ore
15.00 poppata
15.30 attività
17.00 sonnellino solo se mostra di avere sonno mezzora/45 minuti circa
19.00 poppata
20.00 a letto per la notte
21.00 poppata ravvicinata in semiveglia
23.00 altra poppata ravvicinata in semiveglia

La routine EASY può essere applicata fin dai primi giorni di vita del bimbo, se la montata lattea ha funzionato bene. Altrimenti lasciate stare EASY e attaccate il piccolo al seno più possibile finché non arriva la montata. A quel punto entrate a regime con EASY.

Tanto lo so che adesso state li con l’orologio in mano a controllare i vostri orari. Allora vi rimetto qui un po’ di parole chiave: circa, mediamente, più o meno, approssimativamente, ad occhio e croce, o come diciamo a Roma: famo a capisse.

L’ultima cosa che sento di dovervi dire: la routine verrà stravolta più o meno sempre, ma anche qui dipende dai bambini:
– ogni volta che si ammala
– ogni volta che mette i denti
– ogni volta che viaggiate
– ogni volta che avete una visita
– ogni volta che uscite a cena
– ogni volta che ha un salto di crescita (leggete sui salti di crescita)
Però se il bambino è abituato a seguire la routine EASY sarà facilissimo ritornare a regime una volta passato il fattore di disturbo.
Tutto chiaro?

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307 thoughts on “La routine secondo Tracy Hogg da 0 a 6 mesi: That’s EASY!”

  1. Grazie Serena per i link 🙂
    mentre aspetto il tuo post sulla routine dal 7 mese ti anticipo un pò..il mio problema se così lo vogliamo chiamare è che io vorrei aspettare un pò con lo svezzamento, ma dai 6 mesi a quanto pare la routine del sonno potrebbe cambiare, quindi come saranno gli orari dei pasti?
    Cioè adesso con la routine delle 4 ore mangia 5 volte al giorno ma dopo?
    Correggimi ti prego se sbaglio..aumenterebbe il numero di pasti al seno se calcoliamo anche le merende?
    oppure resto sui 5 pasti?
    che casino!
    Scusa l’OT

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  2. Grazie mille… Dopo aver letto e riletto tutti vostri post e altri post in questo fantasticosomeraviglioso sito ho deciso che non cambiero’ la routine di fionzilla. noi una routine ce l’abbiamo. non voglio piu’ infilargli una tetta in bocca alle 7 per cercare poi di fare attivita’ etc etc etc… tanto lui alla mattina fa cosi da quando e’ nato, si sceglia e dopo un’oretta si riaddormenta e dorme per 40 minuti. si sveglia, mangia e dopo un’ora e mezza di giochi ridorme. e cosi al pome… cerchero’ di farlo riaddormentare e fare si che dorma di piu al pomeriggio. e se dovessimo peggiorare con i risvegli notturni allora si passa ai metodi drastici ma finche’ lo vedo felice son felice anche io. esausta ma felice… grazie mille, sicuramente ci sentiremo ancora! 🙂

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  3. @Erika, solo una precisazione. Hai letto ovunque che a 4-5 mesi i bambini di oltre 5 kg sono ingrado di fare 6 ore di fila… si, certo come no. Sarebbero in grado, ma troverai anche solo in rete milioni di esempi contrari, di bambini che dormono poco o niente. Molti sono convinti che se educhi un bambino a farlo, ne sarà capace, ma ci sono bambini che non sono ancora in grado e basta. Ti riporto il mio esempio, che vale ovviamente come una goccia nel mare: TopaGigia faceva come Fionn, si addormentava presto e verso l’una chiedeva una poppatina. Ciucciava un pò, a volte molto, e poi a posto per 2-3 ore o meno, a seconda dei casi. Altra ciucciatina, probabilmente più per calmarsi che per fame (ma ripeto, era sottopeso quindi io la facevo ciucciare presa dall’ansia). Questo fino a verso i 7 mesi. Poi ha cominciato a ravvicinare i risvegli, ma ormai eravamo nel vortice. Dagli 8 ai 9 mesi, per quasi un mese, ha cominciato a svegliarsi ogni ora, un’ora e mezza quando andava bene. Una mattina io ho avuto una crisi isterica (la prima e spero l’ultima della mia vita), ma dopo qualche giorno, di botto e senza nessun preavviso, ha cominciato a farsi le sue 8 ore e passa di fila (dalle 20.30 fino a verso le 5) per poi dare una ciucciatina e riaddormentarsi fino a verso le canoniche 7. Da allora i risvegli notturni degni di questo nome (intendo proprio sveglia, adesso ogni tanto piange nel sonno o mugugna o al max si tira su e poi ricrolla giù nel giro di qualche secondo) si contano sulla punta delle dita, e hanno sempre avuto una motivazione chiara tipo naso chiuso, dolori o cose così.
    Se posso permettermi, non ti fare ansie su ciò che tuo figlio dovrebbe fare o essere in grado di fare, e nello stesso tempo non farti problemi ad ammettere che sei stanca e hai bisogno di riposo più prolungato. Se non ce la fai, io trovo che non ci sia nulla di male a provare a educarlo a un sonno più lungo, ha più bisogno di una madre sufficientemente riposata che di una tetta ogni ora. Oltre alle tue esigenze, ovviamente, che sei un essere umano anche tu…

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  4. Intanto grazie per il supporto e le risposte… Il discorso e’ che come tutte le neo mamme ho sempre un po’ di timore di sbagliare, anche se ho sempre fatto le mie scelte a scapito di quello che mi dicevano (non usare la fascia che poi si abitua! non farlo dormire sulla tua pancia che poi lo vizi! non tenerlo sempre in braccio che poi non vuole scendere!) ora la fascia la uso quando faccio i fatti e fionzilla mi “aiuta”, sulla oancia non ci dorme perche e’ un trichechino e in braccio ci sta ma solo per venire scarrozzato alla scoperta del mondo e nemmeno a lungo perche’ poi si stufa. il mio problema sorge alla notte in quanto ho sempre letto che i bambini dopo i 3 mesi e soprattutto se sopra i 5kg dormono anche 6 ore di fila. a me non e’ mai successo. il primo libro della Hogg l’ho letto ma Fionn e’ sempre stato bravo quindi nn l’ho utilizzato troppo, e poi cmq con l’allattamento a richiesta non ce la facevo proprio. ora leggo nel secondo volume che se il bambino si sveglia sempre alla stessa ora e’ una cattiva abitudine datagli da me e mi sono sentita un vero verme. a me sembra che lui mangi, ma siamo tutti e due mezzi addormentati come faccio ad esserne certa?? di qui il passo a seguire il modello easy e’ molto breve soprattutto perche’ condivido l’idea di routine e stavo gia’ cercando di dargli orari o cmq fare attivita’ simili ogni giorno circa allo stesso orario. ora sono confusa con il pu/pd… fionzilla e’ quello che la hogg definisce “spirited” baby, si muove, deve vedere, deve fare, sta quasi gia’ seduto, vuole camminare… mi ha terrorizzato il fatto di poter un domani dover affrontare problemi gravi per una mia mancanza..

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  5. Ciò che ho intuito io (e ovviamente potrei sbagliarmi) non è che Erika sia stanca di svegliarsi la notte ma che pensa sia sbagliato che suo figlio si svegli la notte.
    E invece non è così, non è sbagliato (perchè i risvegli sono fisiologici) e di conseguenza lei non sta sbagliando.
    Ho percepito in lei il timore di sbagliare qualcosa, di non fare la cosa giusta. In questi casi è pericoloso affidarsi a un metodo perchè può far perdere fiducia in sé stessi. Seguire qualche consiglio va bene, ma io credo molto nell’empowerment del genitore ed è su quello che mi piacerebbe si cercasse di spostare l’attenzione.
    Io poi, che non ho dormito la notte per due anni, so bene quale sia il problema del sopravvivere alla notte. Ed è proprio perchè ho una figlia con grande bisogno di contatto che so quanto sia importante esserci più che seguire un “metodo”. Il mio secondo dorme meglio, ha qualche risveglio notturno ma è una passeggiata in confronto alla sorella. E avevo letto anche la Hogg, poi la Honnegger, poi la Pantley, mia figlia non rientrava in nessuno schema, nessuno. Lei quando era stanca semplicemente urlava (tutti i bambini si addormentano al seno, lei no) e quando si svegliava la notte urlava. Pian piano ho imparato a prevenire la stanchezza, a cogliere segnali invisibili a tutti (mi son riconosciuta in chi qui parlava di commenti quali “non mi pare proprio che abbia sonno”, ma io sapevo che da li a 5 minuti si sarebbe scatenato l’inferno se non avessi ricreato alcune condizioni che la facevano rilassare).
    Della mia esperienza conservo la convinzione che applicare un qualsiasi metodo avrebbe significato non ascoltare mia figlia, non andarle incontro ma obbligarla a venire incontro a me, una donnona di 30 e più anni! Mi stranisco solo a pensarci. Credo che il fatto che mia figlia fosse così “difficile” mi abbia mostrato più chiaramente quali fossero le sue esigenze (quando il bambino è più docile e “si lascia fare” è più difficile capire cosa vuole lui).

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    • Giulia è molto interessante quello che scrivi perché io avrei potuto scrivere esattamente la stessa cosa, le stesse descrizioni di mio figlio e del suo comportamento, con la differenza che a me è stata proprio la Hogg a guidarmi verso l’interpretazione di quei segnali e mi ha insegnato a prevenire la sua stanchezza. A volte si arriva alle stesse conclusioni facendo percorsi differenti, e come giustamente dici tu non c’è un metodo adatto per tutti i bambini, ma non c’è nemmeno un metodo (o un non metodo) adatto per tutti i genitori.

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  6. E’ per messaggi di questo tipo che io odio i “metodi”, qualsiasi metodo sia, perchè ti impongono di non ascoltare il proprio bambino. Non possono esistere metodi validi per tutti perchè ogni bambino è diverso dall’altro. Si possono individuare dei pattern che mediamente funzionano, però appunto “mediamente”.
    Erika, a me sembra che Fionzilla non abbia alcun problema. Il suo ciclo di sonno è perfettamente normale (i bimbi che sembrano dormire più ore in realtà si svegliano comunque però poi si riaddormentano da soli).
    Quindi, se il tuo bambino sta bene, se tu stai bene, io non cambierei nulla della vostra quotidianità, va già molto bene così.
    Se proprio ti rassicura individuare una routine, devi trovare la routine che funziona su di voi, non su un libro ;).

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  7. Eccomi, sto piangendo a dirotto, odio sentire Fionzilla piangere. non piange mai di suo pero’ prima gli ho imposto un sonnellino (il secondo da quando si e’ svegliato) e ci ha messo quasi mezz’ora a dormire e ha pianto tantissimo… mamma mia come si sta male :((( il trucchetto della coccola l’ho provato, a volte funziona a volte non funziona… la pediatra mi ha detto di dargli un po’ di frutta ma assolutamente no pappe fino ai 6 mesi perche’ dice che non va bene rovinare il suo ritmo di crescita.. e’ anche lungo, e’ gia’ 71 centimentri… saranno i suo geni celtici! ma come faccio ad applicare easy soprattutto alla mattina se si sveglia dopo un’oretta dalla prima poppata e si riaddormenta dopo un’ora esatta?? secondo voi e’ molto sbagliato se tolgo la E nel primo ciclo alla mattina?? perche se faccio micro pasti ogni 2 ore e mezza mi sembra di regredire invece che progredire. certamente cambio la routine serale, ovvero da stasera prima pappa alle 20 e poi bagnetto, e vediamo come reagisce.

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    • @Erika forse non mi sono spiegata bene, ma non devi assolutamente dargli da mangiare ogni 2 ore se lui non ha fame! Prova a farlo riaddormentare se ci riesci e se vedi che ha ancora sonno e che i 45 minuti non gli sono bastati. Altrimenti se è felice e contento lo tieni sveglio fino alla poppata successiva, e pace a Tracy Hogg e alla sua routine!
      Per la cronaca, anche a noi il pediatra ha suggerito di iniziare con la pappa lattea la sera un po’ prima dei 6 mesi perché il Vikingo era un po’ grosso, e quindi aveva evidentemente bisogno di più calorie. Però se vuoi aspettare i 6 mesi (e mi sembra giustissimo) devi allattarlo anche la notte se lui ha fame.

      @Giulia facile a dirsi quando tuo figlio dorme la notte, ma se non ne puoi più di svegliarti e vorresti capirci qualcosa allora anche una routine imposta da un libro può darti un appoggio utile. Da quello che ha scritto Erika lei non è contenta di svegliarsi la notte ogni 3 ore. Scusami sai, ma io sono perfettamente d’accordo con quello che dici, solo che ho 2 figli, e con uno è sempre bastato mettersi a vedere i suoi bisogni che sapeva comunicare benissimo e seguire il suo ritmo, con l’altro non ci si capiva nulla. Stessa mamma, con due figli diversi. Insomma non è che è sempre così facile come vuoi farla sembrare te.

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  8. @Erika, direi che ci sono un paio di considerazioni da fare: innanzi tutto Fionzilla sembra avere il primo sonno pesante, come la mia TopaGigia. Se la mia esperienza può esserti utile, io ho cercato di farle fare la poppata di tarda sera a più riprese, e le sue reazioni sono state molto simili a quelle che hai subito tu… ci ho rinunciato, e ho assecondato il suo ritmo, quindi a nanna presto e risvegli nel primissimo mattino (all’inizio da mezzanotte-l’una, come te). Se ne parli col pediatra, probabilmente ti consiglierà di cercare di evitare tante poppate durante la notte, anche considerata la mole di Fionzilla (complimenti!!). Io non avevo questa tranquillità, visto che TopaGigia è sempre stata sottopeso e ancora oggi a 18 mesi e passa fa 10 chili scarsi. Ma una pappa lattea la sera non te l’hanno ancora consigliata? Forse 5 mesi è un pò presto, magari all’inizio dello svezzamento… da quanto mi hanno detto la pappa lattea dà un senso di pienezza che si protrae più a lungo di quello del latte, e magari potresti allungare un pò il primo sonno o eliminare la prima sveglia. E’ solo un’idea però, io non l’ho mai usata (la uso ora se TopaGigia sta male e accetta solo il latte, sempre per non farla scendere troppo di peso) e quindi non ho esperienza diretta. In bocca al lupo!

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  9. Ciao ragazze! Io ho un problema e mi chiedevo se magari qualcuna di voi potrebbe avere vissuto la mia stessa situazione… allora, il mio mostrino si chiama Fionn (Fionzilla da qua in avanti). ha 5 mesi oggi e pesa 8kg e 100. ora, a me nn ha mai mai mai e poi mai dormito per piu di 5 ore di notte, tutt’ora si sveglia a mezzanotte, alle 3 e alle 6 per mangiare. lo metto a nanna alle 8.30 dopo bagnetto e poppata e a parte per mangiare dorme fino alle 7 della mattina dopo. sul libro della mitica Tracy dice che non dovrei dargli da mangiare… ma lui e’ un idrovora!! so che sembra una scusa ma cavolo lo attacco, mangia, e poi sbam si riaddormenta tutto da solo. di giorno applico EASY ma come potete ben immaginare alla mattina mi va tutto in casino. si sveglia alle 7 tutto ridente, lo do al papy, sta con lui un’oretta, si riaddormenta ma solo per un ciclo di 45 minuti. poi sveglia, pappa perche sono passate circa 3 ore dall’ultima volta che ha mangiato, e via dicendo… non so… Tracy dice di dargli da mangiare ogni volta che si sveglia ma io nn posso mica dargli il latte dopo 2 ore se ha una sua routine di mangiata ogni circa 4 ore… ieri ho provato a dargli la tetta alle 23 ma e’ diventato isterico e si e’ poi svegliato ogni ora dopo e non capivo piu se per la fame o per il nervoso. insaomma, io nn ho esperienza prima di fionzilla, a me sembrava che tutto andasse bene a parte i 3 risvegli notturni ma poi ho voluto cambiare e non so se sia la cosa giusta. HELP!

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    • @Erika se ciuccia bene di giorno, e se quando la notte si sveglia ciuccia ancora molto, allora è sicuramente fame. Se fossi in te continuerei a farlo mangiare anche la notte, tanto tra un mesetto si inizia con le pappe, e allora non si sveglierà più per la fame. A 5 mesi di giorno dovrebbe mangiare ogni 4 ore circa, e da quello che ho capito quello è il suo ritmo naturale. Quello che devi cercare di fare è di allungare i sonnellini, e provare a riaddormentarla dopo i 45 minuti. Per farlo puoi provare ad entrare nella stanza quando sai che sta per svegliarsi (qualche minuto prima) e ti metti li pronta e appena si inizia a svegliare, cerchi di tranquillizzarlo ad esempio con pacche sulla schiena. Devi trovare un modo che funziona per aiutarlo a ritornare nel sonno profondo.
      Spero di essere stata chiara. Fammi sapere se hai dei dubbi

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  10. p.s.s.s.Serena cosa dice la Hogg sullo svezzamento?
    fra poco ci sono e visto che vorrei aspettare un pò a darle le pappe vorrei sapere se la routine è quella dai 6 mesi in poi..
    scusa l’OT

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  11. Ciao a tutte, scrivo anche la mia esperienza.
    Io devo dire grazie a Serena e aTracy Hogg. Il metodo con me ha funzionato, con una mia amica che ci ha provato con un pò di leggerezza no. Lei è frustrata, perchè non combina mai niente, soprattutto in casa. Non sa mai quando la sua piccola si addormenterà, tenta e ritenta ad addormentarla da sola (alla luce in mezzo alla gente…ma come si fa!) e si arrabbia perchè non capisce niente, perchè un casino.
    La mia piccola ora sta facendo il suo terzo pisolino e io sono qui ad avere un pò di relax per me.
    Certo che la routine serve. Se serve soprattutto a noi va benissimo perchè possiamo prendere un attimo di fiato. So benissimo come organizzarmi, cosa fare quando lei riposa.
    Se devo andare via so quando tornare per darle da mangiare. Si addormenta da sola e anche quando fa un pò di storie so che è perchè è stanca. Bastano 5 minuti in più.
    E ho notato che quando è stanca, anche lei è più spiritosa, più simpatica!!!è “iper”!!!!
    Per il mio carattere e per la mia necessità di organizzazione, questo metodo è stato utilissimo. Non mi sento neppure che è troppo rigido, magari solo a volte quando dobbiamo uscire allora è un pò un problema.
    Ma è un problema soprattutto per lei che magari non si fa il suo sonnellino e allora diventa noiosa.
    Quindi cerchiamo di evitare lunghe uscite!
    Io trovo che sia assolutamente adatto a lei e che non sia per nulla una forzatura.
    Grazie Serena!
    P.s. anche io aspetto il post dopo i 6 mesi 🙂
    P.s.s. una curiosità:sapevate che ci sono puericultrici che vanno a casa delle mamme per insegnare il metodo?

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    • @Lara io non approvo molto quello che dice la Hogg sullo svezzamento, perché segue uno schema abbastanza tradizionale e secondo me limitante. Ti consiglio invece di leggere il post sullo autosvezzamento, e magari il libro, e rifletterci da sola, confrontandoti con tuo marito e naturalmente con il pediatra.
      Io ho seguito questo sistema con il mio secondo figlio e ha funzionato benissimo. La mia esperienza puoi leggerla qui: Autosvezzamento in corso

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  12. Barbara cara,
    io credo che se si ottiene che il bimbo in questione si attenga ai limiti imposti negli incontri sociali il piacere è tutto dei grandi. Lui è costretto a fare il “bravo” bambino, a reprimere la sua energia vitale, che, nel caso dei piccoli e piccolissimi preme da dentro con gran forza. Bene che vada, si annoierà, a meno che i grandi, invece di chiacchierare tra loro, passino il tempo a giocare, ma in questo caso non credo saranno necessari dei gran divieti per star bene insieme. In caso contrario, come accade di solito, del piccolo si tiene meno conto che dei grandi. Faccio presente che sono i grandi che decidono tempo e modalità della cosa, che portano il bambino con loro, che decidono. Niente di male, è ovvio che così sia, ma tenere conto della volontà del bambino può solo far bene a tutti. Allora, in questi casi, difficili in genere per ogni cucciolo perché comunque sia sulla sua testa pendono delle aspettative che si comporti bene, che sia di compagnia, che non disturbi… e i bimbi questo lo sentono (alcuni secondo me fanno scene proprio perché non reggono la tensione), io seguo, controllo, accompagno, mio prendo la responsabilità di vigilare che i miei figli, lasciati liberi di muoversi e interagire con gli altri, non tocchino cose fragili, non mettano mano dove non è previsto, non girino per casa. Se è il caso fortunato di ospiti così liberali da lasciare un po’ fare, allora lascio fare nei limiti che mi sembrano propri alla situazione. Occorre essere un po’ elastici, ma attenti. Chiacchiero meno, ma pazienza. Poi certo che tutto si calibra all’età: con un bimbo più grande è più facile. Si porta un librino, un gioco che lo tengano occupato. Lo si coinvolge nei discorsi dei grandi. La tua bimba, Barbara, sta entrando nell’età più critica. E ti metterà alla prova ogni giorno. Starà a te decidere come reagire. Io ai tuoi tempi mi sono trovata di fronte l’alternativa di fare come avevano fatto con me: reprimere, punire, minacciare, fare i ricattini e tutto l’armamentario del genere che usa il peso dell’autorità di un genitore sul figlio; oppure di cercare una mediazione, essere attenta e ascoltare, prevenire, soprattutto prevenire. Ti assicuro che è la chiave di tutto: non arrivare al punto in cui il bimbo non regge più, prevedere le sue umanissime e comprensibili reazioni.
    Con tuo nipote, visto che la cassa non si è rotta, perché l’esperienza è stata così spiacevole? Meno male che tutto è andato bene, si spiega al bambino che è una cosa fragile, gli si parla con gentilezza, lo si prega di fare dell’altro e dell’altro gli si offre. Non è prenderli in giro, è offrire loro qualcosa di interessante da fare e per farlo bene gli si offre rispetto, dedizione e amore. Nessun bambino chiede di più, mentre non tollera i divieti posti in modo categorico e sbrigativo, le imposizioni forzate. Ma nessuno di noi le tollera, io li capisco. Non so però se ti convinco.
    Ho imparato che posso avere le migliori ragioni del mondo, ma questo non coincide necessariamente con l’accordo con mio figlio. Accetto questa eventualità. Quando devo fare qualcosa, impegdirgli qualcos’altro e non c’è scelta, bene (per modo di dire), non c’è scelta, faccio e spiego che non può essere altrimenti e perché. Ma non pretendo che lui sia d’accordo. Se si arrabbia, piange, protesta, io accolgo la sua reazione. Glielo dico. Gli dico che capisco che è arrabbiato, che vedo le sue ragioni, ma ho le mie. Non gli impongo di reprimersi, non voglio insegnargli a censurare le emozioni negative, vorrei che imparasse a gestirle. E mica posso pretendere che sia nato professore. Ripeto, io ho quasi 40 anni, lui 4. Io sono l’adulta, lui il bambino. Se pretendo che una cosa sia così perché lo dico io e che a lui debba star bene, che cosa gli insegno se non che questo è il metodo. E perché non dovrebbe applicarmelo a sua volta, pretendendo che quello che vuole lui è così e basta? Non lo potrà fare perché sono grande e forte e quindi decido io, e allora gli insegnerò che quando sarà grande e forte potrà fare lo stesso. Così sarà intransigente e dispotico con i bimbi più piccoli (quante volte al parco vedo mamme che urlano ai loro bambini di non urlare a uno più debole o che mollano lo scapaccione perché il loro ha alzato le mani: bell’insegnamento, no?).
    Perché non ti fidi dei bambini, perché da quello che scrivi io sento che li consideri materia da plasmare, cui dare un’impronta di buona educazione? Mi viene da pensare, ma ovvio che è una supposizione che trova il tempo che trova, vedi tu, che così con te abbiano fatto, che magari il “lassismo” che denunci di tua sorella possa essere la risposta opposta alla tua a un modo di vedere i bambini che avete trovato nella vostra infanzia. Ti ripeto, magari non è così, e neppure vuole essere una critica ai tuoi genitori: solo che, almeno ai miei tempi, e ancora adesso purtroppo, coi bambini così si faceva ed era normale. Oggi io credo che abbiamo tanti più stumenti dei nostri genitori per accogliere con comprensione i nostri figli. Cerco di approfittarne. Ma basterebbe una letta a qualcosa della Montessori (che mi sembra tu prenda a ispirazione in tanti dei tuoi atteggiamenti verso la tua bimba) per trovare indicato il tipo di rispetto cui i piccoli hanno diritto. Penso ad esempio a “Il segreto dell’infanzia”.
    Sui capricci hai ragione, ho detto male. Non ci sono semplicemente i bisogni non ascoltati. E’ meglio dire che sono la manifestazione di un problema. Un bambino che va sopra le righe ti sta dicendo: “Mamma, aiutami, qualcosa non va e non riesco ad uscirne”. Non ti sta facendo un ricatto e non gli devi dimostrare che sei più forte, più coerente… Devi dimostrargli che lo ami anche se quello che fa non ti piace. Quando più gli capiterà nella vita di poter essere amato incondizionatamente? Mai più! Devi aiutarlo a gestire le emozioni, accogliere quello che riesce goffamente a fare. A volte spostare l’attenzione, portare altrove è il modo. Non ci fa piacere a noi pure quando qualcuno riesce a distrarci da ciò che ci angustia? Meglio ancora se trova la soluzione al nostro problema (che sia stanchezza, fame, noia, tensione, paura, tutte cose che possono trasformare il nostro adorato cucciolotto in un ossesso fastidioso). Ecco io cerco, e mica ci riesco sempre, anzi a volte pasticcio malamente (posso essere stanca e poco presente io pure, no?, poi chiedo scusa), di pormi come se gli dicessi: “hai un problema, lo vedo, mi dispiace, voglio aiutarti, come possiamo fare? Proviamo così o così?”. Ti assicuro che funziona! E quello che vedo con gioia è la capacità del mio grande di mediare di suo, di verbalizzare i conflitti, di cercare di risolvere le faccende spinose tra pari senza usare la violenza. E mi rattristo a vedere piccolissimi che hanno il bisogno di alzare le mani sistematicamente sugli altri (una volta ogni tanto non vuol dire molto, va contestualizzata) perché sento che esprimono un disagio.

    Mi spiace se siamo andati fuori tema. In parte il discorso rimanda pur sempre al “mamma non vuole” della Hogg, che è pur sempre il suo consiglio per gestire meglio la fatica di stare con i propri bambini. Lo rubricherei comunque sotto la Y. Per il resto chiedo venia alla nostra ospite. A mia giustificazione dico solo che sono faccende che mi toccano molto. Buona giornata

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  13. Sono assolutamente d’accordo con i no ponderati. Togliere le cose pericolose, senza dover impazzire, e insegnare che ci sono no che vanno rispettati. Pochi, ma inderogabili (o quasi).
    Come tutte le teorie però… che fatica!
    Non mi ricordo nemmeno come faceva Sara, so che ora mi sembra impossibile. La piccola se dico no ride, si gira, lascia stare. E torna appena non la vedo. No, no, no, no, mamma non vuole, non si può, ti fa male, quello no. Posso andare avanti ore. Posso distrarla, funziona, ma poi si ricorda. E ci torna. A partire dal mio cassetto, dove tengo le creme, a quello del soggiorno, dove non ci sono cose pericolose ma cose che non voglio rovini o perda (carte da gioco, scotch, ecc). Ogni giorno, ogni santo giorno, ci prova, riprova, ritenta. Ride, lascia stare, aspetta, controlla e riprova. Se può arrivarci da sola. Se non può, mi coinvolge, mi prende la mano, mi tira, mi fa vedere, piange. Se la distraggo smette, ma guai a ripassare lì vicino, si ricomincia. Ogni santo giorno le stesse cose.
    Così sono passata anche io al metterle più in alto, al nasconderle, stremata.

    ma devo dire che, non ho ancora capito per quale motivo, sia lei che la sorella fuori sono un’altra pasta. Al no non si osa più, e molla. Prudente e timida. Come la sorella che non sente una parola, che mi sfida e mi sbeffeggia, ma fuori è un modello di buona educazione. Mah…

    Ecco, per dire che ognuno è unico. E far rispettare le regole non è uguale con tutti!

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  14. forse bisogna calibrare i discorsi in base all’età del bambino, come dice barbara. A 5 anni io spero che sappia mattere la spina nella presa, a 1 anno ho poco da spiegare dico no non toccare!

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