Oggi inizia una nuova rubrica.
Sarà un percorso a due voci, come è sempre stata l’anima di questo sito. Le voci però non saranno le nostre, di Serena e Silvia, ma di due ospiti che hanno accettato di riflettere, ognuna a suo modo, qui da noi.
Una la conoscete, è la “nostra” Silvietta, che per un anno ci ha raccontato le emozioni e le sensazioni del primo anno di vita di una mamma. L’altra la conoscerete tra 15 giorni, quando risponderà a questo primo appunto con il suo contr.appunto. Due donne che scrivono in modo molto diverso, ci lasceranno i loro appunti e contr.appunti, in un dialogo musicale tra madri. Appunti e riflessioni sulla vita, di madri, di donne, di persone nel mondo. Un’anima intimista e riflessiva, un’anima graffiante e sarcastica.
Vedremo cosa succederà, ma ci aspettiamo una bellissima esperienza.
Eccomi ancora ospite di Genitori Crescono. Bello. Un’occasione in più per ripensare alla mia vita e alle emozioni che vivo da quando devo fare i conti con il mio ruolo di genitore.
Vorrei partire dalla chiusura del percorso “Anno 0 – impressioni di una mamma“, perché alla base di molte delle mie impressioni c’è questa sensazione: “… non lo so, se sono mamma (che vergogna e che pudore a darsi certe definizioni) però ti guardo sorridermi fiduciosa prima di buttarti curiosa verso il mondo e so che sempre di più sono, se non mamma, almeno un arco, teso con te a guardare il mondo, ancora una volta, per esplorarlo.”
Vorrei partire da questa chiusura per tornare al principio, al primo appunto che ho segnato nella mia memoria di genitore e che ancora torna a chiedere di essere ragionato.
Quando dovevo partorire la mia prima figlia, molte mamme che conoscevo mi dicevano che al primo sguardo avrei capito, avrei sentito, avrei scoperto, avrei goduto… Io ascoltavo, forse dubbiosa, forse scettica, però lasciavo che i loro commenti decantassero in me perché alla fine, quando nasce un bambino, io credo, diventa impossibile essere totalmente impermeabili al mondo. E’ come se dovessimo fargli un po’ di spazio in più perché comunque, alla fine, questo bimbo è una creatura del mondo.
E così mi sono ritrovata, al parto e nei primi mesi, disorientata e incredula: per me non c’era stata nessuna emozione “immediata”. Anzi. Solo la constatazione che rispetto alle mie dimensioni avevo di fronte una creatura molto, molto grande 😉
I mesi passavano, accumulavo stanchezza, fatica, esperienze (allattamento, condivisione, insofferenza e senso di colpa), ma non riuscivo a condividere la sensazione di quel colpo di fulmine che in tanti mi avevano descritto. Anzi, provavo quasi difficoltà, pudore.
Intendiamoci: ero presente, presentissima, attenta e accuditiva. C’ero, ma non sapevo dirmi che ero “mamma”.
Poi la Pulce è cresciuta e pian piano sul collo hanno iniziato a formarsi i suoi boccoli.
Accarezzando questi, ho capito di sentirmi mamma.
Cosa sarà accaduto?
Forse, nella fusione dei primi mesi, l’indistinto io-te latte-tetta-bisogno-corpo non mi consentiva di vedere bene a chi stavo indirizzando il mio amore. Una sorta di presbiopia. Forse, nella fatica dei primi mesi, non volevo dare per scontato un carattere nella bimba che avevo di fronte e che ancora non potevo sapere come e in che forma avrei amato.
Forse, semplicemente, nella mia personale filosofia, per dire che si ama qualcuno occorre conoscerlo. E così sapere che si è davvero disposti a sopportare le ferite causate dagli spigoli dell’altro pur di dargli tutti gli strumenti a propria disposizione perché goda di tutto il meglio della vita.
Di tutto questo, la consapevolezza è affiorata in maniera quasi definitiva in questi primi mesi di vita del Pulcino: anche con lui, nessun colpo di fulmine. Ma grazie alla presenza di una Pulce in pieno “terrible two” so che non mi devo spaventare: pian piano diventerò consapevole di essere mamma anche per lui. … non appena scalcerà e piangerà perché gli vieto di fare qualcosa perché davvero voglio il suo bene.
@Strilli: grazie! (anche a nome della collega)
@Chiara: bellissima descrizione, mi hai fatto morire. anch’io ho tanti dubbi sul mio istinto materno… però non sono poi così marziani, quando li abbraccio 😉
@MammaCattiva: grazie. ecco, adesso mi sono commossa. Credo che accettare la bipolarità sia comunque un cammino duro,ma che vada fatto, per non perderci parti belle o brutte di noi stessiper strada. mi fa effetto sentirmi dire “dolce” perché per molti sono tanto tanto “rigida”, ma ci sta, ed è bello scoprirselo. come sarà bello scoprirsi mamma diversa domani.
sono comunque sicura che ti ritroverai anche negli scritti dell’altra autrice della rubrica 😉
@Manuela
@Francesca
è bellissimo leggere commenti come i vostri, forse perché ci ritrovo tutto il mio stupore e timore a non ritrovarmi innamorata subito e tutta l’energia e la forza quando poi è stato tempo per questo sentimento di riaffiorare..grazie!
@Michela: grazie! per fortuna c’è qualcuno che li prova, i colpi di fulmine! ed è bello sentirne parlare! chissà, forse la nostra paura è legata al fatto di temere di non saper amare quanto avremmo desiderato ..ma poi il tempo insegna a tutti…
@SIlvia: mi fai morire! “io mi sono sentita mamma in un istante. Ma questo non è che abbia reso il dopo tanto diverso o più facile, eh!” grazie di questa chiusa così magistrale 😀
Silvietta, era tanto per rassicurarti! 😀
@Giovanna: come mi ritrovo in quest’abbraccio che descrivi! grazie
@Owl:grazie di quanto condividi. a volte ritrovarsi nei dubbi e nell’inquietudine fa bene. se ti piace il nome della rubrica..devi vedere il prossimo contributo!
@Lanterna: che bella lettura di due fratelli, chissà cosa ne dirò tra qualche anno. mi appunto questo tuo commento, così poi ci tornerò 😉
@Letizia: ma quella frase è stata scritta in un giorno “buono” in cui riuscivo a far tornare tutto.. devi vedermi quando le cose non quadrano e non trovo più risorse, che cosa penso dei “terrible two”!!!
@Serenamanontroppo: come mi ritrovo in questa tua descrizione! sarà che sono di nuovo immersa in questo “dare tutto” ..senza ancora conoscersi. Spero di ritornare a vedere la luce prima di perdere tutte le energie 😉
@Benedetta: grazie di questi racconti di figli “grandi” (o quasi) e grazie di raccontarmi, come Lanterna, di emozioni diverse con i due figli mi fannoimmaginare un futuro in cui mi guarderò alle spalle per vedere quanto sta accadendo ora…
@Caia: grazie! non so se sono lucida, di sicuro io ho bisogno di riflettere tanto e mi manca l’immediatezza, la spontaneità, la carica dei tuoi scritti e descrizioni – come non sono brava nei colpi di fulmine 😉 chissà. forse sono due atteggiamenti speculari! grazie a te, mi apri sempre nuove riflessioni
@Lorenza: grazie, mi fai arrossire !!! non so dirti come sarà perché io stessa sono a mezzo del tragitto, a volte è tutto rosa e fiori con laPulce, a volte mi fa impazzire. e il pulcino è ancora troppo piccolo per farmi comprendere come sarà … come mi diceva un’amica, anche in questi affetti.. si naviga a vista!! a presto e grazie