La fascia per portare e la libertà riconquistata, anche con due gemelli e un figlio più grande. La conquista di un’abilità sia da parte della mamma, che da parte dei bambini.
Quando sono nati i gemelli ho pensato più volte che avrei voluto sbattere la testa contro al muro.
Il mio figlio maggiore, che a me sembrava grandissimo, aveva poco più di due anni, e reclamava giustamente le sue attenzioni.
Non c’era tempo per niente, i due neonati succhiavano anche l’aria, oltre che il mio latte, che producevo in abbondanti quantità.
La casa era un delirio, le mie occhiaie toccavano livelli da film dell’orrore, mi sentivo stritolata da tutto e da tutti, senza riuscire a trovare un minuto per tirare il fiato.
Cercavo su internet post consolatori nei blog delle altre, passate prima di me nell’esperienza dei twins. In piena notte, con un neonato attaccato al seno e l’altro in attesa del suo turno, il computer era la mia finestra sul mondo, uno scambio di cui sentivo profondamente la necessità. Leggere di non essere l’unica a trovarmi in quel delirio, mi dava la spinta per proseguire con l’abbozzo di un timido sorriso.
Ce la potevo fare, altre prima di me erano uscite brillantemente dall’esperienza di due o più neonati in contemporanea.
Mi dispiaceva più di tutto non riuscire a dedicarmi al mio primogenito come avrei voluto. Lo trattavo da grande, pur vedendolo piccolissimo. Avrei voluto mollare tutto e andare al parco a giocare a pallone, ma la gestione era complicata e lasciare tutti e due, allattando, mi era pressoché impossibile.
Un giorno, casualmente, peregrinando sul web, m’imbatto in una foto, e ne rimango rapita.
Una donna svizzera, sorridente e sportiva, cinque figli al seguito di cui due gemelli. Era ritratta mentre passeggiava tra le sue colline, e addosso aveva i suoi due ultimi nati, insieme, nella fascia lunga.
Sembravano beati, a contatto con il suo corpo, si guardavano intorno.
L’ho guardata per giorni, mi sembrava che a lei nulla fosse impossibile. Cinque figli? Due gemelli portati insieme con la fascia?
Un miracolo.
La fascia era quello che mi ci voleva, mi sembrava una soluzione perfetta per potermi portare dietro uno dei gemelli, o entrambi, avendo nello stesso tempo agilità nei movimenti. Le mani libere, un sogno, dopo che avevo passato mesi a tenerli in braccio a turno.
Ho letto tutto il possibile, nei pochi momenti liberi che avevo, e poi ho deciso che la fascia lunga mi era più congeniale delle altre.
Mi sono studiata il libretto d’istruzioni, le posizioni mi sembravano un intreccio poco realizzabile, all’inizio ho fatto fatica a capire come posizionare la fascia, ancor di più come mettere comodi i gemelli.
Tenerli insieme era pressoché impossibile, ma ammetto che una volta ne ho messo uno davanti nella fascia e l’altro dietro nello zaino da montagna. Il figlio grande mi teneva la mano, abbiamo attraversato la strada e la gente ci guardava come extraterrestri.
Ma e’ stata solo una volta, ero da sola e ho voluto provare, ho fatto una comparsata con dieci chili sulle spalle e poi non ho più ripetuto.
Da quel momento però sono diventata abile, ho usato la fascia per mesi, tutti i pomeriggi, tenendo uno dei gemelli addosso (a turno) e andando ai giardinetti a giocare a pallone con il mio bambino più grande.
Mi sentivo quasi normale, ho recuperato il mio tempo e il mio sorriso, ero agile e comoda, e i gemelli pure.
Li ho tenuti per un po’ verso di me, sentivo che respiravano il mio calore, la mia pelle, il mio profumo.
Ne avevamo bisogno entrambi, e loro con il mio passo altalenante si addormentavano per ore.
Più avanti ho iniziato a portarli con lo sguardo verso il mondo, e ho visto che erano affascinati da tutto ciò che li circondava.
Non dormivano più, ma nella fascia non li ho mai sentiti lamentarsi.
Li tenevo con destrezza e loro sentivano che ero a mio agio, li sapevo portare, anche per loro è diventato naturale.
Ricordo l’ultima volta che ho portato Tommaso, aveva sette mesi, le mie spalle non lo reggevano più, ed era il più leggero dei due. Siamo saliti e scesi da autobus affollati fino al centro, aveva una visita importante e avevo bisogno di averlo vicino, senza intoppi di passeggini o altri ammennicoli ingombranti.
La visita è andata come speravamo, ce ne siamo tornati a casa allegri in tempo per l’ora di pranzo e da quel giorno ho piegato con cura la mia fascia e l’ho chiusa in un cassetto.
L’ho prestata ad amiche e conoscenti, ha fatto il giro ed è tornata qui, tra le cose preziose, in ricordo del tempo che fu.
anche io ho preso la fascia, e in più avevo un paio di marsupi prestati da amiche.
non li ho usati molto, le bimbe pesavano tre chili già dalla nascita, in effetti l’ultima volta avevano forse 4 mesi.
Ma ci tenevo un sacco alla mia fascia, era come un simbolo per me.
bei tempi, anche se duri!
ma sono bei tempi anche adesso…
in bocca al lupo a tutte
Anche i miei pesavano più di tre chili, ma ugualmente con la fascia mi sentivo il peso distribuito bene e sono riuscita a tirare un po’ . Era bellissimo sentirli addosso e nello stesso tempo essere libera di muovermi, loro stavano bene e io pure. Bellissimi momenti…
Ciao Vale, come non ricordare quel periodo e la lettura dei blog come finestra sul mondo. In realtà i primi mesi con i gemelli per me sono stati il momento più magico e bello della maternità, il caos per me è arrivato dopo. Io non allattavo quindi la gestione dei bambini non era tutta sulle mie spalle. Non ho mai provato nemmeno la fascia ma infilavo uno dei due nel marsupio mentre ero in casa, in genere era sempre Mattia che fin da piccolo ha sempre preteso di più la mia attenzione e il contatto. Bello rileggere di quel periodo. Un abbraccio
Laura, ricordo bene i nostri primi mesi, eri molto serena, ho ben presente, ricordo i nostri scambi e come mi apparivi tranquilla. Io ero nel delirio per una serie di motivi fino al quinto mese, ma ho comunque un bellissimo ricordo di quei momenti.